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Opinioni

Ho letto in Home Page del sito Parona Giovane – La voce del futuro, la comunicazione dell’ex Sindaco Giovanna Ganzi che dice:

Tutti si proclamano paladini della salute, dell’ambiente, del sociale ma, quando l’Amministrazione Ganzi ha voluto modificare gli schemi, è stata criticata aspramente e osteggiata dagli uni, abbandonata dagli altri che hanno preferito ignorare e trincerarsi dietro il comodo muro del silenzio.

Si rende sempre più necessario offrire ai giovani che si stanno affacciando alla vita politica-amministrativa, ampi spazi e l’opportunità di portare idee nuove, di amministrare nella massima trasparenza, di cambiare il modo di gestire un Comune.

Parona deve diventare un paese dove è sempre rispettata la legge, dove si rispettano l’uomo e tutti gli esseri viventi, dove la Comunità è considerata parte viva e integrante e, quindi, sempre coinvolta in tutte le decisioni rilevanti.

Diamo fiducia ai giovani, sono il futuro.

intendo rispondere al riguardo:

dal 1995 sono uno dei pochi paladini dell’ambiente di Parona Lomellina (anche gli amici del WWF lo sono), se sono stato espulso dal mio gruppo i motivi sono logici: “non rinnego mai i principi e gli ideali in cui credo, nemmeno per una poltrona”. Alla Ganzi vanno riconosciuti solo i meriti di aver cambiato idea sulle centrali, in passato li ha condivisi e deliberati come giunta insieme al Sindaco Colli e all’assessore Bianchi. Nella mia esperienza di consigliere, non ho mai votato a favore di atti che erano contrari ai miei ideali o erano a danno dei cittadini, gli altri miei compagni di avventura invece lo hanno fatto. La propaganda della Ganzi è l’esatto contrario dei suoi comportamenti di ex Sindaco (sul mio sito sono ampliamente dimostrati). All’inizio della legislatura Colli era in difficoltà su temi ambientali, si notava un suo isolamento, se è riuscito a riabilitarsi è grazie al modo con cui la Ganzie e Di Agostino hanno amministrato il paese. La poca trasparenza, il non rispetto delle minoranze, i danni economici che hanno arrecato al paese,  il falso ambientalismo che andavano professando, hanno danneggiato anche tutte le altre forze politiche che si sono presentate come avversarie di Colli (i cittadini hanno pensato a delle complicità con loro). Basta analizzare e mettere a confronto i dati delle scorse legislature per capire che i giovani hanno raccolto solo i voti dei loro parenti e nessun altro, in tanti altri paesi hanno addirittura vinto le elezioni al primo tentativo. Se si guarda l’era Ganzi si nota che ha preso meno voti di Colli, questo denota che non era simpatica a tutti, “Parona Nuova”, che era anche il mio gruppo in quel frangente ha preso il massimo dei consensi (20%), se si fa una comparazione tra il 1999 e oggi si scopre che Parona Viva più Insieme per Parona mantengono inalterato il loro consenso (intorno all’ 85%), tutti gli altri si sono divisi il solito 15%. Parona Giovane ha sicuramente portato voti nuovi allo zoccolo duro del passato, evidentemente la Ganzi e Di Agostino li anno fatti perdere. In sintesi possiamo dire che sono cambiati i flussi, ma non i numeri. E’ ovvio condividere che il futuro dovrebbe essere dei giovani, ma il consenso bisogna guadagnarlo sul campo imparando dai banchi dell’ opposizione.

Per guadagnare consensi è necessario sposare cause vincenti, continuare ad elogiare o difendere i cavalli perdenti non è certo la strada giusta per riuscirci in futuro.

Giovani

Vota Antonio

Quei movimenti sospetti sui conti esteri

la Provincia Pavese — 23 ottobre 2009   pagina 03   sezione: ATTUALITÀ

PAVIA.  Due versamenti in contanti, di 135 mila euro e 120 mila euro. Due versamenti che evocano l’immagine di una valigetta, usata per contenere importi di quella rilevanza, ed entrata, per ben due volte, nella banca di Monaco. Sono i due movimenti, eseguiti sul conto “Associati” della Banca J. Safra, su cui gli inquirenti sono stati costretti ad alzare le mani. Perché, per ovvie ragioni, non è stato possibile risalire alla provenienza.  Il “giallo”, però, riguarda soprattutto la persona che ha fatto i versamenti. La Banca non ha saputo indicare il nominativo di chi materialmente ha eseguito le operazioni allo sportello. In realtà le due distine di versamento portano una firma, ma si tratta di una sigla apocrifa, che i funzionari dell’istituto di credito non sono stati in grado di ricondurre a una delle due persone legittimate ad operare su quel conto, e cioè Rosanna Gariboldi e il marito, Giancarlo Abelli. Se è stata una terza persona, quindi, gli inquirenti si troverebbero di fronte a una leggerezza dell’impiegato. Se invece l’impiegato è stato scrupoloso, la persona non poteva che essere Lady Abelli o il marito. E in questo caso va comunque chiarita la provenienza dei soldi. Tenendo conto, soprattutto, che si tratta di cifre di denaro non giustificate dalla dichiarazione dei redditi della famiglia, quantomeno dalle entrate di Rosanna Gariboldi. L’evasione fiscale è solo un reato collaterale alla possibilità, sostenuta dall’accusa, di una provenienza illecita del denaro che per sette anni è transitato sul conto “19764”.  Dalla rogatoria, chiesta della Procura di Milano per fare luce su quei passaggi, è emerso che il conto è stato acceso nel 2000, e che il primo bonifico è del 10 gennaio 2001. Sono 258 mila euro, provenienti da una società portoghese, la Citalia Comercio International. Il 29 dello stesso mese viene accreditata la somma di 154 mila euro: proviene dalla Adami Anstalt, una società lussemburghese a monte del comparto estero di Green Holding, il gruppo legato a Giuseppe Grossi. Nel 2004 c’è la prima uscita: 444 mila euro su un conto londinese intestato a Rina Cremonesi e Giuseppe Grossi, rispettivamente moglie e figlia dell’imprenditore.  Dallo stesso conto entrano, a novembre dello stesso anno, 474 mila euro. L’11 febbraio del 2005 c’è il primo versamento in contanti, e il 15 marzo affluisce un bonifico d’ordine di Rosanna Gariboldi Abelli per 35mila euro da un conto acceso alla Credit Suisse di Lugano, in Svizzera. A maggio arriva un bonifico per 115 mila euro da un certo “Giuggiolo”, quindi a novembre una uscita di 350 mila euro a favore di una certa “Ludovica 2003”. Nello stesso anno vengono accreditati 200 mila euro dalla società Skadden Investment e, dalla stessa, 230 mila euro tra il 2006 e l’anno successivo. Nel 2007 c’è un bonifico da Gariboldi a favore di Fabrizio Pessina alla Usb di Chiasso (l’avvocato arrestato a febbraio) di 500 mila euro: entrano, poco dopo, dallo stesso conto, 331 mila e 299 mila euro. Il 30 maggio del 2008 c’è il secondo versamento in contanti. Il saldo del conto, allo stato attuale, è di 1 milione e 200 mila euro. (m. fio.)

