L’inceneritore di Parona è il gemello di Robbins (stessa tecnologia a letto fluido – l’unica variante è il quantitativo bruciato). L’inceneritore di Robbins è stato chiuso nel 2000 dall’EPA (Environmental Protection Agency US) perché ha violato i limiti federali di emissione dello Stato per il monossido di carbonio, idrocarburi totali, e l’opacità (la quantità di luce oscurata). Inoltre, il superamento dei limiti operativi sono causa di una inefficiente temperatura dei gas di combustione durante quel periodo. Queste anomalie possono provocare la formazione e l’emissione di sostanze tossiche, come le diossine e i furani.
Leggi: Epa Cites Robbins Iincinerator For Air Pollution (PDF 15 KB)
Gli investitori che hanno comprato 321 milioni di dollari in obbligazioni saranno fortunati se riusciranno a recuperare 35-45 centesimi per ogni dollaro investito.
Leggi: Investimenti Inceneritore di Robbins (PDF 9 KB)
Nel 1998 periodo in cui iniziavano i lavori per l’Inceneritore di Parona, negli Stati Uniti lo sviluppo di questi impianti era ad un punto morto. Negli USA gli impianti di incenerimento erano la tecnologia più impopolare.
Leggi: Stati Uniti – Pubblica oppisizione agli inceneritori (PDF 14 KB)
Movimenti di Giustizia Ambientale (The Environmental Justice Movement) negli Stati Uniti hanno constatato che il razzismo ambientale esiste, nota è “la battaglia per l’inceneritore di Robbins a Chicago”. Comunità afro-americane, come Robbins, sono stati descritti a livello ambientale come “zone sacrificate” , mentre intere nazioni e regioni del Terzo Mondo sono stati denominati come discarica globale “global dumping ground” e di dipendenza “per le nazioni industrializzate”. Lo studio storico del caso, rende chiaro, un focus sui processi socio-politici che l’inceneritore di Robbins ha fatto emergere, rivelando un processo più complesso di quanto si possa credere. Questo è stato un caso di razzismo ambientale, hanno sostenuto. Mentre la società non aveva a cuore la comunità, la comunità era in una situazione finanziaria difficile si sentivano di non avere scelta, ma hanno portato l’inceneritore in tribunale. La coalizione EJ si è basata su una duplice strategia. In primo luogo, hanno messo in luce l’impianto di Robbins incorniciandolo come razzismo ambientale. In secondo luogo, hanno cercato di abrogare la legge “Retail Rate”. Senza di essa, Foster Wheeler le imprese dell’inceneritore e altri perderebbero profitti. Nel 1993, quasi una dozzina di comuni a sud della periferia approvano risoluzioni opposte all’inceneritore di Robbins. Ciò significava che le potenziali fonti regionali di spazzatura per alimentare questi inceneritori sono andati via via diminuendo.
- In Italia continuano a prelevarli dalle nostre tasche si chiamano Certificati Verdi o CIP- 6 (dovevano andare alle energie rinnovabili) – L’inceneritore di Parona li riceverà fino all’anno 2014.
Se negli Stati Uniti l’Incenerimento è razzismo ambientale, in Italia è una discriminazione sociale e di classe.
Parona (la sacrificata) è stata scelta dalla lobby politica trasversale favorevole agli inceneritori, perché sapevano prima di cominciare come sarebbe andata a finire.
La lettura del documento sotto riportato rivela un incredibile parallelismo e un’analogia tra i due inceneritori, con una sostanziale differenza: “Grande America – Piccola Italia“.
Leggete con molta attenzione il documento:
Robbins – Razzismo e incenerimento (PDF 26 KB)
e osservate cosa è diventato questo paese:
Volantino del WWF festa di Parona anno 2006 (PDF 556 KB)
I quotidiani locali a quei tempi scrivevano questo:
Provincia Pavese (18/12/1997):Termodistruttore, ecco tutti i retroscena
(di Clotilde Veltri – PDF 494 KB)
Informatore Vigevanese (02/12/1999):Dagli Usa, tutti i guai della Foster Wheeler
(di Carlo Vella – PDF 804 KB)
Inceneritore di Robbins