Abbiamo deciso di pubblicare una premessa alla sezione Inceneritore, questo per facilitare e sintetizzare gli argomenti. Tante persone e comitati si interessano alla documentazione pubblicata, la ritengono utile informazione per contrastare nuovi impianti che sorgono come funghi in ogni parte d’Italia. E’ stata integrata anche la parte inerente la discarica di Galliavola, cercano di utilizzarle una cava per i residui tossici dell’incenerimento.
Ordine del Giorno del Consiglio Comunale di Parona convocato per il 27 Novembre 2010 alle ore 10.00
Comunicazione dell’avvenuto deposito dei verbali delle deliberazioni adottate nella seduta precedente;
Comunicazioni del Sindaco;
Risposta ad Interpellanza presentata a firma del Consigliere Comunale Donatella Marzetto in data 06.11.2010 prot. n. 4826;
Risposta ad Interpellanza presentata a firma del Consigliere Comunale Donatella Marzetto in data 06.11.2010 prot. n. 4827;
Risposta ad Interpellanza presentata a firma del Consigliere Comunale Donatella Marzetto in data 06.11.2010 prot. n. 4828;
Risposta ad Interrogazione presentata dal Consigliere Comunale Donatella Marzetto in data 13.11.2010 prot. n. 4987;
Risposta ad Interrogazione presentata dal Consigliere Comunale Donatello Marzetto in data 13.11.2010 prot. n. 4988;
Risposta ad Interpellanza presentata a firma del Consigliere Comunale Donatella Marzetto in data 13.11.2010 prot. n. 4989;
Recesso del Comune di Velezzo Lomellina dalla Convenzione per la gestione del Servizio di Segreteria tra i Comuni di Parona, Cilavegna, Gravellona Lomellina, Sant’Angelo Lomellina e Velezzo Lomellina”;
Estensione della Convenzione per la gestione del Servizio di Segreteria tra i Comuni di Parona, Cilavegna, Gravellona Lomellina e Sant’Angelo Lomellina al Comune di Albonese;
Variazioni alle dotazioni del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010.
La suddetta adunanza si è tenuta presso la sala consigliare del Palazzo Comunale, in Piazza Signorelli, n° 1
Relazione sulla seduta:
Le interpellanze presentate da Parona Giovane sono state rimandate causa assenza giustificata di Donatella Marzetto. Non capita mai di vedere l’amministrazione andare incontro alle esigenze delle minoranze, così è sempre stato e così sempre sarà.
Per il resto:
Riguardo alla centrale, il sindaco ha fatto brevi dichiarazioni affermando che il caso è ufficialmente chiuso, e che ora convocherà la commissione per la revisione dello statuto comunale ai fini di inserire un divieto di insediamento relativo a centrali e ALTRE ATTIVITA’ INQUINANTI.
Sull’incendio dell’inceneritore il sindaco ha dichiarato che al momento non sono emersi danni per l’ambiente.
Il Comune ha ricevuto fondi regionali per il ripristino di tre fontanili.
A meno di un miracolo, il 20 dicembre Combitalia verrà messa in liquidazione, con un debito di 500.000 euro.
Anche la Multiservizi è messa male (200.000 euro di debiti).
La proprietà del palazzetto dello sport passerà dal Comune alla Multiservizi, come bene di “copertura” dei debiti di Combitalia e della stessa Multiservizi.
Alla fine c’è stata una dichiarazione di Sommi, che ha affermato che il caso di Combitalia dimostra che l’amministrazione pubblica non dovrebbe imbarcarsi in avventure imprenditoriali, e che in merito a Combitalia hanno trovato una vera e propria “tragedia” (letterale) che non si aspettavano (nemmeno i binari sono stati posati, come invece si riteneva…).