Commento della Nuova Stagione:

Sulle vicende giudiziarie sopra riportate, non intendiamo fare commenti, abbiamo piena fiducia nella magistratura, ma un’analisi politica è doveroso farla. La storia insegna che per secoli, milioni di persone erano convinte che gli ebrei non avessero il diritto di vivere o che i “negri” fossero una razza inferiore. Per lunghi periodi erano convinti che le donne non avevano un’anima come gli animali, venivano violentate dai nobili quando si sposavano (si chiamava “jus primae noctis”) e fino a poco tempo fa non potevano votare. Oggi queste cose, ci sembrano assurde, non lo erano però per filosofi, giuristi e uomini comuni di quei tempi. Basta andare indietro di poco alla seconda guerra mondiale per trovare queste assurdità: “un intero popolo era convinto, credeva e sosteneva Hitler”, oggi chi è ancora in vita si chiede: “come è stato possibile essere stati complici di quell’orrore”. Tutto questo per dire che la scelta e le convinzioni popolari non sempre sono giuste. L’italia è diventato il paese del declino, chiunque voti non porta nessun cambiamento, la Lomellina sta degradandosi giorno dopo giorno, tra centrali, inceneritori e mala-politica, pochi credono che questo sia sbagliato, ma la storia già ci ha già dato ragione. Quando la prossima volta sarai chiamato a votare e sei incerto o non hai scelta, non sbagliare, non votare il meno peggio, annulla o invalida il tuo voto. I politici temono l’astensione e le schede nulle più di ogni cosa. Quando il voto di protesta supererà il voto di uno o dell’altro schieramento inizieranno a preoccuparsi, perché da un momento all’altro un VERO LEADER può catalizzare su di sé tutto questo malcontento e di conseguenza mandarli tutti a casa.

Riflettano anche i cittadini di Parona visto che ad ogni campagna elettorale qualcuno gli dice sempre: vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio.

Soffritti sull inceneritore attacca Abelli

la Provincia Pavese — 11 maggio 2006   pagina 35   sezione: CRONACA

PARONA. La tutela dell’ambiente è il cavallo di battaglia di Renato Soffritti, candidato indipendente di Rifondazione comunista nel collegio provinciale di Cassolnovo. Il consigliere comunale di opposizione a Parona ritorna sull’autorizzazione al raddoppio del termodistruttore. «Anche se inizialmente aveva espresso un parere contrario, la Provincia di Pavia non ha presentato un ricorso al Tar per bloccarne il raddoppio: invece, in Sicilia Legambiente, in una situazione analoga, è riuscita nell’intento». Soffritti punta poi l’indice contro l’assessore regionale Giancarlo Abelli (Forza Italia): «E’ preoccupante avere a Milano persone come Abelli che, con i suoi “atti dovuti”, autorizza impianti che non servono alla Lomellina. Pertanto mi auguro che la Provincia sia di un altro colore politico a garanzia che non si continui a mettere in serio pericolo l’ambiente». Da ultimo, Soffritti difende i comitati civici: «Il loro coordinamento ha citato anche l’assessore Abelli nell’ultimo esposto fatto pervenire al prefetto. Persone come Abelli vanno smascherate informando i cittadini di che cosa stanno combinando al nostro territorio». (u.d.a.)

«Basta centrali e discariche La Lomellina ha dato molto»

la Provincia Pavese — 21 agosto 2004   pagina 26   sezione: CRONACA

VIGEVANO. «Ormai i buoi sono scappati dalla stalla, bisogna capire cosa fare adesso e io inizio a formulare alcune proposte». Il segretario vigevanese dei Ds Antonio Costa dice che il territorio deve reagire al più presto. Il primo appuntamento sarà giovedì a Pavia, quando si riuniranno le commissioni consiliari.  «Intanto sfido i politici del centro destra a smentirmi, perché la decisione del raddoppio del termoutilizzatore, non è stato nè un atto dovuto, come ha sostenuto l’assessore Abelli, nè un’iniziativa solitaria del dirigente che ha firmato il provvedimento. Il raddoppio è stato deciso nel corso di una riunione in Regione con esponenti di Forza Italia, Lega e An. Si è trattato di una scelta politica condivisa da tutti i partiti del Polo. Dico questo, perché tra le tante opinioni inverosimi che ho letto questi giorni, mi sembra che questo punto vada chiarito. Poi possiamo aggiungere – dice Costa – che per la provincia di Pavia ha deciso solo Abelli, che è andato contro due voti unanimi del consiglio comunale di Vigevano e del consiglio provinciale, ma questo lo dobbiamo a una classe politica assente e assolutamente non all’altezza delle sue responsabilità. Basta leggere l’intervista a Sandro Bruni pubblicata ieri dalla Provincia pavese – prosegue l’esponente della Quercia -. Il segretario provinciale di Forza Italia semplicemente non sadi cosa parla, forse non ha nemmeno ben capito la geografia della Lomellina. Ma veniamo alle proposte. Come prima cosa io dico che il consiglio provinciale stabilisca che in Lomellina non si facciano più discariche. C’è un sistema delle acque molto delicato da salvaguardare, dobbiamo raggiungere un compromesso sulle ceneri prodotte dal termoutilizzatore da stoccare. Quindi, se bruciamo i rifiuti di altre province, poi queste si tengono le ceneri, una sorta di mutualità di scambio. Come seconda cosa chiedo che in Lomellina non si parli più di nuove centrali a turbogas».  Il segretario vigevanese dei Democratici di sinistra pensa soprattutto al progetto di un impianto di produzione di energia proprio a Parona, un’ipotesi avanzata da più parti: «A Vigevano abbiamo già dato. Qui l’inquinamento atmosferico è già alto. Fare una centrale elettrica a pochi chilometri da noi e poi fermare la circolazione perché ci sono troppi inquinanti, mi sembrerebbe assurdo. Esiste un problema salute e non basta dire, come fa il sindaco di Vigevano, che dobbiamo fidarci. Ricordo il caso dei miasmi alla Brughiera. In quel caso dicevano che erano gli agricoltori e che dovevamo fidarci. Noi non ci siamo fidati e abbiamo scoperto che il problema era ancora il business dei rifiuti».

