Discarica ceneri dell’Inceneritore
la Provincia Pavese – 21 ottobre 2006
Petizione contro l’impianto
LOMELLO. Una petizione contro il progetto della discarica di Galliavola, ma anche contro i problemi ambientali della Lomellina: l’hanno decisa i comitati “Noi oggi per domani” di Lomello e Valle, il comitato “Parona Ambiente” ed il coordinamento dei comitati civici lomellini che, prendendo spunto dalla raccolta di firme già avviata a Galliavola, hanno deciso di invocare il sostegno generale del territorio. Nel documento che preannuncia l’azione si dice: «Ogni comunità che è incapace di difendere il proprio ambito, è una comunità priva di dignità e senso di appartenenza. Il degrado ambientale è innanzi tutto degrado culturale e sociale». E ancora: «I processi di produzione localizzati a Sannazzaro e Ferrera con il polo petrolifero Eni, a Mezzana Bigli con la Oxon, a Lomello con l’Officina dell’Ambiente e l’inceneritore della Riso Ticino, a Valle con l’inceneritore della Curtiriso, a Parona con l’inceneritore di rifiuti, sono responsabili dell’emissione in atmosfera di un mix di sostanze nocive alla salute umana, seppure singolarmente esse rispettano i limiti di legge». Sarebbe quindi la sommatoria di agenti emessi a preoccupare più della singola emissione. Il documento dei comitati spontanei aggiunge: «Circa l’ultimo progetto di Galliavola non vogliamo che le falde e le acque dell’Agogna siano aggredite da metalli pesanti e da altri agenti. Tanto più che appare inutile raddoppiare la capacità dell’inceneritore di Parona se poi dobbiamo inventarci una polveriera per seppellire le sue ceneri». «Del resto – continua la nota che sarà allegata alla petizione – gli scarti dell’inceneritore da 400mila tonnellate superano di gran lunga il totale di rifiuti prodotti dalle città di Vigevano, Voghera, Pavia e dell’intera Lomellina. Insomma, l’inceneritore e la discarica sarebbero solo un business economico per pochi ed un nuovo dramma ambientale per tutti». E infine: «Nessuno potrà dirci con certezza cosa diventeranno, con il passare degli anni, queste ceneri che sappiamo solo essere pericolose e di cui non si conosce la composizione chimica. Ai politici chiediamo di non fare i mediatori d’affari, bensì di tutelare la salute della loro gente». Paolo Calvi
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