In Lomellina più smog che a Roma e Bologna
07 giugno 2013 — pagina 39 sezione: Nazionale
MORTARA L’interesse della ditta bergamasca Eco Trass, specializzata nel trattamento di rifiuti e fanghi per l’agricoltura, per l’acquisto di un’area di 20mila metri quadri alle porte di Mortara riaccende il timore – nonostante l’azienda abbia detto di non volere fare impianti per il trattamento di fanghi- di nuovi insediamenti inquinanti in una zona già provata da questo punto di vista. L’aria della vicina ma Parona, dove ci sono industrie metallurgiche e l’inceneritore, è inquinata, mentre a Mortara ci sono già due centrali elettriche a biomasse (Sit e Maire Tecnimont nell’adiacente Olevano), il polo logistico (500 camion a settimana), passa l’elettrodotto Trino-Lacchiarella e nei progetti dovrebbe transitare anche l’autostrada Broni-Stroppiana. Gli ambientalisti sono preoccupati: «In un territorio già saturo di impianti di ogni genere si pensa di inserirne un altro in area Cipal – sottolinea Alda La Rosa, leader del comitato Futuro Sostenibile in Lomellina – C’è una totale assenza di politiche industriali che rispettino l’ambiente appigliandosi al ritornello molto stantio che si creano posti di lavoro. Sarebbe ora che si uscisse da tale miopia per creare realmente posti di lavoro con impianti industriali compatibili con la salute di chi il territorio lo abita e con la valorizzazione dell’ambiente per mettere finalmente fine alla sua sistematica distruzione». Intanto il comitato “Per la salute e l’ambiente” di Parona guidato da Pietro Firpo ha inviato una lettera ai sindaci lomellini per chiedere «una politica di gestione dei rifiuti fondata sui principi del recupero, del riciclo e della riduzione del ricorso all’incenerimento». Anche i dati non sono confortanti. La centralina dell’Arpa, l’ente regionale che sorveglia sull’ambiente, di Parona anche nel 2013 ha rilevato sforamenti dei valori delle polveri sottili. La legge prevede al massimo 35 fuoriuscite (il valore limite è di 50 milligrammi per metro cubo d’aria) all’anno. A Parona questo limite è stato raggiunto il 3 marzo, ed ora siamo già a 43 sforamenti, più di Bologna e Roma Tiburtina. Leggermente meglio del 2012 quando erano stati 50 nei primi cinque mesi dell’anno, anche se va detto che a fine marzo 2013 (quando i valori del Pm10 erano piuttosto alti) la centralina è stata guasta per una settimana. Insomma un altro insediamento inquinante sarebbe troppo per il territorio: una convinzione trasversale che abbraccia sia il centrosinistra alla guida della Provincia sia la giunta leghista di Mortara: «Non vogliamo arrivare ad avere i tamburi della protesta – spiega l’assessore all’Ambiente di Mortara Fabio Farina – ogni nuovo insediamento, prima di essere autorizzato e vista la situazione attuale dell’inquinamento, dovrà essere valutato con estrema attenzione». Sandro Barberis