Bliz di agosto, la Regione raddoppia il «termo»

la Provincia Pavese — 14 agosto 2004   pagina 23   sezione: CRONACA

VIGEVANO. Dopo almeno tre anni di polemiche, ricorsi e minacce di azioni legali, alla vigilia di Ferragosto con un decreto del direttore generale dell’assessorato ai servizi di Pubblica utilità, la Regione Lombardia decide di approvare il raddoppio dell’inceneritore di Parona, portandolo da 400 a 800 tonnellate, ben oltre il fabbisogno della provincia di Pavia e, in particolare del «bacino B», che comprende Vigevano, la Lomellina e il Vogherese. Sulla decisione il mondo politico si divide.  Il comunicato diramato dall’agenzia di stampa del Pirellone (Lombardia notizie) segnala l’obiettivo di «avvicinarsi sempre più a un’autosufficienza per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e il recupero di energia, nel pieno rispetto dell’ambiente».  Più che autosufficienza si dovrebbe parlare di mercato dei rifiuti, visto che un esponente della giunta provinciale (di centro destra), l’assessore leghista Lorenzo Demartini, pochi mesi fa ha mostrato i registri di carico e scarico di Lomallina Energia (la società che gestisce l’impianto) e ha fatto notare che la materia prima da bruciare arriva da mezza Italia: Milano, Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Asti, Novara, Vicenza, Verona, Rovigo e, da qualche tempo, anche da Battipaglia, in provincia di Bari.  «Inoltre, in accordo con le prescrizioni della Regione – scrive la nota di Lombardia Notizie – l’impianto garantirà livelli di emissione estremamente contenuti, in linea con quelli resi possibili dall’adozione delle più avanzate tecnologie impiantistiche e sensibilmente inferiori ai valori previsti dalle normative nazionali vigenti, come del resto accade nei più moderni impianti operanti in Lombardia».  Sul raddoppio del termodistruttore i commenti sono i più diversi: la costruzione della seconda linea di combustione, che potrà bruciare “cdr”, ossia combustibile da rifiuto, non manca di suscitare approvazioni o critiche.  Il sindaco di Parona Giovanna Ganzi annuncia con diplomazia di voler esaminare la documentazione che lo stesso Pirellone invierà nei prossimi giorni in municipio. «Nel comunicato dell’agenzia di stampa che ho avuto modo di leggere si parla anche di riduzione delle tariffe: argomenti di un certo spessore, che dovrò verificare con attenzione – dice il primo cittadino -. Prima di fare qualche commento in merito, voglio prendere in esame le carte che ci spedirà la Regione».  Più esplicito l’assessore regionale Giancarlo Abelli, che dice di aver seguito «momento per momento» l’iter burocratico del decreto regionale che dà il via libera al potenziamento dell’impianto paronese. «E’ molto importante sottolineare che la firma del direttore generale dell’assessorato competente è un atto dovuto – afferma Abelli -. Abbiamo di fronte una sentenza del Tribunale amministrativo regionale: dopo il ricorso della società, il Tar aveva tempo 90 giorni per prendere una decisione. Ciò che è avvenuto alcuni giorni prima della scadenza, fissata per il 22 agosto».  L’assessore Abelli accenna anche alla tutela ambientale e alla riduzione delle tariffe per i cittadini della Lomellina e del Vogherese, territori che rientrano nel bacino provinciale B dei rifiuti. «Da tre anni a questa parte, da quando cioè è stata presentata la richiesta di potenziamento, la Regione ha invocato in modo particolare serie garanzie ambientali, puntando alla forte riduzione delle emissioni in atmosfera – prosegue -. Il panorama non è più lo stesso di tre anni fa: posso assicurare che la salute dei cittadini sarà tutelata con maggior determinazione».  L’altro consigliere regionale della provincia di Pavia, Carlo Porcari, dei Democratici di Sinistra, non condivide le opinioni di Abelli: «Non esistono atti dovuti. La giunta regionale e la direzione generale dell’assessoreato Servizi di Pubblica utilità hanno portato avanti una serie di azioni che hanno portato a far passare il progetto di ampliamento. E’ curioso poi che una decisione come quella del raddoppio dell’impianto non passi in giunta regionale». Forse perché la Lega Nord non era d’accordo? «Non mi sembra credibile, la Lega della Lomellina era senza dubbio contraria all’ampliamento, ma a Milano il Carroccio ha seguito una posizione diversa».  Fortemente critico sul prospettato decremento delle tariffe a carico dei contribuenti è proprio Lorenzo Demartini, assessore provinciale alla Cultura e segretario della circoscrizione Lomellina della Lega Nord. «Siamo di fronte all’ennesimo inganno dei contribuenti della Lomellina, che dovrebbero trarre vantaggio dal termodistruttore. In proposito, sto scrivendo un libro basato solo sui documenti di questi anni. La Lega Nord è consapevole di combattere una battaglia contro i mulini a vento, anche perché dietro a questa operazione si nascondono chiare manovre politiche. E’ chiaro a tutti che non esiste garanzia per la diminuzione della tariffa: l’impianto, poi, rischia di essere già oggi fuori mercato».  Bacchettate anche all’ex dirigenza del Clir: «L’ex consorzio avrebbe dovuto essere il proprietario dell’impianto, invece anni fa se lo è lasciato sfuggire di mano. Se le società che nel 1996 avevano presentato il progetto di costruzione avrebbero lavorato insieme, avremmo avuto un inceneritore tecnologicamente più avanzato, magari in grado di smaltire da subito 400mila tonnellate». Ha collaborato Umberto De Agostino – Carlo E. Gariboldi

 

Elezioni

Vedelago Rifiuti Zero

Non siamo contro il progresso, siamo contro chi non rappresenta il volere degli elettori che non desiderano un capitalismo che pensa di fare profitti sulla loro pelle. Per dimostrare che esistono persone che sanno investire a favore dell’ambiente con strategie eco sostenibili vi invito a leggere la documentazione stampata da diversi quotidiani nazionali.

INCENERIRE E’ DANNOSO E COSTOSO

Cordiali interlocutori,

allego due pagine dell’Adige di TN dove Carla Poli del CRRV (centro ricerca e riciclo di Vedelago)  dà lezioni di organizzazione ad Andreatta, sindaco di Trento. Istituzionali che scappano dal confronto pubblico ( e sono già 4 anni di gioco a nascondino degli amministratori trentini) grazie alle prerogative che il potere dà loro. Ma sono oramai all’angolo, perchè questa crisi profonda, irreversibile e strutturale, che ogni giorno si evidenzia sempre più, non dà scampo nè ai destri nè ai sinistri, che sono già allo spasmo pre-mortem di questo sistema economico da loro proposto ed continuamente esaltato. Ultimi sussulti che hanno bisogno di essere indirizzati ad un vero progetto di rivitalizzazione del territorio da parte degli abitanti (sudditi e cittadini assieme), ed al più presto.

