Discarica ceneri dell’Inceneritore

 

la Provincia Pavese – 13 agosto 2006
«In Lomellina ogni Comune ha pensato per sè»
MEDE. «Negli ultimi vent’anni la Lomellina è stata considerata una terra di risulta: ognuno ha deciso per sé elemosinando ricadute economiche che erano e sono camuffate come benefici per lo sviluppo di un singolo Comune». Maurizio Donato parla a 360 gradi della politica dei rifiuti attuata negli ultimi due decenni: consigliere provinciale Ds ed ex sindaco di Mede, Donato è stato anche presidente del Clir, il consorzio lomellino dei rifiuti. Oggi il suo avversario è il leghista Lorenzo Demartini: «E’ un leone a Ferragosto e un agnello in autunno. Solo per obbedire a ordini di scuderia». Donato, perché se la prende con il consigliere regionale Demartini? «Perché mi sembra un pugile suonato: dimentica sempre che il centrodestra governa la nostra provincia dal 1993. Senza parlare della Regione guidata da Formigoni, che ha autorizzato il raddoppio del termodistruttore. Demartini siede e sedeva in maggioranza, no?». Torniamo a Galliavola e ai rifiuti: lei parla di «aggressioni al territorio». «Si è iniziato con l’insediamento di “industrie” inquinanti, con poca capacità selettiva e ancor peggio di controllo da parte degli organi pubblici. Si è continuato con le discariche, che hanno gonfiato il bilancio di qualche Comune, ma hanno peggiorato l’ambiente e la salute dei cittadini. Il metodo è stato subdolo e ipocrita». Si riferisce alla discarica di Gambolò? «Sì. Fu assegnata dalla Regione al Comune, anche se da questi non richiesta, estromettendo il Clir, che invece la richiesta l’aveva avanzata. Non solo, il sito della cava indicata dalla Regione era fuori da ogni piano elaborato dalla Provincia e dal Clir». La vicenda di Galliavola entra in questa strategia? «E’ chiaro. Si promettono miraggi economici ai “comunelli”. E’ urgente: bisogna imporre a Provincia, Regione e Stato che ogni intervento di carattere strategico e di rilevante importanza ambientale va discusso con il territorio. Bisogna che i Comuni si convincano che ciò che può sembrare un beneficio non può essere oggetto di trattativa singola, ma va affrontato congiuntamente onde evitare di monetizzare la vita e la salute a discapito dello sviluppo territoriale. Inoltre, va proposto un coordinamento stabile e permanente dei Comuni lomellini». Ci sono altri esempi in Lomellina? «Il caso dell’area Sannazzaro-Ferrera è evidente. La trattativa tra grandi imprese e “piccoli” Comuni è sempre sconveniente: la forza in campo è impari. Lo sviluppo gigantistico ha creato qualche posto di lavoro e impinguato le casse dei due Comuni, ma si è molto distanti, oggi, dal conoscere le conseguenze che procura e procurerà al territorio e alla salute dei cittadini la sommatoria dei volumi e della “qualità” insediativa in quell’area. Tutto ciò è la sintesi di come si presenta oggi la Lomellina, di cui qualcuno auspica fortune in campo turistico». Si deve evitare che la trattativa si traduca in «una volgare monetizzazione». «Serve una battaglia che ponga al centro la Lomellina, i suoi cittadini e il suo futuro. Evitiamo contrapposizioni maniacali e preconcetti di appartenenza politica. Uniamoci contro il primo nemico che è la divisione, che produce solo risultati disastrosi». Umberto De Agostino

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