Rassegna Stampa Inquinamento 2013

Il ministero impone uno studio sull’aria

23 aprile 2014 —   pagina 46   sezione: Vigevano

PARONA L'Agenzia regionale per l'ambiente dovrà fare degli studi per dire se l'aria di Parona è inquinata, quanto, come e quali sono le fonti completando gli studi intercomunali approvati nel 2012, partiti nel 2013 e che finiranno (in ritardo) nel 2014. Va avanti infatti la battaglia a colpi di carte bollate per approfondire lo stato di salute dell'aria in Lomellina. L'ultimo passo è la risposta del ministero dell'Ambiente all'associazione ecologista Futuro Sostenibile in Lomellina. Gli uffici romani per la tutela dell'ambiente hanno imposto all'Arpa della Lombardia di fornire dati in merito all'inquinamento dell'aria. Un iter partito alcuni mesi fa da un esposto presentato negli scorsi mesi sia dall'associazione Futuro Sostenibile, ma anche da due agricoltori della zona: Enrico Canna di Cassolnovo e Gabriele Bono preoccupati per l'inquinamento. Nel mirino del ricorso c'è la situazione dell'aria di Parona (dove si trova l'inceneritore di Lomellina Energia, oltre che altre ditte di lavorazioni pesanti), Mortara e Vigevano (confinanti con Parona) ed Olevano (dove si trova una centrale elettrica a legna). Un dato su tutti: nel 2013 le microparticelle dell'agente inquinante Pm10 hanno sforato per 98 volte la soglia d'allarme. La tolleranza è di 35 sforamenti annui, a Parona sono stati quasi il triplo: dati da metropoli. I nuovi dati sono attesi per fine 2014. «E'il completamento di uno studio dell'Arpa partito nel 2013 e che non è ancora concluso – spiega Alda La Rosa, presidente di Futuro Sostenibile – Noi l'esposto al ministero l'abbiamo fatto nel 2012, aspetteremo due anni per avere i risultati, però vogliamo sapere anche tutto questo tempo. Se lo studio fosse arrivato subito, senza questa sollecitazione del ministero, non sarebbero potute nemmeno provare ad arrivare nuove realtà inquinanti in Lomellina come l'impianto di trattamento fanghi che è in progetto a Mortara. Questa zona ha già dato troppo dal punto di vista ambientale, basti pensare che a Parona vige ancora un'ordinanza che vieta il consumo delle uova di gallina cresciute nel territorio comunale per il rischio della presenza di diossina» .(s.b.)

Scoppia un incendio alla Intals-Vedani di Parona

14 aprile 2014 —   pagina 19   sezione: Nazionale

PARONA Incendio ieri alla Intals-Vedani Metalli, industria dell'area artigianale. Ad andare in fiamme è stato un nastro trasportatore di uno dei macchinari interni all'azienda che è specializzata nei trattamenti dell'alluminio. Sul posto sono intervenute quattro squadre dei vigili del fuoco da Mortara e Vigevano. L'allarme è scattato nella tarda mattinata di ieri. I vigili del fuoco hanno accertato che il problema era relativo ad uno dei nastri trasportatori. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato un corto circuito ad innescare la scintilla. L'intervento tempestivo dei dipendenti che hanno subito cercato di fermare le fiamme e dei vigili del fuoco ha evitato che l'incendio assumesse proporzioni più grandi. Il lavoro dei vigili del fuoco è durato circa un paio d'ore. Intanto a Sannazzaro. Intanto L’incendio che si è sviluppato sabato alla C.R., il centro di raccolta e di inertizzazione di rifiuti speciali di via Alessandria, non avrebbe lasciato tracce nell’aria di Sannazzaro e Ferrera. Lo dicono le centraline di controllo dell’aria gestite da Arpa. Il lavoro delle squadre dei vigili è durata fino a opltre le tre di notte di sabato.

 

Sette anni di smog «Dal 2007 Pavia sempre oltre i limiti»

09 marzo 2014 —   pagina 21   sezione: Nazionale

di Marianna Bruschi PAVIA Per sette anni la provincia di Pavia non ha mai rispettato i limiti fissati per l’inquinamento dell’aria...continua a leggere

 

«Diossine, pochi dati servono indagini»

09 marzo 2014 —   pagina 21   sezione: Nazionale

Il dossier di Legambiente affronta anche il problema delle diossine. «Il nostro atteggiamento non è di allarmismo – spiega Luigi Vecchi – ma vogliamo avere i dati e conoscenza certa della situazione. Ora di dati ce ne sono pochissimi». Alcune ricerche e monitoraggi in Lomellina, sembra niente invece sulla Bassa. «Per questo al convegno di venerdì 14 marzo abbiamo invitato anche Arpa – spiega ancora Vecchi – perché sappiamo che ci sono ricerche in corso e si potrà fare il punto». Sulle diossine le uniche ordinanze sono a Parona: «Non si possono consumare uova e pollame in zone in cui si supera il limite delle diossine – spiega Vecchi – ma a supporto di queste ordinanze non ci sono dati. Per questo chiediamo indagini accurate in tutte quelle zone potenzialmente a rischio. E nel frattempo chiediamo siano eseguiti ulteriori controlli sulle attività che possono emettere diossine».

 

 

Aria inquinata e diossina il convegno di Legambiente

04 marzo 2014 —   pagina 17   sezione: Vigevano

PAVIA Che Aria respiriamo in Provincia di Pavia? Esiste un problema diossina in Lomellina? Legambiente Provincia di Pavia e Comitato dei cittadini di Parona per la salute e l’ambiente organizzano un seminario venerdì 14 marzo alle 21 alla sala san Martino in Tours in corso Garibaldi 69. Il convegno si aprirà con le relazioni scientifiche a cura dei responsabili Arpa e di Paolo Crosignani (Istituto dei tumori di Milano e Società internazionale dei dottori per l’ambiente). Poi tavola rotonda con l’assessore provinciale all’ambiente Michele Bozzano e i consiglieri regionali Iolanda Nanni e Giuseppe Villani. Invitati, ma ancora in forse il consigliere regionale Angelo Ciocca e l’assessore Mario Melazzini «Registriamo un miglioramento della situazione dell’aria – spiegano gli organizzatori – ma anche disfunzioni nel sistema di rilevamento e soprattutto incongruenze nell’individuazione delle aree critiche, in particolare l’esclusione di zone come quelle di Parona-Mortara-Vigevano e della raffineria di Sannazzaro.Più difficile e più delicato ancora il problema della possibile presenza di diossina in mancanza di dati certi e di indagini seri». (a.gh.)

«Inceneritore, la consulta non funziona»

23 febbraio 2014 —   pagina 36   sezione: Nazionale

PARONA Il Comitato dei cittadini di Parona per la salute e l’ambiente va all’attacco sul funzionamento della Commissione consultiva comunale per l’inceneritore. E minaccia di abbandonarla se dovessero persistere le attuali condizioni: «Una nostra permanenza risulterebbe inutile quanto inopportuna». L’organismo presieduto da Piero Firpo ha scritto al sindaco Silvano Colli e alla società Lomellina Energia, che gestisce l’impianto di strada Scochellina. Nel 2011 il comitato accettò di designare un rappresentante nella Commissione consultiva, il quale avrebbe dovuto partecipare a riunioni bimestrali dedicate all’analisi dei rapporti tecnici predisposti dalla ditta. «Il nostro intento – commenta Firpo – era di contribuire a un’inversione di tendenza e di consentire alla cittadinanza una visione più completa e trasparente sull’andamento dell'impianto di incenerimento. Al termine del biennio 2012-2013, il bilancio dell’attività svolta dalla Commissione è deludente». Il comitato evidenzia l’assenza di un regolamento e di verbali, il mancato rispetto della frequenza delle riunioni e un ritardo nella consegna dei rapporti tecnici: «Ai componenti della Commissione i rapporti tecnici predisposti da Lomellina Energia non sono mai stati comunicati con la frequenza prevista dalla convenzione, cioè ogni due mesi». Umberto De Agostino

 Smog oltre i limiti per tre anni di fila Record a dicembre

26 gennaio 2014 —   pagina 35   sezione: Nazionale

VIGEVANO L'aria della zona di Mortara, Parona e Vigevano è inquinata anche se l'inizio anno, dopo un mese tra novembre e dicembre 2013 di Pm10 (polveri sottili) da inquinamento da record, si è aperto con meno superamenti del limite... continua a leggere

 Parona, Pgt per le aziende Sommi: «Terreni sprecati»

24 dicembre 2013 —   pagina 34   sezione: Nazionale

Parona ospita cinque aziende ad alto potenziale inquinante, che devono richiedere periodicamente l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla Regione. Si tratta di Lomellina Energia, la società che fa capo a Linea Holding Group e che gestisce l’inceneritore di strada Scochellina, la Intals (ex Vedani Metalli), la Fonderia Vigevanese, la Rohm and Haas Italia, che rappresenta un ramo della multinazionale Dow Chemical, e l’Ivm Chemicals, nata nel 2007 dalla fusione di Milesi, Ilva Polimeri e Intercoating. Queste realtà sono da anni sotto la lente d’ingrandimento delle associazioni ambientaliste (Legambiente e Wwf) e dei comitati civici, che invocano misure più restrittive a tutela dell’ambiente.

PARONA Il Piano di governo del territorio porta nuove aree produttive e riesuma il raccordo ferroviario di Parona, già nel mirino della magistratura. Inoltre, il documento spacca la maggioranza e riceve le pesanti critiche delle minoranze, dei comitati e degli ambientalisti. Il primo passaggio dell’iter burocratico, cioè l’approvazione in consiglio comunale, è stato movimentato. L’assessore al Territorio, Mauro Sommi, ha censurato il Pgt nel merito e nel metodo: «Mercoledì scorso il documento è stato presentato a popolazione e maggioranza – ha accusato –. Ci troviamo di fronte a uno stato di fatto: mi sento svilito di fronte al metodo non democratico utilizzato da chi ha gestito il Pgt, cioè il sindaco Silvano Colli e l’assessore all’Urbanistica, Giambattista Bianchi». Dopo la dichiarazione di voto di Sommi, il sindaco Colli ha sospeso la seduta, in cui si doveva ancora discutere la convenzione con Cilavegna per l’utilizzo della piazzola ecologica, per chiarimenti all’interno della maggioranza. «Mi è sembrato grave il voto contrario dell’assessore Sommi – spiega il sindaco – e così ho preferito chiedere un chiarimento prima di riprendere la seduta». Sommi, però, replica: «Non c’è stato alcun chiarimento. Io ho fatto gli auguri di buon Natale a tutti e me ne sono andato». Sono diverse le critiche di Sommi, delle minoranze e del Comitato per la salute e l’ambiente al Pgt. In primo luogo, c’è una nuova area di espansione produttiva al di là dell’ex statale Vigevanese, nei pressi della multisala “Movie planet”. Si tratta di 300mila metri quadrati che dovrebbero essere utilizzati dalla Sicam tubi. «E’ un’impresa – dice Colli – che lavora a Parona da trent’anni: la richiesta è motivata e noi non avevamo alcuna ragione per opporci». «Al momento è terreno agricolo, e così deve restare – ribatte Sommi –. Meglio recuperare le aree dismesse». Altro nodo è lo scalo ferroviario, per cui nei mesi scorsi la magistratura aveva emesso quattro avvisi di garanzia: il sindaco Colli è accusato di peculato e di frode negli appalti pubblici, Giovanni Orizio e Danilo Prandoni di frode in pubbliche forniture, e Giovanni Pecoraro di peculato. «In una recente conferenza dei servizi – si difende Colli – le industrie locali, soprattutto Lomellina Energia, hanno ribadito la necessità di avere uno scalo ferroviario a servizio delle loro attività». Voto contrario delle minoranze “Parona viva” e “Parona giovane”, guidate da Luca Trovati e da Donatella Marzetto, che ammettono l’insediamento solo di industrie non inquinanti. «Noi chiediamo la fine dell’utilizzo del suolo – hanno detto –. Abbiamo circa 400mila metri quadrati di aree residenziali, ma circa un milione di produttive. E non è vero che altre fabbriche porteranno nuove assunzioni tra i paronesi: nonostante i 1.250 posti di lavoro dichiarati disponibili, solo una parte minore è occupata dai paronesi». Le minoranze sono contrarie a supermercati nel centro abitato e vaste aree edificabili o assoggettate a servizio pubblico. Il Pgt tornerà in aula fra 60 giorni, dopo eventuali osservazioni, per l’adozione. Umberto De Agostino

 La minoranza critica il Pgt «Dati inattendibili»

17 dicembre 2013 —   pagina 28   sezione: Voghera

PARONA Tutto quello che non va del nuovo Piano di governo del territorio. Le minoranze Parona viva e Parona giovane hanno diffuso un volantino che passa alla lente d’ingrandimento il documento urbanistico che sarà presentato alla cittadinanza domani, alle 17, in aula consiliare. I gruppi guidati da Luca Trovati e da Donatella Marzetto individuano diversi «errori macroscopici». «I dati sono stati recuperati da statistiche vecchie, utilizzate con dati recenti e che quindi danno una visione distorta – spiegano – Il censimento 2001 parla di occupazione record, mentre oggi Parona è al terzo posto in provincia per tasso di disoccupazione. Inoltre, per l’inquinamento sono riportate ad arte rilevazioni del Pm10 eseguite nei mesi estivi, notoriamente i valori più bassi dell’anno. La realtà, purtroppo, è che nel 2011 sono stati rilevati ben 96 superamenti giornalieri contro i 35 ammessi dalla legge». Nei documenti, inoltre, si riporta il problema dell’eccessivo consumo di suolo, ma si prevedono 160mila metri quadrati di aree produttive. «Noi chiediamo la fine dell’utilizzo del suolo – aggiungono – A fronte di circa 400mila metri quadrati di aree residenziali, ce ne sono circa un milione di produttive». Le minoranze, infine, rifiutano supermercati nel centro abitato, nuove strade urbane, «che danneggiano le proprietà private con scarsi risultati viabilistici», e vaste aree edificabili o assoggettate a servizio pubblico. Chiedono vincoli per le aree produttive: «Si dovrebbe consentire l’insediamento solo di industrie non inquinanti». Umberto De Agostino

 Polveri sottili oltre i limiti di legge da dodici giorni

16 dicembre 2013 —   pagina 21   sezione: Nazionale

VIGEVANO Dodici giorni consecutivi di polveri sottili oltre i limiti di legge, ma non viene preso alcun provvedimento. E’ dal 3 dicembre che la centralina di rilevazione di via Valletta Fogliano, gestita dall’Arpa, segnala concentrazioni di Pm10, a Vigevano, oltre la soglia di 50 microgrammi al metro cubo. Il sindaco ha chiesto all’Arpa una centralina mobile per i rilevamenti anche in centro città e di poter conoscere un’anteprima del monitoraggio in corso tra Vigevano, Parona, Mortara e Olevano. (d.a.)

 Inceneritore. «Obbediremo alla Regione»

05 dicembre 2013 —   pagina 46   sezione: Vigevano

PARONA La progressiva disattivazione degli impianti di incenerimento, a cominciare da quelli meno efficienti sotto il profilo ambientale, è commentata in modo laconico da Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia. «Naturalmente ci atterremo a tutti gli atti che la Regione Lombardia emetterà in tema di gestione dei rifiuti», dice il presidente della società che gestisce il termodistruttore di Parona. Dopo la commissione Ambiente, anche il consiglio regionale ha avallato all’unanimità la risoluzione che contiene alcune indicazioni relative al Programma regionale di gestione dei rifiuti. Il documento evidenzia la necessità di procedere alla dismissione degli impianti di incenerimento in Lombardia . (u.d.a.)

 «Centralina mobile in città»

02 dicembre 2013 —   pagina 19   sezione: Nazionale

VIGEVANO Una centralina mobile per controllare la qualità dell’aria in città... continua a leggere

 

 

Inceneritore, Lomellina Energia contesta Legambiente

01 dicembre 2013 —   pagina 33   sezione: Nazionale

PARONA Lomellina Energia replica a Legambiente: «L’inceneritore di Parona non è obsoleto, inefficiente, antiquato: la tecnologia adottata a letto fluido è tra le più innovative realizzate». La società che gestisce il termodistruttore, controllata da Linea Group Holding, respinge le accuse di Legambiente, che nel dossier sugli inceneritori lombardi aveva parlato di «prestazioni mediocri» in relazione agli inceneritori di Parona, Desio, Busto Arsizio e Cremona. «La loro chiusura – dice Legambiente – permetterebbe di abbattere in modo considerevole le sostanze inquinanti liberate nell’atmosfera». «I costanti controlli operati da Arpa – controbatte la società presieduta da Vincenzo Filisetti – hanno convalidato il rispetto delle norme che regolano gli impianti. Mensilmente elaboriamo un rapporto trasmesso ad Arpa con le emissioni in atmosfera. Queste informazioni sono messe a disposizione del Comune di Parona e della commissione che segue l’impianto. Il tutto in modo continuativo, a garanzia della corretta gestione dell’impianto. Il dossier Legambiente, invece, non indica le fonti di alcuni dati, le elaborazioni e le metodologie impiegate; alcune affermazioni, poi, non corrispondono ai dati ufficiali inviati dalla società alla Regione». Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, precisa: «I dati da noi rielaborati, relativi al 2012, provengono dalle autocertificazioni inviate dalle società degli inceneritori alla Regione. Li abbiamo avuti inviando una richiesta di accesso agli atti. E ribadiamo: questi impianti cessino l’attività e siano smantellati, lasciando spazio a nuovi impianti di trattamento». (u.d.a.)