Grazie anche ad imprenditori coraggiosi e competenti come Carla Poli.

Cordiali saluti

Gianluigi Salvador (WWF Trentino)

L’Adige – Trento – 22 Ottobre 2009 (PDF 92 KB)

 AMBIENTE L’ESEMPIO DI VEDELAGO, NEL TREVISANO

Rifiuti a riciclo totale, niente scarti per un milione di cittadini.

Rifiuti zero, a Vedelago. Ma non solo qui. Perché questa non è affatto la storia di un piccolo “comune riciclone”, in cui tutti si conoscono, dal sindaco al maestro, e tutti guardano cosa metti nel sacchetto del pattume fuori casa. L’impianto di Vedelago serve un bacino di un milione di abitanti della provincia di Treviso e dei comuni di Belluno, Vicenza e del Bassanese. E il modello è replicabile su scala più ampia. Al punto che l’azienda, di cui è proprietaria Carla Poli, ha vinto una gara a livello internazionale per dodici comuni della Sardegna e, tramite la International University di Venezia, già due volte sono venuti a vederla perfino dalla Cina.

Vedelago Il Sole 24 Ore di Giovedì 15 Maggio 2008 ( PDF 42 KB )

Vedelago lo schema del’Impianto Il Sole 24 Ore di Giovedì 15 Maggio 2008 ( PDF 207 KB )

 La Riviera del 30 Maggio 2008, diffusione avvenuta nelle province di Imperia e Savona

A VEDELAGO LA SPAZZATURA LA FANNO DIVENTARE SABBIA

Avevamo un problema con il secco non riciclabile e lo abbiamo risolto

Prima ricorrevamo anche noi all’incenerimento ed avevamo un certo tipo di costi

Abbiamo azzerato i costi di smaltimento, non ricorriamo più alla discarica o agli inceneritori.

Abbiamo messo in piedi l’impianto di granulazione, ma la gestione dei rifiuti spetta alla Provincia e alla Regione. La nostra autorizzazione dice che più si recupera e meglio è. Noi riusciamo a trasformare tutto, il secco non riciclabile può essere lavorato, e diamo un prodotto a norma Uni.

E’ la politica che deve tracciare la via, con scelte strategiche lungimiranti.

La Riviera del 30 Maggio 2008 (PDF 15 KB)

 

Inceneritori

Analisi bilanci società raccolta rifiuti

Analisi sui bilanci di due società di Servizi di Igiene Urbana (17 Ottobre 2008)

  • ASM di Vigevano coinvolta nel processo di incenerimento dei rifiuti
  • ASSA di Novara che effettua il porta a porta finalizzato al recupero, al riciclo e al riutilizzo dei rifiuti

L’analisi dei due bilanci evidenzia senza ombra di dubbio che anche economicamente l’incenerimento dei rifiuti è un processo da avversare. Basta osservare i dati delle due società per rendersi conto che nel 2006 i cittadini di Vigevano per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti hanno un Pro Capite di spesa equivalente a 183,96 € rispetto a Novara che ne spende solo 133,41 € facendo il porta a porta. L’analisi occupazionale dello stesso anno ci dice che a Vigevano risultano occupati in ASM 64 dipendenti (uno ogni 933 su 59.714 abitanti) e in ASSA a Novara 192 (uno ogni 529 su 101.536 abitanti). L’analisi dei costi di smaltimento dice che ASM Vigevano spende 2.791.795 € su 349.953 quintali di RSU prodotta mentre ASSA di Novara ne spende 2.712.000 € su 486.440 quintali. I costi della raccolta dicono che ASM Vigevano spende 8.193.224,60 €, mentre ASSA Novara ne spende 10.833.650,31 €. I dati della raccolta differenziata attestano Vigevano al 23,48%, notevolmente sotto ai limiti imposti dall’art 205 del D.lgs. 152/2006 che impone che si raggiunga una quota di differenziata pari al 45% entro il 31 dicembre 2008, mentre Novara è al 68,48%, che è ben oltre alla soglia prevista per il 2012.

Da questa analisi si può dedurre:

Non è vero che il porta a porta costa di più e non è praticabile nelle città ma solo in piccoli paesi.  Da questi dati si può dedurre che il porta a porta costa meno perché si riducono i rifiuti da conferire in discarica o agli inceneritori, questo a vantaggio di più posti di lavoro in quanto il processo impegna più risorse umane. Un altro vantaggio della raccolta differenziata è il ricavo che aumenta per via delle materie pregiate che vengono rivendute (carta, cartone, plastica, legno, vetro, metalli) che per Novara equivale ad un’entrata di 1.159.258 € per il 2006. Dall’analisi dei dati nel tempo, si nota anche che a Novara diminuisce la quantità di rifiuto prodotto per abitante, i dati del 2006 danno 1,31 KG al giorno per Novara e 1,61 KG per Vigevano. Per concludere, dopo aver letto i dati del confronto con la virtuosa Novara, Vi invito a ridere leggendo l’analisi conclusiva del Rapporto rifiuti della provincia di Pavia del 2006 che cerca di giustificare i fallimentari risultati della raccolta differenziata.

 Nel 2008 la regione Piemonte ha sanzionato i comuni che non hanno rispettato i limiti di RD.

Nell’elenco non sono presenti comuni della provincia di Novara.
 
Come potrà aumentare la RD della nostra Provincia se i Comuni del C.L.I.R. (Consorzio Lomellino Incenerimento Rifiuti) hanno una convenzione con l’inceneritore che stabilisce delle penali se si conferisce meno di quanto pattuito?
La Regione Lombardia cosa sta facendo ?

 Documenti e link:

 Sintesi Bilancio 2006 2007 ASM Vigevano 17 Ottobre 2008 (PDF 129 KB)

 Sintesi Bilancio 2006 ASSA Novara 17 Ottobre 2008 (PDF 7 KB) Completo (PDF 7,03 MB)

 Confronto Novara con Vigevano 17 Ottobre 2008 (PDF  8 KB)

Dati Raccolta Differenziata ASSA di Novara anno 2007 (PDF 830 KB)

Comunicato Stampa Comune di Novara 23 Febbraio 2007 (PDF 18 KB)

 Analisi Assessore di Forlì sulla raccolta rifiuti di Novara 30 Agosto 2008 (PDF 20 KB)

 

Raccolta Differenziata

Feste Faraoniche

Dalla storia dell’antico Egitto (Anticoegitto.net) e (egittopercaso.net), da cui è stato tratto e liberamente adattato il seguente brano.

