Consiglio Comunale (30-09-2011)

Ordine del Giorno

del Consiglio Comunale di Parona convocato per il giorno 30 Settembre 2011 alle ore 18.00

  1. Comunicazione dell'avvenuto deposito dei verbali delle deliberazioni adottate nella seduta precedente;
  2. Risposta ad Interpellanza presentata a firma dei Consiglieri Comunali Trovati Luca, Brunazzi Chiara, Ambrosetti Claudio e Marzetto Donatella in data 09.06.2011 prof. n. 2946;
  3. Risposta ad Interpellanza presentata a firma dei Consiglieri Comunali Trovati Luca, Brunazzi Chiara, Ambrosetti Claudio e Marzetto Donatella in data 09.06.2011 prot. n. 2947;
  4. Risposta ad Interpellanza presentata a firma dei Consiglieri Comunali Trovati Luca, Brunazzi Chiara, Ambrosetti Claudio e Marzetto Donatella in data 19.09.2011 prot. n. 4526;
  5. Risposta ad Interpellanza presentata a firma dei Consiglieri Comunali Trovati Luca, Brunazzi Chiara, Ambrosetti Claudio e Marzetto Donatella in data 19.09.2011 prot. n. 4527;
  6. Ratifica deliberazione della Giunta Comunale n. 89 del 16.09.2011 avente ad oggetto "Variazioni alle dotazioni del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011;
  7. Variazioni alle dotazioni del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011;
  8. Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e verifica degli equilibri del Bilancio dell'esercizio finanziario 2011. Presa d'atto del permanere degli equilibri del Bilancio;
  9. Approvazione Regolamento per gli affidamenti dei lavori, forniture e servizi in economia in attuazione dell'art. 125 D.Lgs. n. 163/2006 e degli artt. 173 e ss. e 332 e ss. del D.P.R. n. 207/2010.
La suddetta adunanza si è tenuta presso la sala consigliare del Palazzo Comunale, in Piazza Signorelli, n° 1
 

Relazione della Nuova Stagione sulla seduta:

Si segnala che C. Brunazzi e D. Marzetto erano assenti giustificati.

 

Il capogruppo di Parona Viva L. Trovati prima di iniziare ad illustrare le interpellanze chiede che i prossimi consigli comunali ritornino ad essere convocati per il dopo cena. Ricordo che la Nuova Stagione ha criticato questi orari pertanto condividiamo che si torni ad orari consoni che permettano a chi lavora di seguire le sedute soprattutto i pendolari.

 

Le minoranze hanno fatto bene a ripresentare temi già discussi. La prima interpellanza è sulle diossine nelle uova. Trovati vuole sapere a che conclusione è arrivata l’ASL per la seconda fase prevista delle analisi. Il Sindaco come sua consuetudine cerca di girarci intorno dicendo che si sono attivati con il comitato per delle analisi in proprio e che l’ASL non ha ritenuto esserci un pericolo per la popolazione. Condividiamo la risposta di Trovati che non è soddisfatto in quanto il comune non ha esercitato nessuna pressione verso l’ASL per sapere come fanno i controlli con quali criteri e con che tipo di metodologia. Il solito Sommi interviene come difensore del diavolo dicendo che il comune è a posto perché ha fatto un’ordinanza e si è accordato con il comitato puntando il dito solo sull’allevamento. Trovati dissente perché questo non prova niente e non tranquillizza i cittadini, anche se in uno dei due allevamenti si sono riscontrate delle criticità. Come Nuova Stagione aggiungiamo che se hanno trovato la diossina nelle uova, l’ASL dovrebbe approfondire la ricerca sui terreni studiati nel monitoraggio da Cenci e verificare gli effetti collaterali sui neonati e nel latte di mucca e rendere pubblici tempestivamente i risultati (vedi comunicato stampa precedente - PDF 320 KB). Durante questo dibattimento ho scritto su un foglio di blocco notes "ASL Canile Lager" per sottolineare che anche per il canile di Parona non hanno riscontrato niente. Dovrebbero venire quelli di Striscia la Notizia ad intervistare i cittadini di Parona che sono entrati li dentro per sentire cosa dicono. L'unico che è sempre sicuro che va tutto bene è il Sindaco che dovrebbe essere il primo cittadino a preoccuparsi.