 

 

Legambiente: «Troppi due inceneritori»

27 novembre 2013 —   pagina 34   sezione: Voghera

L’unica centralina che registra la qualità dell’aria a Vigevano e dintorni, posizionata in via Valletta Fogliano (nella foto), è di proprietà di Lomellina Energia, la società che gestisce l’inceneritore di Parona... continua a leggere

 

 

«Stanchi delle imposizioni A2A rinunci al progetto»

24 novembre 2013 —   pagina 17   sezione: Voghera

di Marianna Bruschi PAVIA La fermezza, nel no al triplicamento dell’inceneritore di Corteolona, anche a Pavia passa dai numeri... continua a leggere

 

 

«Mortara esca dal Clir» polemica sui rifiuti

19 novembre 2013 —   pagina 59   sezione: Nazionale

di Anna Mangiarotti MORTARA «La raccolta rifiuti costa almeno il 20 per cento di troppo. Il Clir deve sciogliersi, o comunque Mortara deve rendersi autonoma». A lanciare il sasso è Franco Varini, consigliere di opposizione, che definisce il Consorzio smaltimento rifiuti lomellino, nato vent’anni fa, come «un carrozzone ormai inutile, un ente solo politico, prigioniero di un contratto capestro con Lomellina Energia (la società che gestisce l’inceneritore di Parona, ndr)». Bisognerebbe almeno affidare il servizio con un bando pubblico, dice Varini. E ancora, se la gente protesta perché la tassa sui rifiuti è troppo alta, «la si potrebbe abbassare uscendo dal Clir e provvedendo alla raccolta tramite As Mortara, rinegoziando le tariffe di smaltimento con Lomellina Energia». I costi che il Comune avrebbe per pagare il personale e comprare nuovi mezzi «verrebbero ammortizzati in tempi relativamente brevi». Il sindaco Marco Facchinotti (Lega Nord) ammette che i costo di raccolta e smaltimento pagati dal Clir sono troppo alti, «ma dipende da un contratto siglato anni fa – spiega – dove fra l’altro i piccoli comuni pagano circa il 10% in meno dei comuni più grandi, proprio perché il Clir è nato come ente consortile, con uno scopo di solidarietà e mutuo soccorso tra enti locali». Si progetta oggi di livellare le tariffe: se ne parlerà in un incontro in programma a Lomello sabato. «Quindi per i Comuni maggior ci sarà un risparmio – dice Facchinotti – E poi si dovrebbe rinegoziare il contratto con Lomellina Energia», che continuerebbe a ricevere i rifiuti dal nuovo consorzio. «Per far uscire anche un solo Comune dal Clir – continua il sindaco – ci dovrebbe essere comunque un’unanimità di voti fra i 44 paesi consorziati, e non è facile. Comunque la spesa per dotare Mortara di mezzi per la raccolta e pagare il personale – anche esterno come una cooperativa che la attui – non verrebbe ammortizzata tanto in fretta». «Non entro nel merito delle dichiarazioni politiche – evidenzia il presidente del Clir Federico Bertani -, ma una soluzione del genere è impossibile da attuare. E’ appena stato firmato il nuovo contratto di servizio, in vigore per 36 anni: già stralciare un accordo di questa durata avrebbe dei costi importanti. I costi di smaltimento cui va incontro Mortara sono concorrenziali e al di sotto della media regionale. Secondo gli ultimi dati regionali Mortara spende 88 euro ad abitante, mentre la media della Lombardia per i comuni di dimensioni analoghe oscilla tra i 127 ed i 150 euro». (ha collaborato A. Colli Franzone)

 

 

Lasagna: «Blocco del traffico anti smog»

25 ottobre 2013 —   pagina 39   sezione: Nazionale

di Denis Artioli VIGEVANO Piove, c’è un po’ di vento, ma niente da fare. Le polveri sottili scendono, però mercoledì la concentrazione registrata dalla centralina di Valletta Fogliano era di 80 microgrammi al metro cubo, ancora oltre i limiti. Il Pm10 per il settimo giorno consecutivo è fuori dalla soglia di legge di 50 microgrammi al metro cubo, dopo il picco altissimo di 211 microgrammi che si è registrato a Vigevano domenica: con l’aria della città ducale inquinata da polveri sottili più di tutti gli altri Comuni della provincia e anche di qualunque centralina posizionata a Milano... continua a leggere

 

Smog record, Vigevano batte Milano

22 ottobre 2013 —   pagina 27   sezione: Voghera

di Denis Artioli wVIGEVANO La scalata delle polveri sottili non si ferma, anzi prosegue e sta raggiungendo, in questi giorni, livelli molto elevati, che non si ricordano a Vigevano. Domenica il livello di Pm10 nell’aria è arrivato fino a 211 microgrammi al metro cubo, rilevati dalla centralina di Valletta Fogliano, l’unica rimasta in città dopo lo spegnimento, da parte dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale), di quella posizionata in viale Petrarca... continua a leggere

 

 

Vigevano, impennata delle polveri sottili Più smog di Parona

20 ottobre 2013 —   pagina 38   sezione: Voghera

di Denis Artioli VIGEVANO Le polveri sottili tornano a inquinare l’aria di Vigevano in misura preoccupante... continua a leggere

 

La Regione dice «no» a nuove aziende inquinanti

10 ottobre 2013 —   pagina 52   sezione: Vigevano

PARONA Porte chiuse a nuove industrie ad alto impatto e monitoraggi permanenti. La mozione presentata in consiglio regionale dal Movimento cinque stelle è stata approvata all’unanimità. Il testo abbozzato dal Comitato per la salute e l’ambiente di Parona era stato formalizzato dal consigliere Iolanda Nanni, eletta in provincia di Pavia. «Questa mozione – spiega Nanni – è un primo, piccolo passo da parte della giunta in tema ambientale per un territorio ad alta vocazione risicola che deve convivere con uno dei più grandi inceneritori d’Italia e numerose aziende ad alto impatto ambientale, oltre al progetto per una discarica d’amianto. Ci siamo fatti portavoce delle richieste dei cittadini e dei comitati ambientalisti». La mozione impegna la giunta a disincentivare l’inserimento di nuove aziende ad alto impatto inquinante, ad avviare un sistema permanente di monitoraggio integrato sanitario e ambientale nel paronese e a valutare nel nuovo Piano regionale gestione rifiuti (Prgr) progressive azioni di riduzione della capacità dell’inceneritore di Lomellina Energia. «Oggi la provincia di Pavia deve importare rifiuti da altre province per garantire guadagni ai gestori degli inceneritori – aggiunge Nanni –. Tutto questo è assurdo quando invece potremmo progettare centri di riciclo e smaltimento che garantirebbero salute e occupazione in territori degradati». Il comitato guidato da Luigi Firpo esulta. «Abbiamo fiducia – commenta – che questo atto costituisca un punto di svolta per Parona e per la Lomellina». Umberto De Agostino

 

 

Al Tar contro inceneritore raccolta firme in 9 Comuni

09 ottobre 2013 —   pagina 19   sezione: Nazionale

Il progetto di A2A Ambiente prevede l’ampliamento del termovalorizzatore di località Manzola Fornace, un impianto che la società definisce di “quarta generazione”. Se verrà autorizzato definitivamente saranno circa 240mila le tonnellate che finiranno a Corteolona. La provincia di Pavia produce 350mila tonnellate di rifiuti e ha due impianti, quello di Corteolona e quello di Parona, che ne trattano 600mila, 80 Comuni del nostro territorio provinciale portano a smaltire quasi 80mila tonnellate all’anno di rifiuti nel centro integrato di Cortelona. Il progetto prevede che 33600 metri quadri del Centro saranno occupati dal nuovo impianto. Qui, all’anno, si vogliono produrre 30 megawatt di energia, sufficiente per il fabbisogno di 66mila famiglie. I dipendenti dagli attuali cinquanta saliranno ad un centinaio, aumenterà l’indotto, oggi costituito da 60 aziende del territorio. SAN ZENONE Parte la raccolta firme contro il triplicamento del termovalorizzatore di Corteolona di A2A Ambiente, a cui la Regione ha rilasciato la Valutazione d’impatto ambientale (Via) e che ora dovrà passare al vaglio della Provincia. L’ok è stato ufficialmente dato durante l’incontro pubblico dell’altra sera, perché, dicono i sindaci della Consulta ambiente e territorio, «è fondamentale l’appoggio dei cittadini nella battaglia che gli amministratori stanno portando avanti per la tutela della salute e dell’ambiente del Basso pavese». I sindaci di Monticelli Pavese, Santa Cristina, Miradolo, Gerenzago, Spessa, Inverno e Monteleone, Badia (Consulta) San Zenone e Costa de’ Nobili, i centri che hanno deciso di avviare la raccolta delle firme per il “no” all’ampliamento, si mobilitano e chiamano a raccolta anche gli altri primi cittadini, oltre che i Comitati della Bassa. «Il nostro ricorso contro l’inceneritore avrà più forza se verrà appoggiato da tutto il territorio», dice Elio Grossi, alla guida di Santa Cristina. Perché la Consulta, fa sapere lo stesso Grossi, il ricorso contro la decisione di Regione Lombardia di rilasciare la Via, lo presenterà entro i primi di novembre. E al ricorso verrà allegata la petizione. Per questo, spiegano i sindaci, sarà necessaria la partecipazione dei cittadini. «Intanto proseguiremo gli incontri pubblici nei vari comuni – sottolinea il sindaco di Monticelli e presidente della Consulta Enrico Berneri -. E’ opportuno informare senza strumentalizzazioni, in modo che si conoscano gli effetti nocivi sulla salute provocati dalle diossine e dai metalli pesanti”. Per il momento si può firmare nei municipi dei centri che fanno parte della Consulta, bisogna portare un documento di riconoscimento e il codice fiscale. «E’ una sorta di referendum per conoscere la volontà del territorio, anche se penso che ancora non tutti sappiano come avviene lo smaltimento dei rifiuti, un servizio per il quale peraltro è aumentata la tariffa – sostiene Giuliano Spiaggi, primo cittadino di Spessa – Come sindaci portiamo avanti questa battaglia perché siamo convinti che l’incenerimento è stato superato e che oggi esistano tecniche alternative più sicure». Cristina Barzaghi, Comitato salute e ambiente, consegnerà alla Consulta le firme raccolte due anni fa contro l’inceneritore e spiega: «Un grosso sforzo, economico e personale, che avevamo fatto attraverso banchetti dove si è cercato di informare in modo capillare la popolazione”. Sono 25 i Comuni della Bassa che ora, dice Berneri, dovranno dire con chiarezza se sono a favore o contro l’impianto. Il sindaco di Linarolo, Pietro Scudellari, ribadisce la propria contrarietà al termovalorizzatore, ma spiega che «la sua maggioranza preferisce, per il momento, non prendere posizione». Fabio Zucca, sindaco di Belgioioso fa sapere che «il Comune concederà gli spazi ai promotori della raccolta firme», ma che si riserva di conoscere i contenuti del ricorso: «In ogni caso ripeto il “no” a inceneritore e centro riciclo». Contraria all’ampliamento, ma anche alla decisione di impugnare una decisione che non autorizza l’impianto è Stefania Pernice, sindaco di Filighera e presidente della Convenzione ambientale. Marco Greppi, segretario cittadino del Pd di Belgioioso, organizzerà nei prossimi giorni un incontro pubblico, invitando tutti i sindaci ad «esprimersi su un tema su cui è necessario trovare un punto d’incontro». Stefania Prato

 

 

Bacino unico rifiuti I Comuni del Pavese si mobilitano contro

28 settembre 2013 —   pagina 33   sezione: Voghera

CORTEOLONA Un bacino unico regionale per i rifiuti. Lo prevede il nuovo Piano rifiuti (tremila pagine) che la Regione ha preparato e che intende approvare entro fine anno. La competenza degli impianti diventerebbe quindi regionale e questo significa che «saremmo costretti ad utilizzare le nostre strutture per utenza da fuori provincia», spiega l’assessore provinciale all’ambiente Alberto Lasagna che ha incontrato Comuni, associazioni ambientaliste, aziende che gestiscono la raccolta rifiuti proprio per discutere del nuovo documento. Per una provincia che produce 350mila tonnellate di rifiuti e ha già due impianti, quello di Corteolona e di Parona, che ne trattano 600mila, il rischio potrebbe essere, anche in vista del triplicamento richiesto da A2A, dell’arrivo di altra spazzatura. Ma anche di altri impianti. Rischio che Piazza Italia conosce bene e che intende evitare. Per questo ha già posto una serie di paletti al documento . E uno dei punti che la Provincia ha già sottolineato in rosso è appunto la costituzione di un bacino unico che non le consentirebbe di opporsi a rifiuti provenienti da altre zone. «Di fatto stiamo già ricevendo i rifiuti da fuori provincia – sottolinea Lasagna – ma non vogliamo che, con la nuova normativa, aumenti anche il numero degli impianti di smaltimento e trattamento. Per questo chiederemo di avviare un percorso di dismissione degli inceneritori, a differenza di quanto sta avvenendo. Il pianoa noi non sta bene». E neppure piace il fatto che la provincia di Pavia abbia una delle tariffe più alte a livello regionale. Ben il 15% in più. «Per questo – aggiunge l’assessore – chiederemo l’azzeramento dei contratti esistenti e la definizione di una tariffa unica regionale». Per il presidente Daniele Bosone è necessario arrivare a scelte condivise «sapendo che il tempo delle discariche è finito e che sta tramontando anche quello degli inceneritori». «Il nostro obiettivo – spiega – è quello di arrivare ad un solo impianto di incenerimento, con un’azione importante di recupero e riutilizzo del rifiuto. Ci vuole però anche uno sforzo delle aziende del settore a farsi carico di tecnologie maggiormente all’avanguardia. Vorrei che potessimo decidere di smaltire solo la nostra spazzatura e non quella di altri”. E questa vuole essere la linea politica che Piazza Italia intende seguire nel nuovo piano provinciale rifiuti. «Dobbiamo prestare molta attenzione alle scelte della Regione» precisa Lasagna. Tra le richieste, la necessità che i rifiuti speciali generati da rifiuti solidi urbani siano trattati come tali. Stefania Prato

 

Gli ambientalisti: «Più controlli sulle ditte»

24 settembre 2013 —   pagina 37   sezione: Nazionale

PARONA Il Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente chiede il blocco dell’insediamento di nuove aziende ad alto potenziale inquinante e un quadro di dati oggettivi riguardanti l’aria, l’acqua e il suolo. Il gruppo guidato da Luigi Firpo ha steso una relazione di 12 pagine con cui passa al setaccio la realtà paronese dal punto di vista industriale e ambientale. Cinque le aziende già sottoposte all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia): Lomellina Energia, Intals (ex Vedani Metalli), Fonderia Vigevanese, Rohm and Haas Italia (ramo della multinazionale Dow Chemical) e Ivm Chemicals (nata nel 2007 dalla fusione di Milesi, Ilva Polimeri e Intercoating). «Risulta indispensabile una modifica dei criteri di zonizzazione relativi alla qualità dell’aria, che permettano di classificare Parona in zona critica anziché di mantenimento com’è oggi – spiega il Comitato – Inoltre, per avviare azioni di miglioramento della qualità dell’ambiente, è necessario avere dati oggettivi di carattere generale e specifico su aria, acqua e suolo che permettano di conoscere lo stato dell’ambiente e di individuare eventuali contribuiti specifici ai fenomeni di inquinamento riscontrati». Le prescrizioni relative al monitoraggio sanitario e ambientale contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale di Lomellina Energia dovrebbero essere estese alle altre aziende. E le attività parallele di monitoraggio condotte in altre sedi, come il Tavolo di concertazione provinciale, dovrebbero essere “istituzionalizzate” in un più ampio contesto di indagine e controllo. Umberto De Agostino

 

 

La Vedani diventa Intals e sabato apre ai visitatori

19 settembre 2013 —   pagina 43   sezione: Vigevano

PARONA La Vedani Carlo Metalli apre le porte al pubblico per festeggiare il recente cambiamento di nome. Sabato Intals aprirà le porte dello stabilimento di viale Lombardia: in questa occasione, inoltre, sarà presentato il sistema di gestione certificato a livello internazionale di qualità, ambiente, salute e sicurezza (Iso 9001, Iso 14001, Ohsas 18001), che l’azienda ha ottenuto da Sai Global. L’open day è in programma dalle 11 alle 15: tutti potranno partecipare a visite guidate dello stabilimento per comprendere come avviene il processo di recupero e riciclo dell’alluminio. Alle 11.15 si terrà la tavola rotonda “Economia e lavoro in Lomellina”: il sindaco di Parona Silvano Colli, gli esponenti di Intals e di altre aziende del territorio discuteranno sulla situazione attuale e sulle prospettive future del territorio lomellino. È anche previsto un concorso organizzato dal Consorzio imballaggi alluminio (Cial). (u.d.a.)

 

 

Meno rifiuti in Lomellina ma la bolletta non scende

18 settembre 2013 —   pagina 36   sezione: Vigevano

MORTARA Mortara e la Lomellina producono meno rifiuti, ma i costi per bruciarli nell'inceneritore a Parona salgono sempre più. E con la nuova tassa sui rifiuti, già di per sé più cara della vecchia Tarsu, il conto che i lomellini pagano è sempre più salato. A raccontare quanto i lomellini producano meno spazzatura sono i dati del Clir, il consorzio per la raccolta dei rifiuti che comprende 41 Comuni e circa 86mila abitanti. Nel 2008 il consorzio, che ha come centro più grande in cui opera Mortara (oltre 15mila abitanti) aveva raccolto in Lomellina 54 milioni 281mila 284 chili di rifiuti. Nel 2012 nell'area del Clir sono stati raccolti circa 4 milioni di chili di spazzatura in meno: 50 milioni 411mila 852. Calano soprattutto i rifiuti urbani misti: da 37 milioni di chili del 2008 ai 28 milioni del 2012. Sicuramente influisce la crisi economica, che riduce i consumi di un territorio in cui la vocazione industriale è stata messa a dura prova, ma pesa anche la sensibilità ambientale sempre maggiore. Basti pensare che nel 2008 solo il 31,5 % dei rifiuti di Mortara e Lomellina era destinato al recupero, ora questa percentuale è salita fino al 42%. Si producono meno rifiuti e si ricicla di più, ma perchè le bollette non diminuiscono? «Perchè il costo per bruciare i rifiuti è sempre più alto», sottolinea il direttore generale del Clir, l'ingegnere Marco Rivolta. Fino al 2012 il costo che il Clir pagava per bruciare i rifiuti nell'inceneritore di Lomellina Energia a Parona era di 112 euro alla tonnellata, ora è di 115 euro. Per il futuro l'amministrazione provinciale ha trovato un accordo per ridurre i costi di conferimento ai rifiuti. Intanto però l'elevato prezzo di conferimento dei rifiuti lomellini a Parona si riflette sul conto che il Clir presenta a ciascuno dei Comuni soci. Tanto che – ed è stato messo in evidenza anche durante alcuni incontri pubblici – il rapporto tra il Clir e Lomellina Energia (all'80% della Mf Waste società della galassia delle municipalizzate lombarde Linea Holding e al 20% dell'Asm di Vigevano) non è idilliaco proprio per i costi elevati praticati al consorzio lomellino. Nel termodistruttore di Parona, che può bruciare 380 milioni di chili di rifiuti, arrivano rifiuti da altre zone della provincia di Pavia e del nord Italia con costi inferiori anche di 10-15 euro ogni mille chili. Se ora il Clir paga circa 3 milioni e mezzo di euro all'anno per bruciare a Parona, potrebbe risparmiare mezzo milione di euro con un calo di 15 euro del costo di conferimento ogni mille chili. Sandro Barberis

 

 

«L’inceneritore va dimezzato»

17 settembre 2013 —   pagina 37   sezione: Nazionale

PARONA Controllo dell’inquinamento, dimezzare le caldaie dell’inceneritore: sono le richieste inviate dal Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente ai consiglieri regionali Angelo Ciocca, Mario Melazzini, Iolanda Nanni e Giuseppe Villani, all’assessore regionale all’Ambiente Claudia Maria Terzi, al presidente della Provincia, Daniele Bosone, all’assessore provinciale Alberto Lasagna e al sindaco Silvano Colli. Nell’ottobre 2012 Lomellina Energia aveva presentato il progetto di una nuova caldaia in sostituzione di quella messa in funzione nel 1998, mantenendo inalterata la capacità di trattamento di 380mila tonnellate l’anno. «In questo modo, Lomellina Energia – spiega il Comitato – ha chiesto di estendere il trattamento dei rifiuti urbani alla seconda caldaia; noi avevamo subito manifestato preoccupazione per le conseguenze del progetto». Il 12 agosto scorso il Comitato è stato ricevuto dall’assessore Terzi. «Nonostante l’autorizzazione fosse stata già rilasciata – dice il presidente Piero Firpo – abbiamo esposto la specificità della situazione paronese, segnata da problematiche di inquinamento ambientale (Pm10 e diossine), e il tema più legato alla gestione all’impianto di Lomellina Energia». Nella riunione milanese Firpo ha sollecitato il blocco dell’insediamento di nuove aziende ad alto potenziale di inquinamento chiedendo una modifica dei criteri di zonizzazione relativi alla qualità dell’aria, in modo da classificare Parona nella zona A, cioè “pianura a elevata urbanizzazione”, più restrittiva della zona B attuale (“zona di pianura”). «Nel medio termine la capacità autorizzata dell’inceneritore andrebbe ridotta – aggiunge Firpo – avviando un progetto sostitutivo di trattamento dei rifiuti residui della raccolta differenziata basato su tecnologie innovative». Umberto De Agostino

 

 

