Discarica ceneri dell’Inceneritore
la Provincia Pavese – 19 luglio 2007
Il Clir diviso sulla proposta di fusione
MORTARA. Vigevano vuole conoscere in anticipo se gli altri Comuni sono intenzionati a fondere il Clir con Asm-Isa. Le altre Amministrazioni guidate da Mede, invece, temono che la gestione dei rifiuti, dopo l’eventuale fusione delle due società, possa diventare un affare. Al centro del dibattito c’è il 20% di azioni di Lomellina Energia srl, che gestisce il termodistruttore di Parona, detenute da Asm-Isa. Il Clir, da sempre il “parlamentino” della Lomellina, rischia di spaccarsi. I nodi verranno al pettine martedì prossimo, quando a palazzo Cambieri il presidente Francesco Pezzoli metterà in discussione l’unico punto all’ordine del giorno: “Ipotesi di sinergie fra le società Asm-Isa spa e Clir spa. Esame e determinazioni”. In questi giorni le riunioni si susseguono a ritmo vertiginoso. Lunedì si è incontrata la commissione istituita per studiare una forma di collaborazione fra Clir e Asm-Isa, la branca di Asm Vigevano che si occupa dell’igiene urbana. Presenti rappresentanti di Vigevano, Mortara, Mede, Sannazzaro, Robbio, Cilavegna e Torre Beretti, oltre al presidente Pezzoli. Ieri sera, invece, vertice a Cilavegna dei Comuni del centrosinistra, fra cui Garlasco, Sannazzaro e Cilavegna. All’incontro di lunedì pomeriggio c’era, per Vigevano, il vice sindaco Ferdinando Merlo. «Vendere il 20% delle azioni di Lomellina Energia non è un’operazione semplice – dice -. Il Comune di Vigevano, con Asm e Asm-Isa, ha già svolto molti approfondimenti: siamo disponibili a un confronto serio con gli altri Comuni soci del Clir, ma riteniamo che sia necessario un assenso preventivo al progetto di fusione». In sintesi, prima i Comuni del Clir accettano la fusione e poi Vigevano metterà in vendita il 20% delle quote di Lomellina Energia. Sull’altro fronte parla Mario Arcelloni. «Noi non vogliamo che il mondo dei rifiuti si trasformi in un affare: è semplicemente un servizio che i Comuni devono erogare ai cittadini, come è sempre stato e come, crediamo, dovrà essere – spiega il sindaco di Robbio -. Noi non vogliamo accettare il rischio di impresa, considerato che Asm-Isa possiede il 20% di Lomellina Energia e che ha prospettato la nascita di una discarica per le ceneri del termodistruttore a Galliavola». Da parte sua, il sindaco di Cilavegna, Giusto Fuga, precisa: «Ritengo l’esperienza del Clir, ieri consorzio e oggi società per azioni, molto positiva. Insieme i Comuni possono fare massa critica e proseguire per la loro strada, anche senza una fusione da qualcuno ritenuta inevitabile. Se poi qualche Comune vuole abbandonare il Clir, lo faccia pure: non saranno quei 10mila abitanti in meno a mettere in crisi la nostra spa». E poi un chiaro riferimento alle coalizioni politiche presenti all’interno del Clir: «Ricordiamoci che i rifiuti non hanno un colore politico, sono del tutto trasversali ai partiti». Un Comune chiave è Garlasco, che martedì sarà rappresentato in assemblea dall’assessore Massimo Bertani. Da mesi Garlasco minaccia di abbandonare il Clir spa per i costi ritenuti eccessivi. «Crediamo che il Clir debba ampliare il suo raggio d’azione, ormai la sola raccolta dei rifiuti solidi urbani non è più conveniente – spiega Bertani -. Così com’è il Clir non ci sta bene, soprattutto perché i costi dei servizi come la piazzola ecologica non ci sono riconosciuti. Aspettiamo l’assemblea di martedì e poi decideremo». Non è escluso che prima di martedì siano necessarie altre riunioni per sbloccare la situazione. Umberto De Agostino
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