 

Anche la seconda interpellanza era un tema già noto: “Prevedeva la modifica dello statuto per porre il vincolo sulle centrali da non insediare sul territorio”, anche per questa interpellanza il Sindaco ci gira intorno con le solite scuse che dobbiamo prendere tempo per non esporci a dei contenziosi. Ha già tirato alla lunga per un anno

Fino a quando tirerà alla lunga ?

Probabilmente fino a quando lui o qualcun altro riuscirà a rifilarci qualche altra schifezza.

E' ovvio che Trovati e le minoranze non possono essere d'accordo, come è ovvio che condividiamo questa loro presa di posizione.

 

La terza interpellanza l’ha illustrata C. Ambrosetti. Senza muovere critica alcuna al personale chiedeva di modificare il regolamento per dare tempi certi per la consegna di documenti utili ad espletare il mandato di consigliere lamentando tempi biblici per la consegna. Qui parlo da esperienza personale segnalando le identiche difficoltà, però non mi era difficile capire chi era colui che metteva i paletti per non rendere trasparente l’attività amministrativa. Mi sa che lo hanno capito proprio tutti. Non sto a conteggiare le volte che mi sono rivolto al Prefetto per fare valere queste sacrosante ragioni, ma siamo in Italia e se va tutto a rotoli ci sarà pure una ragione. Certo che se penso al confronto che ho fatto con Caronno Pertusella, mi chiedo: "come mai con il doppio del personale non impieghiamo metà del tempo". O a Parona cazzeggiano o la colpa è di qualcun altro. Io sono per la seconda ipotesi.

 

L’ultima interpellanza ha fatto andare in bestia Trovati che ha abbandonato l’aula consigliare. Anche il pubblico non ha retto e la maggior parte è uscita per solidarietà. Capisco cosa vuole dire perdere le staffe, mi è capitato anche a me, avviene di solito quando perdono la decenza istituzionale. Trovati chiedeva solamente i bilanci separati delle società Multiservizi e Casa dell’Anziano, questa era l’analisi che prevedeva il Presidente Giulio Colli per capire eventuali sprechi e come fare per ottimizzarli. Ma la solita risposta evasiva del Sindaco “che per legge non si poteva darli separati” non era sopportabile e giustamente un consigliere si domanda: “cosa vengo qui a fare se si è presi in giro fino a questo punto”. Queste sono società a capitale pubblico e nessuno può credere a fantasie di questo genere, lo sa bene il nostro Sindaco, che finge di non ricordarsi quando era in minoranza nella scorsa legislatura e pretendeva di visionare i bilanci.

Visti questi comportamenti, la cosa migliore per il paese è sicuramente il ritorno del commissario, almeno siamo sicuri che nessuno arrecherà altri danni.

Per le minoranze rimane in aula solo Ambrosetti, viene illustrata la variazione di bilancio, viene detto che è necessario per via delle minori entrate tributarie legate alle manovre e al federalismo fiscale del governo. Viene ricordato che il parere del revisore dei conti è favorevole ma continua a pesare il monito della Corte dei Conti.

Il consiglio si conclude con l'approvazione del regolamento per l'affidamento dei lavori, forniture e servizi in economia che integra le modifiche imposte dalle nuove normative. Sulle variazioni di bilancio e il regolamento la minoranza si è astenuta.

 

 
 
 

Sopra trovate alcuni articoli pubblicati dai giornali locali sul Consiglio Comunale

Chiunque può commentare criticare dissentire o dire la sua scrivendo sul Blog della NuovaStagione o continuare a stare in silenzio come ha fatto fino ad oggi.