Meno rifiuti, il segno della crisi

16 settembre 2013 —   pagina 18   sezione: Nazionale

di Denis Artioli wVIGEVANO Un calo drastico della produzione dei rifiuti soldi urbani destinati all’inceneritore di Parona. Una diminuzione dovuta a più cause: in parte alle partenze per le vacanze, in parte all’avvio della raccolta differenziata, ma influiscono molto, spiegano in Asm Isa (la società che si occupa della raccolta rifiuti) la crisi e il ridimensionamento dell’attività industriale, artigianale e commerciale. Il dato che arriva da Asm riguarda il periodo estivo (i mesi di giugno, luglio e agosto) dal 2010 al 2013... continua a leggere

 

 

Contro l’inceneritore scatta il ricorso al Tar firmato da 11 Comuni

15 settembre 2013 —   pagina 18   sezione: Voghera

Se il nuovo impianto verrà autorizzato definitivamente saranno circa 240mila le tonnellate di rifiuti che finiranno nel Centro integrato di Corteolona. Dopo il rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale) da parte della Regione, ora si attende la concessione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale). L’iter per l’approvazione del nuovo progetto voluto da A2A Ambiente era stato avviato nel 2009. Rimasto nel cassetto per circa un anno, in seguito alla sospensione chiesta dalla stessa A2A, era ripartito nel 2012, quando Ecodeco aveva domandato alla Regione di riprendere la valutazione del progetto e di riavviare la procedura che si è conclusa nei primi di agosto con l’ok regionale. La provincia di Pavia produce 350mila tonnellate di rifiuti e ha due impianti: quello di Corteolona e quello di Parona, che ne trattano 600mila. A conferire i rifiuti urbani ad A2A Ambiente sono i Comuni del cosiddetto “Bacino B”: Pavia, Pavese e Oltrepo orientale. Si tratta di 80 Comuni del territorio provinciale che portano a smaltire quasi 80mila tonnellate all’anno di rifiuti. Il progetto prevede che 33.600 metri quadri del Centro saranno occupati dal nuovo impianto. MONTICELLI PAVESE Sono undici i Comuni che presenteranno ricorso al Tar contro l’autorizzazione regionale all’ampliamento dell’inceneritore di A2A. La decisione è stata presa l’altra sera, al termine di un incontro a cui hanno partecipato, oltre agli otto centri che fanno parte della Consulta Ambiente e territorio, Monticelli, Santa Cristina, Badia, Inverno, Gerenzago, Miradolo, Spessa, Portalbera, anche Albuzzano, Costa de’ Nobili e San Zenone. E presto la proposta verrà allargata a tutti gli altri Comuni della Bassa pavese. Insomma sulla questione inceneritore si è arrivati alla resa dei conti. «È venuto il momento di contarci – sottolinea Enrico Berneri, sindaco di Monticelli e presidente della Consulta –. La settimana prossima incontreremo il legale per definire i punti su cui verrà impostato il ricorso e chiederemo anche un preventivo dei costi che potrebbero aggirarsi intorno ai 4mila euro, una cifra che suddivisa tra i 23 Comuni della Bassa, visto che finora solo Genzone e Corteolona avevano dichiarato che non si sarebbero opposti, non mette certo in difficoltà le casse municipali». I sindaci chiederanno anche un incontro all’Asl per «approfondire l’impatto del termovalorizzatore sulla salute». «Gli ultimi dati sono allarmanti – precisa Berneri –. In provincia di Pavia il tasso di mortalità per tumori dell’apparato respiratorio è alle stelle: supera del 17,7% la media nazionale e del 10,8% quella lombarda. Chiederemo di spiegarci da cosa dipende. Non vogliamo che si proponga nel nostro territorio una situazione come quella determinata dall’Ilva, fermiamoci prima, bloccando un impianto che non serve ed è dannoso per ambiente e salute». La scelta adesso, sottolinea il sindaco, «è tutta politica». Già a fine settembre la Consulta intende far partire una serie di incontri pubblici nei centri della Bassa. «L’obiettivo – spiega il sindaco di Santa Cristina Elio Grossi – è quello di informare in modo corretto la popolazione, senza inutili allarmismi, in modo da darle gli strumenti per giudicare. A livello istituzionale faremo i nostri passi, ma sarebbe importante che il territorio fosse compatto e che i cittadini ci sostenessero in modo diretto». Il presidente della Consulta fa sapere che «è probabile che a presentare ricorso sarà anche il Parco della collina di San Colombano». Il sindaco di Belgioioso Fabio Zucca spiega che «non conosce i termini giuridici del ricorso». «Valuterò insieme ai centri della Convenzione ambientale – dichiara –. Belgioioso è contrario a tutte le iniziative che farebbero diventare la Bassa la discarica della Lombardia». «Sono d’accordo sul ricorso – dice Pietro Scudellari (Linarolo) – ma la decisione deve essere valutata da tutti i consiglieri». Massimo Brusoni (Villanterio) dice che «sarà analizzata con attenzione la questione». Stefania Prato

 

 

«L’inceneritore limita la differenziata»

29 agosto 2013 —   pagina 26   sezione: Voghera

VIGEVANO In un incontro organizzato dal Pd al parco Berlinguer si sono confrontati Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori (Lucca), Andrea Sala sindaco di Vigevano, l’assessore Luigi Baroni, il consigliere regionale Giuseppe Villani e il consigliere comunale Carlo Alberto Motta. Capannori ha aderito alla "strategia rifiuti zero". Sala ha invece spiegato che i risultati raggiunti a Vigevano con la raccolta differenziata sono stati esigui per impossibilità di investimento per “colpa” all'inceneritore di Parona che «non ci permette di ottenere gli stessi risultati».(s.bo.)

 

 

I tagli alle spese spengono la centralina antismog

21 agosto 2013 —   pagina 26   sezione: Vigevano

di Denis Artioli VIGEVANO E’ stata staccata la spina alla centralina dell’Arpa (Agenzia per la protezione dell’ambiente), di viale Petrarca. Il “naso” elettronico, che per molti anni ha monitorato la qualità dell’aria a Vigevano e da cui sono dipesi, in alcune circostanze particolari, gli stop o le limitazioni al traffico per l’emergenza smog, è stato spento. L’Arpa, per razionalizzare i costi, ha deciso di tagliare la centralina vigevanese, e lo ha comunicato con una lettera al Comune. A quanto sembra, da palazzo municipale nessuno si è opposto. Secondo i vertici dell’Agenzia per la protezione ambientale sarà comunque garantito il controllo della qualità dell’aria che si respira a Vigevano, anche perché in città esiste un altro punto di rilevazione degli inquinanti, a Fogliano, che resta attivo. «La postazione di viale Petrarca a Vigevano è stata dismessa, perchè c’è un programma di razionalizzazione delle centraline di rilevazione in tutta la Lombardia che sono in sovrannumero: – spiega Angela Alberici, direttore dell’Arpa di Pavia –. Gradualmente, quando la strumentazione diventa obsoleta e va sostituita, viene chiusa se esiste anche un’altra centralina, come a Vigevano. Tra l’altro, la centralina di Fogliano solitamente rileva dati ambientali peggiori rispetto a quelli di viale Petrarca, per cui riferendosi a quelle rilevazioni le cautele sono maggiori. Bisogna tener presente che, oltre alla misurazione diretta dell'inquinamento con le centraline dell'aria, c’è un centro regionale di monitoraggio ed esistono altri strumenti che, grazie a dati atmosferici e metereologici, consentono di effettuare previsioni di dettaglio sull’inquinamento nei vari Comuni». Chiudendo la centralina di viale Petrarca (che dovrà essere smantellata) l'Arpa taglia costi di energia elettrica, manutenzione e strumentazione. Ma su un territorio esteso come quello di Vigevano, circondato da un inceneritore, da aziende chimiche, e da due grandi raffinerie (a Sannazzaro e a Trecate) non è azzardato togliere uno dei due punti di rilevazione, posizionati in due parti distanti della città? «Il monitoraggio a Vigevano sarà comunque sempre completo e attendibile – assicura il direttore dell’Arpa pavese – ne abbiamo la certezza. Aver spento la centralina di Vigevano non produce alcun danno sul monitoraggio della qualità dell’aria. A Fogliano la strumentazione è nuova e affidabile, e noi gestiamo direttamente le centraline di Parona e di Sannazzaro, anche se non sono di proprietà dell’Arpa». @denis_artioli ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Corteolona, i sindaci davanti al Tar contro l’inceneritore

18 agosto 2013 —   pagina 14   sezione: Vigevano

«La provincia di Pavia produce 350mila tonnellate di rifiuti, ma ha due impianti, quello di Corteolona e quello di Parona, che ne trattano 600mila». Per il sindaco di Santa Cristina, Elio Grossi, questi dati dimostrano che «non ha senso autorizzare il triplicamento dell’impianto di località Manzola Fornace». A conferire i rifiuti urbani ad A2A Ambiente sono i Comuni del cosiddetto «Bacino B»: Pavia, Pavese e Oltrepo orientale. Si tratta di 80 Comuni che portano a smaltire quasi 80mila tonnellate all’anno di rifiuti. Se il nuovo impianto verrà autorizzato definitivamente le tonnellate saliranno a circa 240mila. Spazzatura che, sostengono parecchi amministratori locali, potrebbe arrivare anche da fuori regione. Adesso, dopo il rilascio della Via da parte di Palazzo Lombardia, la palla passa alla Provincia. L’iter per l’approvazione del nuovo progetto voluto da Ecodeco, diventata ora A2A Ambiente, era stato avviato nel 2009. Dopo uno stop chiesto da A2, la procedura è stata riavviata ai primi di agosto, dopo l’ok regionale. CORTEOLONA Sono decisi a ricorrere al Tar i sindaci della Consulta ambiente e territorio che comprende centri della Bassa e dell’Oltrepo pavese. Lo hanno stabilito al termine di un incontro che si è svolto l’altra sera a Santa Cristina. Compatti nel dire no al potenziamento dell’impianto che triplicherebbe la quantità di rifiuti che entrerebbe nel Centro integrato di Corteolona e passerebbe dagli attuali 70mila a 240mila tonnellate. Ribadito quindi il parere negativo al nuovo impianto di A2A Ambiente che «è inutile e dannoso», dice il sindaco di Santa Cristina Elio Grossi che lo boccia senza riserve, precisando che «si deve puntare al riciclo e al riuso del rifiuto e non all’incenerimento, come avviene nella nostra provincia dove gli impianti trattano un volume di rifiuti maggiore di quello che produciamo». «E’ evidente che i conti non tornano», sottolinea Grossi, mentre Enrico Berneri, primo cittadino di Monticelli Pavese e presidente della Consulta ricorda che «la Lombardia, con circa 10milioni di abitanti, ha 13 inceneritori, contro un solo inceneritore presente nel Veneto che ha quasi 5milioni di abitanti». Berneri parla della necessità di pensare alla salute dei cittadini e alla difesa dell’ambiente e di puntare alla «valorizzazione del rifiuto come materia prima e seconda, unico modo per ridurre la Tares». «Ci continueremo a battere contro gli interessi imprenditoriali delle lobbies, in difesa del nostro territorio che non diventerà la pattumiera della Lombardia», insiste il presidente della Consulta di cui fanno parte 13 Comuni, 10 della Bassa (Monticelli, Santa Cristina, San Zenone, Costa de’ Nobili, Spessa, Badia, Albuzzano, Gerenzago, Inevrno e Monteleone, Miradolo) e 3 dell’Oltrepo (San Cipriano, Portalbera e Bosnasco). «Attenderemo le valutazioni dei consulenti – spiega Grossi – poi presenteremo ricorso, proposta che verrà presentata a tutti i Comuni del Basso pavese. Non intendiamo perderci in inutili polemiche, non abbiamo interessi specifici, se non quello di salvaguardare salute e ambiente, oltre che di abbassare i costi a carico di cittadini e Comuni. L’obiettivo è pensare alla realizzazione di centri diversi, visto che l’Europa ci impone di alzare la soglia della raccolta differenziata, e di fermare il potenziamento dell’impianto». Attraverso le vie giudiziarie. Decisione che ha già ricevuto la benedizione dei consiglieri regionali Angelo Ciocca e Iolanda Nanni. «Chiederò all’assessore regionale Terzi un incontro con Provincia e Comuni – dice Ciocca – Dobbiamo unire le forze e pensare alla salute dei cittadini. Ora bisogna capire il potere delle prescrizioni contenute nel decreto regionale che autorizza la Via (la valutazione di impatto ambientale) e tenerne conto in sede di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il nostro territorio non deve diventare l’Ilva di Taranto». E a settembre, sul tavolo dell’assessore regionale all’ambiente arriverà anche la richiesta dei 5 Stelle di bloccare il progetto. «La Via è carente – incalza Nanni – esistono lacune, ad esempio sulla viabilità, che non avrebbero dovuto consentire alla Regione di autorizzare l’ampliamento di un inceneritore dove entrano rifiuti speciali che in origine erano comunque rifiuti solidi urbani. Assistiamo a un palleggio tra le forze politiche che danneggia i cittadini. La Regione aveva rassicurato il territorio e poi aveva fatto un dietro front che non comprendiamo per la totale incoerenza». Per i 5 Stelle l’alternativa è la realizzazione di un centro riciclo sul modello Vedelago che «porterebbe nuovi posti di lavoro». E se il sindaco di Albuzzano, Margherita Canini, è d’accordo sul fatto che «esistono alternative all’incenerimento» e che «il nuovo impianto di A2A non serve al territorio», il primo cittadino di Spessa, Giuliano Spiaggi, ricorda «i dati preoccupanti dell’incremento del numero di tumori nella Bassa» e che «l’inquinamento in Lombardia ha valori da bollino rosso». «Dobbiamo difendere i prodotti delle nostre terre – aggiunge – l’agricoltura è tra le fonti primarie di reddito ed è chiaro che questo ampliamento ci preoccupa, come anche il fatto che i residui della discarica potrebbero raggiungere le falde acquifere». Stefania Prato

 

 

Wwf boccia nuova caldaia

10 agosto 2013 —   pagina 26   sezione: Voghera

PARONA «E’ un errore costruire un’altra caldaia, sebbene in sostituzione della prima: basta analizzare i dati poco incoraggianti della provincia di Pavia sulla raccolta differenziata». Il Wwf Lomellina, per bocca del coordinatore Fabrizio Varese, interviene nel dibattito sulla sostituzione della prima caldaia del termodistruttore di Parona. «L’impianto era stato costruito per risolvere il problema dei rifiuti del bacino provinciale B – spiega Varese –. Fin da allora siamo contrari a questa scelta, perché volevamo una decisione che mirasse a recuperare e a riciclare i rifiuti anziché incenerirli. Le normative comunitarie spingono a migliorare gli obiettivi dalla raccolta differenziata e non a peggiorarli con l’incenerimento, che grava sulle tasche dei cittadini». Anche la salute non è tutelata, secondo gli ambientalisti del Wwf. «L’inceneritore – aggiunge Varese – trasforma i rifiuti in ceneri, residui della combustione e fumi. E poi c’è una contraddizione: i finanziamenti per le energie rinnovabili, i cosiddetti “Certificati verdi”, sono destinati all’energia elettrica prodotta dagli inceneritori anziché a quelle pulite come l’eolico o il solare». (u.d.a.)

 

 

Inceneritore, i sindaci bocciano i 9 euro di sconto

09 agosto 2013 —   pagina 27   sezione: Voghera

La Provincia incontra la gente. Al Parco Berlinguer della frazione Piccolini, a Vigevano, il presidente della Provincia Daniele Bosone e gli assessori Alberto Lasagna (nella foto) e Michele Bozzano l’altra sera hanno spiegato al pubblico le attività di questi primi due anni e mezzo di mandato e le prospettive per il futuro. Importanti capitoli sono aperti sul territorio: il collegamento Vigevano Malpensa, Expo 2015, l’autostrada Broni Mortara e la soppressione del tribunale di Vigevano. PARONA Fino a 9 euro in meno a tonnellata per smaltire i rifiuti nell'inceneritore di Parona, ma per alcuni sindaci si tratterebbe «dell’ennesimo regalo che facciamo a Lomellina Energia, la società che gestisce l'inceneritore di Parona». Lorenzo Demartini, sindaco di Mede, non usa infatti giri di parole: «Parlano di sconti, ma è una vera e propria bufala. Noi paghiamo già il 30% in più di qualsiasi altro Comune, potremmo andare in qualsiasi altro inceneritore e spenderemmo sicuramente meno. È l’ennesimo trucco per farci mandare giù la storia della nuova caldaia». La riduzione delle tariffe è il frutto di un accordo tra la Provincia e Lomellina Energia: si partirà con uno sconto di 3 euro nel 2013, cui se ne aggiungeranno altri 2 nel 2014 e altri 4 nel 2015, con uno sconto totale di 9 euro. «Le tariffe – precisa l’ingegner Vincenzo Filisetti, presidente della società – sono regolamentate dalle normative, e questi sconti sono contributi che noi abbiamo concordato con i Comuni del bacino B, quello in cui è inserita la Lomellina. Per gli esterni ci sarà invece un aumento di 1 euro a tonnellata. Tutto sarà legato al rispetto dei tempi di pagamento: spesso capita che i Comuni paghino in ritardo». Ad oggi il bacino B paga 112,64 euro a tonnellata, 13 euro in più, circa, di quanto invece Lomellina Energia prende dal bacino A della provincia per bruciare i rifiuti. Con la nuova linea, che una volta funzionante vedrà il completo smantellamento della prima, la più vecchia, non cambierà la capacità produttiva totale dell'impianto: 380mila tonnellate annue. «Due caldaie non ci servono affatto – prosegue Demartini –. Per bruciare i rifiuti del territorio basterebbe anche mezza caldaia, l’altra metà che bruci pure ciò che viene da fuori. Ma due, ripeto, sono eccessive». Settimana scorsa, però, Regione Lombardia ha dato l’ok definitivo all’accensione del terzo camino, che andrà a sostituire il primo, a patto però che la realizzazione della linea sia preceduta da un monitoraggio sanitario e ambientale che durerà per tutto il periodo di esercizio dell’impianto. «Nel nuovo piano rifiuti – commenta Alberto Lasagna, assessore provinciale all’ambiente - in accordo con Regione, introdurremo la possibilità della concorrenza per il conferimento consentendo considerevoli risparmi sulle tariffe. Poi occorrerà avviare un percorso di dismissione delle linee e non di incremento della potenzialità, come si è verificato a Corteolona. In ogni caso l’intervento a Parona sarà preceduta da uno studio di impatto sanitario e ambientale, oltre ad una verifica tecnica da parte di Arpa al termine delle prove di collaudo sulla nuova linea. È una prescrizione vincolante e se emergessero forti criticità, tutti gli enti dovrebbero tenerne conto e intervenire». Selvaggia Bovani

 

 

Inceneritore Corteolona Provincia verso il ricorso

08 agosto 2013 —   pagina 15   sezione: Vigevano

di Anna Ghezzi wPAVIA «Regione non può dire di essere contraria ai termovalorizzatori e poi, il giorno prima della pubblicazione delle linee guida sui rifiuti autorizzare l’ampliamento dell’impianto di Corteolona. Serve coerenza, perché alla fine contano gli atti amministrativi e non le parole». Non usa mezzi termini il presidente della Provincia Daniele Bosone che attacca la Regione per l'ok al triplicamento del termovalorizzatore di località Manzola Fornace nonostante la moratoria che avrebbe dovuto congelare anche l'impianto di Corteolona, inserito nell'elenco degli inceneritori da bloccare per i prossimi sei mesi. Un elenco da cui è stato eliminato perché, come aveva precisato la stessa A2A, vengono conferiti rifiuti urbani speciali, trattati dopo la raccolta differenziata. «Su Becca, dissesto idrogeologico, bonifica Fibronit, Regione non dà risposte – spiega Bosone – ma sull’inceneritore, con una decisione grottesca, scavalca il territorio e approva un progetto già rigettato da noi, con motivazioni tecniche, a novembre del 2012 e in contemporanea pubblica linee guida che vanno in direzione opposta, quella che la Provincia stava percorrendo nella costruzione di un piano provinciale per la gestione dei rifiuti». Un piano la cui concertazione partirà a settembre e in cui la parola chiave sarà «riuso», come spiega l’assessore all’ambiente Alberto Lasagna: «In un anno in provincia è diminuita del 3% la produzione di rifiuti, la raccolta differenziata è al 34%, cresciuta in 12 mesi più che negli ultimi 4 anni. Nel piano rifiuti si punta su differenziata e recupero delle materie prime: resterà poco da bruciare. Al termine del percorso resterà attiva una sola linea di incenerimento, con la progressiva dismissione degli impianti più obsoleti: vogliamo ridurre i rifiuti da incenerire e non possiamo accettare che si aumenti la capacità di impianti che finirebbero per attrarli dal bacino unico regionale appena istituito». «L’ampliamento è in contrasto con quello che ci chiede di fare la stessa Regione – chiude Bosone – Siamo pronti a fare ricorso. E sull’autorizzazione saremo intransigenti, raccogliendo l’invito al monitoraggio sanitario e ambientale come per Parona. Ci muoveremo con A2a e i suoi soci per far capire che l’ampliamento sarebbe dannoso per il territorio e per loro, qualora volessero inserirsi nel processo di rivoluzione nella gestione dei rifiuti».