Il Faraone è la suprema autorità della piramide sociale Paronese.
La parola “Faraone” significa “grande casa”.
Il faraone veniva raffigurato senza barba,  senza capelli. Altri simboli dichiaravano il suo potere, come la corona, bianca quella dell’Alto Egitto, rossa quella del Basso Egitto, doppia quella del Paese unificato, trasparente nel nostro caso, i maligni ci vedono anche un paio di corna rubate a Belzebù re degli inferi.
Al sovrano ci si poteva avvicinare solo nell’atto del suddito che si prostra sino a baciare terra. La sua nascita era preceduta da apparizioni miracolose che ne anticipavano la consacrazione. A Parona un paio di ciminiere, anzi 3, i più dicono anche 100, ma sono solo voci di corridoio. Vaste aree di terreno agricolo, scomparivano misteriosamente e al loro posto apparivano meravigliose industrie inquinanti.

Tutte le fonti di storiografia Egizia e Lomellina affermano all’unanimità che Menes fu il primo faraone. Una virtuale conferma di ciò è fornita dalla famosa Pietra di Parona, da cui deriva il famoso dolce, con il nome di Offella, a base di farina, uova, burro e zucchero.

Come si può ben immaginare, data la scarsità di reperti storici e l’imperfetta conoscenza delle manovre del periodo, l’identificazione dell’operato di un re della I dinastia non è mai precisa e certa. Si sa solo per certo che il suo regno dura circa 30 anni, senza nessun contrasto, o quasi. Si racconta di un panda misterioso, che cercava di ostacolare il suo operato. Il giorno che festeggiava il suo trionfo cadeva nella prima domenica di ottobre, con una processione di carri allegorici, distribuzione dei doni ai fedeli, che accorrevano anche dai paesi vicini, con grande misticismo.

Dopo di Lui, lo scettro del potere passo al primo faraone donna.

Le donne Faraoni,  potevano anche governare il paese e impugnare lo scettro reale come gli uomini e diventare così sovrani a tutti gli effetti. Sia i faraoni-uomini sia i faraoni-donne erano permeati dell’essenza divina.

Le regine svolgevano anche un ruolo di primo piano come madri o spose reali sin dall’epoca arcaica. Il ruolo di madre poteva anche venire interpretato come insegnare ai fanciulli, sul ruolo di sposa non abbiamo notizie attendibili.

Figlia maggiore del re Thutmosis I,  tutrice della nipote Thutmosis III, Hatshepsut riuscì in un modo o nell’altro a sfidare la tradizione e a installarsi saldamente sul trono divino dei faraoni. Fu l’unica presenza femminile nella storia ad essere rappresentata, sia come donna che come super nonna. Vestita con abiti e accessori poco femminili e addirittura, secondo i maligni,  della barba finta tradizionalmente esibita dai faraoni. Nonostante durante il suo regnò l’Egitto prosperasse, dopo il suo regno, si cercò con ogni mezzo di cancellare il suo nome e la sua immagine. La regina Hatshepsut-Ganzina è il monarca di sesso femminile, e forse unico, più famoso che l’Egitto abbia mai avuto in tutto il corso della sua storia.  Per anni questa regina è stata definita come l’usurpatrice di un ruolo completamente maschile e quindi la sua presa del potere viene interpretata come un atto che contrasta fortemente con lo status quo.

La dinastia del Faraone donna,  si è improvvisamente interrotta a causa di oscure manovre alla sua corte. (Gli storici non riescono a trovare un accordo sulla causa)

Il successore fu Peribsen, della seconda dinastia, attualmente al potere.

 

Satira

Consiglio Comunale (28-9-2009)

Ho assistito a una seduta del consiglio alquanto monotona è stato duro resistere nel non addormentarsi. A fine consiglio, in strada alcuni mi hanno detto di sentire la nostalgia dei miei interventi, spesso facevo del teatro: “Ridevano ma li tenevo svegli”. Ho suggerito alle minoranze un’interpellanza, vedo che non l’hanno presa in considerazione. Ho notato un’alleanza tra Parona Viva e Parona Giovane, devono aver stabilito di non ascoltarmi. Conosco le persone di questo paese come le mie tasche, difficilmente mi sbaglio, se è andata come penso, è la dimostrazione che non sanno fare politica. Colli è sempre stato un mio avversario con ideali opposti ai miei, ma dai banchi comuni della minoranza ha saputo instaurare un dialogo e una alleanza su temi condivisi. Anche se non ho mai creduto a una virgola di quanto ha detto o proposto, è stato capace di recuperare i consensi persi. Da un iniziale isolamento si è riscattato, cavalcando le contraddizioni di chi ha governato con il sostegno dei suoi complici nel passato.
 
I temi principali del dibattito sono stati:
 
  1. La comunicazione di Colli
  2. Presidenti e consiglieri non di Parona nominati da Colli nelle società pubbliche.
  3. Gestione della palestra
  4. Sede del CLIR autorizzata dalla precedente amministrazione in una zona prevista per lo scalo ferroviario concessa a prezzi più bassi di quelli di mercato.
 
Colli, che non è un buon politico e nel dibattere lascia alquanto a desiderare, ha fatto ben capire alle minoranze (messaggi diretti a Parona Viva), che a Parona quasi sempre sono stati nominati persone del posto, sia come consiglieri, presidenti della casa di riposo o nelle commissioni. Ho notato che per ben tre volte ha citato il dott. Brunoldi (non è un caso), senza aggiungere particolari commenti. Ha legato la scelta di competenze esterne alla situazione deficitaria esposta dal commissario. L’astuta volpe ha anche aggiunto elogi e ringraziamenti a Della Stella senza aggiungere altro.
 
 
Commento di Soffritti Renato:
Colli, inizialmente andava bene a tutti, in 30 anni ha instaurato relazioni, amicizie e complicità, legati anche a tanti piccoli o grandi favori, i suoi avversari a detta di tanti, sono i primi ad averne  beneficiato, oggi sono visti da chi ha votato per “Insieme per Parona” come degli ingrati che l’hanno tradito. Per chi non l’ha capito, i nomi che ha elencato nelle cariche ricoperte nel passato, trasmettono il concetto che ho appena esposto. Posso anche sostenere, che poche persone a Parona hanno le qualità professionali per ricoprire certi ruoli, guarda a caso oggi sono presenti in massa nel gruppo degli avversari.
 