 

la Provincia Pavese - 18 ottobre 2011

Multiservizi, conti in attivo Trovati: «Non è chiaro come»

 

PARONA Il saldo della Parona Multiservizi spa è tornato in attivo negli ultimi due anni. Lo ha confermato il sindaco Silvano Colli nell’ultimo consiglio: la risposta all’interpellanza, però, non ha soddisfatto Luca Trovati, capogruppo di minoranza, che ha abbandonato l’aula. Discutendo della richiesta di chiarimenti avanzata dalla Corte dei conti, Colli ha spiegato che nel 2008 il passivo della municipalizzata era di 497mila euro e di 97mila nel 2009. «Già l’anno scorso c’era un attivo di 2mila euro, saliti ai 70mila di oggi – ha spiegato Colli – C’è stato un processo alla rovescia: da un passivo molto elevato si è passati a un attivo. Ricordo, poi, che non si possono separare i conti delle aziende all’interno e che i dati forniti sono dati chiari e precisi». Trovati ha replicato: «Il nuovo consiglio d’amministrazione aveva ritenuto possibile separare la gestione della Multiservizi da quella della Casa per l’anziano. Adesso si apprende che non è possibile: ci chiediamo dove stia la verità. E poi i consiglieri di maggioranza si accontentano di sapere che si è in attivo di 70mila euro senza chiedersi come si è determinato l’attivo».

la Provincia Pavese - 9 Ottobre 2011 - ( leggi i commenti sul sito della Provincia Pavese )

Ecco le sette accuse della Corte dei Conti su “Parona Servizi”

Dure contestazioni alla gestione dei rapporti economici con il Comune. Nel mirino oltre 9 milioni di finanziamenti

di Filiberto Mayda

 

PARONA

L’obiettivo era tanto rischioso quanto ambizioso: fare i lavori senza i soldi nelle casse comunali. Non che fosse così complicato, aveva pensato qualche amministratore, bastava creare una società, poi farne un’altra e trovare il denaro in prestito. Ci hanno provato a Parona, iniziando nel 2003, e oggi la Corte dei Conti contesta gravissime irregolarità contabili, di trasparenza, di violazione delle norme di legge sugli appalti e sull’uso delle società di scopo. Per capirci subito: il “rosso” per il Comune di Parona, prima non certificato, è ora di quasi 8 milioni di euro, cifra, rileveranno i giudici, non messa neppure a bilancio. Sono dunque 43 pagine al fulmicotone firmate dal relatore Laura De Rentiis e controfirmate dal presidente del collegio, Nicola Mastropasqua, e che «accertano» sette precise violazioni, invitando l’amministrazione comunale di Parona «ad attivarsi per far fronte alle gravi irregolarità finanziarie» e a verificare «l’esatta indicazione dei residui passivi per gli anni 2008, 2009 e 2010», in buona sostanza contestando la veridicità dei relativi bilanci annuali. E il Comune, che oggi ha come sindaco Silvano Colli (prima di lui ci sono stati il commissario prefettizio e il sindaco Giovanna Ganzi), dovrà appunto muoversi su due binari: coprire il buco finanziario e fornire spiegazioni alla Corte dei Conti, altrimenti, in caso di condanna, qualche amministratore potrebbe essere costretto a rispondere del danno erariale, insomma a pagare di tasca sua. Sempre che poi gli atti non vengano trasmessi alla Procura della Repubblica, che comunque potrebbe anche muoversi

I soldi non bastano mai

Spiegare questa complicatissima vicenda non è semplice. Tutto inizia con la costruzione del termovalorizzatore, insommal’inceneritore, nel lontano 2000. Con Lomellina Energia, infatti, si firma una convenzione che prevede un primo finanziamento di opere pubbliche per 3 milioni di euro. Cifra importante, ma neppure clamorosa: sarebbe stato sufficiente prendere i soldi e appaltare le opere. Invece viene costruita una società di scopo, la Parona Servizi Spa. E passi, diranno i giudici, è prevista dalla normativa. Insomma, con quei soldi Parona Servizi fa le opere. Non è così. In realtà la società va a cercare finanziamenti bancari, inizialmente, per un somma complessiva di 6 milioni di euro, quindi il doppio di quanto comunque sarebbe arrivato da Lomellina Energia. Qui nasce il pasticcio finanziario, poco «trasparente», faranno notare i giudici, anche perché a versare i soldi alla società, al 100% del Comune,sarà il Comune stesso.