 

 

Parona, ok regionale al nuovo forno dell’inceneritore

06 agosto 2013 —   pagina 27   sezione: Nazionale

PARONA La Regione ha autorizzato la sostituzione della prima caldaia dell’inceneritore di Lomellina Energia. Secondo il piano della società controllata da Linea Group Holding, nel 2014 partirà la raccolta dei finanziamenti e fra il 2015 e il 2017 la prima linea di combustione sarà rinnovata. Il progetto prevede la sostituzione della prima linea a letto fluido circolante entrata in funzione nel 1999 con una tecnologia più moderna, detta a griglia. L’investimento ammonta a 100 milioni di euro, che dovranno essere raccolti entro il 2014 con un project financing. Il decreto è stato firmato da Dario Sciunnach, dirigente della struttura Autorizzazioni e innovazione in materia di rifiuti, che fa capo alla direzione generale Ambiente, energia e sviluppo sostenibile di Regione Lombardia. L’autorizzazione avrà una durata di sei anni, la fideiussione è pari a 2,4 milioni di euro. Si tratta di modificare sostanzialmente l’impianto di strada Scocchellina e il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), già rilasciata nel 2006 a Lomellina Energia, guidata dal presidente Vincenzo Filisetti. «L’adeguamento della prima caldaia ai parametri di emissioni che entreranno in vigore nel 2018 non sarebbe stato sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico – dice Filisetti –. La tecnologia a griglia mostra ottimi risultati ambientali sul 90% dei termovalorizzatori». La Regione ha imposto alla società di presentare uno studio di impatto sanitario e ambientale entro il 31 dicembre. Inoltre, Lomellina Energia dovrà disporre una verifica tecnica da parte di Arpa al termine delle prove di collaudo funzionale sulla nuova linea e prima della messa in esercizio. I quantitativi di rifiuti autorizzati rimarranno invariati nei due anni previsti per il collaudo della nuova linea. Le 200mila tonnellate annue di rifiuti solidi urbani saranno suddivise fra la prima e la terza caldaia, mentre le 180mila tonnellate di combustibile da rifiuto (Cdr) continueranno a essere bruciate nella seconda. Umberto De Agostino

 

 

La Provincia firma l’accordo «Meno caro smaltire i rifiuti»

25 luglio 2013 —   pagina 49   sezione: Voghera

PARONA Calano i costi per smaltire i rifiuti nell'inceneritore di Parona. E'il frutto di un accordo tra la Provincia e Lomellina Energia, la società che gestisce l'inceneritore. Le riduzioni avverranno in due modi. La prima sul costo secco di conferimento alla tonnellata di rifiuti. Già dal 2013 ci sarà una riduzione di 3 euro delle tariffe per il conferimento dei rifiuti, che arriverà a 9 euro con l’avvio del nuovo impianto che verrà costruito nel 2015 e sostituirà la prima linea dell'inceneritore attuale che sarà demolita. Inoltre dal 1°gennaio 2014 verrà ridotto di 2 euro il contributo dovuto al Comune di Parona da chi conferisce rifiuti dal bacino B della provincia di Pavia (Lomellina e vogherese) e sarà aumentato di 1 euro per chi conferisce da Comuni fuori dal bacino B. Va ricordato che il bacino B al momento, spende alla tonnellata 112,64. Sono circa 13 euro in più di quanto invece Lomellina Energia prende dal bacino A della provincia per bruciare i rifiuti. Con la nuova linea, un investimento da 100 milioni, la capacità produttiva totale dell'impianto rimarrà uguale: 380mila tonnellate annue: «Però – sottolinea il Presidente della Provincia , Daniele Bosone – la realizzazione della linea sarà preceduta da un monitoraggio sanitario e ambientale che durerà per tutto il periodo di esercizio dell’impianto». L’assessore all'Ambiente, Alberto Lasagna, sottolinea che: «Si sono ottenuti: una riduzione certa di nove euro alla tonnellata, l’impegno a garantire anche ai contratti in scadenza le condizioni economiche migliorative che si otterranno in occasione dei rinnovi dei contratti a scadenza 2014; l’introduzione del principio che i rifiuti provenienti da fuori pagano di più e l’avvio di una rinegoziazione dei contributi agli Enti locali».(s.b.)

 

 

Acquedotto, lavori di manutenzione per il serbatoio

18 luglio 2013 —   pagina 27   sezione: Vigevano

PARONA Intervento di manutenzione straordinaria per il serbatoio pensile di via Scocchellina. La società Pavia Acque eseguirà l’installazione del sistema di gestione e di automazione delle pompe del pozzo. «Inoltre, sarà eseguita una messa in sicurezza della struttura del pensile che risulta essere alquanto compromessa, così com’è stato evidenziato dalla valutazione strutturale», spiega il sindaco Silvano Colli. Il costo dell’intervento è di 290mila euro, tutti a carico di Pavia Acque. (u..d.a.)

 

 

Inceneritore, l’aria finisce sotto esame

20 luglio 2013 —   pagina 35   sezione: Nazionale

PARONA Via libera regionale per la nuova linea dell'inceneritore di Parona. La prima pietra sarà posata tra un anno e mezzo, ma l'ok regionale porta con sè una nuova regola: la società che gestisce il termodistruttore dovrà realizzare analisi più approfondite dell’aria, come richiesto da Arpa, Asl, Provincia e Comune di Parona, che poi incroceranno i dati. La nuova linea di incenerimento sostituirà l'attuale prima linea, che sarà smantellata una volta completata quella nuova. Le linee di incenerimento resteranno quindi due. Si tratta di un investimento da circa 100 milioni di euro. Ad affrontarlo sarà Lomellina Energia, la società che gestisce l'inceneritore nato a fine anni '90, e che è all'80% della Mf Waste (che fa parte della Linea Holding che rientra nel gruppo bresciano Cogeme) e al 20% di Asm Isa di Vigevano. Il termodistruttore di Parona brucia circa 380mila tonnellate di rifiuti permettendo la produzione di 85 megawatt di energia elettrica. «Ora attendiamo l'ultimo via libera regionale - spiega il numero uno di Lomellina Energia Vincenzo Filisetti -. La nuova linea sarà nella zona sud-est dell'impianto, ancora più lontana dalle abitazioni. Non c'è problema per le analisi, già mercoledì incontreremo l'apposita commissione comunale». «L'inserimento della clausola che obbliga la società a fare le analisi a proprie spese, come richiesto da Asl, Arpa, Comune e Provincia, è un risultato, anche perché non è ancora obbligatorio - spiega l'assessore provinciale all'Ambiente Alberto Lasagna -. Lo inseriremo anche negli obblighi per prossimi progetti del genere in provincia di Pavia. Il merito di questi risultati è anche dei comitati ambientali presenti alla conferenza dei servizi». (s.bar.)

 

 

Inceneritore, Pavia vuole garanzie

11 luglio 2013 —   pagina 34   sezione: Nazionale

PARONA L’inceneritore di Parona avrà una nuova caldaia, ma le linee funzionanti saranno sempre e solo due. Sono i paletti imposti nell’ultima conferenza dei servizi che si è tenuta negli uffici di piazza Città di Lombardia a Milano. «Tre ore e mezza di conferenza dei servizi – spiega Alberto Lasagna, assessore provinciale all’ambiente – in cui abbiamo voluto determinate garanzie. Una volta che sarà realizzata la nuova caldaia, Lomellina Energia, avrà 24 mesi al massimo per effettuare tutti i test. In questi due anni, quindi, i camini accesi potranno essere tre. A partire, però, dalla fase di pieno funzionamento della nuova caldaia dovrà essere subito spenta la prima linea ed entro sei mesi dovrà essere smantellato il camino e tutti collegamenti elettrici della prima linea, la più vecchia. Con queste garanzie, nessuno dovrà più temere che i camini funzionanti in futuro possano essere tre anziché due». Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia, aveva già garantito, in gennaio, che «l’impianto avrebbe continuato a lavorare, di fatto, con due linee». Il progetto prevede la sostituzione della prima linea a letto fluido, entrata in funzione nel 1999, con una nuova tecnologia a griglia. Il costo dell’investimento sarà pari a 100 milioni di euro, che dovranno essere raccolti entro il 2014 con un project financing. La sostituzione diventerà operativa nel 2017 quando la vecchia caldaia sarà alla fine del ciclo produttivo. Selvaggia Bovani

 

 

Inceneritore, al Comune versamento da 2,5 milioni

06 luglio 2013 —   pagina 50   sezione: Vigevano

PARONA Lomellina Energia verserà al Comune 2,5 milioni di euro nel caso in cui andasse in porto la procedura di autorizzazione alla sostituzione della prima caldaia, ormai obsoleta. Secondo la società guidata da Vincenzo Filisetti, il costo dell’investimento sarà di 100 milioni di euro, che dovranno essere raccolti entro il 2014 con un project financing. La sostituzione diventerà operativa nel 2017 quando la vecchia caldaia, dopo 18 anni di funzionamento, sarà alla fine del ciclo produttivo. Critica la minoranza di “Parona viva”. «Il contributo milionario conferma la sottomissione del Comune alle industrie presenti sul territorio, inceneritore in prima battuta, e un’ennesima “svendita” della salute dei cittadini – commenta il capogruppo Luca Trovati –. Stupisce la mancanza di ogni tentativo di porre paletti ambientali più stringenti rispetto agli attuali nei riguardi dell’inceneritore: in primo luogo, si sarebbe dovuto precisare che tale decisione sarebbe stata di tipo straordinario e che pertanto il Comune non avrebbe più consentito ulteriori modifiche sostanziali. Inoltre, si sarebbe dovuto pretendere un piano di smantellamento della prima caldaia». “Parona viva” accusa la giunta di non convocare periodicamente la Commissione di controllo sulla tutela ambientale. (u.d.a.)

 

 

Otto condanne per l’operaio ucciso dalle esalazioni

03 luglio 2013 —   pagina 35   sezione: Vigevano

PARONA Nel 2008 è morto un operaio dentro una cisterna, ieri sono stati condannati i titolari dell’azienda. Otto mesi a Riccardo Zoppi, Andrea Vavassori, Guido Grappi e Alfio Mariuzzu, sette a Giuseppe Gerosa, Enrico Mario Gerosa, Antonino e Giuseppe Triolo. Riccardo Zoppi e Andrea Vavassori, inoltre, dovranno pagare anche 4mila euro di ammenda (pena sospesa per tutti). Il pm Mario Andrigo aveva chiesto un anno per ciascuno di loro. Nell’ottobre del 2008, nell'azienda di vernici Intercoating Srl di Parona, Alessandro Pedrazzini, 51 anni, residente a San Martino in Strada (Lodi), poco dopo le 9.30 era sceso all'interno di una cisterna, non bonificata dai vapori dei solventi, per smontare una pala che si trovava sul fondo dell'impianto, a una profondità di circa quattro metri. Pedrazzini lavorava per la Vibro-Mac srl di San Martino, una società che produce e vende impianti per l’industria chimica e meccanica. Con lui Andrea Triolo, 37 anni di Turano Lodigiano, dipendente della Cml Srl di Turano, che si era fermato nella parte superiore del mescolatore. Un terzo dipendente li ha trovati riversi nella cisterna, per via delle esalazioni venefiche. Triolo si è salvato ma Pedrazzini non ce l’ha fatta.

 

 

«Odore di ammoniaca dall’inceneritore»

28 giugno 2013 —   pagina 34   sezione: Voghera

Una nebbia fitta come se fosse inverno e un forte odore di ammoniaca. È la descrizione che alcuni residenti del paese e della zona danno a cinque giorni dall’incendio all’inceneritore di Parona. L’Arpa nel frattempo dice: «Non siamo intervenuti perché nessuno ci ha chiamati».

PARONA Una nebbia da pieno inverno e un forte odore di ammoniaca. È la descrizione che alcuni residenti forniscono a cinque giorni dall’ incendio scoppiato all’inceneritore gestito da Lomellina Energia. «Questa mattina ( ieri per chi legge, ndr) poco prima delle 7 – dice un residente che abita nelle vicinanze dal termovalorizzatore – sembrava di essere a novembre, per la nebbia. Poi c’è un forte odore di ammoniaca che, specie nei giorni di vento, rende l’aria irrespirabile». Nei bar del paese non si parla d’altro. La preoccupazione c’è. A togliere i primi dubbi sarebbero i valori riscontrati dalla centralina installata a Parona: secondo i tecnici dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, non avrebbe segnalato alcuna anomalia, ma dalla direzione precisano: «La centralina non ha segnato variazioni – dice Angela Alberici, direttore dell’agenzia pavese – ma noi non abbiamo avuto alcuna segnalazione o richieste di intervento né da parte dell’amministrazione,né da parte di Lomellina Energia. Noi andiamo “sul posto” solo se formalmente richiesto. Come è stato, per esempio, lo scorso 20 giugno: la ex Vedani Metalli ci ha chiamati per un principio di incendio: fortunatamente in quel caso non abbiamo riscontrato scostamenti nei valori di Pm10 e simili. Poi nessun’altra richiesta di accertamento». Una fonte interna all’azienda, che ha chiesto di rimanere anonima, ha riferito che ieri mattina l’impianto non è ripartito a causa di un problema elettrico: «Non arrivavano segnali ai computer – dice – quindi siamo rimasti fermi. Non mi risultano però altri incendi». L’azienda, contattata al telefono, ha scelto di non fornire dichiarazioni. A bruciare, lunedì, era stato un mulino, ovvero un macchinario usato nello smaltimento dei rifiuti, posto in un piazzale esterno dell'inceneritore. Su quel mulino inizia la fase di smistamento della spazzatura. Sul posto, nel primo pomeriggio, erano intervenuti i vigili del fuoco da Vigevano, Mortara e Robbio che hanno dovuto lavorare per ora prima di spegnere le fiamme. «L’incendio era divampato prima – dice la fonte – e il problema maggiore era arrivare fino al punto dell’innesco. Una volta raggiunta l’origine, poi è stata una questione di minuti». L’inceneritore di Parona brucia in media 380mila tonnellate di rifiuti all’anno, che permettono di produrre 85 megawatt di corrente elettrica. Gli ambientalisti sono da tempo preoccupati. Anche la politica si muove in tal senso: c’è chi chiede l’intervento della magistratura, affinché si apra un’indagine sull’impianto di Parona per far luce una volta per tutte sul funzionamento e la gestione dell’impianto, e chi invece si rivolge al sindaco e alle autorità competenti al fine di informare la popolazione sull’accaduto. Selvaggia Bovani

 

 

Incendio nel piazzale «Danni per migliaia di euro»

25 giugno 2013 —   pagina 30   sezione: Nazionale

PARONA Un incendio è scoppiato ieri pomeriggio di fuoco all’inceneritore gestito da Lomellina Energia. A bruciare è stato un mulino (macchinario usato nello smaltimento dei rifiuti) in un piazzale esterno dell'inceneritore paronese, dove inizia la fase di smistamento della spazzatura. Sul posto intorno alle 15 sono intervenuti i vigili del fuoco da Vigevano, Mortara e Robbio. Hanno lavorato circa due ore per spegnere le fiamme nell'inceneritore di Parona dove ogni anno vengono bruciate circa 380mila tonnellate di rifiuti, che permettono di produrre 85 megawatt di corrente elettrica. Non è la prima volta che capitano incendi simili al termodistruttore: «Non so ancora a quanto ammontano danni, ma penso qualche migliaio di euro - sottolinea il presidente di Lomellina Energia, Vincenzo Filisetti - Non ci sono state interruzioni nè della produzione e il sistema anti incendio interno ha funzionato». Intanto domenica, quindi un giorno prima dell'incendio, a Parona - dove visto l'inquinamento crescente il tema ambientale è sempre più sentito - c'è stata una raccolta firme per il progetto internazionale «Legge rifiuti zero» che mira a portare entro il 2050 la quantità mondiale di rifiuti alla metà rispetto al 2000. Il comitato "Ambiente Parona", promotore dell'iniziativa, ha raccolto 79 firme: 71 di paronesi, 8 di residenti in altri Comuni. (s.bar.)

 

 

Clir, più di 3 milioni il debito dei Comuni

13 giugno 2013 —   pagina 33   sezione: Voghera

PARONA Il Clir vanta crediti nei confronti dei Comuni soci per 3,5 milioni di euro. La cifra è in costante aumento a causa della mancanza di liquidità di gran parte dei 41 Comuni. La difficile situazione è stata affrontata dai vertici della società lomellina dei rifiuti e dai sindacati: presenti, per il Clir, l’amministratore unico Federico Bertani e il direttore generale Marco Rivolta, Gilberto Creston, segretario generale della Fp-Cgil, e Antonio Cassinari, segretario generale della Fp-Cisl. «Abbiamo fatto nostra la preoccupazione dei vertici del Clir: per il momento non sono in programma azioni di protesta da parte degli occupati, ma se la situazione non dovesse sbloccarsi, potremmo pensare a uno sciopero dei mezzi di raccolta – commenta Creston – Sarebbe una misura estrema, visto che la raccolta dei rifiuti urbani rappresenta un servizio pubblico essenziale, ma al momento non ci sentiamo di escluderlo». I crediti vantanti dal Clir sono un argomento discusso anche nell’ultima assemblea sociale, svoltasi nella sede di via Stazione. Alcuni sindaci avevano minacciato di non pagare la quota associativa se tutti non si metteranno in regola con i versamenti. Il sartiranese Ernesto Prevedoni Gorone commenta: «Devo constatare che il Clir è diviso fra Comuni virtuosi e non virtuosi. I primi pagano anche per gli altri, ma questa situazione non è condivisibile. Preannuncio che, se qualcosa non si muoverà in positivo, anch’io sarò inadempiente e non verserò la prossima rata». Il medese Lorenzo Demartini rispolvera la polemica delle tariffe imposte da Lomellina Energia, oggi fissate a 114,94 euro per ogni tonnellata smaltita al termodistruttore: «Sono più alte del 30% rispetto a quelle versate da altri territori». Umberto De Agostino

 

 

Linee inceneritore gli ambientalisti chiamano la Regione

12 giugno 2013 —   pagina 33   sezione: Voghera

PARONA Il Comitato per la salute e l’ambiente ha richiesto un’audizione alla Regione sulla sostituzione della prima linea dell’inceneritore. Il presidente Piero Firpo ha scritto a Luca Marsico, presidente della commissione Ambiente e protezione civile. «Da tempo Lomellina Energia ha comunicato di voler sostituire la prima caldaia con una nuova linea di incenerimento. Questa operazione dev’essere valutata con attenzione a causa dei problemi di inquinamento a Parona – dice Firpo –. Questo progetto, unito alla possibile triplicazione dell’impianto di Corteolona, apre nella nostra provincia per i prossimi 15 anni una prospettiva di massiccio ricorso all’incenerimento, in netta controtendenza anche con le indicazioni europee. Invece si dovrebbe pianificare la progressiva riduzione della capacità complessiva dell’impianto, per bruciare meno rifiuti». (u.d.a.)

