Discarica ceneri dell’Inceneritore

 

la Provincia Pavese – 21 settembre 2006
«Basta con inceneritori e discariche»
LOMELLO. Il Coordinamento dei comitati spontanei civici della Lomellina va all’attacco degli inceneritori e delle discariche di ceneri con chiaro riferimento a Parona ed all’ipotesi della discarica di Galliavola. In modo corale asseriscono: «L’Asm di Vigevano ed il sindaco di Galliavola devono sapere che bruciare rifiuti è irresponsabile perché l’incenerimento non distrugge, ma trasforma. Il sindaco di Galliavola dev’essere a conoscenza che in una discarica di tipo speciale finiscono ceneri residue». Ceneri residue che, secondo la valutazione dei comitati ambientalisti, sono «pari, in peso, al 30 per cento dei rifiuti bruciati: per ogni tonnellata di rifiuti, tre quintali di ceneri possono dunque finire nel terreno di Galliavola». Il riferimento dei Comitati va poi ai residui: «Nelle combustioni si producono composti mai identificati dei quali si ignorano gli effetti sulla salute. Si ricordino la i metalli pesanti, le diossine cancerogene, i furani. E poi vanno valutati anche gli alti costi di gestione di tali impianti; per questo sono alternativi alla raccolta differenziata in quanto devono bruciare grandi quantità di rifiuti per coprire gli alti costi fissi di gestione». Con il loro documento il Coordinamento lomellino dei comitati ambientali stigmatizza anche la «leggerezza con cui i pubblici amministratori, tra questi anche quelli di Galliavola, che svendono salute ed ambiente in cambio di qualche euro da investire in aree che si fanno comunque sempre più depresse, se non altro per la presenza ormai conclamata di aziende a rischio, discariche, cave, gassificatori…». La nota unitaria aggiunge successivamente: «Qualsiasi territorio trasformato in discarica per ceneri, anche se rispettosa delle leggi in materia, crea un danno ambientale difficilmente riparabile. Il settore pubblico si è accollato gran parte dei rischi e quello privato gran parte dei benefici costruendo i termovalorizzatori». Ed infine: «Gli enti pubblici hanno fornito finanziamenti copiosi e le società private hanno garantito il massimo interessamento per amore del business. Ma il conto economico e sanitario per i cittadini è fuori limite: i contribuenti sborsano ben oltre il costo reale dei loro rifiuti e, come nel caso di Galliavola, Lomello, Valle, Sannazzaro e Parona rischiano in anche termini di salute». Una presa di posizione che riconferma l’assoluta contrarietà dei comitati a questo genere di impianti. Paolo Calvi

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