Giochi contabili

Per la Corte dei Conti siamo di fronte ad un gioco di prestigio contabile, «uno spostamento dell’indebitamento dal bilancio comunale al bilancio della società partecipata». Non solo. Quando la Parona Servizi va a cercare soldi dalle banche, non avendo alcun patrimonio, ottiene dal Comune le garanzie. Di fatto, se non pagasse le rate, ne risponderebbe l’amministrazione comunale. Con questa operazione, aggirando i divieti normativi sugli indebitamenti degli enti locali, «l’indebitamento formalmente ricade sulla società ma gli oneri passivi derivanti da detta esposizione debitoria, in violazione di legge, vengono sostenuti dal Comune sotto forma di erogazione di contributo alla sua partecipata». Non solo: questo comportamento «espone il Comune a una sua responsabilità pressoché illimitata per i debiti contratti dalla società medesima». Complessivamente, per 9,8 milioni di euro (per la sola parte capitale, ci sono poi da aggiungere gli interessi).

Il maxi indebitamento

Questa cifra di indebitamento è persino superiore a quanto versato da Lomellina Energia dal 2000 al 2007, ossia 8 milioni e 363mila euro. Perché cercare soldi in banca, allora, pagando fior di interessi e fior di (costosi) intermediatori? Scrivono infatti i giudici, sorpresi: «Premesso che il Comune ha solo 2.060 abitanti, è di non facile comprensione la considerevole esposizione debitoria della sua partecipata verso le banche, visto che il Comune ha goduto di una costante “liquidità” per i contributi erogati da Lomellina Energia”...». Per tacere dei costi aggiunti e forse inutili. Ad esempio i 150mila euro pagati dal Comune alla Parona Servizi (la quale non ha liquidità sufficiente) per la parcella a favore delle società “A&R Project Consulting” e “Banca Profilo” per «la pratica di un finanziamento andato a buon fine e per il quale hanno prestato la loro consulenza».

La strana coppia

C’è poi il caso della nascita della Parona Multiservizi, fusione tra la vecchia società e la società Casa per l’Anziano che «non trova alcuna giustificazione logica». D’altro canto, la prima appaltava lavori per le strade, la seconda gestiva una residenza per anziani. Ma come, dirà il Comune, «la fusione ha generato risparmi fino a 80mila euro annui». I giudici replicano e insistono: «Argomentazione generica e priva di qualsiasi riscontro» Anche qui, la Corte ha il sospetto che la fusione sia servita a «rendere non facilmente intellegibili le entrate e le uscite finanziarie connesse».

Il raccordo infinito

La vicenda del mai realizzato raccordo ferroviario è descritta nei dettagli. Ma la sintesi dei giudici è che l’utilizzo della società partecipata Combitalia abbia avuto come obiettivo quello di «eludere le regole dell’evidenza pubblica in sede di aggiudicazione di lavori pubblici e per eludere le norme che garantiscono la trasparenza in sede di esecuzione del contratto d’appalto dei lavori». Parole pesanti. E fin qui, sono questioni amministrative. Il fatto concreto è che il raccordo non c’è e che, come scriverà il perito nelle sue considerazioni finali, «non esiste un metro di binario o di scambio che si possa considerare finito e inoltre è illegittima la dichiarazione di ultimazione lavori, gravemente incompleti e viziati». Ma intanto sono stati pagati stati di avanzamento lavori per 1,9 milioni di euro. A dir poco, c’è stata una «mancata vigilanza».

la Provincia Pavese - 07 ottobre 2011

Accuse a Colli Ora il sindaco minaccia una querela

 

PARONA «Spetta alla Corte dei conti individuare eventuali responsabilità del dissesto finanziario del nostro Comune. Non certo alla minoranza Parona viva, cui risponderò nelle sedi più opportune dopo...