Mi associo nel condividere il comunicato stampa sotto allegato. Come politico iscritto al PRC, le scrivo senza sapere il colore politico della sua amministrazione, per dirle che chiunque dovrebbe seguire il Vostro esempio, non perché avete fatto secondo noi la scelta giusta, ma perché avete saputo ascoltare e decidere di conseguenza. Dote rara che non accomuna i politici dei giorni nostri. Penso Vi farà piacere sapere che non è solo una mia opinione, lo leggo come coro unanime da parte dei comitati civici della Lomellina i quali commentano: “MAGARI ACCADESSE ANCHE QUI !!!”.
Distinti Saluti e Buon Lavoro
Apprezzamento espresso da: Soffritti Renato (Sostenitore dei comitati Civici)
From: Casa della Legalità e della Cultura – Onlus
Sent: Monday, November 08, 2010 6:05 PM Subject: Comunicato Stampa – “Comune di Sanremo – approva le proposte di riciclo totale”
CASA DELLA LEGALITA’ E DELLA CULTURA – Onlus
Osservatorio sulla criminalità e le mafie
Osservatorio sui reati ambientali
Osservatorio sulla trasparenza e correttezza della P.A.
COMUNICATO STAMPA con cortese richiesta di pubblicazione e max diffusione
Comune di Sanremo – approva le proposte di riciclo totale.
Abbiamo appreso che l’iniziativa promossa per chiedere che il Comune di Sanremo scegliesse di promuovere una strategia di riciclo totale, sul modello del Centro Riciclo di Vedelago, dando occasione di sviluppo occupazionale, risparmio delle risorse (sia intese come “materia” sia economiche delle casse pubbliche e dei cittadini), tutela dell’ambiente e della salute, sta producendo importanti passi avanti.
Come Casa della Legalità – Onlus, anche a nome degli altri promotori della Lettera Aperta al Sindaco (Wwf Liguria, AlzaLaTesta, dei medici dell’Isde, dei Comuni Virtuosi) nonché del Coordinamento Civico Nazionale DNS Diritti-Natura-Salute, esprimiamo sincero apprezzamento per l’ordine del giorno approvato unanimemente ieri dal Consiglio Comunale di Sanremo, ed accolto dalla Giunta, in cui si identifica la strada della raccolta differenziata spinta quale soluzione contro combustione e discariche.
In occasione del positivo incontro avuto con il sindaco Zoccarato, abbiamo già messo in contatto l’Amministrazione di Sanremo con Carla Poli, imprenditrice promotore del Centro Riciclo di Vedelago, ed a breve, una volta superata la fase di emergenza del Nord-est per le esondazioni e gli allagamenti, si terrà l’incontro e sopralluogo della delegazione del Comune di Sanremo al Centro di Vedelago.
Il fatto che trasversalmente a Sanremo si sia compresa l’opportunità, anche economica, del progetto di riciclo totale, ovvero della combustione zero, è un segnale importante per tutta la Liguria, ed il 12 novembre vi sarà occasione di parlarne con la popolazione ed i comitati sanremesi che ci hanno invitato ad una loro iniziativa.
L’Ufficio di Presidenza C.Abbondanza, S.Castiglion, E.D’Agostino
Lettera Aperta al Sindaco di Sanremo:
perché vuole “bruciare” il futuro della sua città?
Signor Sindaco di Sanremo,
abbiamo letto che vuole la realizzazione di un inceneritore per i rifiuti e ci domandiamo: perché vuole “bruciare” il futuro della sua città?
Se ci permette vorremmo proporle un altro modo per affrontare la questione e che potrebbe far diventare il suo Comune un esempio per l’intera Liguria.
Non le vogliamo vendere nulla, ma darLe tutte le informazioni – e se vorrà il supporto gratuito – per far sì che:
si riducano i costi dell’Ente pubblico per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti;
si riducano i costi che gravano sui cittadini per la tariffa/tassa sui rifiuti;
si crei occupazione ben oltre a quel poco che darebbe un inceneritore;
si incassi dalla vendita della “materia prima” che sono i rifiuti se riciclati;
si realizzi un compost a basso costo e ad alta qualità per aiutare le attività di coltivazione.