 
Nel dibattere Parona Viva ha voluto sottolineare la loro disponibilità a collaborare, dura e prevedibile è  stato l’intervento di Sommi che in sintesi ha detto: “I cittadini hanno fatto una scelta di campo, noi siamo tenuti a governare secondo il nostro programma, se una forza politica ha intenzione di collaborare, viene a discutere prima di presentare una sfilza di interpellanze”.
 
 
Commento di Soffritti Renato:
Se venivo eletto per “La nuova Stagione”, avrei dichiarato da subito di essere considerato come un consigliere di minoranza anziché di opposizione, disposto a collaborare su tematiche condivise. Sono convinto che rispetto al passato avrei dato il mio contributo, pur mantenendo il mio atteggiamento critico su tanti temi che non possono essere condivisi per ovvi motivi legati a differenti ideali. Questo sarebbe avvenuto per via della mia coerenza, non si trovano tutti i giorni politici che rinunciano al potere per degli  ideali, chi governa di solito ne tiene conto e rispetta di più l’avversario.  Parona Viva non doveva dare questa disponibilità, gli attende un ciclo all’opposizione, una posizione morbida di minoranza sarebbe interpretata come un “Giù la testa…”. L’analisi del voto che ho già pubblicato, spiega i motivi del flop di Parona Viva e dei Giovani.
 
 
Sulla Palestra ha risposto Bianchi dicendo che al momento è un discorso prematuro, la gestione sarà a carico della Multiservizi S.p.A.
 
 
Commento di Soffritti Renato:
La lista dei giovani forse sperava di essere coinvolta per attività sportive o di gestione, come è avvenuto nel periodo di commissariamento, ma non ha capito che lo sport e le attività coinvolgono tutti e non hanno finalità politiche. Durante la festa di Parona del 2008 chiedevano adesioni come gruppo di Giovani per questi fini, senza specificare le loro intenzioni di scendere in campo come forza politica.  Intendo fare un paragone con l’ambiente, anche l’ecologia riguarda tutti, mai si dovrebbe utilizzarlo per scopi politici o di parte, qualcuno a Parona è stato da me duramente criticato per aver fatto anche questo. Una nostra  aderente era iscritta al gruppo dei giovani, quando hanno comunicato le adesioni per fare propaganda politica, si è arrabbiata perché hanno contato anche coloro che non si riconoscevano in questa lista.  Il risultato elettorale è la prova di queste furbizie, tante adesione pochi voti. Se tenevano separati i ruoli, oggi sarebbero stati probabilmente coinvolti.
 
 
Un altro tema discusso è stata l’autorizzazione del CLIR. Luca Trovati ha chiesto lumi e Sommi ha risposto. Nel dibattito è emerso che i terreni sono stati comprati ad un prezzo inferiore di quello di mercato, che il CLIR aveva già una destinazione d’uso nell’area di Lomellina Energia, che hanno avuto l’autorizzazione a stoccare i rifiuti.
 
 
Commenti di Soffritti Renato:
Un altra ingiustificata scelta avvenuta nella scorsa legislatura, tanta propaganda come ambientalisti e a distanza di tempo si scopre che hanno fatto anche questo. Nella convenzione era stabilito che i rifiuti a Parona non dovevano essere stoccati, oggi scopriamo che questo vincolo può essere superato con questa autorizzazione data al CLIR. Difficile sarà sistemare le cose qualora non si arrivi ad un accordo tra le parti.
 
 
Conclusioni di Renato Soffritti:
Le minoranze non hanno presentato interpellanze significative, tematiche importanti di inizio legislatura erano contenute nella relazione del commissario sulle spese sostenute per Combitalia e le intenzioni di questa amministrazione (tenerla o cedere le quote a un privato) come prevede la relazione della Corte dei Conti. Al riguardo avevamo suggerito un’interpellanza che non è stata minimamente presa in considerazione dalle minoranze. Sapere un’opinione sui soldi che dobbiamo versare a Mortara, ricordo che questo è stato uno dei pochi comuni ad aver votato a favore del raddoppio dell’inceneritore. Se non modificavano le convenzioni nessuno si accorgeva di nulla. Spadini ex Sindaco di Mortara, ha dato il suo “SI” a Colli in cambio di contributi mentre quasi tutti i comuni della Lomellina e la Provincia di Pavia ha deliberato la propria contrarietà. Nessuno a Parona sapeva niente (alla faccia della trasparenza amministrativa), ho pubblicato la delibera del consiglio comunale di Mortara per far capire come hanno votato i consiglieri, astenersi su un tema così importante è come votare a favore. E’ proprio il caso di sottolinearlo: “Inquinamento e danni alla salute dei cittadini di Mortara in cambio di soldi”, visto che riceve per via dei venti le nostre sostanze inquinanti. Sapere da Lomellina Energia se percepiremo i contributi comunali anche quando  scadranno i contributi statali CIP/6, in quanto l’attuale “Atto di regolamentazione dei contributi” stipulato dalla Ganzi è preoccupante in quanto cita:
Termine del periodo di incentivazione e scadenza nuovo documento
Per il nuovo documento analizzato si prevede un periodo di validità pari alla durata delle Convenzioni CIP/6 stipulate tra LE (lomellina Energia), relative all’Impianto LE2 (seconda caldaia), le quali prevedono una scadenza degli incentivi al 31/12/2014, (mentre per l’impianto LE1 (prima caldaia) gli incentivi terminano la loro efficacia già al gennaio 2009. Ricordo che nella precedente convenzione questa clausola non esisteva.
Avere dal Sindaco ulteriori delucidazioni in merito alle sue dichiarazioni apparse sul quotidiano  – La Provincia Pavese del 1 Ottobre 2009: – Lomellina Energia «Ci ha versato 15 milioni di euro, ma ce ne deve ancora 11”.
 
 
Nella prima seduta del consiglio, ha parlato solo Collie e Parona Viva, la minoranza ha fatto tutto sommato una bella figura, in questa occasione ha parlato Colli, Sommi, Bianchi per la maggioranza e solo Trovati per le minoranze. Parona Viva è apparsa un po’ smorta e Parona Giovane la “Voce del futuro”, continua a stare in silenzio. Come scelta politica le interpellanze che hanno presentato sono state un Boomerang, sono usciti con le ossa rotte.

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Proposta di Petizione Nazionale Inceneritori

PER NON INCENERIRE ANCHE IL NOSTRO FUTURO

CAMBIAMO ARIA

PETIZIONE NAZIONALE  PER LA RIDUZIONE E IL RICICLO TOTALE DEI RIFIUTI

E LA MESSA AL BANDO DEGLI INCENERITORI

Qui un vademecum di dieci punti fondamentali da sapere sugli inceneritori:

Manifesto per la riduzione e il riciclo dei rifiuti e contro la costruzione degli inceneritori

Incenerire i rifiuti? No grazie!