«Spetta alla Corte dei conti individuare eventuali responsabilità del dissesto finanziario del nostro Comune. Non certo alla minoranza Parona viva, cui risponderò nelle sedi più opportune dopo essermi consultato con i miei legali». Il sindaco Silvano Colli risponde così a Luca Trovati e alla sua minoranza, che nei giorni scorsi hanno tappezzato il paese con manifesti che rievocano gli accertamenti della Corte dei Conti sulla gestione del Comune e delle società partecipate Parona Multiservizi e Combitalia. Parona viva ha invocato le dimissioni di Colli, che governa dal 2009 e, ancora prima, dal 1973 al 2004. «Io sono tranquillo e attendo la fine dell’indagine della Corte dei Conti, cui spetta per legge indicare eventuali responsabilità nella gestione delle finanze comunali – commenta Colli – Il risanamento sta procedendo come previsto e, fra circa 15 giorni, potremo essere più precisi: nel frattempo, respingo queste accuse pubbliche che ritengo irrispettose, offensive e anche immorali. Parona viva non può arrogarsi il diritto di giudicare quando un’indagine è ancora in corso». Umberto De Agostino

 

 

la Provincia Pavese - 5 Ottobre 2011

Parona, accuse al sindaco sui manifesti
 
 
 
 

PARONA Il sindaco deve dimettersi. Questa la richiesta della minoranza Parona viva, che ha invaso il paese di manifesti e di volantini con cui chiede a Silvano Colli di lasciare la poltrona che occupa dal 2009 e che ha occupato dal 1973 al 2004. Le accuse riguardano gli accertamenti della Corte dei Conti sulla gestione del Comune e delle società partecipate Parona Multiservizi e Combitalia. «Dall’esame del documento della Corte emergono numerose irregolarità finanziarie che risalgono all’istituzione delle società e alla gestione successiva, con responsabilità attribuite agli amministratori dal 2003 in poi – commenta Parona viva, guidata dal capogruppo Luca Trovati – Le osservazioni della Corte non possono passare sotto silenzio ed essere liquidate sbrigativamente, com’è accaduto con la seduta del consiglio comunale convocata il 12 agosto scorso, alle 18. Non è accettabile che l’attuale situazione di dissesto finanziario sia addossata alla gestione amministrativa successiva all’agosto 2005». Cioè quando era sindaco Giovanna Ganzi e commissario prefettizio Maria Luisa Bianchi. Già nel 2009, in campagna elettorale, Parona viva aveva più volte segnalato la precaria situazione finanziaria del Comune, determinata dai mutui contratti dalle partecipate. Ora, facendo propri i rilievi della Corte dei Conti, accusa di Colli di «abuso dello strumento societario per eludere i limiti sul ricorso all'indebitamento, depauperamento del patrimonio comunale e violazione dei princìpi di trasparenza». Ieri non è stato possibile rintracciare il sindaco. Per la maggioranza parla l’assessore Mauro Sommi: «Mi stupisco che Trovati, in agosto, abbia approvato il piano di risanamento senza muovere accuse al sindaco e ora tappezzi il paese di manifesti. La maggioranza si stringe compatta attorno al sindaco e respinge le accuse strumentali della minoranza». Umberto De Agostino

(u.d.a.)

la Provincia Pavese - 4 Ottobre 2011

Parona, scontro in Consiglio sulla diossina

 
 

PARONA La messa in liquidazione o la dismissione della Parona Multiservizi spa, prevista dal piano di risanamento dei conti comunali, dovrà garantire l’esercizio della residenza sanitario-assistenziale Casa per l’anziano. «Il servizio di assistenza non sarà interrotto: il Comune, individuerà le più opportune forme di gestione in economia, concessione a terzi a mezzo di gara a evidenza pubblica o le forme dell’Istituzione o dell’azienda speciale», spiega il sindaco Silvano Colli. Nelle prossime settimane, in cui il Comune dovrà redigere il prospetto chiesto dalla Corte dei Conti, sarà garantita la gestione del servizio idrico integrato, oggi assegnata a Parona Multiservizi, in attesa delle determinazioni dell’Ambito territoriale ottimale sul nuovo gestore. Il piano di risanamento dovrà essere presentato entro il 30 novembre. (u.d.a.)