 

 

In Lomellina più smog che a Roma e Bologna

07 giugno 2013 —   pagina 39   sezione: Nazionale

MORTARA L'interesse della ditta bergamasca Eco Trass, specializzata nel trattamento di rifiuti e fanghi per l'agricoltura, per l'acquisto di un'area di 20mila metri quadri alle porte di Mortara riaccende il timore - nonostante l'azienda abbia detto di non volere fare impianti per il trattamento di fanghi- di nuovi insediamenti inquinanti in una zona già provata da questo punto di vista. L'aria della vicina ma Parona, dove ci sono industrie metallurgiche e l'inceneritore, è inquinata, mentre a Mortara ci sono già due centrali elettriche a biomasse (Sit e Maire Tecnimont nell'adiacente Olevano), il polo logistico (500 camion a settimana), passa l'elettrodotto Trino-Lacchiarella e nei progetti dovrebbe transitare anche l'autostrada Broni-Stroppiana. Gli ambientalisti sono preoccupati: «In un territorio già saturo di impianti di ogni genere si pensa di inserirne un altro in area Cipal - sottolinea Alda La Rosa, leader del comitato Futuro Sostenibile in Lomellina - C'è una totale assenza di politiche industriali che rispettino l'ambiente appigliandosi al ritornello molto stantio che si creano posti di lavoro. Sarebbe ora che si uscisse da tale miopia per creare realmente posti di lavoro con impianti industriali compatibili con la salute di chi il territorio lo abita e con la valorizzazione dell'ambiente per mettere finalmente fine alla sua sistematica distruzione». Intanto il comitato "Per la salute e l'ambiente" di Parona guidato da Pietro Firpo ha inviato una lettera ai sindaci lomellini per chiedere «una politica di gestione dei rifiuti fondata sui principi del recupero, del riciclo e della riduzione del ricorso all'incenerimento». Anche i dati non sono confortanti. La centralina dell'Arpa, l'ente regionale che sorveglia sull'ambiente, di Parona anche nel 2013 ha rilevato sforamenti dei valori delle polveri sottili. La legge prevede al massimo 35 fuoriuscite (il valore limite è di 50 milligrammi per metro cubo d'aria) all'anno. A Parona questo limite è stato raggiunto il 3 marzo, ed ora siamo già a 43 sforamenti, più di Bologna e Roma Tiburtina. Leggermente meglio del 2012 quando erano stati 50 nei primi cinque mesi dell'anno, anche se va detto che a fine marzo 2013 (quando i valori del Pm10 erano piuttosto alti) la centralina è stata guasta per una settimana. Insomma un altro insediamento inquinante sarebbe troppo per il territorio: una convinzione trasversale che abbraccia sia il centrosinistra alla guida della Provincia sia la giunta leghista di Mortara: «Non vogliamo arrivare ad avere i tamburi della protesta - spiega l'assessore all'Ambiente di Mortara Fabio Farina - ogni nuovo insediamento, prima di essere autorizzato e vista la situazione attuale dell'inquinamento, dovrà essere valutato con estrema attenzione». Sandro Barberis

 

 

Rifiuti, Asti non li porterà in Lomellina

05 giugno 2013 —   pagina 34   sezione: Nazionale

PARONA Asti non avrebbe alcuna intenzione di conferire i rifiuti urbani al termodistruttore di Lomellina Energia. Lo conferma Alberto Pasta, presidente del Cbra, il consorzio di bacino dei rifiuti astigiani: «Non solo non vi è alcuna bozza astigiana su questa ipotesi, ma siamo contrari a tale soluzione. Quando la legge ci obbligherà a conferire una quota residuale derivata dal trattamento dei rifiuti a un inceneritore, quello di Parona non è in cima alla lista dei preferiti». La bozza di un protocollo d’intesa citava le province di Alessandria e di Asti, che non riterrebbero opportuno costruire un nuovo termovalorizzatore a causa del «difficile contesto aggravato dalle limitate disponibilità della finanza pubblica». Ora, però, c’è la presa di posizione contraria. Asti ha una sola autorità d’ambito nel settore dei rifiuti, mentre Alessandria ne conta almeno tre, che non sempre risultano in sintonia sulle scelte strategiche da operare. Già oggi l’alessandrina Aral invia rifiuti a Parona, ma gli astigiani confermano di non avere alcun contatto con l’inceneritore lomellino. «Non si è mai parlato di portare i rifiuti a bruciare a Parona» –commenta il presidente del consorzio astigiano, Pasta . (u.d.a.)

 

 

Parona, Legambiente contro i rifiuti inviati dal Piemonte

30 maggio 2013 —   pagina 35   sezione: Vigevano

PARONA Rifiuti da Alessandria e Asti: Legambiente della Lomellina si schiera contro. «La nostra speranza è che la bozza del protocollo d’intesa rimanga tale», commenta Gianfranco Bernardinello, coordinatore dei circoli lomellini. L’associazione ambientalista si dichiara contraria «senza se e senza ma». Anche il Clir e diversi Comuni lomellini hanno già bocciato l’ipotesi secondo cui le due province piemontesi potrebbero inviare i rifiuti urbani al termodistruttore di Lomellina Energia. La possibilità, già affrontata dal consorzio Csr di Novi Ligure, agita le acque del bacino provinciale B, cioè Lomellina e Vogherese. Clir e Asm-Isa Vigevano, che conferiscono a Parona, pagano ciascuno 112,64 euro a tonnellata, quasi 13 euro in più rispetto al bacino A (Pavese e Oltrepo orientale). Per ora non ci sono accordi definiti, ma Alessandria e Asti potrebbero smaltire a Parona a 85-90 euro a tonnellata. Si apre quindi anche un fronte polemico per le disparità nei costi di smaltimento, un problema già rilevato che ha scatenato le prime reazioni dei sindaci della Lomellina. (u.d.a.)

 

Altri rifiuti a Parona scoppia la protesta

29 maggio 2013 —   pagina 36   sezione: Nazionale

PARONA Alessandria e Asti potrebbero inviare i rifiuti urbani al termodistruttore di Lomellina Energia. La possibilità è stata discussa dal consorzio Csr di Novi Ligure, che a fine anno sarà sostituito dall’Autorità d’ambito che raggrupperà le due province piemontesi. La bozza del protocollo d’intesa, però, agita le acque del bacino provinciale B, cioè Lomellina e Vogherese. Clir e Asm-Isa Vigevano, i due soggetti che portano i rifiuti a Parona, pagano ciascuno 112,64 euro a tonnellata, quasi 13 euro in più rispetto al bacino A (Pavese e Oltrepo orientale). Per ora non ci sono accordi definiti, ma Alessandria e Asti potrebbero smaltire a Parona a 85-90 euro a tonnellata. Prima di vedere arrivare i rifiuti piemontesi a Parona sarà comunque necessaria una convenzione fra le due Regioni e le tre Province. Ma l’ipotesi è respinta con energia sia dal Clir spa, che conferisce 30mila tonnellate annue all’inceneritore, sia dai Comuni. «E’ uno scandalo - protesta Lorenzo Demartini, sindaco di Mede –. Noi lomellini ospitiamo il termovalorizzatore di Parona, ma ci ritroveremmo a pagare il 30% in più di Alessandria e Asti, che non vogliono costruire un nuovo impianto di termovalorizzazione e preferiscono mandarci i loro rifiuti». Anche Federico Bertani, neo amministratore unico del Clir spa, non ci sta: «Questa bozza stride con il contratto che ci lega a Lomellina Energia fino al 2017: noi paghiamo 112,64 euro, un prezzo che ci danneggia. E ora i rifiuti dal Piemonte potrebbero arrivare a una tariffa di gran lunga inferiore: oltre il danno, la beffa». Alessandria e Asti non ritengono opportuno costruire un nuovo termovalorizzatore a causa del «delle limitate risorse della finanza pubblica». Umberto De Agostino

 

 

Parona, rifiuti riciclati al 42,5%

09 maggio 2013 —   pagina 50   sezione: Nazionale

PARONA La raccolta differenziata nei 41 Comuni del Clir aumenta al 42,50%: nel 2008 era al 31,50%. Nel quinquennio è in crescita anche il numero di chilogrammi per abitante inviati al recupero: dai 171 del 2008 ai 242 del 2012. Sono le cifre comunicate dal presidente, Federico Bertani, nell’ultima assemblea svoltasi nella sede sociale di via Stazione. «Il risultato è sostanzialmente in linea con il budget economico previsto e l’incremento della quota di valorizzazione dei rifiuti si è attestata a un recupero complessivo di materia del 42,50% – ha spiegato Bertani –. Il Clir prosegue l’impegno della gestione per conseguire un aumento di separazione di materia, che indica la costante volontà di migliorare. Si stanno aumentando le quote di raccolta differenziata, rendendo un doveroso servizio ecologico e anche economico a tutta la collettività. Gli investimenti programmati consentono di perseguire ulteriormente l’obiettivo aziendale di potenziamento della raccolta differenziata e di garantire una corretta esecuzione dei servizi aziendali». Nel dettaglio, la raccolta di plastica, dal 2011 al 2012, ha fatto registrare un aumento del 34%, seguita dai materiali biodegradabili (+13,84%) e dal vetro (+1%). Lieve segno negativo per carta e verde. La quantità raccolta di rifiuti solidi indifferenziati si riduce di circa il 5%. Nel 2008 il bacino del Clir produceva 37mila tonnellate l’anno di rifiuti solidi urbani, scesi l’anno scorso a 30mila. Allo stesso tempo, il Clir ha potenziato i servizi “porta a porta” e di spazzamento meccanizzato delle strade dei singoli Comuni, oltre ad aver avviamento le procedure per la piattaforma di stoccaggio interna alla sede Clir di Parona, inaugurata un anno fa. Segno positivo anche per il servizio della raccolta di rifiuti urbani a calotte. «Dopo l’ottimo avvio del Comune di Scaldasole, ora abbiamo esteso il servizio a Ottobiano, Torre Beretti, Pieve Albignola e Valeggio – ha aggiunto Bertani –. Ricordo che questo servizio, per motivi tecnici, è attuabile solamente nei paesi con una bassa densità abitativa». Ciascun utente dotato di chiave elettronica può conferire sacchetti da 15 litri di rifiuto non differenziato nei cassonetti in cui sono state installate le calotte elettroniche con lo scopo di incentivare la raccolta differenziata. La chiavetta è stata consegnata alle persone che ricevono il ruolo della tassa sui rifiuti urbani. Umberto De Agostino

 

In Consiglio rimosso uno striscione

03 maggio 2013 —   pagina 37   sezione: Vigevano

PARONA Consiglio comunale movimentato per la presenza di un gruppo di militanti di Forza nuova. Durante la discussione sull’interpellanza relativa al caso Combitalia e alla richiesta di dimissioni del sindaco Silvano Colli, i sette rappresentanti del movimento di estrema destra guidati dal coordinatore provinciale Daniele Spairani hanno srotolato lo striscione con la scritta “Dimissioni”. Il vigile urbano Giuseppe Rolandi è intervenuto, su indicazione della giunta, sequestrando lo striscione. Da tempo Forza nuova ha puntato il dito contro il sindaco Colli, accusato di non fare abbastanza contro l’inquinamento. Anche il caso della costruzione del raccordo ferroviario, per cui Colli è indagato con l’accusa di peculato e frode negli appalti pubblici, è seguìto con particolare attenzione dall’estrema destra. In aula consiliare Donatella Marzetto, esponente della minoranza Parona Giovane, ha letto l’interpellanza con cui chiedeva conto dell’inchiesta avviata dalla Guardia di finanza sulle ex società Parona Multiservizi e Combitalia. «Vorremo sapere se negli ultimi tre mesi, cioè dalla perquisizione dei finanzieri in municipio e a casa del sindaco, sono emerse novità», ha chiesto Marzetto. Mentre Colli prendeva la parola, i sette ragazzi in camicia bianca, uno dei quali portava una fascia di Forza nuova al braccio, hanno steso lo striscione anti Colli interrompendo la seduta. Dopo l’intervento dell’agente di polizia locale, Spairani ha detto: «Esporre striscioni in aula consiliare è segno di democrazia». Nessun commento da parte del sindaco Colli, mentre alcuni consiglieri di maggioranza accusavano Marzetto di «complicità» con l’estrema destra. «Mi sembra ovvio che non siamo stati noi a chiamare queste persone: l’ordine del giorno della seduta è pubblico», ha replicato Marzetto. Poi, finalmente, il consiglio comunale è entrato nella discussione “normale”. A seguire, infatti, la maggioranza e le due opposizioni si sono confrontate su questioni dibattute da diversi mesi e al centro delle polemiche come la sostituzione della prima caldaia dell’inceneritore, il livello delle polveri sottili e la tutela dell’ambiente. Umberto De Agostino

 

 

Protesta contro lo smog

07 aprile 2013 —   pagina 39   sezione: Nazionale

VIGEVANO Una ventina di militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova ieri mattina hanno manifestato davanti al municipio di Parona per chiedere più tutele contro l'inquinamento. «Non è possibile che in un paese di 2mila abitanti non si possono tenere le galline per il pericolo diossina - sottolinea il coordinatore regionale Salvatore Ferrara insieme a quello pavese Daniele Spairani - abbiamo parlato con il sindaco, metteremo a protocollo le nostre richieste. Controlleremo la situazione e faremo banchetti per chiedere le dimissioni di Colli per il caso Combitalia». «E'stato un incontro positivo - commenta il sindaco di Parona - ma non mi hanno detto dei banchetti per raccogliere firme chiedere le mie dimissioni». (s.ba.)

 

 

Occupazione pacifica, la protesta sul caso smog

06 aprile 2013 —   pagina 37   sezione: Nazionale

PARONA Monta la protesta per l'inquinamento a Parona. Come già annunciato domani ci sarà la marcia degli attivisti del movimento internet Anonymous (quelli con la maschera di V per vendetta), ma già oggi ci sarà un'occupazione pacifica del municipio di piazza Signorelli. A farla saranno i militanti dello schieramento politico di estrema destra di Forza Nuova di Pavia. Chiedono le dimissioni del sindaco Silvano Colli in seguito alla vicenda Combitalia in cui c'è l'ipotesi di frode in appalto pubblcio e peculato. «Siamo basiti di fronte al fatto che un paesino di 2000 abitanti che si sviluppa in soli nove chilometri quadrati possa vantare il record di emissione di Pm10 diventando di fatto la capitale lombarda dell'inquinamento - spiegano i militanti di Forza Nuova - come se non bastasse la diossina che in quantità anomale è già stata trovata nel terreno». «Il municipio di Parona sarà occupato, garantendo l'attività di pubblico servizio, fino a quando non verranno messe per iscritto ed approvate le nostre rischieste». (s. b.)

 

 

I pirati informatici attaccano il Comune

05 aprile 2013 —   pagina 37   sezione: Nazionale

PARONA Attacco informatico ai server del Comune di Parona. Si è verificato con ogni probabilità nella notte tra mercoledì e giovedì. Fatto sta che ieri mattina il sistema operativo del municipio paronese non era funzionante e fino a metà mattina i computer del palazzo comunale avevano difficoltà a ripartire. Non ci sono state rivendicazioni per quest'atto, però il sospetto che circolava ieri in municipio era quello che ad essersi intrufolati nei server paronesi siano stati i pirati informatici che fanno riferimento all'organizzazione Anonymous. E'lo stesso gruppo che tramite i social network sta organizzando una marcia su Parona domenica pomeriggio, durante la festa popolare "Parona Tera Bona", per protestare contro l'inquinamento dell'aria a Parona dove nei primi tre mesi del 2013 la particella inquinante Pm10 è stata per 40 volte superiore al limite consentito (la legge prevede un massimo di 35 all'anno). L'intrusione informatica nei server di Parona ha fatto sì che i pirati abbiano potuto consultare tutti gli atti protocollati dal Comune. Quindi sia gli atti che per legge sono pubblici, ma anche la corrispondenza via e-mail fatta da tecnici ed amministratori del Comune guidato dal sindaco Silvano Colli. I tecnici informatici ancora ieri pomeriggio erano al lavoro per ripristinare la situazione. Sul caso indaga anche la polizia postale di Pavia che ha acquisito dei dati ieri dal Comune di Parona. «Non capisco il perché di questa visita nei nostri server, si vede che c'è qualcuno che ci tiene proprio a far vedere di essere in grado di entrare nel nostro sistema operativo - sottolinea il sindaco Silvano Colli - in ogni caso questo non mi preoccupa. Tra gli atti registrati in municipio non abbiamo nulla da nascondere. E'stata una grave offesa alle istituzioni pubbliche di Parona, che assolutamente non capiamo». E sulla manifestazione, al momento senza richieste ufficiali di autorizzazione, anti-inquinamento organizzata dai membri di Anonymous per domenica alle 14 con partenza l'incrocio tra via della Miseria e la provinciale 101 fino al centro di Parona ? «Si vuole dipingere una realtà di Parona inquinata che è non corrispondente con la vera realtà» specifica Colli. (s.b.)

 

 

Ecologisti pronti a invadere Parona

03 aprile 2013 —   pagina 67   sezione: Nazionale

Ecologisti pronti a invadere Parona con la comunità Internet Anoymous, famosa per le proteste pacifiche contro la finanza selvaggia e contro l’inquinamento. Questura e polizia locale sono in allarme per la manifestazione annunciata.