Questo documento viene proposto alle associazioni, comitati, gruppi che intendono partecipare ad una campagna nazionale.

1. Direttive Europee: primo ridurre e riciclare i rifiuti.  Incenerimento non è riuso né riciclo

Tutte le Direttive europee sui rifiuti stabiliscono che il problema va risolto con la riduzione/prevenzione dei rifiuti all’origine (vuoto a rendere, liquidi alla spina, compostaggio domestico, etc.), la raccolta separata dei materiali, il riciclo e la produzione di nuove merci, la progettazione di merci più facilmente riciclabili. Solo in via del tutto subordinata si può ricorrere a discariche ed inceneritori.

Una furbesca interpretazione di tali direttive fa credere che gli inceneritori (chiamati solo in Italia “termovalorizzatori”) comportino la riutilizzazione dei rifiuti. In realtà, anche se il calore della combustione è utilizzato per produrre elettricità, si tratta sempre di inceneritori a bassissimo recupero di energia: riciclare la carta fa recuperare 4 volte l’energia che si produce bruciandola; riciclare le plastiche fa recuperare da 10 a 26 volte l’energia prodotta col loro incenerimento.

2. Inceneritori di RSU non sono centrali termoelettriche

Non è vero che un inceneritore è simile ad una centrale termoelettrica, che invece è progettata per bruciare un combustibile la cui composizione è relativamente costante e il cui inquinamento, se si vuole, può essere analizzato, e in parte ridotto.

3. La separazione meccanica non funziona

La grossolana separazione di una frazione “umida” (ed eventualmente del vetro)  dal resto, destinato all’incenerimento, con eventuale sua trasformazione in CDR (combustibile derivato dai rifiuti), sono operazioni mirate soltanto a legittimare i grossi affari associati alla vendita di inceneritori o alla riconversione di vecchie centrali termoelettriche dismesse.

4. Se si brucia carta, plastica e legno, si vanificano le raccolte separate. C’è bisogno di riciclare la carta invece di importarla

Gli inceneritori possono funzionare soltanto bruciando materiale combustibile e le frazioni combustibili dei rifiuti sono soltanto carta, plastica, eventualmente legno. Gli inceneritori impediscono perciò la possibilità di riutilizzare e riciclare la carta e la plastica. Viene così anche vanificato il generoso impegno di tante associazioni di volontariato, scuole e famiglie per la raccolta separata dei rifiuti. C’è un’enorme bisogno di riciclo: degli oltre 10 milioni di tonnellate di carta e cartoni “consumati” in Italia, solo poco più di 2,5 milioni sono riciclati e circa 7,5 milioni vanno in discariche e inceneritori.

5. Inceneritori e riciclo sono due scelte alternative: la Germania lo dimostra

La scelta di costruire inceneritori scoraggia lo sviluppo di tecniche di raccolta separata, frazionamento e arricchimento delle frazioni riciclabili, riciclo e commercializzazione delle merci riciclate, analisi merceologica delle frazioni destinate al riciclo e delle merci riciclate; scoraggia la progettazione di merci, oggetto e macchinari più duraturi, che generano minori quantità di rifiuti durante la produzione e dopo l’uso, che possono essere usati più volte, più idonei ad essere riciclati. Tutte operazioni che potrebbero assicurare occupazione e innovazione tecnico-scientifica. In Germania la riduzione dei rifiuti (-16%) e l’aumento del riciclo degli imballaggi iniziati con il decreto Toepfer del 1991 ha mandato in crisi gli inceneritori programmati e costruiti dal 1980 al 1995.

6. Dai camini degli inceneritori esce la peste del 2000

Con la combustione di rifiuti contenenti carta, legno e  plastiche (anche clorurate), si liberano metalli tossici, micro- e nanopolveri, si formano acidi, diossine, Pcb (policlorobifenili), sostanze tossiche e cancerogene, che non sono significativamente filtrate neanche dai più sofisticati mezzi di abbattimento.

Dai documenti ufficiali Europei  risulta che  in Italia il 64% delle diossine è prodotto dagli impianti di incenerimento.

La normativa è inadeguata a tutelare la salute: un inceneritore può “legalmente” immettere nell’ambiente sostanze nocive, compresi cancerogeni certi, in quantità rilevanti, e con controlli assai poco soddisfacenti:

ad esempio, un inceneritore da 800 tonnellate di rifiuti al giorno, rispettando i limiti di legge, emette 504.000 nanogrammi di diossina al giorno, che sono l’equivalente della dose massima giornaliera di 720.000 adulti.

Le emissioni degli inceneritori sono una delle cause principali  (subito dopo il traffico) del moltiplicarsi di malattie degenerative in Europa, con enormi costi sociali. Perciò, come chiedono, tra gli altri, l’Ordine dei Medici francesi e quello dell’Emilia Romagna, gli inceneritori vanno messi al bando.

7. Le ceneri sono un quarto dei rifiuti inceneriti, vanno in discariche più pericolose e più costose

Gli inceneritori lasciano un residuo (circa il 25% in peso dei rifiuti trattati) di ceneri, contenenti sostanze chimiche più facilmente solubili in acqua dei rifiuti originari. Tali ceneri devono essere smaltite in discariche molto più sicure di quelle ordinarie. Costruire inceneritori comporta quindi  costruire anche discariche, con ulteriori effetti ambientali  su acque superficiali e sotterranee.

8. La “convenienza economica” dell’incenerimento è una truffa pagata con le nostre tasse

Incenerire i RSU costa molto più  che raccoglierli separatamente e riciclarli: da  100 a 300 euro a tonnellata.

La “convenienza” economica sta tutta nella truffa del finanziamento statale che paga,con i nostri soldi, l’energia elettrica prodotta dagli inceneritori circa 18 cent al KW/h, oltre 4 volte il suo prezzo di mercato. E’ un conto truccato che paghiamo noi cittadini con le tasse e le bollette.

9. Verso “Rifiuti Zero” con la raccolta differenziata “porta a porta”

In Italia molte decine i comuni, non solo piccoli, superano l’80% di raccolta differenziata e qualcuno sta puntando a superare il 90%. Questi risultati si ottengono con una buona informazione e coinvolgimento degli abitanti, un sistema di raccolta “domiciliare”, fatto porta a porta, in giorni diversi per tipi di rifiuto diversi; così si facilita al massimo il riciclo e, rivendendo i vari materiali alle industrie di carta, vetro, metalli ecc. si riducono i costi complessivi e le tasse sui rifiuti. Anche il residuo finora chiamato “non riciclabile” viene ora trasformato, con tecnologia italiana, in una “sabbia” per arredi da esterno e calcestruzzi.

