Parona, nuova caldaia per l’inceneritore
30 gennaio 2013 — pagina 67 sezione: Voghera
Nel 2018 i parametri dei macroinquinanti saranno abbattuti della metà. Lo prevede il decreto della giunta regionale 3019/2012, che ha sensibilmente ridotto i limiti delle emissioni in atmosfera per impianti come i termovalorizzatori. Oggi i limiti dei principali macroinquinanti, espressi in milligrammi per nano metro cubo, sono questi: 200 per la somma di ossidi di azoto (NOx), 50 per il monossido di carbonio (CO), 10 per l’acido cloridrico (HCl), per il carbonio organico totale (Cot) e per le polveri (Plv). Le specie che compongono i microinquinanti sono gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa; 0,01 milligrammi) e i metalli pesanti come cadmio, tallio e mercurio (0,05 milligrammi). Invece l’unità di misura per le diossine e i furani è il Fattore di tossicità equivalente (Fte), che non deve superare 0,1 milligrammi. Fra cinque anni questi livelli limite di emissione dovranno essere dimezzati. A questi parametri dovranno uniformarsi tutti gli impianti che producono emissioni e tra questi, naturalmente, anche l’inceneritore di Parona. PARONA L’inceneritore di Lomellina Energia avrà una nuova caldaia. «Ma è improprio dire che avrà tre linee di combustione. L’impianto continuerà a lavorare, di fatto, con due linee», ha affermato ieri in aula consiliare Vincenzo Filisetti, presidente di Lomellina Energia, affiancato dal vice presidente Giulio Onori, dal sindaco Silvano Colli e dall’ingegner Adriano Carrara, progettista della nuova linea. Il progetto prevede la sostituzione della prima linea a letto fluido, entrata in funzione nel 1999, con una nuova tecnologia a griglia. Il costo dell’investimento sarà pari a 100 milioni di euro, che dovranno essere raccolti entro il 2014 con un project financing. La sostituzione diventerà operativa nel 2017 quando la vecchia caldaia avrà compiuto 18 anni di funzionamento e quindi sarà alla fine del ciclo produttivo. «L’adeguamento della prima caldaia ai parametri di emissioni che entreranno in vigore nel 2018 non sarebbe stato sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico – hanno spiegato Filisetti e Carrara – Inoltre, la tecnologia a griglia risulta essere ormai consolidata e con ottimi risultati dal punto di vista ambientale sul 90% dei termovalorizzatori». I quantitativi di rifiuti autorizzati rimarranno invariati anche nei due anni previsti per il collaudo della nuova linea: le 200mila tonnellate annue di rifiuti solidi urbani saranno suddivise fra la prima e la terza caldaia, mentre le 180mila tonnellate di combustibile da rifiuto (cdr) continueranno a essere bruciate nella seconda. Filisetti e Carrara hanno risposto anche alle perplessità sollevate dalla minoranza Parona viva e dal Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente, che avevano commentato: «Consideriamo immotivata e non sostenibile la richiesta della ditta di proseguire l’attività della prima caldaia per due anni dopo l’entrata in funzione della nuova». «Abbiamo richiesto due anni per il collaudo proprio sull’esperienza della seconda caldaia, i cui lavori sono iniziati nel maggio 2009 e terminati poco meno di due anni dopo – ha detto Carrara – Fra l’altro, la società che andrà a fornirci la caldaia e le altre strutture dovrà affiancarci per un anno allo scopo di verificare la messa a punto della nuova linea». La richiesta inoltrata alla Regione Lombardia è classificata come sostanziale modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in vigore. Questi i passaggi dell’operazione: entro il 2013 Lomellina Energia spera di ricevere le autorizzazioni, nel 2014 partirà la raccolta dei finanziamenti e fra il 2015 e il 2017 nascerà la terza linea di combustione. Tutto il procedimento è stato realizzato nella «massima trasparenza» e presentato in diverse riunioni agli amministratori comunali. Umberto De Agostino