Comunicati Stampa

 

Data: 16 Maggio 2010
Da: Soffritti Renato (sostenitore dei Comitati Civici)
A: Quotidiani locali
Ccn: Comitati e Associazioni
Comunicato Stampa:Conferenza sulle diossine di Parona
Un plauso al comitato per la Salute e l’Ambiente di Parona che invita un professore a spiegare cosa sono le diossine (conoscerle per evitarle), un tema che dovevano affrontare le istituzioni, invitando magari il Prof. R.M. Cenci ad illustrare i risultati frutto dei sui studi.
Ho letto le solite rassicuranti teorie di Sommi (vedere articolo allegato), come imprenditore di bonifiche ambientali dovrebbe conoscere meglio di noi il paese in cui risiede, ma finge di non vedere e di non capire. Anziché parlare per bocca dell’Arpa, dovrebbe invitarla a partecipare a qualche riunione pubblica perché abbiamo anche noi qualche domanda da fargli. Sommi, anziché esprimere opinioni in materia, dovrebbe rassicurare i cittadini coinvolgendo gli enti interessati, perché siamo stanchi di sentire le solite filastrocche, la realtà di questo paese parla da sola e tutti ormai la conoscono.

 

Parona è il paese dell’inceneritore, basta andare a leggere le analisi di R.M. Cenci, per capire che non dovremmo stare tanto tranquilli. I limiti della legge Italiana sono contestatissimi – vedere nell’allegato “Limite-Mangimi” per sapere, cosa chiedono di rispettare a Taranto.

Gravi sono stati i casi di contaminazione nella carne di pollo o del latte materno in prossimità di inceneritori o fonti inquinanti come Brescia, Montale,Taranto ecc. ecc.

 

A differenza del Comitato di Parona che ha iniziato da poco, altri comitati in Lomellina certi temi li conoscono da tempo (abbiamo fatto anche degli esposti e abbiamo criticato il silenzio dell’Arpa stessa), non possiamo certo stare zitti su certe affermazioni di Sommi.

Gli studi effettuati da R.M. Cenci a Parona si basano sul limite di:
WHO-TEQ values for PCDD/Fs > a 10 ( che è un limite di legge oggi contestato)

Senza il raddoppio dell’inceneritore, pur nel rispetto di questi limiti (ripeto oggi contestati), lo studio segnalava una criticità per Parona (da notare che nel tempo è andata sempre aumentando fino a raggiungere il valore di 4,6 pg/g). Questi erano i valori raggiunti nel 2006 (nel tempo aumentano perché la diossina si accumula).

Pertanto vi anticipo le domande che suggerisco di fare al professore

Se la matematica non è un’opinione, oggi dopo il raddoppio dell’inceneritore di Parona i dati sulle diossine dovrebbero essere diventati alquanto critici. Se la situazione è diventata critica, non sono tanto certo che la provincia di Pavia commissionerà altri studi a R.M. Cenci.

E secondo Sommi, dopo le polveri sottili, noi dovremmo stare tranquilli anche con le diossine.

NB) Nei commenti sono citate anche le relazioni di R.M. Cenci per verificare la veridicità della fonte.

Commenti e domande da fare al Professore:

A Parona le Diossine sono state studiate e analizzate ma le istituzioni non ne hanno mai parlato.

 

Vi riporto in sintesi la relazione tratta da:
“DIOXINS, TRACE ELEMENTS, BIOINDICATORS AND BIODIVERSITY IN SOILS di Roberto M. Cenci and Fabrizio Sena” EUR 23935 EN – 2009

Che parla di:
-Il suolo della Provincia di Pavia.
Valutazione della concentrazione di composti organici e inorganici persistenti attraverso lo sviluppo di una monitoring network del suolo (2006).
EUR 22132 IT. ISBN 10-92-894-8619-8. 128 pp.
-Il suolo della Provincia di Pavia (Parte due).
(2007) EUR 22132 IT/2. ISBN 92-79-03877- x. 238 pp.

La situazione prima del raddoppio dell’inceneritore (2006) era questa:
(riporto la traduzione del rapporto dall’inglese)

<Inizio traduzione>
Solo una zona ha un’ alta presenza di PCDD / Fs livelli in WHO-TEQ, ma era significativamente al di sotto il limite imposto dal decreto legislativo 152.
E ‘a nord-ovest della provincia e corrisponde a Par A (Parona A), con un livello di 4,6 pg/g.