Investendo meno di 1 miliardo di euro, il governo può servire con la raccolta domiciliare i 45 milioni di italiani che ancora non lo sono, creando 200.000 posti di lavoro, invece di investire 10-15 miliardi di euro in inceneritori e loro discariche, con soli 3.000 occupati: la ricaduta occupazionale del riciclo rispetto all’incenerimento è di 1000 posti a 1. Questa è “economia verde”.

10 Verso “Rifiuti Zero”:  paghi meno chi fa meno rifiuti

I rifiuti si riducono ulteriormente se le tariffe non sono legate alla dimensione degli alloggi o al numero del nucleo famigliare, ma alla quantità di rifiuto non riciclabile conferito.

Ulteriori sconti possono riguardare chi composta nel proprio orto gli scarti organici di cibo o potature e i genitori che addottano per i neonati i pannolini lavabili.

(a cura di Michele Boato)

 

Petizione

Racconti di Emanuele Zaza

La Nave – di Emanuele Zaza – 16 Marzo 2009 (PDF 64 KB)

La Prenotazione – di Emanuele Zaza – 10 Gennaio 2009 (PDF 35 KB)

Cionzina – di Emanuele Zaza – 28 Maggio 2008 (PDF 55 KB)

La Patente – di Emanuele Zaza – 15 Febbraio 2008 (PDF 54 KB)

Il sogno – di Emanuele Zaza – 14 Febbraio 2008 (PDF 91 KB)

Disputa Teologica – di Emanuele Zaza – 23 Ottobre 2005 (PDF 46 KB) 

Wappy  Wolker – di Emanuele Zaza – 13 Agosto 2004 (PDF  36 KB)

The Date – di Emanuele Zaza – 10 Dicembre 2004 (PDF  30 KB)

racconti che parlano di solidarietà, di integrazione e di animali

Cultura

Interpellanze e Interrogazioni

Parona Lomellina 13 Settembre 2009

 

Da: Soffritti Renato (Governo Ombra di Parona Lomellina)

Al: Sindaco di Parona Lomellina, ai Gruppi di minoranza

 

Si suggerisce al Sindaco di rispondere alla Interpellanza/Interrogazione, si invitano i Gruppi di Minoranza a presentarle all’uff. protocollo del Comune per avere delucidazioni in merito. Si suggerisce ai Gruppi di minoranza di aggiungere la postilla: “Si richiede risposta scritta da parte del Sindaco” nell’interrogazione.

 

Oggetto: Interrogazione sulle Società e le opere pubbliche

 

– Visto il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 43 comma 2

– Visto lo Statuto Comunale art. 14 comma 2 e 3

– Visto il Regolamento Comunale art. 48 e 49

– Vista la delibera N.48/2008 della Corte dei Conti

– Vista la relazione del Commissario

 

Oggetto: Interpellanza sulle Società e le opere pubbliche

 

– Visto il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 43 comma 2

– Visto lo Statuto Comunale art. 14 comma 2 e 3

– Visto il Regolamento Comunale art. 50, 51

– Vista la delibera N.48/2008 della Corte dei Conti

– Vista la relazione del Commissario

 

 

Premessa

 

La legge finanziaria per il 2008 ha posto una disciplina vincolistica di tipo formale e sostanziale in tema di costituzione di società e di partecipazioni pubbliche, nel senso che una volta accertata l’esistenza dei requisiti di legge ostativi alla costituzione di nuove società o al mantenimento di partecipazioni, le pubbliche amministrazioni devono cedere a terzi, nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, le società e le partecipazioni vietate entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria per il 2008, ovvero entro il 30 giugno 2009 (art.3 comma 29 legge 244/2007). Per tutelare la concorrenza ed il mercato le amministrazioni, non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società

La Combitalia s.r.l. è, a norma di statuto, una società che si prefigge scopi prettamente industriali e commerciali, questo è ben descritto nel suo statuto societario pertanto non è conforme alle prescrizioni previste, ne consegue che il consiglio comunale, ai sensi dell’art. 49 dello statuto dell’ente e alla luce della disciplina vincolistica introdotta con le norme previste nella finanziaria per il 2008, deve avviare il programma di cessione a terzi di tale partecipazione indiretta nel rispetto delle procedure a evidenza pubblica, nei modi e nei tempi indicati.

 

Pertanto chiedo al Sindaco

 

Per quale motivo il consiglio comunale non ha deliberato nei termini di legge la ricognizione delle Società partecipate dall’ente motivando l’autorizzazione al mantenimento delle attuali partecipazioni o nel caso di Combitalia S.r.l dando avvio alla procedura di dismissione come suggerito dalla Corte dei Conti al commissario?

Nella scorsa legislatura il Sindaco tra i banchi della minoranza, ha mosso non poche critiche ad incarichi dati a professionisti non residenti nelle società a capitale pubblico, come mai oggi non ha trovato fiduciari tra i Paronesi?

Per la presidenza della Multiservizi S.p.A. ha optato per un profilo di competenza giuridica anziché amministrativo, può motivare questo tipo di scelta?

Vista la relazione del Commissario che evidenzia una situazione finanziaria pesantemente condizionata dalle scelte azzardate effettuate tra il 2003 e il 2007, caratterizzate da uno sfrenato indebitamento condizionato dai mutui stipulati dal Comune e dalle Società, chiedo al Sindaco:

  • Gli introiti dell’inceneritore garantiranno adeguate entrate per coprire le spese dei mutui stipulati?
  • Gli introiti stipulati con l’ultima convenzione subiranno una ulteriore riduzione quando la società di incenerimento non percepirà più gli incentivi statali CIP6 o Certificati Verdi?
  • Siamo tenuti a dare una parte dei contributi dell’inceneritore anche al comune di Mortara?

Prendendo atto della relazione del Commissario sui mutui contratti per realizzare opere pubbliche, chiediamo al Sindaco di spiegare come ha speso circa 4 milioni di Euro il Comune di Parona e 7 milioni e cinquecentomila euro la Multiservizi Spa?

Viste le spese contratte per i mutui, costatiamo che le tante propagandate entrate dell’inceneritore servono solo a finanziare opere pubbliche quali strade e circonvallazioni. L’enorme espansione industriale avvenuta negli ultimi anni, sottrae verde, crea inquinamento, odori molesti, rumori e danni alla salute, non si notano vantaggi per i cittadini, può spiegare il Sindaco con dati reali quale beneficio ha avuto la collettività di Parona in termini economici o occupazionali?

Altri comuni hanno da tempo deliberato, e il comune di Parona?

Si allega l’interpellanza e l’interrogazione in formato WORD da scaricare.

Legislatura