Non ci crede? Venga con noi a Vedelago e vedrà che non solo è possibile, ma già realizzato. Lì le presenteremo l’imprenditrice Carla Poli che ha costruito un impresa in grado di fare questo. E se vuole le faremo anche incontrare i ragazzi della Cooperativa Apas di Palermo che dal nulla hanno dimostrato che si può creare occupazione, far risparmiare enti pubblici e cittadini, con riciclo, riuso e recupero dei “rifiuti”. Provi a chiedere ai suoi colleghi sindaci come ad esempio quello di Ponte delle Alpi o di Forlì, per citarne due, che hanno deciso di puntare sul riciclo e recupero della materia… e calcoli che solo nel 2010 vi sono stati altri 200 nuovi Comuni che hanno scelto questa strada.
Se ci darà questa possibilità scoprirà che oltre ai vantaggi già enunciati ne avrà anche altri, su larga scala, che si potrebbero sintetizzare così: tutela della salute e dell’ambiente. Pensi solo al fatto che a fronte di una ricchezza per le casse pubbliche e le tasche dei cittadini, si avrà un risparmio anche sanitario perché senza impianti inquinanti, come gli inceneritori, si evita il proliferare di tumori e patologie devastanti che vanno a colpire gli esseri umani già nella fase embrionale.
Infatti se si realizzano le piattaforme per la raccolta differenziata ed il riciclo totale, non solo non spenderà più per “bruciare” materia – ed invece incasserà perché quella “materia” si venderà -, ma non vi saranno emissioni inquinanti che compromettono allevamenti e agricoltura, oltre che la salute delle persone nel raggio di chilometri e chilometri dalla sede di quegli impianti di incenerimento.
Lei ha questa possibilità: creare in Liguria il primo modello fuori dal “ciclo integrato” e che potrà servire l’intera provincia di Imperia, portando ricchezza, lavoro e tutelando ambiente e salute.
Non è proprio una proposta indecente ci pare. Non si faccia prendere dal panico delle “emergenze”. Non ci vuole molto a realizzare quello che le proponiamo… ci vuole meno tempo e molte meno risorse che per costruire un inceneritore.
Allora che ne dice? Quando ci incontriamo per concretizzare questo progetto di “futuro” per Sanremo e la Riviera dei Fiori?
Wwf Liguria
Casa della Legalità – Onlus
associazione “Alza La Testa”
Marco Boschini – coordinatore Associazione dei Comuni Virtuosi
Patrizia Gentilini dei Medici per l’Ambiente – ISDE
Valerio Gennaro dei Medici per l’Ambiente – ISDE
Gianluigi Salvador – Referente energia e rifiuti WWF Veneto
PS:
Le alleghiamo, per offrire un quadro più dettagliato, la lettera aperta “I medici chiamano Parma” nella quale è indicato chiaramente il rischio per la salute derivante dagli impianti di incenerimento.
