Comunicati Stampa

Da:Soffritti Renato

A:la Provincia Pavese

Inviato il: 19 Febbraio 2011

Oggetto: Commenti su articoli che parlano di diossina nelle uova di Parona

 

Ho letto l’ articolo sulla Provincia Pavese riguardante le diossine e vorrei aggiungere alcuni particolari.

vedi:Parona, diossina nelle uova – (la Provincia Pavese – 19 Febbraio 2011)

Come abbiamo sentito alla conferenza che si è tenuta a Parona le cause potrebbero essere tante, però il relatore Giorgio Fedrizzi che è un esperto in materia ha anche sostenuto che i dati sotto riportati dello studio Cenci dovrebbero preoccupare.

I valori riscontrati nei muschi nel 2006 (4,6 pg/g) sono vicini ai valori stabiliti dai limiti di legge (6 pg/g).

Gli studi di Cenci confermano che nel 2006 la situazione è critica oggi con il raddoppio e un nuovo accumulo di diossine avrà probabilmente superato anche i limiti di legge.

 

Di cosa stiamo parlando allora !!!

Penso che a Parona non servono le carte bastano gli occhi e il naso per capire che è un paese anomalo senza tanti eguali.

Carta canta” “…e villan dorme” … si addice perfettamente ai contadini/cittadini di Parona che fanno sonni tranquilli malgrado le prove siano evidenti e schiaccianti

Gli studi effettuati da R.M. Cenci a Parona si basano sul limite di:

WHO-TEQ values for PCDD/Fs > a 10 ( che è un limite di legge oggi contestato)

Senza il raddoppio dell’inceneritore, pur nel rispetto di questi limiti (ripeto oggi contestati), lo studio segnalava una criticità per Parona (da notare che nel tempo è andata sempre aumentando fino a raggiungere il valore di 4,6 pg/g). Questi erano i valori raggiunti nel 2006 (nel tempo aumentano perché la diossina si accumula).

Riporto in sintesi la relazione tratta da:

“DIOXINS, TRACE ELEMENTS, BIOINDICATORS AND BIODIVERSITY IN SOILS di Roberto M. Cenci and Fabrizio Sena” EUR 23935 EN – 2009

Che parla di:

  • Il suolo della Provincia di Pavia.

Valutazione della concentrazione di composti organici e inorganici persistenti attraverso lo sviluppo di una monitoring network del suolo (2006).

EUR 22132 IT. ISBN 10-92-894-8619-8. 128 pp.

-Il suolo della Provincia di Pavia (Parte due).

(2007) EUR 22132 IT/2. ISBN 92-79-03877- x. 238 pp.

La situazione prima del raddoppio dell’inceneritore (2006) era questa:

(riporto la traduzione del rapporto dall’inglese)

<Inizio traduzione>

Solo una zona ha un’ alta presenza di PCDD / Fs livelli in WHO-TEQ, ma era significativamente al di sotto il limite imposto dal decreto legislativo 152.

E ‘a nord-ovest della provincia e corrisponde a Par A (Parona A), con un livello di 4,6 pg/g.

 

in tutta la provincia, i rimanenti settori hanno mostrato bassi livelli entro 0,78 e 1.8pg/g,

Un’eccezione è rappresentata dal PAR A, B (Parona)

dove ci sono principalmente epta-e octa-diossine (HpCDD, OCDD).

Nel 2002 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 1,8

Nel 2005 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 2,3

Nel 2006 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 4,6

<Fine traduzione>

Notate questo continuo aumentare nel tempo, è legato all’accumulo, pensate al raddoppio dell’inceneritore, e ponetevi questa domanda:

Oggi, abbiamo superato i limiti di legge di 6 pg/g ?

Io penso che a Parona le diossine dovrebbero essere monitorate in continuo e non solo a campione, perché gli inceneritori sono la causa primaria dell’accumulo e della diffusione nella catena alimentare, lo diciamo da anni, è già successo altrove, succederà anche da noi. E’ solo questione di tempo, di verifiche e di controlli, non è giusto fare commercio di prodotti contaminati, se contengono la diossina si deve bloccare la vendita e il loro commercio come impone la legge


la Provincia Pavese – 20 febbraio 2011

L’ecologista: troppi impianti inquinanti

 

PARONA. «Tracce di diossina nelle uova? Mi meraviglierei se non ci fossero». Il commento amaro è di Renato Soffritti, ex-consigliere comunale e ora impegnato nel Wwf.

«Il problema non è solo quello delle uova “sospette” trovate in un pollaio – continua Soffritti -. Magari questo episodio può anche essere ricondotto a fattori specifici di quell’allevamento. Ma, anche se così fosse, non possiamo ignorare la realtà che ci circonda. Non dimentichiamo che già nel 2005 uno studio sui muschi aveva rilevato che nella zona di Parona il livello di diossina era già vicino al limite. E allora non era ancora entrata in funzione la seconda caldaia dell’inceneritore. Adesso la situazione non può che essere peggiorata. Paghiamo la scelta di puntare sugli inceneritori che sono impianti ormai inutili e inquinanti, mentre avremmo dovuto pensare alla raccolta differenziata che conviene e non fa male».

Lorella Gualco


Leggi anche:

Uova alla diossina, Colli attacca l’Asl (la Provincia Pavese – 20 Febbraio 2011)

Il passato, le uova e il futuro (la Provincia Pavese – 20 Febbraio 2011)

Uova Dio (Don Chischiotte – 19 Febbraio 2011)

…e l’opinione e le azioni del Comitato Salute Ambiente di Parona sulle Uova alla diossina

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