PARONA I membri della comunità di internet "Anoymous", diventata famosa in tutto il mondo per le proteste pacifiche contro grandi temi tra cui la finanza selvaggia e l'inquinamento, sono pronti ad invadere Parona domenica pomeriggio. Questura e polizia locale sono già in allarme per questa manifestazione, che è in fase di organizzazione su internet tramite il tam-tam su Facebook, Twitter e il blog di Anoymous Italia, ed al momento non ha l'autorizzazione. Lo scopo degli utenti di Anoymous è quello di protestare contro l'inquinamento a Parona con un corteo pacifico che attraverserà il paese guidato da Silvano Colli durante la sagra "Parona Tera Bona". Nel pomeriggio di domenica alle 14 gli utenti che sposano i concetti di Anonymous si troveranno all'incrocio tra via della Miseria e la provinciale 101 (quella che porta verso la zona industriale e il supermercato Bennet) e da lì marceranno verso il centro fin sotto il municipio. Nella presentazione dell'evento gli organizzatori hanno pubblicato anche delle scansioni di esami clinici che dicono di aver ricevuto da utenti di Parona e dintorni malati di cancro. Malattia che sarebbe accorsa per gli effetti dell'inquinamento. «Non vogliamo che Parona diventi un'altra Casale Monferrato» sottolineano alcuni utenti che hanno dichiarato di partecipare all'evento. Il riferimento è alla vicenda dell'inquinamento prodotto dalla fabbrica Eternit, che era presente sia a Casale Monferrato che a Broni, che ha causato centinaia di vittima per mesotelioma, una forma aggressiva di tumore ai polmoni causato proprio dalle polveri di amianto della Eternit, i cui dirigenti sono stati condannati al carcere negli scorsi mesi a Torino per omicidio colposo. E a Parona la situazione dell'aria nei prii tre mesi del 2013 sono è stata certo felice. La particella inquinante Pm10 ha superato il limite di 50 milligrammi per metro cubo ben 40 volte dal 1°gennaio al 24 marzo. Più di Torino e Firenze: il massimo di sforamenti annuali previsti dalla legge è di 35. A Parona, se il trend di inizio 2013 andrà avanti, si sfonderà quota 100 superamenti del limite. Sandro Barberis

 

 

 

 

Il Pm10 ancora oltre il limite i privati per il monitoraggio

31 marzo 2013 —   pagina 33   sezione: Nazionale

MORTARA Dall'inizio dell'anno fino al 24 marzo il valore del Pm10 nell'aria intorno a Parona ha sforato per ben 40 volte il limite previsto dalla legge di 50 milligrammi per metro cubo. La legge prevede al massimo uno sforamento per 35 giorni l'anno, a Parona questo picco è stato superato per 35 volte il 3 marzo. Nel 2013 città come Roma e Firenze hanno fatto segnare meno sforamenti della soglia di Pm10 rispetto a Parona, Torino "solo" 9 superamenti del limite in più nel primo trimestre dell'anno. Il picco massimo il 16 febbraio con un valore di 123: roba da centro di Milano. E tra gli ambientalisti è allarme: «La situazione è sempre più preoccupante - sottolinea Alda La Rosa, numero uno dell'associazione "Futuro Sostenibile in Lomellina" - bisogna andare avanti con gli studi per capire come è composto l'inquinamento dell'aria nella nostra zona». C'è anche un fattore di correlazione che preoccupa. Quando cresce il Pm10 sale anche il livello del Pm 2,5 (particella inquinante più piccola) a Mortara, dove da alcuni mesi l'amministrazione comunale leghista di Marco Facchinotti ha deciso di pubblicare quotidianamente i dati sulla qualità dell'aria sui tabelloni luminosi di ingresso alla città. E proprio al sindaco di Mortara l'associazione Futuro Sostenibile in Lomellina nelle scorse settimane ha denunciato questa situazione, chiedendo anche che Mortara partecipi economicamente al progetto dell'Arpa che coinvolge anche i Comuni di Olevano, Parona e Vigevano per monitorare l'aria: «A Mortara è l'unico centro che non intendeva mettere soldi per la ricerca - aggiungono i responsabili di Futuro Sostenibile - non vogliamo che accada. Bisogna capire perché qui c'è una percentuale di tumori più alta che altrove». «Non è vero che non parteciperemo - sottolinea l'assessore di Mortara Fabio Farina, nella doppia veste di delegato alle Finanze e all'Ambiente - ma visto che abbiamo problemi per il patto di stabilità sforato i soldi per il monitoraggio li faremo avere tramite aziende di Mortara disponibili a partecipare. Ci sono già contatti avviati». Sandro Barberis

 

 

Biodigestore, ok dalla consulta

14 marzo 2013 —   pagina 44   sezione: Voghera

VIGEVANO Biodigestore, incontro all’Asm. Organizzatore l'ingegner Giorgio Giacobbe, presenti i tecnici progettisti del biodigestore di cascina Cavalli, alcuni rappresentanti della consulta ambiente del Comune, e diverse associazioni ambientaliste come Wwf, Lipu, Legambiente e Vigevano Sostenibile. «I tecnici che hanno preparato il progetto – spiega Matteo Giavazzi, presidente della consulta - sono preparati e professionali. Ci hanno chiarito dubbi e risposto alle domande. Il progetto è stato valutato da tutti in modo molto positivo, sia per il documento inviato in Regione Lombardia, sia nella sua sostanza. Ritengo importanti questi due aspetti: la sinergia con raccolta differenziata ed il livello di impatto sull’ambiente e l’atmosfera. Questo impianto, nella sua prima fase, potrà prendere materia prima da Parona, ovvero l’organico proveniente da indifferenziato, il che ha senso se visto in seguito ad un incremento della differenziata in città. Produrremo più compost, che si potrà rivendere. Non è un impianto paragonabile alle centrali che bruciano mais. Per quanto riguarda lo studio sull’impatto ambientale e le immissioni in atmosfera, lo reputo molto serio, ci sono punti in cui vengono confrontati con il “pre-impianto” ed il “post- impianto”, con delle mappe relative alle diverse concentrazioni chimiche. È un fatto positivo che abbiano approfondito così tanto lo studio. Nel prossimo appuntamento i tecnici ci forniranno dati ancora più specifici delle varie emissioni, relativi ad impianti già funzionanti. È qualcosa di abbastanza nuovo per Vigevano, un incontro così condiviso e scientifico». (s.bo.)

 

 

Parona, analisi sull’inquinamento

06 marzo 2013 —   pagina 35   sezione: Vigevano

PARONA Analisi sull'inquinamento nei terreni circostanti a Parona. Rientrano in un progetto europeo avviato dalla commissione europea e guidato tra gli altri dal docente universitario orginario di Parma, ma residente nel Varesotto Roberto Cenci, già autore di studi simili anche a Parona. E'un progetto che durerà fino al 2014 e interessa 60 aree in Lombardia. «Stiamo monitorando anche il terreno di Parona - sottolinea Cenci, docente di lunga data che tra l'altro ha scritto per la Commissione Europea le metodiche per l’utilizzo dei muschi in abbinamento con i suoli per valutare le ricadute al suolo di metalli pesanti e composti organici - i risultati ci saranno nel 2014, ma se ci sarà qualche elemento di interesse sarà diramato prima». Il lavoro in corso a Parona sta avvenendo con un approccio olistico, cioè con un metodo di analisi che tiene conto delle correlazioni tra popolazione, comunità ed ecosistema. Insomma si potrebbe capire se a Parona la mano dell'uomo, attraverso le numerose attività industriali pesanti e il termovalorizzatore, ha influito negativamente sul terreno come sostengono da tempo diversi comitati locali. Per questo tipo di studi, inseriti nel programma che come detto coinvolge tutta la Lombardia, sono state attivate diverse università. Tra questa la Cattolica di Milano e Piacenza e l'università francese di Rennes. Gli studi sui terreni di Parona stanno avvenendo attraverso diversi parametri: biodiversità e bioindicazione, uso dei muschi per capire le ricadute sul suolo dei metalli pesanti, trifogli che servono a studiare le variazioni strutturali attraverso il Dna. Ma anche uso dei lombrichi per valutare l'accumulo di metalli pesanti, studi chimici sul suolo superficiale e quello sedimentale per descrivere l'andato della concentrazione di metalli pesanti, carbonio, diossine e pesticidi nel terreno. (s.b.)

 

 

Biodigestore Sì con riserva al progetto

24 febbraio 2013 —   pagina 33   sezione: Nazionale

VIGEVANO Biodigestore alla cascina Cavalli: ambientalisti e commissione ambiente del Comune sono favorevoli con riserva. «Mi stupisce la parte relativa alla linea 1 – afferma Plinio Chiesa di Vigevano Sostenibile – quella che tratterà la frazione di rifiuto proveniente dal trattamento meccanico del rsu (rifiuto solido urbano, ndr) indifferenziato proveniente dal termovalorizzatore». Negli incontri con l’ingegner Giorgio Giacobbe, che sta seguendo la parte tecnica del progetto, dice Chiesa, «non abbiamo mai parlato dell’impianto di Parona né di parti provenienti da quella struttura. Anche se la parte organica provenendo da quell’impianto c’è il rischio che sia ricca di parti metalliche o impure. Se vengono mischiate con quanto già biodigestato, produce altro materiale impuro che quindi non potrebbe essere impiegato, per esempio, nel terreno». E ancora: «Ho sempre pensato, come per altro abbiamo sentito negli incontri con Giacobbe, che si sarebbero trattati rifiuti provenienti dalla differenziata cittadina, la parte umida e organica, oltre a scarti dell’industria agroalimentare, della silvicoltura, di giardini e parchi. Per il resto, però, tengo a ribadire che Vigevano Sostenibile è sempre stata favorevole a un biodigestore alla Cascina Cavalli, al posto della vecchia centrale ad olio di cui abbiamo sempre parlato. Resto però ancora un po’ perplesso sul discorso della viabilità. Anche la commissione ambiente si riserva di studiare approfonditamente il progetto inviato in Regione ed ora al vaglio degli uffici del Pirellone». «In linea teorica – commenta Matteo Giavazzi, presidente della commissione ambiente – non abbiamo osservazioni critiche riguardo al biodigestore. Essendo un impianto per la produzione di energia elettrica da biogas, proveniente dalla digestione anaerobica di substrati e materie organiche, di rifiuti a prevalente matrice organica, non dovrebbe avere un grosso impatto sulle polveri».(s.b.)

 

 

Al biodigestore 44mila tonnellate di rifiuti l’anno

23 febbraio 2013 —   pagina 37   sezione: Vigevano

VIGEVANO Biodigestore alla cascina Cavalli: Regione Lombardia inizia l’analisi del progetto. Nel documento presentato dalla Asga (Agenzia servizi gestioni ambientali), società che fa parte di Asm Vigevano e Lomellina, si descrive un impianto per la produzione di energia elettrica da biogas proveniente dalla digestione anaerobica di substrati e materie organiche, di rifiuti a prevalente matrice organica. La società intende realizzare l’impianto, a fronte di un un investimento da 6 milioni di euro, «al fine di -riporta il documento - sfruttare la sinergia con il termovalorizzatore di Parona, soddisfacendo l’esigenza crescente di gestione e trattamento della frazione organica raccolta in maniera differenziata». Oltre alla produzione di biogas - ottenuto dal trattamento di circa 44 tonnellate annue di rifiuti - dall’impianto si otterrà compost. Allo stato attuale, il progetto ipotizza, per la prima linea, la disponibilità della sola frazione di rifiuto proveniente dal trattamento meccanico del rsu (rifiuto solido urbano, ndr) indifferenziato proveniente dal termovalorizzatore. La seconda linea invece, verrà utilizzata per le materie più “pulite” come l’umido e i sottoprodotti e rifiuti dell’industria agroalimentare, della silvicoltura, rifiuti organici, di giardini e parchi. La seconda linea sarà attivata solo successivamente alla messa a regime della prima. La linea 1, si stima, brucerà 21 tonnellate di rifiuto organico producendo 2.531.000 Nm³ di biogas. Il biogas prodotto alimenterà un motore a gas con annesso generatore elettrico e scambiatore di calore. La potenza del cogeneratore è di 703 Kw; la linea 2, invece, brucerà l’umido, verde e altri rifiuti per 23mila tonnellate portando a 2.332.000 Nm³ di biogas, attraverso un cogeneratore da 637 kw. La produzione elettrica sarà totalmente immessa nella rete elettrica nazionale. Il calore prodotto sarà in parte impiegato per il riscaldamento del digestore anaerobico e in parte dissipato. La sezione di trattamento biologico prevede l’assoggettamento del materiale organico ad un processo statico in biocelle, ovvero reattori chiusi, di grandi dimensioni, realizzati in calcestruzzo armato o prefabbricato. Nel documento si afferma che «questo impianto produrrà vantaggi per l’ente pubblico (Asm e Comune) e per la collettività grazie a tariffe più ridotte, minori costi di trasporto e minore inquinamento legati alla logistica ed al trasporto dei rifiuti. Per i criteri di dimensionamento e flessibilità, potrebbe essere facilmente integrato, in futuro, con programmi di raccolta e trattamento più orientati alla raccolta differenziata». Per quanto riguarda, poi, la viabilità è previsto un nuovo tratto di collegamento tra la strada vicinale tra Vigevano e Parona, parallelamente al diramatore del canale Cavour. Qui si prevede un’opera di scavalco del canale. Selvaggia Bovani

 

 

Lo smog alle stelle in tutta la Lomellina ma non c’è un piano

19 febbraio 2013 —   pagina 28   sezione: Vigevano

Anche la centralina dell’Arpa posizionata a Vigevano in viale Petrarca segnala una situazione di elevato inquinamento da Pm10 in questi giorni. La situazione ha iniziato a peggiorare a metà della scorsa settimana, con il rilevamento di una concentrazione di polveri sottili di 75 microgrammi al metrocubo, passati a 87 e a 91 microgrammi nelle due giornate successive, per scendere a 67 domenica. di Denis Artioli wVIGEVANO Polveri sottili oltre i limiti da cinque giorni a Vigevano, Parona e a Sannazzaro. Problemi anche a Mortara, dove la centralina dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) registra il Pm 2,5, quindi le particelle ancora più sottili e insidiose...  continua a leggere

 

 

«Inceneritore, no al nuovo forno» Appello in Regione

18 febbraio 2013 —   pagina 20   sezione: Nazionale

E’ scoppiata la polemica sulle tariffe pagate per lo smaltimento dei rifiuti a Parona. Clir e Asm-Isa Vigevano, società che conferiscono a Parona, pagano ciascuna 112,64 euro a tonnellata, quasi 13 euro in più rispetto al bacino A (Pavese e Oltrepo orientale) che conferiscono a Ecoeco. Alessandria e Asti potrebbero smaltire a 85-90 euro a tonnellata. L’inceneritore è autorizzato a smaltire 380mila tonnellate l’anno. PARONA Tariffe di smaltimento e rifiuti che arrivano da Alessandria e Asti: il Comitato dei cittadini di Parona per la salute e l’ambiente si rivolge ai 50 sindaci della Lomellina. «Intendiamo mantenere in vita un sistema che ostacola il decollo della raccolta differenziata e vincola i Comuni a tariffe di smaltimento onerose e a indebiti obblighi di conferimento? O vogliamo creare le condizioni per un rapido sviluppo della raccolta differenziata, avviando un percorso che permetterà di abbattere i costi di gestione dei rifiuti mediante la riduzione di quella componente, lo smaltimento per incenerimento, che con il tempo risulterà sempre più gravosa?». Le domande poste dal comitato guidato da Piero Firpo s’inseriscono nel dibattito legato alle tariffe applicate da Lomellina Energia a Clir spa e ad Asm-Isa Vigevano. Poi c’è il tema della sostituzione della prima caldaia non più a norma: operazione da 100 milioni di euro. «La ditta chiede di sostituire la prima linea senza mai esprimersi sul destino della seconda linea al termine del suo ciclo di vita: possiamo quindi assumere che s’intenda mantenere inalterata l’attuale capacità complessiva di trattamento dell’impianto anche in futuro, per un tempo indefinito – prosegue il Comitato – Eppure le sole due linee di incenerimento di Parona sono sovrabbondanti rispetto alle effettive esigenze di smaltimento del bacino provinciale B, cioè Lomellina e Vogherese, tant’è che oggi, nonostante l’elevata quantità di rifiuto indifferenziato locale avviato all’incenerimento, più della metà dei rifiuti trattati nell’impianto di Parona ha origine da realtà extraprovinciali». E questa «elevata quantità» è una conseguenza del basso livello di raccolta differenziata della provincia di Pavia, nel 2011 attestatosi al 30%. Poiché i Comuni dovranno raggiungere una quota di raccolta differenziata del 65% entro il 2013, secondo il Comitato si accrescerà lo squilibrio tra lo smaltimento di rifiuti prodotti localmente e di quelli provenienti da altri territori. «Cioè s’importeranno sempre più rifiuti da altre province», precisano. Ed è quanto si sta discutendo in questi giorni con la bozza del protocollo d’intesa fra Pavia, Alessandria e Asti. A questo punto, il Comitato ha richiesto alla Regione Lombardia di valutare la possibilità di una sospensione del procedimento di sostituzione della caldaia richiesto da Lomellina Energia, in attesa dell’approvazione del Programma regionale e del Piano provinciale di gestione dei rifiuti. In previsione della Conferenza dei servizi relativa all’istanza presentata da Lomellina Energia, prevista a marzo, il Comitato chiede di incontrare i sindaci per «verificare la possibilità di definire una posizione unitaria». Umberto De Agostino

 

 

A Parona anche i rifiuti del Piemonte

16 febbraio 2013 —   pagina 40   sezione: Nazionale

I sindaci sono furenti. Dall’alta alla bassa Lomellina la richiesta è univoca: riduzione delle tariffe. Il medese Lorenzo Demartini è il capofila dei sindaci «scandalizzati». «Stiamo ancora scontando un contratto capestro che guarda con favore solo alla società; è ora che la Lomellina alzi la voce: non siamo la pattumiera del Nord-ovest d’Italia – dice – Noi stiamo scontando le politiche industriali di Lomellina Energia, che vuole anche sostituire la prima caldaia spendendo 100 milioni di euro. E ora la Provincia starebbe lavorando per portare a Parona i rifiuti di Alessandria e di Asti: sarebbe l’ennesimo favore alla società. Noi lomellini paghiamo tariffe più alte del 30% rispetto a quelle applicate nei territori limitrofi». Anche il robbiese Marcelo Gasperini è sulla stessa lunghezza d’onda e si allinea alla richiesta di abbassare i prezzi: «E’ tempo di arrivare a una riduzione delle tariffe in tempi brevi, ma il Clir dovrebbe valutare con attenzione il ricorso alle vie legali, sebbene il principio che sta alla base delle nostre lamentele sia sacrosanto». PARONA Il termodistruttore di Lomellina Energia potrebbe ricevere i rifiuti delle province di Alessandria e di Asti. La possibilità è bocciata con energia sia dal Clir spa, che conferisce 30mila tonnellate annue all’inceneritore, sia dai Comuni lomellini. Per ora non ci sono accordi definiti, ma la bozza di un protocollo d’intesa sta agitando le acque del bacino provinciale B, cioè Lomellina e Vogherese: Clir e Asm-Isa Vigevano, i due soggetti che conferiscono a Parona, pagano ciascuno 112,64 euro a tonnellata, quasi 13 euro in più rispetto al bacino A (Pavese e Oltrepo orientale). La Lomellina è in subbuglio perché Alessandria e Asti potrebbero smaltire a Parona a 85-90 euro a tonnellata, tariffa inferiore a quella applicata a Clir spa e ad Asm-Isa. L’ipotesi prevede che le due province piemontesi possano smaltire i rifiuti urbani a Parona: in particolare, per Alessandria si parla dei territori di Tortona e della Valle Scrivia. Alessandria e Asti, facendo riferimento al «difficile contesto aggravato dalle limitate disponibilità della finanza pubblica», non ritengono opportuno costruire un nuovo impianto di termovalorizzazione. Al contrario, ritengono «prioritario» valutare il ricorso «al pieno utilizzo e al potenziamento di impianti esistenti». Sempre nella bozza si parla dei residui del processo di valorizzazione, cioè le ceneri, che dovrebbero ritornare in Piemonte. Per il momento, la Provincia di Pavia non si sbilancia. «Non ci è pervenuta alcuna richiesta ufficiale, né mi risultano incontri istituzionali», commenta l’assessore all’Ambiente, il sartiranese Alberto Lasagna. Per ora dal Piemonte solo la Provincia di Verbania ha firmato un protocollo d’intesa per lo smaltimento di 4mila tonnellate a Parona. «Ma solamente in caso di picchi turistici, nei mesi estivi», precisa Lasagna. L’ipotesi “piemontese” è respinta da Federico Bertani, presidente del Clir spa. «Questa bozza stride non poco con il contratto che ci lega a Lomellina Energia fino al 2017: noi abbiamo l’obbligo di conferire 30mila tonnellate l’anno a un prezzo, 112,64 euro, che ci danneggia – spiega – E ora i rifiuti dal Piemonte arriverebbero a una tariffa di gran lunga inferiore: oltre il danno la beffa. Già da qualche tempo, il consiglio d’amministrazione del Clir spa sta valutando se ricorrere alle vie legali per cercare di abbassare le tariffe applicate dalla società di gestione». L’accordo stipulato alla fine degli anni Novanta lega il Clir a Lomellina Energia, società che fa capo a Linea Group Holding (Lgh), fino al 2017. «Ci sono sentenze della Corte di Cassazione che vanno nella nostra direzione – aggiunge Bertani – Le tariffe approvate quasi vent’anni fa sono penalizzanti per il nostro territorio, soprattutto se confrontate con quelle del Pavese». Di fronte a questa levata di scudi la società presieduta da Vincenzo Filisetti preferisce il silenzio: «Nulla da commentare». Da parte sua, Claudio Tedesi, vice presidente di Lgh in rappresentanza di Pavia, si limita a dire: «La questione Lomellina Energia sarà affrontata in uno dei prossimi cda di Lgh». Umberto De Agostino

 

 

Rifiuti, costa di più bruciarli a Parona «Abbassate la tariffa»

14 febbraio 2013 —   pagina 44   sezione: Vigevano

I Comuni lomellini e di parte dell’Oltrepo che portano i rifiuti all’inceneritore di Parona pagano 12 euro in più a tonnellata rispetto aEcodeco. La Provincia chiede l’allineamento delle tariffe.