PARONA. L’inceneritore continua a ricevere rifiuti solidi urbani. In attesa di quantificare i danni, che dovrebbero ammontare comunque a qualche centinaio di migliaia di euro, è stata però scongiurata l’emergenza in seguito all’incendio scoppiato l’altra sera nel capannone di stoccaggio della frazione organica stabilizzata, il cosiddetto compost. L’incidente non ha determinato conseguenze nella gestione della raccolta dei rifiuti in Lomellina e nel Vogherese, zone che smaltiscono l’immondizia a Parona. Lo comunicano Vincenzo Filisetti e Andrea Fava, presidente e amministratore delegato di Lomellina Energia, la società che gestisce l’impianto di strada Scochellina autorizzato a bruciare 380mila tonnellate l’anno di rifiuti solidi urbani e di combustibile da rifiuto. «Il rapido intervento dei vigili del fuoco, oltre alla disponibilità di diversi sistemi di sicurezza e di protezione ambientale recentemente potenziati anche a seguito degli incendi del 2008, ha preservato le aree di produzione che, pertanto, continuano a funzionare senza alcun problema garantendo la continuità del pubblico servizio», assicurano. Le cause dell’incidente, che non ha determinato danni a persone, sono in fase di accertamento da parte dei tecnici, anche se con tutta probabilità l’origine dell’incendio è accidentale. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Pavia, Vigevano, Mortara, Robbio, Garlasco e Milano, che hanno spento le fiamme evitando che l’incendio si propagasse dal capannone lungo 150 metri e largo 50 alle altre zone del termodistruttore. «Tutti gli elementi di messa in sicurezza sono stati resi operativi e, grazie all’intervento dei vigili del fuoco e del personale interno dello stabilimento, l’incendio è stato circoscritto – commentano Filisetti e Fava – La società si è subito attivata informando le istituzioni competenti, dalla Provincia al Comune e all’Arpa. Ringraziamo, inoltre, chi si è prodigato nell’opera di spegnimento dell’incendio e, in particolare, i comandi dei vigili del fuoco, l’Arpa di Pavia, il Servizio di soccorso pubblico 118 e le stazioni locali dei carabinieri». Anche il sindaco Silvano Colli è stato informato dell’accaduto. «Mi spiace che si sia verificato questo incidente, che per fortuna non ha avuto conseguenze – dice – Malgrado tutto, ritengo che l’impianto di Lomellina Energia sia uno dei più sicuri d’Italia». L’altra sera, malgrado il fumo denso sprigionatosi dal capannone, non è stato necessario far evacuare la popolazione, mentre nemmeno il traffico lungo l’ex statale 494 fra Vigevano e Mortara è stato interrotto. Nel 2008 all’inceneritore erano scoppiati due incendi. – Umberto De Agostino
PARONA. Fiamme visibili a distanza, un fumo denso su tutta la zona industriale di Parona, vigili del fuoco mobilitati da tutta la provincia e da Milano: l’incendio è scoppiato ieri poco dopo le 20 al termodistruttore di via Scochellina. Le fiamme si sono estese causando il crollo del tetto di un capannone lungo 150 metri e largo una cinquantina, bloccando l’attività. Si prevedeva che le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza sarebbero proseguite per tutta la notte. In prima battuta non era possibile ipotizzare con certezza quale potesse essere la causa precisa dell’incendio. E neppure se la causa sia stata di natura dolosa o accidentale: ma si propendeva per la seconda ipotesi. Non è escluso che le fiamme siano partite, come era avvenuto in altre occasioni, da un nastro trasportatore. L’allarme è stato lanciato al numero per le emergenze dei vigili del fuoco: il comando di Pavia ha immediatamente coordinato l’invio di squadre anche dotate di autobotte. I vigili del fuoco oltre che da Pavia e da Vigevano sono partiti dalle sede dei volontari di Mortara, Garlasco e Robbio, vista la difficoltà tecnica di spegnimento delle fiamme. Sono stati poi chiesti in rinforzo mezzi anche da Milano: alle 22 stavano lavorando una trentina di operatori. Non sembrava almeno all’inizio dell’intervento che ci fosse il pericolo di un ’estensione delle fiamme anche ad altre parti dell’impianto di incenerimento dei rifiuti di via Scochellina. La popolazione nella zona, almeno durante la prima parte dell’intervento, non è stata sgomberata e non risultavano ferito o persone intossicate. Anche la circolazione dei veicoli sulla ex strada statale 494, che collega Vigevano Mortara e passa a lato della zona industriale di Parona, almeno fino alle 22 era regolare. Erano comunque già stati avvisati i tecnici dell’Arpa (Agenzia regionale per la prorezione ambientale), per poter effettuare i rilievi necessari a valutare il pericolo di inquinamento per l’ambiente, e di conseguenza anche la necessità di eseguire ulteriori interventi nell’area circostante l’inceneritore di Parona. Gli ultimi due casi di incendio all’inceneritore si erano verificati nel marzo e nell’ottobre 2008, sempre nelle ore serali. In un caso, le fiamme erano partite da un nastro trasportatore, nell’altro da una delle torri dell’impianto. (a.m.)
