Rassegna Stampa Inquinamento 2013

 

Corteolona, i sindaci davanti al Tar contro l’inceneritore

18 agosto 2013 —   pagina 14   sezione: Vigevano

«La provincia di Pavia produce 350mila tonnellate di rifiuti, ma ha due impianti, quello di Corteolona e quello di Parona, che ne trattano 600mila». Per il sindaco di Santa Cristina, Elio Grossi, questi dati dimostrano che «non ha senso autorizzare il triplicamento dell’impianto di località Manzola Fornace». A conferire i rifiuti urbani ad A2A Ambiente sono i Comuni del cosiddetto «Bacino B»: Pavia, Pavese e Oltrepo orientale. Si tratta di 80 Comuni che portano a smaltire quasi 80mila tonnellate all’anno di rifiuti. Se il nuovo impianto verrà autorizzato definitivamente le tonnellate saliranno a circa 240mila. Spazzatura che, sostengono parecchi amministratori locali, potrebbe arrivare anche da fuori regione. Adesso, dopo il rilascio della Via da parte di Palazzo Lombardia, la palla passa alla Provincia. L’iter per l’approvazione del nuovo progetto voluto da Ecodeco, diventata ora A2A Ambiente, era stato avviato nel 2009. Dopo uno stop chiesto da A2, la procedura è stata riavviata ai primi di agosto, dopo l’ok regionale. CORTEOLONA Sono decisi a ricorrere al Tar i sindaci della Consulta ambiente e territorio che comprende centri della Bassa e dell’Oltrepo pavese. Lo hanno stabilito al termine di un incontro che si è svolto l’altra sera a Santa Cristina. Compatti nel dire no al potenziamento dell’impianto che triplicherebbe la quantità di rifiuti che entrerebbe nel Centro integrato di Corteolona e passerebbe dagli attuali 70mila a 240mila tonnellate. Ribadito quindi il parere negativo al nuovo impianto di A2A Ambiente che «è inutile e dannoso», dice il sindaco di Santa Cristina Elio Grossi che lo boccia senza riserve, precisando che «si deve puntare al riciclo e al riuso del rifiuto e non all’incenerimento, come avviene nella nostra provincia dove gli impianti trattano un volume di rifiuti maggiore di quello che produciamo». «E’ evidente che i conti non tornano», sottolinea Grossi, mentre Enrico Berneri, primo cittadino di Monticelli Pavese e presidente della Consulta ricorda che «la Lombardia, con circa 10milioni di abitanti, ha 13 inceneritori, contro un solo inceneritore presente nel Veneto che ha quasi 5milioni di abitanti». Berneri parla della necessità di pensare alla salute dei cittadini e alla difesa dell’ambiente e di puntare alla «valorizzazione del rifiuto come materia prima e seconda, unico modo per ridurre la Tares». «Ci continueremo a battere contro gli interessi imprenditoriali delle lobbies, in difesa del nostro territorio che non diventerà la pattumiera della Lombardia», insiste il presidente della Consulta di cui fanno parte 13 Comuni, 10 della Bassa (Monticelli, Santa Cristina, San Zenone, Costa de’ Nobili, Spessa, Badia, Albuzzano, Gerenzago, Inevrno e Monteleone, Miradolo) e 3 dell’Oltrepo (San Cipriano, Portalbera e Bosnasco). «Attenderemo le valutazioni dei consulenti – spiega Grossi – poi presenteremo ricorso, proposta che verrà presentata a tutti i Comuni del Basso pavese. Non intendiamo perderci in inutili polemiche, non abbiamo interessi specifici, se non quello di salvaguardare salute e ambiente, oltre che di abbassare i costi a carico di cittadini e Comuni. L’obiettivo è pensare alla realizzazione di centri diversi, visto che l’Europa ci impone di alzare la soglia della raccolta differenziata, e di fermare il potenziamento dell’impianto». Attraverso le vie giudiziarie. Decisione che ha già ricevuto la benedizione dei consiglieri regionali Angelo Ciocca e Iolanda Nanni. «Chiederò all’assessore regionale Terzi un incontro con Provincia e Comuni – dice Ciocca – Dobbiamo unire le forze e pensare alla salute dei cittadini. Ora bisogna capire il potere delle prescrizioni contenute nel decreto regionale che autorizza la Via (la valutazione di impatto ambientale) e tenerne conto in sede di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il nostro territorio non deve diventare l’Ilva di Taranto». E a settembre, sul tavolo dell’assessore regionale all’ambiente arriverà anche la richiesta dei 5 Stelle di bloccare il progetto. «La Via è carente – incalza Nanni – esistono lacune, ad esempio sulla viabilità, che non avrebbero dovuto consentire alla Regione di autorizzare l’ampliamento di un inceneritore dove entrano rifiuti speciali che in origine erano comunque rifiuti solidi urbani. Assistiamo a un palleggio tra le forze politiche che danneggia i cittadini. La Regione aveva rassicurato il territorio e poi aveva fatto un dietro front che non comprendiamo per la totale incoerenza». Per i 5 Stelle l’alternativa è la realizzazione di un centro riciclo sul modello Vedelago che «porterebbe nuovi posti di lavoro». E se il sindaco di Albuzzano, Margherita Canini, è d’accordo sul fatto che «esistono alternative all’incenerimento» e che «il nuovo impianto di A2A non serve al territorio», il primo cittadino di Spessa, Giuliano Spiaggi, ricorda «i dati preoccupanti dell’incremento del numero di tumori nella Bassa» e che «l’inquinamento in Lombardia ha valori da bollino rosso». «Dobbiamo difendere i prodotti delle nostre terre – aggiunge – l’agricoltura è tra le fonti primarie di reddito ed è chiaro che questo ampliamento ci preoccupa, come anche il fatto che i residui della discarica potrebbero raggiungere le falde acquifere». Stefania Prato

 

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