 

… in tutta la provincia, i rimanenti settori hanno mostrato bassi livelli entro 0,78 e 1.8pg/g,
Un’eccezione è rappresentata dal PAR A, B (Parona)
dove ci sono principalmente epta-e octa-diossine (HpCDD, OCDD).

Nel 2002 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 1,8
Nel 2005 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 2,3
Nel 2006 era : WHO-TEQ values for PCDD/Fs pg/g = 4,6
<Fine traduzione>
Questa è la dimostrazione che si accumulano nel tempo.
Dopo il raddoppio a che valori siamo arrivati ?

 

Come potete osservare i valori aumentano nel tempo
Mi chiedo se abbiamo già superato i limiti di legge?

I dati del 2006 sembrano critici
Chi garantirà che continueranno i controlli?

Ogni legislatura ha sempre nominato una commissione di controllo dell’inceneritore
Perché questa legislatura non l’ha ancora istituita?

I fanghi in agricoltura favoriscono la diffusione della diossina nella catena alimentare.
Non sarebbe sensato in presenza di un inceneritore vietarli?

Alcune domande che ritengo legittime.

Le diossine sono subdole, sia che siano basse che alte come valore, dipende come interagiscono nella catena alimentare. Al riguardo vi suggerisco di leggere cosa ha detto il Prof. Zecca a Lomello (è stato escluso dagli ultimi studi di monitoraggio a Parona, ho tradotto in testo il suo intervento), penso sia questa la strada da seguire per essere più tranquilli. A Parona ogni studio riserva sempre delle sorprese negative. Il prezzo più alto lo pagheranno i più giovani.

Se poi volete farvi quattro calcoli su come siamo messi a diossine, il documento del prof Federico Valerio dice come farlo (tutti i dati di progetto dell’inceneritore di Parona equivalgono al calcolo effettuato dal Professore, cambia solo il quantitativo giornaliero di rifiuti che per Parona è di 380.000 t/a che equivalgono a 1041 t, al giorno).

 

Parona, contro il pericolo diossina
la Provincia Pavese — 11 maggio 2010

PARONA. La parola diossina evoca il ricordo del disastro avvenuto a Seveso nel 1976, quando una nube tossica fuoriuscì dallo stabilimento chimico dell’Icmesa diffondendo elevate quantità del potente cangerogeno. Conoscere il problema è il primo passo per aumentare il livello generale d’interesse e di vigilanza anche in un paese come Parona ad alta densità di industrie e di realtà produttive. Per approfondire l’argomento il Comitato dei cittadini di Parona per la salute e l’ambiente ha organizzato l’incontro pubblico «Diossine: conoscerle per evitarle», che si svolgerà venerdì 21 maggio, alle 21, in aula consiliare. Interverrà come relatore Giorgio Fedrizzi, responsabile del Laboratorio chimico degli alimenti dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna (Izsler). «Da allora incidenti di questo genere non si sono più verificati in Italia e molto è stato fatto sotto il profilo scientifico, tecnico e normativo per abbattere le emissioni prodotte da specifici processi industriali, come centrali termoelettriche, inceneritori, fonderie, industrie cloro-chimiche e cartarie, per monitorare l’impatto ambientale e sanitario delle diossine e controllarne la presenza nella catena alimentare», spiega Piero Firpo, presidente del Comitato dei cittadini. Il Comune, che ha concesso l’aula consiliare, commenta per bocca dell’assessore Mauro Sommi: «Ben vengano convegni come questo, ma, Arpa e Asl hanno ribadito più volte che nel nostro paese non esiste pericolo di diossina». Il Comitato dei cittadini ammette gli indubbi progressi nel campo della prevenzione: «Ma episodi di contaminazione come quello in atto a Taranto, causato dalle emissioni rilasciate per anni dall’impianto siderurgico dell’Ilva, sono la dimostrazione che tecnologie inadeguate e controlli insufficienti possono far insorgere, lentamente e senza clamore, gravi forme di inquinamento che rischiano di passare inosservate e sono per questo sono ancor più pericolose». Durante il convegno si capirà quali metodi d’indagine permettono di scoprire se le diossine sono presenti a Parona e in Lomellina. – Umberto De Agostino

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