Ha sede a Castello D’Agogna ed è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro, si chiama Associazione Futuro sostenibile in Lomellina. I soci provengono da tutti i paesi della Lomellina.
Al momento hanno soci di Mortara, Ceretto, Olevano, Confienza, Parona e Castello d’Agogna, ma stanno crescendo. Le loro riunioni mensili sono itineranti, e si tengono ogni mese in un paese diverso della Lomellina. Anche se è faticoso, serve per avvicinare e coinvolgere le persone.
Per l’Associazione Futuro sostenibile in Lomellina Alda La Rosa è il Presidente Claudia Montanari è il Vice Presidente
ed hanno un direttivo di cinque persone
Per informazioni e contatti: ASSOCIAZIONE FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA
via Quairone snc
27030 Castello d’Agogna (PV)
Tel: +39 0384296634
Cell: +39 3487030266
E-mail: futurosostenibilelom@tiscali.it
MORTARA. Ancora la tutela dell’ambiente al centro del convegno promosso dall’associazione Futuro sostenibile in Lomellina. Venerdì, alle 21, l’istituto Regina Pacis di via Ss. Trinità, con entrata da via delle Mura, ospita l’incontro «Inceneritori e centrali: la salute se ne va in fumo». Al centro della serata moderata da Alda La Rosa, presidente dell’associazione Futuro sostenibile in Lomellina, ci saranno le tematiche che negli ultimi mesi hanno diviso il mondo politico-amministrativo e mobilitato l’opinione pubblica: dal progetto della discarica per il cemento-amianto a Ferrera alle centrali elettriche di Olevano, fino all’inceneritore di Parona. La serata sarà introdotta da Eugenio Gandolfi, assessore alla Sanità del Comune di Mortara. Intervengono Gianni Tamino, biologo dell’Università di Padova, Patrizia Gentilini, oncomatologa della sezione Isde di Forlì, Giuseppe Masera, pediatra oncoematologo alla clinica pediatrica San Gerardo di Monza, e Marco Lorena, medico internista all’Asilo Vittoria di Mortara. «Abbiamo invitato sindaci e amministratori dei Comuni della provincia di Pavia, medici e pediatri di base e ospedalieri, e responsabili dell’Asl e dell’Arpa di Pavia», dice Alda La Rosa. (u.d.a.)
Lettera ai giornali su sentenza TAR – Castello d’Agogna – 30 ottobre 2010
L’Associazione Futuro sostenibile in Lomellina manifesta il più vivo compiacimento apprendendo la notizia che il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso presentato dalla Fondazione Vera Coghi contro le autorizzazioni concesse alla ditta Maire Tecnimont S.P.A. ed alla ditta Biolevano Energie s.r.l. per realizzare una centrale elettrica nel territorio di Olevano di Lomellina.
Nell’esprimere alla Fondazione Vera Coghi ed in particolare al suo presidente dott. Mariangela Zenoni Colli Vignarelli, i più fervidi e sentiti ringraziamenti per il decisivo e costante impegno profuso nel raggiungimento di tale risultato, riteniamo che la difesa e la salvaguardia del nostro territorio così validamente perseguiti, corrispondano alle aspirazioni ed alle aspettative della signora Vera Coghi che costantemente operò in tale prospettiva.
Un vivo ringraziamento riteniamo di doverlo rivolgere ai valenti legali, in particolar modo all’avv. Zanuttigh per la competenza e la professionalità dimostrata nelle diverse fasi del procedimento.