Due sono le linee di incenerimento che sono attive al termovalorizzatore di Parona. La prima, per i rifiuti urbani, può bruciare 19 tonnellate l’ora; la seconda, 22 tonnellate l’ora di rifiuti speciali (combustibile da rifiuto). In totale, la capacità di smaltimento autorizzata è di 200mila tonnellate l’anno per la prima caldaia e di 180mila per la seconda. PARONA Chi paga di più e chi meno: le tariffe dei due bacini provinciali di smaltimento dei rifiuti dovranno essere allineate. Lo chiede l’assessore provinciale all’Ambiente, Alberto Lasagna, dopo le affermazioni del vice presidente Clir, Eugenio Poles. Oggi i cittadini di Lomellina e Oltrepo occidentale, cioè il bacino B, devono versare a Lomellina Energia, società che gestisce l’inceneritore di Parona, 112,65 euro per ogni tonnellata. Quelli del Pavese e dell’Oltrepo orientale, cioè il bacino A, si servono del centro integrato Ecodeco sborsando 99,74 euro a tonnellata. Più di 12 euro di differenza, che ora la Provincia vuole abbattere. «Dal nostro insediamento abbiamo avuto diversi incontri con Lomellina Energia, sia a Pavia sia a Milano – spiega Lasagna – Ora è fondamentale che i due bacini provinciali arrivino a un allineamento delle tariffe: cercheremo di convincere la società che opera a Parona a rivedere il contratto di servizio». Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia, controllata da Linea Holding Group, non sembra del parere. «Lomellina Energia, in accordo con il piano industriale societario, il livello di servizio erogato ai clienti e i migliori standard ambientali, opera con l’obiettivo di mantenere le proprie tariffe su livelli concorrenziali, garantendo allo stesso tempo efficienza, qualità e competitività – commenta – Proprio per la tipologia del servizio effettuato, i contratti di riferimento sono di lungo termine, essendo basati su condizioni di scenario come i costi delle materie prime, i trasporti, le tariffe nazionali di riferimento e i vincoli normativi, fiscali e ambientali». Il dibattito si estende anche al tema della differenziata e al sistema di raccolta a calotte, che il Clir spa di Mortara, attivo in una quarantina di Comuni lomellini, ha deciso di potenziare. Malgrado i cittadini lomellini abbiano dimostrato di recepire questa sollecitazione, sembra però che la nuova Tares, il tributo che ha sostituito la Tarsu, per il momento non consenta sconti ai cittadini più virtuosi. «La Tares è un’ulteriore gabella sulle spalle dei Comuni e dei cittadini: non ci bastava l’Imu – dice Lorenzo Demartini, sindaco di Mede – Purtroppo la Lomellina sta scontando il contratto firmato con Lomellina Energia alla fine degli anni Novanta: contratto che non smetterò di definire capestro e che non favorisce chi differenzia il rifiuto». A Valeggio la nuova piazzola ecologica, nell’ultimo semestre, ha portato la differenziata al 66%, con punte dell’83% nell’ottobre scorso. «Ora abbiamo introdotto, con il Clir, il sistema di raccolta a calotte – spiega il sindaco Fabrizio Crepaldi – Sarebbe giusto premiare i Comuni e i cittadini che usano questo servizio in modo corretto». Umberto De Agostino

 

 

Raccolta rifiuti scontro sulle tariffe e il Clir accusa

13 febbraio 2013 —   pagina 42   sezione: Nazionale

Furgoncino con tre lavoratori fuori strada tra Mortara e la frazione Remondò di Gambolò. Solo spavento, ma nessuna ferita grave per i tre coinvolti. Secondo le prime ricostruzioni il mezzo è uscito autonamamente di strada, molto probabilmente a causa del fondo ghiacciato. I tre uomini a bordo di 40,44 e 59 anni sono stati portati precauzionalmente dalla Croce Rossa di Mortara al pronto soccorso dell'ospedale di Vigevano. PARONA Il Clir spa chiederà la revisione della tariffa di smaltimento dovuta a Lomellina Energia. Lo ha annunciato ieri mattina Eugenio Poles, vice presidente della società per azioni che raggruppa una quarantina di Comuni, durante l’illustrazione della gestione della Tares, il nuovo tributo comunale che ha sostituito la Tarsu. Oggi il Clir, alla società controllata da Linea Holding Group, versa 112 euro per ogni tonnellata di rifiuto solido urbano inviato al termodistruttore paronese. «Ritengo che sia una cifra elevata – ha commentato il medese Poles – Devo anche rilevare, purtroppo, che negli ultimi tempi i rapporti fra Clir e Lomellina Energia non sono stati gioviali». Toni diplomatici, cortesi, s’intende, ma è la prima volta che il Clir prende posizione in modo così netto sul problema delle tariffe e dei costi. Il vice presidente si è rivolto anche ai soci Clir presenti nella sede di via della Stazione: «Vi informo che abbiamo già avuto qualche abboccamento con la società, ma ne riparleremo in assemblea». L’uscita di Poles era collegata alla necessità di contenere i costi gestionali. Marco Rivolta, direttore generale del Clir, ha parlato della difficoltà di diminuire i costi a carico degli utenti, anche in relazione alla tariffa dovuta a Lomellina Energia: «In futuro dovremo cercare di appiattire gli aumenti». Ma per le famiglie più attente alla raccolta differenziata e al corretto smaltimento del rifiuto urbano c’è una buona notizia. Il nuovo sistema a calotte, introdotto per ora a Pieve Albignola, Scaldasole, Ottobiano, Valeggio e Torre Beretti, consentirà di monitorare l’effettivo utilizzo del cassonetto. «Con questo sistema elettronico a calotte avremo modo di capire come e quanto viene utilizzato il cassonetto: per le famiglie più “riciclone” potrà esserci uno sconto sulla quota variabile della Tares, che si dovrà pagare a partire da luglio – ha spiegato Rivolta – Purtroppo è utilizzato solamente nei paesi piccoli o nelle periferie di quelli grandi, ma non dimentichiamo che il Clir ha da tempo avviato la raccolta porta a porta nei centri lomellini più importanti. E a maggio Cilavegna sarà il primo Comune a essere interamente coperto dal porta a porta». Da segnalare che il Clir gestirà direttamente la nuova tassa rifiuti per i Comuni di Albonese, Breme, Candia, Castello d’Agogna, Cergnago, Dorno, Ferrera, Frascarolo, Lomello, Mezzana Rabattone, Pieve Albignola, Sartirana, Scaldasole e Valeggio. Umberto De Agostino

 

 Indagini a Parona, ora è bufera politica

01 febbraio 2013 —   pagina 46   sezione: Voghera

Consiglio comunale aperto: la richiesta arriva da Donatella Marzetto, consigliere della minoranza Parona Giovane. «La situazione è preoccupante, ma prima di dare giudizi lasciamo che gli organi inquirenti facciano il loro lavoro – commenta – Questa situazione non fa onore all’immagine del nostro paese. Comunque, gradiremmo che la maggioranza fornisse spiegazioni dettagliate al paese»... continua a leggere

 

 

Colli si difende così: «Sono tranquillo era un bel progetto»

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Nazionale

di Denis Artioli wPARONA Gli uomini della Guardia di Finanza si sono presentati al cancello dell’abitazione del sindaco Silvano Colli ieri mattina presto, alle 7.30. Erano in borghese. Gli hanno mostrato un decreto di perquisizione e sono entrati... continua a leggere

 

 

A Parona l’aria è sempre peggio

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Nazionale

PARONA Sul municipio di Parona non aleggia solo la nube dell’inchiesta, ma anche quella degli agenti inquinanti. Infatti nei primi 29 giorni del mese di gennaio, secondo i dati della centralina dell'Arpa, la pericolosa particella inquinante Pm10 ha superato per ben 20 volte la soglia di legge di 50 milligrammi per metro cubo previsto dalla legge. Limite che non può essere superato per più di 35 volte in un anno secondo la legge: Parona è quindi sulla buona strada per superare questa disposizione anche nel 2013. I valori del Pm10 nel mese di gennaio, a Parona, hanno superato a volte anche quelli del centro di Milano. Il picco massimo del Pm10 a Parona è stato toccato proprio il primo gennaio con un valore di 85 milligrammi per metro cubo. L’agente inquinante è stato sopra la norma consecutivamente fino al 4 gennaio, poi dal 6 al 13, dal 19 al 21 e dal 25 fino all’altro ieri. Nel 2013 dovrebbero partire dei controlli ambientali per capire le cause dell'inquinamento con un progetto congiunto da 100mila euro finanziato in parte dalla Regione che coinvolge Parona, Mortara, Olevano e Vigevano. L’obiettivo è capire da arriva l'inquinamento che affligge Parona. Sandro Barberis

 

 

«Adesso studieremo meglio le carte»

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Vigevano

Il sindaco di Parona, Silvano Colli, dopo l’arrivo della Guardia di Finanza ieri mattina a casa sua e in municipio, ha chiesto assistenza legale all’avvocato, suo omonimo, Giulio Colli (nella foto). Il legale è noto per essere stato tra i difensori di Alberto Stasi, lo studente universitario assolto dopo il caso del delitto di Garlasco. «Non ho ancora guardato le carte relative all’arrivo della Guardia di Finanza a Parona – spiega Giulio Colli – ho solamente ricevuto la comunicazione con cui vengo nominato difensore del sindaco di Parona». L’avvocato Giulio Colli afferma comunque di non «avere niente da aggiungere, almeno per ora. Per quel che ne so, almeno fino a questo momento, c’è solo un decreto di perquisizione, ma devo studiare le carte e solamente dopo averlo fatto potrò dire qualcosa su questa vicenda».

 

 

I comitati ambientalisti contro l’amministrazione

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Nazionale

PARONA Inquinamento e indagini. Arriva la reazione anche da parte dei comitati che da sempre denunciano pubblicamente la situazione di Parona: «Sulla questione finanziaria non ci esprimiamo – sottolinea Plinio Chiesa, responsabile dell’associazione Vigevano Sostenbile – perché non abbiamo dati in mano e non vogliamo parlare senza averne». Però l’associazione ambientalista ducale, che agisce in stretta sintonia anche con l’associazione Futuro Sostenibile in Lomellina guidata da Alda La Rosa, mette l’accento sulla questione dell'inquinamento a Parona dove nel mese di gennaio ci sono stati 20 giorni di Pm10 sopra i limiti. E, inoltre, Lomellina Energia, la società che controlla il termodistruttore di Parona, negli scorsi giorni ha annunciato la volontà di aprire una terza caldaia (operativa nel 2017) nell’impianto paronese con un investimento di 100 milioni di euro: «E’ un’assurdità nel 2013 ancora solo pensare di ampliare i termodistruttori – aggiunge Plinio Chiesa – un impianto come quello di Parona andrebbe usato fino all'esaurimento del suo ciclo di vita e poi smantellato pezzo dopo pezzo passando alla raccolta differenziata. Così sì fa nei paesi civili». (s.b.)

 

 

Parona, sequestri e perquisizioni

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Nazionale

di Adriano Agatti wPARONA Un ingente giro di denaro per l’appalto della costruzione dello snodo ferroviario di Parona. Lavori che non sono stati conclusi per la fine anticipata dei fondi. Ieri mattina la Guardia di finanza di Pavia ha perquisito gli uffici comunali di Parona e l’abitazione privata del sindaco Silvano Colli. Quattro sono le persone iscritte nel registro degli indagati per un’inchiesta che sembra essere solo alle battute iniziali. Silvano Colli è indagato con le accuse di peculato e di frode negli appalti pubblici. Giovanni Orizio, titolare della ditta Mcft Rail, è accusato di frode in pubbliche forniture. La sua ditta aveva ricevuto in subappalto parte dei lavori. Indagati anche Danilo Brandoni, amministratore pro tempore di Combitalia all’epoca dei fatti (anche lui dovrà rispondere all’accusa di frode in pubbliche forniture) e Giovanni Pecoraro, direttore dei lavori. Quest’ultimo è accusato di peculato. Ieri mattina i finanzieri hanno prelevato centinaia di documenti dagli uffici comunali. Contratti di appalto, delibere di giunta, mandati di pagamento che dovranno essere esaminati nelle prossime settimane. Tra quelle carte ci potrebbero essere i «segreti» dello snodo ferroviario di Parona. L’inchiesta è coordinata dai magistrati della procura della repubblica di Vigevano. Non è da escludere che, nei prossimi giorni, i finanzieri del colonnello Domenico Grimaldi eseguano altre perquisizioni. L’inchiesta riguarda l’appalto per lo scalo ferroviario di Parona e la destinazione dei finanziamenti. Un appalto che risale al 2003 per un importo di circa due milioni di euro. La Parona Multiservice, società del Comune di Parona, aveva affidato i lavori alla Combitalia, controllata dal Comune al 51 per cento. I lavori erano stati sospesi in breve tempo per il «prosciugamento» dei fondi. Una vicenda che sembrava ferma tra denunce e polemiche tra Orizio e il comune di Parona. Sino a quando la Corte dei conti aveva voluto fare chiarezza su conti del Comune di Parona. Il rapporto conclusivo, molto allarmante per la situazione finanziaria delle casse comunali, era stato trasmesso ai magistrati della procura della repubblica di Vigevano. Gli investigatori si erano resi conto che la vicenda dello scalo ferroviario avrebbe potuto avere implicazioni penali e hanno delegato l’inchiesta alla Guardia di finanza. Le fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Pavia non hanno perso tempo. Hanno svolto i primi accertamenti e hanno inviato un primo rapporto ai magistrati vigevanesi che nelle prossime settimane decideranno come indirizzare le indagini. L’altro giorno sono stati firmati i mandati di perquisizione. E così ieri mattina gli uffici comunali e le abitazioni degli indagati sono stati perquisiti alla caccia di documenti importanti per l’inchiesta.

 

 

«Accordi tra società per evitare la gara»

31 gennaio 2013 —   pagina 28   sezione: Vigevano

di Filiberto Mayda wPARONA La procura di Vigevano si è trovata, in qualche modo, la strada aperta dai colleghi magistrati contabili. Nel 2011, infatti, era stata proprio la Corte dei Conti a disegnare uno scenario di gravissime irregolarità amministrative, in particolare sulla vicenda del mai realizzato raccordo ferroviario di Parona... continua a leggere

 

 

Parona, nuova caldaia per l’inceneritore

30 gennaio 2013 —   pagina 67   sezione: Voghera

Nel 2018 i parametri dei macroinquinanti saranno abbattuti della metà. Lo prevede il decreto della giunta regionale 3019/2012, che ha sensibilmente ridotto i limiti delle emissioni in atmosfera per impianti come i termovalorizzatori. Oggi i limiti dei principali macroinquinanti, espressi in milligrammi per nano metro cubo, sono questi: 200 per la somma di ossidi di azoto (NOx), 50 per il monossido di carbonio (CO), 10 per l’acido cloridrico (HCl), per il carbonio organico totale (Cot) e per le polveri (Plv). Le specie che compongono i microinquinanti sono gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa; 0,01 milligrammi) e i metalli pesanti come cadmio, tallio e mercurio (0,05 milligrammi). Invece l’unità di misura per le diossine e i furani è il Fattore di tossicità equivalente (Fte), che non deve superare 0,1 milligrammi. Fra cinque anni questi livelli limite di emissione dovranno essere dimezzati. A questi parametri dovranno uniformarsi tutti gli impianti che producono emissioni e tra questi, naturalmente, anche l’inceneritore di Parona. PARONA L’inceneritore di Lomellina Energia avrà una nuova caldaia. «Ma è improprio dire che avrà tre linee di combustione. L’impianto continuerà a lavorare, di fatto, con due linee», ha affermato ieri in aula consiliare Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia, affiancato dal vice presidente Giulio Onori, dal sindaco Silvano Colli e dall’ingegner Adriano Carrara, progettista della nuova linea. Il progetto prevede la sostituzione della prima linea a letto fluido, entrata in funzione nel 1999, con una nuova tecnologia a griglia. Il costo dell’investimento sarà pari a 100 milioni di euro, che dovranno essere raccolti entro il 2014 con un project financing. La sostituzione diventerà operativa nel 2017 quando la vecchia caldaia avrà compiuto 18 anni di funzionamento e quindi sarà alla fine del ciclo produttivo. «L’adeguamento della prima caldaia ai parametri di emissioni che entreranno in vigore nel 2018 non sarebbe stato sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico – hanno spiegato Filisetti e Carrara – Inoltre, la tecnologia a griglia risulta essere ormai consolidata e con ottimi risultati dal punto di vista ambientale sul 90% dei termovalorizzatori». I quantitativi di rifiuti autorizzati rimarranno invariati anche nei due anni previsti per il collaudo della nuova linea: le 200mila tonnellate annue di rifiuti solidi urbani saranno suddivise fra la prima e la terza caldaia, mentre le 180mila tonnellate di combustibile da rifiuto (cdr) continueranno a essere bruciate nella seconda. Filisetti e Carrara hanno risposto anche alle perplessità sollevate dalla minoranza Parona viva e dal Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente, che avevano commentato: «Consideriamo immotivata e non sostenibile la richiesta della ditta di proseguire l’attività della prima caldaia per due anni dopo l’entrata in funzione della nuova». «Abbiamo richiesto due anni per il collaudo proprio sull’esperienza della seconda caldaia, i cui lavori sono iniziati nel maggio 2009 e terminati poco meno di due anni dopo – ha detto Carrara – Fra l’altro, la società che andrà a fornirci la caldaia e le altre strutture dovrà affiancarci per un anno allo scopo di verificare la messa a punto della nuova linea». La richiesta inoltrata alla Regione Lombardia è classificata come sostanziale modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in vigore. Questi i passaggi dell’operazione: entro il 2013 Lomellina Energia spera di ricevere le autorizzazioni, nel 2014 partirà la raccolta dei finanziamenti e fra il 2015 e il 2017 nascerà la terza linea di combustione. Tutto il procedimento è stato realizzato nella «massima trasparenza» e presentato in diverse riunioni agli amministratori comunali. Umberto De Agostino

 

 

Vedani, rinnovo dell’autorizzazione ambientale

23 gennaio 2013 —   pagina 35   sezione: Nazionale

PARONA Il Comune ha espresso parere favorevole al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) presentato dalla Vedani Carlo Metalli. «Abbiamo raccomandato alla Provincia di tenere in particolare considerazione gli aspetti delle emissioni in atmosfera e odorigene, dell’inquinamento acustico, della trasparenza e della pubblicità dei controlli, e della tutela della salute della popolazione», dice il sindaco Silvano Colli. Il Comune aveva indicato miglioramenti tecnico-strutturali destinati al confinamento delle zone di stoccaggio e di produzione dell’alluminio e dei rifiuti.

