Discarica ceneri dell’Inceneritore

 

la Provincia Pavese – 02 settembre 2006
«La discarica? E’ sicura e farà risparmiare»
VIGEVANO. «Sono un tecnico e non tocca a me decidere se fare o no la discarica di Galliavola, ma gli amministratori devono sapere come stanno le cose. La verità è che le ceneri inertizzate non sono pericolose per l’ambiente e smaltire quelle dell’inceneritore a Galliavola invece che in Germania, porterà a un risparmio per i cittadini»: l’ingegner Claudio Tedesi, direttore generale di Asm Vigevano e Lomellina spa, interviene «per fare chiarezza» nel dibattito sulla discarica di Galliavola. «Sarà un impianto utile e a impatto nullo – spiega – ben diverso dall’impatto del polo di Sannazzaro e Ferrera». Ingegnere, cosa pensa dei tanti commenti sull’ipotesi discarica a Galliavola? «Agli amministratori e ai politici dico di lasciare da parte l’emotività e analizzare i fatti, che mi sembrano siano stati travisati». Si spieghi. «Partiamo dal cosiddetto “colpo di mano ferragostano”. Chi ne ha parlato non conosce le procedure. Qui non basta una semplice concessione edilizia o una Dia, che in virtù del “silenzio assenso” porta all’ok automatico ai lavori dopo 30 giorni. Noi abbiamo presentato al Comune di Galliavola solo uno studio di fattibilità, ma non ancora la domanda di autorizzazione». Cosa manca per l’ok? «Servono uno studio di impatto ambientale e un progetto esecutivo dell’impianto, che non sono ancora stati redatti. Anche perché costano in totale circa 100mila euro. Non si spende una cifra così se non sei sicuro di partire». Quanto tempo ci vorrà? «Se Asm Isa decidesse domani, impiegherebbe circa quattro mesi per la redazione dei documenti tecnici e quindi potrebbe protocollare la richiesta intorno a dicembre-gennaio. L’esame dei documenti da parte di Regione, Provincia e Arpa richiederà tra 6 e 12 mesi e quindi l’eventuale autorizzazione potrà arrivare solo tra un anno». Un progetto però già l’avete in mente, o no? «Proponiamo la realizzazione di un deposito definitivo, che è il nome tecnico della discarica, per rifiuti non pericolosi: gli inerti che derivano dalle demolizioni edili e le ceneri inertizzati, cioè quelli del termo di Parona miscelate con il cemento». La discarica porterà puzza, odori e inquinamento? «Quelle che descrive lei è la discarica degli anni ‘70 e ‘80, in cui venivano smaltiti i rifiuti urbani tal quali. Quella di Galliavola, progettata secondo le regole severe e moderne della Ue, avrà un impatto ambientale nullo, cioè senza possibilità di inquinamento della falda, senza odori né puzza, perché non c’è sostanza organica, e senza polveri, perché il tutto sarà mescolato con il cemento». C’è qualche svantaggio? «L’unico problema dell’impianto sono le strade strette di Galliavola, ma se la discarica si farà, lo risolveremo». E i vantaggi? «Sono diversi. Asm Isa migliorerebbe la propria competitività, che in un momento di liberalizzazione del mercato significa salvare i quasi cento posti di lavoro delle nostre aziende pubbliche. La tassa/tariffa dei rifiuti urbani si ridurrebbe, perché è legata al costo di smaltimento delle ceneri. Fino al 2005 restavano in Italia, ma adesso vanno in Germania. A parte il fatto che prima o poi però la Germania chiuderò le frontiere ai nostri rifiuti, riteniamo di dovere e potere smaltire le ceneri a un costo minore». Di quanto si può ridurre la tassa/tariffa? «Il nostro piano industriale ipotizza una riduzione di circa 10 euro a tonnellata, il che significherebbe tornare alla tariffe di 8-10 anni fa». In concreto? «Per la Lomellina sarebbe un risparmio di circa 500mila euro l’anno con in più un impatto ambientale nullo». Non ritiene che in Lomellina, e in provincia, ci sia una eccessiva concentrazione di impianti a elevato impatto ambientale? «No, ma a coloro che hanno a cuore l’ambiente vorrei ricordare che occorre distinguere tra impianti utili e non utili al territorio, tra impianti con impatto ambientale alto, medio, basso o nullo. Voglio dire che bisogna evitare di vedere la pagliuzza nell’occhio senza notare la trave». Ci fa un esempio? «La discarica di ceneri di Galliavola è un impianto utile al territorio ed è una “pagliuzza” se la confrontiamo con la “trave” della discarica abusiva di ceneri non inertizzate di Valle Lomellina, dove le ceneri in alcuni punti sono a diretto contatto con la falda, che così viene a essere leggermente inquinata, soprattutto nei mesi in cui si riempiono d’acqua le risaie». Cosa si può fare per le ceneri di Valle? «Quelle ceneri, una volta inertizzate e portate a Galliavola, non produrrebbero più alcun inquinamento. Anche così però la discarica di Valle è una pagliuzza se confrontata con la trave del termodistruttore di Parona. E l’impatto dell’impianto di Parona è una pagliuzza se confrontato con la trave dell’inquinamento prodotto dal polo energetico di Sannazzaro-Ferrera». Sta dicendo che la Lomellina non è proprio un paradiso terrestre? «La tutela dell’ambiente è una cosa seria e richiede onestà intellettuale. Io ho la responsabilità di dire ai miei amministratori la verità così da metterli in condizione di effettuare le scelte che riterranno migliori».

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