Infine, un ringraziamento forte crediamo vada rivolto a tutti coloro che, in modi e forme diverse, hanno sostenuto la battaglia che la nostra Associazione ha intrapreso per opporsi alla realizzazione dell’impianto.
Infatti al nostro impegno, concretizzatosi in un convegno pubblico ad Olevano, nella raccolta di firme tra gli abitanti della Lomellina, nella presentazione di un esposto-denuncia alla procura di Vigevano, nella costante informazione condotta attraverso comunicati ed interviste agli organi di stampa locali, hanno risposto centinaia di cittadini che hanno dimostrato la loro volontà di salvaguardare la loro salute e l’ambiente lomellino da tale potenziale pericolo.
Il positivo e straordinario risultato conseguito oggi si aggiunge ad altri che sono stati raggiunti grazie alla mobilitazione dei cittadini, come ad esempio la mancata realizzazione della centrale di Vigevano, sventata dalla decisa opposizione degli amici di Vigevano sostenibile, e di quella di Ceretto Lomellina anch’essa sventata grazie all’opposizione dei suoi abitanti, a cui la nostra Associazione ha dato appieno il suo sostegno.
Certo siamo consapevoli che la battaglia non è conclusa e che nuovi e diversi pericoli si potranno presentare, tutti volti a trasformare la nostra terra di Lomellina in una serie continua di discariche, centrali ed inceneritori.
Tuttavia siamo convinti che un numero sempre più ampio di cittadini giustamente preoccupati per il loro futuro e per quello dei loro figli si unirà agli sforzi delle associazioni sorte spontaneamente e di tutte quelle forze che dimostreranno con i fatti di volere il bene della nostra terra.
Il nostro impegno continuerà con rinnovata determinazione e passione.
la Provincia Pavese – 18 maggio 2010 Mortara, l’assessore Gandolfi frena su centrali e smog
MORTARA. C’è un po’ più di attenzione dopo il convegno di Casamadre con gli esperti del Cnr di Pavia sugli effetti, estremamente dannosi per la salute, dello smog in Lomellina derivante dalla concentrazione di impianti e ciminiere. Così a Mortara il Pd chiede la convocazione di un consiglio comunale aperto e mentre la richiesta resta in attesa di risposta, in città se ne parla visto che uno degli impianti in questione è la centrale per la produzione di energia elettrica della Sit che sarà alimentata con gli scarti di legno. Ma a pochi chilometri da Mortara si stanno costruendo anche le centrali di Olevano, senza dimenticare il termodistruttore di Parona. «Ho qualche perplessità su tutti questi impianti – conferma l’assessore alla sanità Eugenio Gandolfi, che sta seguendo a titolo personale gli appuntamenti sul tema organizzati dalle varie associazioni – perché non è stato valutato l’impatto complessivo di tutti questi impianti, che sorgeranno su un fazzoletto di terra. Qualcuno è venuto meno al suo compito istituzionale di controllo sul territorio, che ci deve essere: è stata un po’ una “turbata”, quella di progettare tante piccole centrali al di sotto del limite richiesto per la valutazione di impatto ambientale». Molti degli argomenti proposti dalle associazioni di difesa del territorio vedono Gandolfi consenziente: «Sono preoccupato come medico anche per l’impatto che questi impianti avranno sulla sanità locale e sulla salute delle persone – aggiunge – sono tutti argomenti su cui mi ero espresso anche in passato». Gandolfi conclude chiedendo di mobilitarsi in maniera più efficace in futuro: «Bisogna evitare di costruire altri impianti». (s.m)
In questa sezione intendiamo dimostrare l’inutilità degli inceneritori. La nostra esperienza è maturata da informazioni ricevute da esperti sia in campo ambientale sia nella gestione dei rifiuti.