 

 

Pietrolino nominato direttore dell’azienda speciale

18 gennaio 2013 —   pagina 37   sezione: Nazionale

PARONA E’ Angelo Pietrolino, 45 anni, il nuovo direttore dell’azienda speciale “Parona”. Il professionista residente a Mortara è stato nominato dal sindaco Silvano Colli con un decreto a chiamata diretta: resterà in carica fino al 30 giugno. L’azienda speciale nata sulle ceneri della società Parona Multiservizi si occuperà principalmente della gestione della “Casa per l’anziano”. «Abbiamo nominato il direttore in tempi brevi per consentire la piena operatività all’azienda», dice Colli. (u.d.a.)

 

 

Parona, tre linee di combustione al termo

15 gennaio 2013 —   pagina 36   sezione: Vigevano

PARONA Tre linee di combustione per un periodo di due anni. E’ la richiesta di Lomellina Energia, società che gestisce l’inceneritore dei rifiuti, all’interno della modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il periodo di tempo è ritenuto troppo esteso dal Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente, per cui sarebbero sufficienti tre mesi. Lomellina Energia sostituirà la prima caldaia, che può bruciare 200mila tonnellate l’anno, con una di ultima generazione. Nessun aumento di quantitativo di rifiuti bruciati: fra primo e secondo forno rimarranno 380mila tonnellate. Il sindaco Silvano Colli conferma: «La prima caldaia era stata installata nel 1998. Ora ha fatto la sua storia e la società ha deciso di cambiarla. Non ci saranno modifiche alla convenzione né aumenti di tonnellaggio». La sostituzione programmata da Lomellina Energia, che fa capo a Linea Holding Group, ha sollevato gli interrogativi degli ambientalisti, che già due anni fa avevano paventato l’ampliamento del termodistruttore. «Ritenendo insufficiente il rapporto della società, abbiamo evidenziato le ben note criticità ambientali del nostro territorio, in particolare gli elevati livelli di Pm10 e la presenza di diossine, tali da indurre la Regione, la Provincia e il Comune di Parona a finanziare una campagna di monitoraggio nel 2013 per l’individuazione delle fonti responsabili dell’inquinamento», spiegano dal comitato guidato da Luigi Firpo. In merito al funzionamento in parallelo delle tre linee, è stato chiesto di limitare il periodo a un massimo di tre mesi e di contenere drasticamente il “bonus emissivo” che la ditta ha richiesto rispetto ai normali limiti di legge delle emissioni. «Abbiamo segnalato, inoltre, l’assoluta necessità che sia presentato un preciso piano di smantellamento della prima linea». A conclusione delle osservazioni presentate alla Regione, il comitato ha ritenuto opportuno sollevare un aspetto di carattere più generale. «Abbiamo evidenziato la necessità che si valutino le conseguenze della realizzazione del progetto di Lomellina Energia – aggiungono – Al momento non è dato conoscere le intenzioni della ditta al termine del ciclo di vita della seconda linea e supponiamo che l’attuale capacità complessiva di trattamento sarà mantenuta in futuro. Posto che le due linee sono sovrabbondanti rispetto alle esigenze di smaltimento della provincia, per altri 15 anni si andrebbe a consolidare una situazione già difficilmente giustificabile, che potrebbe risultare incoerente con i nuovi indirizzi di pianificazione». Umberto De Agostino

 

 

Biodigestore, il progetto ora arriva in Provincia

09 gennaio 2013 —   pagina 27   sezione: Voghera

di Denis Artioli wVIGEVANO Riparte il progetto per la costruzione del biodigestore sull’area di Cascina Cavalli, al posto della centrale a olio di palma. L’Asga (agenzia servizi gestioni ambientali), società di Asm Vigevano e Lomellina, ha presentato la richiesta di Valutazione di impatto ambientale... continua a leggere 

 

 

Tra Parona e Mortara 200mila euro da saldare

04 gennaio 2013 —   pagina 38   sezione: Nazionale

MORTARA Il Comune di Mortara ha incassato 195mila euro da quello di Parona. E'poco meno della metà dei soldi che l'amministrazione paronese guidata da Silvano Colli doveva entro fino 2012 a quella di Mortara diretta da Marco Facchinotti. Tra i due Comuni confinanti è in atto, proprio per questa somma, un contenzioso. Ma di che soldi si tratta ? Sono fondi che spettano al municipio mortarese in base ad un accordo del 2003 in cui il Comune di Parona si era impegnato a versare ogni anno a quello di Mortara parte dei profitti che le casse paronesi ricevono da Lomellina Energia, società che gestisce l'inceneritore. Il termodistruttore di Parona, che ogni anno brucia 280mila tonnellate di rifiuti provenienti per lo più da Vigevano, Lomellina ed Oltrepò, rende mediamente 6/7 milioni di euro all'anno. Parte dei soldi vanno al Comune di Parona, che ospita questa struttura aperta a fine anni '90, e che per compensare il danno ambientale portato anche al confinante territorio di Mortara ha accettato di versare ai vicini mortaresi parte degli introiti, che sono di circa 600mila euro all'anno. Un terzo di questi, quindi circa 200mila euro, dovrebbero andare a Mortara. Fino a poche settimane fa Mortara aspettava i soldi del 2010 e del 2011. Di fatto la tranche pagata negli scorsi giorni da Parona copre il debito della compensazione del 2010. Si attende il resto. (s.b.)

 

 

Parona, nuovi controlli caccia aperta a chi inquina

Provincia Pavese 04 Marzo 2012

L’obiettivo è capire da dove arrivano le particelle del Pm10 Lasagna: «L’Arpa ci chiederà un costo aggiuntivo, ma le analisi si faranno»

PARONA

Diossina e polveri sottili fanno paura anche alla Provincia. L’assessore provinciale all’ambiente Alberto Lasagna dispone controlli più approfonditi a Parona per capire quali sono le aziende che inquinano di più. Inoltre verranno isolate anche delle galline per capire se la diossina che è stata trovata nelle loro uova proviene dal mangime oppure dall’aria che respirano. Il problema però sono i costi. Queste analisi infatti non rientrano nei controlli di routine che l’Arpa fa per la Provincia (che per questo dà 70mila euro annui all’Arpa), ma in quelli straordinari. Quindi l’Arpa nei prossimi giorni presenterà un preventivo alla Provincia per i nuovi controlli: «Di fronte alla salute delle persone però non ci sono costi che tengano - spiega Lasagna - si devono fare e basta». La decisione di disporre i nuovi controlli è partorita dopo un incontro di Lasagna con il presidente della commissione ambientale provinciale Pierangelo Fazzini, l’Asl e l’Arpa. La settimana prossima ci sarà un nuovo incontro sul tema dell’inquinamento a Parona. Intanto però Alberto Lasagna, che ieri è stato intervistato anche dal Tg3 regionale sulla questione di Parona, sta spingendo sull’acceleratore affinchè partano i controlli. «Con i nuovi controlli andremo ad analizzare nello specifico le polveri sottili Pm10 di Parona - mette in luce Lasagna - i valori sono alti, ma al momento non sappiamo qual è la composizione delle particelle». Il picco era stato raggiunto a fine febbraio quando il Pm10 aveva raggiunto una concentrazione di 225 microgrammi al metro cubo, quattro volte e mezzo oltre la soglia limite di 50 microgrammi al metro cubo. Ora risulta difficile ancora capire chi è responsabile dell’inquinamento: le industrie e l’inceneritore del Clir sono però i maggiori indiziati: «Quando avremo i risultati delle nuove analisi dell’Arpa sapremo da dove provengono gli agenti inquinanti contenuti nel Pm10 - aggiunge Lasagna - avendo questo dato in mano potremo far sì che chi inquina prenda provvedimenti per abbattare le emissioni dannose nell’ambiente». I controlli riguarderanno anche le galline, dato che a Parona sono state trovate negli ultimi mesi uove contenenti diossione. Il metodo previsto dall’Arpa per analizzare le galline sarà semplice. Verrano lasciate a Parona, ma isolate dagli allevatori e nutrite con mangimi sani e certificati dall’Arpa. In questo modo sarà quindi facile capire se la diossina nelle uova arriva dal mangime o dall’aria che respirano le galline.

 

 

Pozzo inquinato, bonifica conclusa

04 agosto 2011 —   pagina 33   sezione: Nazionale

PARONA «Nessun allarmismo: i filtri del pozzo nord sono stati ripuliti: non c’è alcun pericolo per la salute della popolazione». Il sindaco Silvano Colli interviene sul caso di inquinamento del pozzo dell’acquedotto verso Cilavegna in cui erano stati riscontrati solventi alogenati, in particolare tricloroetilene e tetracloroetilene. L’acqua potabile è stata sottoposta a trattamento con i carboni attivi e depurata: comunque, l’erogazione nelle case private non è mai stata interrotta per via della presenza di un secondo pozzo attivo sul territorio. «Non c’è niente di anomalo: può succedere che i filtri rilevino sostanze come i solventi alogenati . L’importante è intervenire in modo rapido ed eliminare il problema, come hanno fatto il Comune e Asm Mortara». Ora il Comune sta attendendo di capire dall’Arpa i motivi di questo inquinamento e la provenienza delle sostanze contaminanti. (u.d.a.)

 

 

Parona, caccia all’inquinatore dei pozzi

03 agosto 2011 —   pagina 33   sezione: Vigevano

PARONA A provocare l’allarme inquinamento lo scorso maggio in uno dei due pozzi di acqua potabile di Parona erano stati dei pericolosi solventi chimici. La notizia emerge dalla relazione dell’Arpa provinciale che saranno resi noti oggi. Poi, si dovrà indagare sui possibili responsabili dell’inquinamento. In questo pozzo dell’acquedotto comunale, viene spiegano in una relazione, sono stati riscontrati «solventi alogenati, in particolare tricloroetilene e tetracloroetilene». Come prevede la procedura, l’acqua potabile è stata sottoposta a un trattamento con i carboni attivi e depurata: comunque, l’erogazione per i cittadini non è mai stata interrotta per via della presenza di un secondo pozzo attivo sul territorio. Ora il Comune sta attendendo di capire dall’Arpa i motivi di questo inquinamento e la provenienza delle sostanze contaminanti. Insomma, si tratta di capire prima di tutto come sia stato possibile l’inquinamento, e poi come prevenire altre situazioni simili. Non solo. Sarà importante verificare se e come i solventi siano stati deliberatamente versati nei campi, e poi indirettamente nell’acquedotto. In ogni caso, secondo l’assessore all’Ambiente, Mauro Sommi, non c’è alcun pericolo per la popolazione: «La situazione è sotto controllo dopo che Asm Mortara, che gestisce il nostro ciclo idrico integrato, è intervenuta tempestivamente con il sistema dei carboni attivi». Il pozzo dell’acquedotto situato nelle campagne verso Cilavegna è stato contaminato da solventi alogenati altamente pericolosi per la salute umana. Il tricloroetilene è un solvente per molti composti organici. Circa un secolo fa, al picco della produzione, il suo impiego principale era l'estrazione di oli vegetali da piante come soia, cocco e palma. Ha trovato uso anche come solvente per il lavaggio a secco, fino a quando non è stato soppiantato dal tetracloroetilene negli anni Cinquanta. Per via della sua tossicità e cancerogenicità, dagli anni Settanta questa sostanza non è più stata impiegata nell'industria alimentare e farmaceutica praticamente in tutto il mondo. Il Comune di Parona si è attivato contattando la Provincia, l’Arpa e l’Asl. «Attendiamo di conoscere gli esiti delle analisi eseguite sull’acqua del pozzo nord: dopodiché convocheremo un incontro tecnico per capire quanto successo», conferma Mauro Sommi. Umberto De Agostino

 

 

Parona Via il pollame e le uova dalla tavola Avvenire - ed. Milano -12/05/2011- P. 4

Il Comune in allerta per la diossina ritrovata in alcuni campioni analizzati.

Dopo qualche caso di diossina segnalata nelle uova, a dicembre, e le conseguenti preoccupazioni suscitate in tanti cittadini, il sindaco di Parona Lomellina, Silvano Colli, ha emesso un'ordinanza per porre un freno all'allarme riguardante la presenza di questa sostanza nei prodotti avicoli. I casi si erano verificati subito dopo quelli segnalati in Germania: in Lomellina però solo a Parona, piccolo centro di 2mila abitanti che ospita un inceneritore di rifiuti che serve parte della provincia di Pavia, si erano trovate tracce della sostanza. Le diossine sono cancerogene, persistenti, non biodegradabili, facilmente accumulabili nella catena alimentare.

 

 

Parona, l’acquedotto perde i pezzi

17 novembre 2010 —   pagina 41   sezione: Cronaca

 PARONA. Il cemento si è staccato in molti punti delle colonne portanti dell’acquedotto e ora i tondini di ferro interni al cemento armato sono scoperti. «Con il tempo questi tondini arrugginiscono e si staccano dal cemento compromettendo le qualità portanti del cemento armato», dice Donatella Marzetto, consigliere della minoranza «Parona giovane» che lancia l’allarme attraverso un’interpellanza inviata al sindaco Silvano Colli. «Come molti paronesi hanno senz’altro notato anche a occhio nudo, l’acquedotto di via IV Novembre non gode di ottima salute: così il nostro gruppo, attento alla sicurezza dei cittadini, vorrebbe sapere se sono già stati presi provvedimenti e, in caso positivo, quali - commenta Donatella Marzetto -. Nel caso non fosse stato preso alcun provvedimento, chiediamo di effettuare una perizia sulla struttura per conoscerne le reali condizioni e per sapere quali interventi siano necessari per ripristinarne lo stato ottimale, anche considerando la vicinanza dell’acquedotto a due condomini. A questo scopo sollecitiamo il sindaco a un rapido intervento». Il sindaco Colli conferma di voler intervenire: «Farò esaminare la struttura dal nostro ufficio tecnico, ma escludo in ogni caso qualsiasi problema per l’acqua distribuita nelle abitazioni. Mi permetto di suggerire a Parona Giovane di segnalare eventuali disguidi agli uffici comunali». Ma al centro delle iniziative di Parona giovane non c’è solamente l’acquedotto. Donatella Marzetto e gli altri componenti del gruppo fanno rilevare che il bando «Avviso esplorativo per la ricerca di manifestazione di interesse all’affidamento di incarico professionale per la redazione del Piano di governo del territorio» è scaduto il 6 agosto, senza alcun esito. (u.d.a)

 

 

La repubblica di Napoli - 26 marzo 2003 pagina 3 sezione: NAPOLI

Rifiuti dal Nord a Caserta "Ecco l' affare diossina"

Tutto autorizzato. Tutto senza controlli. Tutto assurdo: negli ultimi 40 giorni, 6500 tonnellate di rifiuti spediti dalla Lombardia alla Campania, sono finiti a Trentola Dugenta, nel casertano minacciato dalla diossina. Grave. Anzi gravissimo: perché come rivelano le bolle d'accompagnamento, la maggior parte di quegli «scarti della lavorazione dell' umido molto sospetti» - provenienti dall' Amsa di Milano (l' equivalente dell' Asìa napoletana) e dalla Lomellina Energia di Parona (Pavia), «è scomparsa», verrebbe da dire «volatilizzata», cioè spalmata sul terreno di vecchie discariche e cave da «bonificare». Nella Campania che appena due anni fa aveva tamponato l' emergenza spedendo al nord e in Germania i rifiuti, questa subdola onda di ritorno, si sta rivelando tragicamente velenosa, ancorché incontrollata. E svela nelle settimane successive all' allarme «diossina nel latte» e nel pieno di un' inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il vero affare dell' ecomafia nel terzo millennio: le bonifiche di siti già devastati, dalle cave le stesse discariche «chiuse» proprio dalla creazione dei nuovi impianti di smaltimento (i Cdr, e quando ci saranno, i termodistruttori). Perverso il circuito illegale che denuncia stavolta ancora con maggiore determinazione il sub commissario all' emergenza rifiuti della Campania Giulio Facchi. La prima denuncia alla Procura l' ha formata il 24 gennaio scorso. Ora un nuovo esposto, ancora più dettagliato, che prelude allo stop dell' invio di rifiuti in Campania da altre regione, come peraltro prevede la normativa. Intanto, nessun dubbio. «Si, in Campania arrivano rifiuti da altre regioni. Da Milano e ad esempio da Castelfranco, in provincia di Pisa. Lo abbiamo accertato direttamente sul posto, a Trentola Dugenta, nell' azienda Rfg, ma abbiamo informazioni di analoghe situazioni anche in provincia di Napoli, a Giugliano e anche nell' Agro nocerino sarnese». Cosa sta accadendo? «Bisogna partire un po' più da lontano», spiega Facchi. «Parliamo innanzitutto del Fos, della frazione stabilizzata dei rifiuti trattati dagli impianti.  Dovrebbe essere utilizzato come combustibile dai termovalorizzatori, ma c' è un altro impiego al momento redditizio. Viene utilizzato ad esempio per la copertura delle discariche e per il ripristino dei terreni delle cave. Ebbene ci sono molte aziende campane, 106 quelle che hanno già avanzato istanza, che hanno immediatamente capito l' affare, e grazie all' assenza di controlli efficaci e alle maglie larghe delle norme che regolano le autorizzazioni, riescono a conquistare questo nuovo e redditizio mercato, nel quale si riesce anche a far passare rifiuti speciali e nocivi per terriccio inerme, e a far risparmiare ad esempio un bel po' di denaro alle aziende del nord che mandano giù in Campania rifiuti sulla carta stabilizzati, ma di cui poi non vi è traccia, ad esempio, al capolinea di Trentola Ducenta». Vuol dire che può esserci un nesso con l' allarme diossina,  è stata trovata in latte e formaggi. «Credo proprio di sì. Di sicuro ci sono aziende tra le più note in Italia e che figurano in tutte le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti, che possono mandare in Campania, rifiuti speciali che poi ritroviamo nel calcestruzzo, a copertura delle discariche e delle cave. Ma perché proprio la Campania? «Certo potrebbero smaltire questi rifiuti al nord - spiega Facchi - ma teniamo presente che i rifiuti da rendere inerti e stabilizzati costano 5-600 vecchie lire al chilo, mentre i rifiuti che vengono denunciati come terriccio costano appena 80-90 lire al chilo. Un affare, no?». E così ora sarà la procura di Santa Maria Capua Vetere a stabilire e individuare le responsabilità di questo «invisibile» ennesimo attentato al territorio della Campania, realizzato con piena complicità dei nuovi affaristi delle ecomafie. Titolari dell' inchiesta che annuncia clamorosi sviluppi sono i sostituti Ceglie e Capasso. Sulla carta, tutto è apparentemente regolare. Ci sono due tipi di autorizzazioni per questi «trasferimenti di rifiuti». Ma basta anche una semplice «comunicazione di inizio attività», magari firmata ad hoc per un azienda, per aggiungere anche l' immondizia di altre regioni alle 4500 tonnellate prodotte ogni giorno dalla Campania, terra devastata dalle discariche, dove la camorra non ha mai mollato l' affare rifiuti. Sotto forma di Fos, magari terriccio, oppure con una forte dose di veleni e fanghi sospetti.

 

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