Inviato: lunedi 24 Ottobre 2011
Da: Soffritti Renato (Gruppo La Nuova Stagione,sostenitore dei Comitati Civici, ex Consigliere del PRC di Parona)
Ccn: Quotidiani Locali, Comitati Locali, Cittadini di Parona, Aderenti Nuova Stagione
Visti i dati, chiedetevi se oggi (22 ottobre) è normale che un paese di Campagna di circa 2000 abitanti abbia l’aria più inquinata della Lombardia e i nostri amministratori non fanno niente e dicono di non preoccuparci perché è una situazione generalizzata un po’ ovunque. E non è ancora finita, continuano a edificare e a toglierci il verde anche in aperta campagna, qualcuno si chiede: “com’è possibile fare tutto questo”. Aspetto con ansia il nuovo censimento per vedere cosa hanno ancora sottratto. Inutile ripetersi aggiungendo altro sulle diossine, perché tutto è già stato pubblicato sul sito della Nuova Stagione ed è di facile consultazione. Siamo graziati in primavera e in estate perché rispetto alle città siamo in campagna, sempre che non ci tolgono anche il poco verde che ci rimane.
BresciaOggi.it – Provincia – 10 Giugno 2011
Uova contaminate da diossina ora indaga anche la Regione
CASTEGNATO. Il Pirellone dispone nuovi test anche a Ospitaletto, Casto, Sarezzo e Montirone
Il sindaco Orizio soddisfatto a metà «Imbarazzante il silenzio dell’Asl» L’Arpa avverte: «Servono risorse per arrivare alla verità scientifica»
A otto mesi dall’esplosione del caso, la Regione ha deciso di indagare sulle cause delle uova alla diossina scoperte in sei allevamenti domestici privati della provincia. Con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia è diventata dall’altro ieri operativa la mozione presentata dal leghista Alessandro Marelli e approvata dal consiglio del Pirellone che impegna l’ente a varare nuovi controlli e analisi.
Anche se non risparmia un altro affondo alla Asl, esprime soddisfazione il sindaco di Castegnato, il paese dove i rossi tuorli delle ovaiole ruspanti dell’azienda agricola Gottardi contenevano concentrazioni di diossina fino a 5 volte superiori i limiti di legge. «Apprezzo che ci siano nuovi controlli – osserva Giuseppe Orizio – ma devo esprime tutta la mia delusione perché da metà febbraio, dopo che siamo venuti a conoscenza del fenomeno da un quotidiano locale, non ho più avuto nessuna informazione da parte dell’Asl. Non so se sul mio territorio stanno mangiando ancora uova alla diossina».
A fare le analisi dei terreni ci penserà Arpa Brescia, che però dovrà avere anche i mezzi economici e gli strumenti per affrontare queste indagini suppletive. Quindi la volontà politica del consiglio dovrà in tempi brevi essere sostenuta economicamente dall’assessorato all’Ambiente. Ma i tempi a dire il vero restano un’incognita.
POLLAI E INDUSTRIE. Gli allevamenti privati di Castegnato, Ospitaletto, Montirone, Brescia, Sarezzo e Casto si trovano tutti nelle vicinanze di grandi siti industriali, soprattutto impianti siderurgici. Non è un caso che le indagini Asl fossero andate a cercare pollai così vicini alle industrie: glielo aveva imposto un anno fa la direzione regionale Sanità, per indagare le possibili ricadute inquinanti dell’industria sulla filiera agricola. Ora: le uova inquinate si sono trovate nella nostra provincia, come in quella di Mantova e Pavia (un pollaio sospetto è vicino all’inceneritore di Parona).
Ma sulle possibili cause la risposta dell’Asl di Brescia è stata quanto meno semplicistica: la colpa dell’inquinamento sarebbe da imputarsi «alle scorrette pratiche agronomiche» degli allevatori: piccoli roghi di sacchi di plastica e legno verniciato sui terreni dove razzolano le galline, dispersione di oli, plastiche, polistirolo, l’utilizzo di mangiatoie in plastica. Ora invece, grazie alla Regione verranno approfondite le potenziali ricadute delle industrie vicine ai pollai privati.
L’ARPA DI BRESCIA, per bocca del suo direttore Giulio Sesana si dice disponibile a mettersi subito al lavoro.
«L’Asl ha evidenziato che in molti di questi allevamenti ci sono delle pratiche agronomiche scorrette – osserva Sesana -, ma indubbiamente ci sono aspetti di carattere territoriale che vanno approfonditi, a partire appunto da quelle zone della provincia dove insistono determinate realtà industriali. Ricordo che da tempo stiamo indagando le ricadute in termini ambientali delle aziende siderurgiche bresciane. Abbiamo iniziato con Odolo, siamo passati all’Alfa Acciai e adesso proseguiamo su altre zone della provincia, senza paura di dover nascondere nulla». Vero è che tutte queste analisi suppletive richiedono risorse umane e strutturali che si traducono in maggior costi.
«Spero che la Regione provveda a fornire una copertura economica alle indagini suppletive richieste dalla mozione» conclude Sesana.
Pietro Gorlani
PARONA Il Comune farà analizzare due uova deposte da galline di allevamenti avicoli locali per capire se contengono diossine e policlorobifenili. La decisione è stata presa di concerto con il Comitato dei cittadini per la salute e l’ambiente al termine dell’ultimo consiglio comunale. Gli amministratori vogliono integrare i campioni esaminati quasi un anno fa dalla Regione Lombardia e dal Servizio veterinario dell’Asl di Pavia, dopo che erano stati rinvenuti residui di diossine e di pcb in uova deposte da galline di allevamenti avicoli rurali. «Abbiamo ritenuto di dover incrementare le analisi utilizzando un laboratorio di Bologna, in modo da rassicurare maggiormente la popolazione di Parona», riassume l’assessore al’Ambiente, Mauro Sommi. Nell’aprile scorso il dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Asl di Pavia aveva comunicato gli esiti delle prime indagini, secondo cui i campioni di latte erano risultati conformi alla normativa, mentre in due dei tre campioni di uova analizzati erano risultate concentrazioni di diossine superiori al limite consentito. «Gli accertamenti condotti dal dipartimento Asl avevano evidenziato condizioni preoccupanti sotto il profilo igienico-sanitario a danno della sicurezza per la comunità e, in modo particolare, per gli eventuali consumatori di uova deposte da galline di un nostro allevamento avicolo – commenta il sindaco Silvano Colli – Da accordi con il Comitato dei cittadini, il Comune è intenzionata a effettuare, autonomamente e indipendentemente dal lavoro svolto dall’Asl, una verifica qualitativa e quantitativa su dei campioni di uova prelevati dall’allevamento avicolo rurale in cui era stata riscontrata la presenza di diossine, sia per verificare il rispetto delle ordinanze che avevo emanato in primavera sia per avere ulteriori riscontri da sottoporre all’Asl». Umberto De Agostino
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