Per quanto riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la nostra Provincia di Pavia è divisa in due bacini. Il bacino A comprende il Pavese e l’Oltrepò orientale, mentre il bacino B copre la Lomellina e il Vogherese. Il CLIR (Consorzio Lomellino per l’Incenerimento dei Rifiuti) raccoglie e conferisce i rifiuti del bacino B. Nel 1995 per scongiurare il ricorso alle discariche, l’Amministrazione provinciale di Pavia adottò un proprio Piano Provinciale dei Rifiuti che recepiva la Legge Regionale 21/93 la quale prevedeva la costruzione di un impianto di incenerimento per lo smaltimento dei rifiuti del bacino B. In dettaglio, la LR 21 conteneva un cosiddetto “Piano a breve termine” per fare fronte all’emergenza dello smaltimento dei rifiuti di allora in Lombardia, in cui si individuava in Vigevano l’area che doveva ospitare l’inceneritore al servizio del bacino B, e nel CLIR l’ente titolare di questo impianto. L’impianto previsto nel Piano provinciale aveva una capacità di smaltimento annuo di 146.000 tonnellate, pari al quantitativo di rifiuti prodotto nel bacino B (118.000 t/a nel 2000 al netto della raccolta differenziata) più una percentuale “di mutuo soccorso” da utilizzarsi nel caso che una delle province lombarde fosse entrata in emergenza rifiuti. Nel 1996, date le difficoltà incontrate da Vigevano nel mettere a disposizione un’area adeguata, l’allora Sindaco di Parona, Silvano Colli, che nel 1995 era stato eletto Presidente del CLIR, concordava con gli altri circa 50 Comuni del bacino di insediarlo a Parona. A Parona nasce una commissione comunale consultiva di basso profilo tecnico, che nel 1997 sceglie come migliore progetto quello denominato “Lomellina Energia” presentato da Foster Wheeler, scartando i progetti presentati da RWE e da Termomeccanica. Il progetto Lomellina Energia citava come miglior esempio applicativo l’impianto di incenerimento rifiuti con ricupero energetico di Robbins (località vicino a Chicago) avviato della stessa FW nel gennaio 1997, magnificandone le doti di sicurezza e di efficienza. La particolare tecnologia, a letto fluido a circolazione esterna, è stata messa a punto negli USA negli anni ’80 per bruciare gli scarti di lavorazione del coke e del gas naturale. Si tratta quindi di una tecnologia che solo in un secondo momento è stata adattata all’incenerimento dei rifiuti con ricupero energetico. In Italia una disposizione del 1992 (la cosiddetta CIP 6) favorisce la nascita di impianti di incenerimento con recupero energetico, i cosiddetti termoutilizzatori o termovalorizzatori. L’energia elettrica prodotta dal termoutilizzatore è poi acquistata dall’ENEL ad un prezzo di molto superiore a quello di mercato. Inoltre il CLIR si è impegnato con Lomellina Energia con un apposita convenzione a conferire una precisa quantità di rifiuti a Parona (65 mila tonnellate annue) per tutto il periodo di vita del “termo”, rendendo di fatto la raccolta differenziata non conveniente per il nostro territorio, difatti se questa dovesse aumentare il CLIR per non pagare una penale sarà costretto a cercare rifiuti fuori Provincia. Alla fine del 2000 l’impianto di Robbins veniva definitivamente chiuso “for business reasons” dopo che nel 1998 l’EPA aveva comminato alla società di gestione una multa di 114 milioni di dollari per aver superato i limiti per quanto riguarda le emissioni di monossido di carbonio, di idrocarburi aromatici e di opacità dei fumi (quantità di luce oscurata) per il periodo che va dal giugno al dicembre del 1997, e dopo che il governo degli Stati Uniti aveva abrogato la legge che agevolava la vendita dell’energia elettrica prodotta dagli impianti di incenerimento dei rifiuti (una disposizione simile al CIP 6 di casa nostra). Per questi motivi il capitale dell’azienda aveva perso oltre il 70% dall’inizio del 1998, passando da 1 miliardo ai 246,8 milioni di dollari del marzo 2000. Parallelamente, il valore delle azioni, che prima della notifica delle infrazioni aveva toccato i 48 dollari/azione, era sceso nel 2000 a soli 6 dollari/azione. Per riprendersi da questa “botta” FW dovette, tra l’altro, vendere la sua quota di partecipazione in Lomellina Energia al Gruppo Merloni. Salvo poi riacquistarne il 40% nel 2004, quando il raddoppio era ormai stato approvato, con il palese obiettivo di riproporre la medesima tecnologia anche per la seconda linea. Monossido di carbonio, idrocarburi aromatici e opacità dei fumi sono parametri che servono per stimare le emissioni di diossina, sostanza che causa il cancro negli animali e nell’uomo. Da noi, nello stesso anno 2000, la Provincia e la Regione Lombardia davano l’assenso a una prima richiesta di aumento della capacità di smaltimento fino a 200.000 t/a e nell’agosto del 2004 la Regione dava il via libera alla costruzione di un’ulteriore caldaia per una seconda linea di incenerimento, che una volta conclusa porterà la capacità di smaltimento rifiuti dell’impianto a circa 400.000 t/a (circa quattro volte la produzione di rifiuti del bacino B). L’amministrazione di Parona forte di un consenso bulgaro del suo elettorato (superiore all’85%) ha usato, per convincere i cittadini, frasi convincenti del tipo:
- Siamo più bravi perché siamo riusciti a “rubarlo” a Vigevano (vero)
- Vi daremo a tutti il teleriscaldamento (falsità impossibile da mantenere in quanto non conveniente per un paese di 2000 abitanti)
- Aumenterà l’occupazione (vero, anche se risultano occupate a tempo indeterminato poche persone del Paese)
- Faremo una commissione sull’inceneritore (vero, ma di basso profilo tecnico)
- La salute sarà garantita da uno studio di impatto ambientale (vero, ma ha fotografato solo il bianco, quando i terreni non erano contaminati dalle varie tipologie di inquinanti, nessuno studio sul nero evidenzia dopo anni come è messo il nostro territorio)
- Saranno installate delle centraline con i dati a disposizione di tutti (vero, ma solo dopo innumerevoli pressioni e solo dopo il raddoppio dell’inceneritore a 400.000 t/a abbiamo avuto accesso a dati omologati, il PM10 misurato non si discosta molto dai rilevamenti effettuati in città metropolitane come Milano)
- Formeremo una Commissione Consultiva Comunale (vero, ma si è riunita solo poche volte e la sua maggioranza è sempre stata costituita da elementi favorevoli all’inceneritore)
- Si dovrà creare un’area verde piantumata intorno all’impianto (ad oggi non risulta visibile nessuna area verde prevista dalla Convenzione)
- Sarà dato del Compost gratuito agli agricoltori (non è mai avvenuto in quanto la qualità è scadente e va in discarica, nessun agricoltore lo vuole)
Fasi di sviluppo:
- Creazione di Lomellina Energia s.r.l. ottobre 1995
- Chiusura di Lomellina Energia aprile 2001
- Acquisizione da parte di Merloni settembre 2001
- Acquisizione della quota da parte di FW maggio 2004
- Autorizzazione alla costruzione della seconda linea agosto 2004
- Raggiungimento dell’accordo con gli altri Comuni del CLIR giugno 2005
- Prima autorizzazione per raddoppio dell’impianto gennaio 2006
- Inizio lavori di costruzione febbraio 1998
- Fine montaggi unità preselezione settembre 1999
- Fine montaggi Inceneritore luglio 2000
- Esercizio commerciale preselezione ottobre 1999
- Esercizio commerciale inceneritore ottobre 2000
Raddoppio del Termoutilizzatore
- Autorizzazione Regionale per una seconda linea di 180.000 t/a di rifiuti speciali non pericolosi agosto 2004
Diversi comuni del CLIR e la provincia di Pavia esprimono parere contrario, con motivazioni del tipo “non era necessario in quanto non si comprende come l’attività della seconda linea si rapporti in termini favorevoli al sistema di gestione degli RSU della Provincia di Pavia e del territorio Lombardo”. L’inceneritore di Parona è stato il primo come modello di Impianto realizzato da Privati. Nel Febbraio 2005 si inizia a discutere all’interno del C.L.I.R di realizzare una S.p.A. con le municipalizzate (ASM) di Vigevano e Mortara e i Comuni del Consorzio. Totale disaccordo tra i Comuni del C.L.I.R, nel Giugno 2005 si arriva ad un accordo parziale per la nascita di ISA, in attesa di definire al meglio la struttura. I motivi della contesa sembrano essere gli alti costi di conferimento rifiuti all’inceneritore legati alla preoccupazione per l’investimento finanziario. I quotidiani locali hanno sollevato dubbi su questa operazione, in quanto L’art. 13 della Legge 4 agosto 2006, n. 248 imponeva normative per la riduzione dei costi degli apparati pubblici regionali e locali, al fine di evitare alterazioni o distorsioni della concorrenza, le società, a capitale interamente pubblico o misto, non potevano svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara, e non potevano partecipare ad altre società o enti. Gli attori dell’operazione sostenevano che dovevano sentire i loro legali, ad oggi (30 Maggio 2008) nessuno conosce il cavillo che ha consentito ad un consistente numero di Comuni di uscire dal CLIR e partecipare a una società come ISA. Lo stato dell’arte evidenzia che si è favorito il profitto a danno della collegialità di un consorzio, pertanto la riduzione dei costi peserà come ulteriore danno ambientale: “Avevano garantito che con il raddoppio le ceneri non rimanevano in Lomellina, ma con la scusa di ridurre le tariffe in tanti li vogliono a Galliavola a pochi chilometri dall’inceneritore”. Avevamo il problema della discarica della Belcreda, l’inceneritore era la soluzione per i rifiuti del nostro bacino, ora intendono conferire sul nostro territorio un quantitativo superiore e più pericoloso rispetto a quello che era il quantitativo iniziale.
L’inceneritore si è anche incenerito un paio di volte, si è distrutta la lavorazione di una caldaia pertanto l’RSU del bacino è stata conferita altrove per circa un mese. Sarebbe interessante sapere, visti gli alti costi di smaltimento, se per caso è stato più conveniente portarli fuori dal nostro territorio. Magari ci guadagniamo anche in salute nel portarli in altre città.
Un’analisi a confronto del 2006 tra l’incenerimento e la raccolta differenziata (finalizzata al riciclo e al recupero dei materiali), dice che incenerire i rifiuti costa di più.
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