 

BresciaOggi.it - Provincia - 10 Giugno 2011

Uova contaminate da diossina ora indaga anche la Regione

CASTEGNATO. Il Pirellone dispone nuovi test anche a Ospitaletto, Casto, Sarezzo e Montirone

Il sindaco Orizio soddisfatto a metà «Imbarazzante il silenzio dell'Asl» L'Arpa avverte: «Servono risorse per arrivare alla verità scientifica»

A otto mesi dall'esplosione del caso, la Regione ha deciso di indagare sulle cause delle uova alla diossina scoperte in sei allevamenti domestici privati della provincia. Con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia è diventata dall'altro ieri operativa la mozione presentata dal leghista Alessandro Marelli e approvata dal consiglio del Pirellone che impegna l'ente a varare nuovi controlli e analisi.

Anche se non risparmia un altro affondo alla Asl, esprime soddisfazione il sindaco di Castegnato, il paese dove i rossi tuorli delle ovaiole ruspanti dell'azienda agricola Gottardi contenevano concentrazioni di diossina fino a 5 volte superiori i limiti di legge. «Apprezzo che ci siano nuovi controlli - osserva Giuseppe Orizio - ma devo esprime tutta la mia delusione perché da metà febbraio, dopo che siamo venuti a conoscenza del fenomeno da un quotidiano locale, non ho più avuto nessuna informazione da parte dell'Asl. Non so se sul mio territorio stanno mangiando ancora uova alla diossina».

A fare le analisi dei terreni ci penserà Arpa Brescia, che però dovrà avere anche i mezzi economici e gli strumenti per affrontare queste indagini suppletive. Quindi la volontà politica del consiglio dovrà in tempi brevi essere sostenuta economicamente dall'assessorato all'Ambiente. Ma i tempi a dire il vero restano un'incognita.

POLLAI E INDUSTRIE. Gli allevamenti privati di Castegnato, Ospitaletto, Montirone, Brescia, Sarezzo e Casto si trovano tutti nelle vicinanze di grandi siti industriali, soprattutto impianti siderurgici. Non è un caso che le indagini Asl fossero andate a cercare pollai così vicini alle industrie: glielo aveva imposto un anno fa la direzione regionale Sanità, per indagare le possibili ricadute inquinanti dell'industria sulla filiera agricola. Ora: le uova inquinate si sono trovate nella nostra provincia, come in quella di Mantova e Pavia (un pollaio sospetto è vicino all'inceneritore di Parona).

Ma sulle possibili cause la risposta dell'Asl di Brescia è stata quanto meno semplicistica: la colpa dell'inquinamento sarebbe da imputarsi «alle scorrette pratiche agronomiche» degli allevatori: piccoli roghi di sacchi di plastica e legno verniciato sui terreni dove razzolano le galline, dispersione di oli, plastiche, polistirolo, l'utilizzo di mangiatoie in plastica. Ora invece, grazie alla Regione verranno approfondite le potenziali ricadute delle industrie vicine ai pollai privati.

L'ARPA DI BRESCIA, per bocca del suo direttore Giulio Sesana si dice disponibile a mettersi subito al lavoro.

«L'Asl ha evidenziato che in molti di questi allevamenti ci sono delle pratiche agronomiche scorrette - osserva Sesana -, ma indubbiamente ci sono aspetti di carattere territoriale che vanno approfonditi, a partire appunto da quelle zone della provincia dove insistono determinate realtà industriali. Ricordo che da tempo stiamo indagando le ricadute in termini ambientali delle aziende siderurgiche bresciane. Abbiamo iniziato con Odolo, siamo passati all'Alfa Acciai e adesso proseguiamo su altre zone della provincia, senza paura di dover nascondere nulla». Vero è che tutte queste analisi suppletive richiedono risorse umane e strutturali che si traducono in maggior costi.

«Spero che la Regione provveda a fornire una copertura economica alle indagini suppletive richieste dalla mozione» conclude Sesana.

Pietro Gorlani

Commento della Nuova Stagione:

Non è un caso che gli esami sulle diossine siano state fatte in pollai vicini ad aree industriali come la nostra. Ora indaga anche la Regione, noi siamo solo sfortunati che abbiamo un sindaco che non la pensa come il Sindaco di Castegnato.

 
 

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