Oggi siamo in grado di dimostrare che è matematicamente non conveniente incenerire i rifiuti perché sono una risorsa, che fisicamente è una follia incenerire del denaro per fare energia inquinando l’ambiente, che è scientificamente dimostrato quanto siano pericolosi per la salute della popolazione.
Dieci anni addietro non avevamo tutte queste informazioni, nessuno di noi era un esperto, ma esistevano diverse linee di pensiero. Ci hanno convinto che la raccolta differenziata finalizzata al riciclo e al riutilizzo dei materiali era la soluzione del problema, nessuno in tutti questi anni è riuscito mai a farci cambiare idea. Se la tecnologia, un domani sarà in grado di trattenere tutte le emissioni di un inceneritore, la nostra opinione non cambierà, perché non è in ogni caso logico trasformare una tonnellata di denaro in un rifiuto pericoloso. Non poniamo limiti alla scienza: “Se inventeranno la pietra filosofale che trasforma questi residui tossici in oro, diventeremo favorevoli ai valorizzatori dei rifiuti”.
L’Italia è un paese che investe sul degrado e non per lo sviluppo sostenibile. Ha strumenti potenti quali le televisioni per fare disinformazione, la Casta che è trasversale agli schieramenti politici favorisce queste lobby che percepiscono i soldi dalle bollette dell’ENEL pagate dai cittadini, i quali ignari, non sanno che dovrebbero essere destinati alle energie rinnovabili tale il sole, il vento e il mare.
Quando parliamo di rifiuti è abitudine associarli a discariche ed inceneritori (questi ultimi vengono chiamati col falso nome di termovalorizzatori).
Sulle discariche i cittadini conoscono bene il tema, in particolare sanno che creano miasmi, vale a dire i cattivi odori. Sugli inceneritori (alias, termovalorizzatori) si è detto e scritto molto, ma alle vostre orecchie non sono mai arrivati argomenti fondamentali come le fonti di inquinamento da polveri inorganiche, queste sono quelle più inutili, in quanto sono nient’altro che la maniera per moltiplicare la massa dei rifiuti e per renderli sicuramente patogeni. Infatti, se fate ricerche sulle leggi di Lavoisier, quelle della conservazione della massa, capireste da soli che con l’incenerimento i rifiuti non scompaiono, ma si trasformano, perché la massa di rifiuti introdotta nell’inceneritore tramite un processo chimico viene trasformata in sostanze gran lunga più tossiche rispetto a quelle iniziali e ridotto nella sua parte solida in polveri fini, finissime ed ultrafini che hanno un grave impatto sull’organismo umano, animale e ambientale.
Poi per garantire i controlli della combustione al rifiuto vengono addizionate sostanze chimiche pertanto quello che esce dall’inceneritore è una massa notevolmente superiore a quella che si voleva incenerire.
I rifiuti che possono essere bruciati aumentano di volume trasformandosi in sostanze tossiche; la produzione di polveri è enorme e quelle più sottili (nano particelle) non sono controllabili.
«L’incenerimento dei rifiuti, come ha scritto il prof. Stefano Montanari, altro non è che un gioco di prestigio per farli scomparire dalla vista, mentre, in realtà, la massa dei rifiuti ne esce aumentata e dotata di maggiore tossicità». Bastano, queste conclusioni per coprire di ridicolo e di vergogna i fautori dell’incenerimento (Sindaci compresi).
Una comunità che non difende il proprio territorio è una comunità priva di dignità e senso di appartenenza, perché il degrado ambientale è prima di tutto degrado culturale e sociale. Gli ambientalisti di Parona hanno dato il loro contributo d’opinione per bloccare due inceneritori in Piemonte: “Livorno Ferraris (VC) e Casalvolone”, siamo riusciti a convincerli dell’inutilità e del danno che avrebbero subito, per questo è nostro dovere continuare ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Convinti che nessuno potrà smentirci, nella sezione esperti alleghiamo dei documenti selezionati pubblicati dai massimi conoscitori in materia: “II prof. Federico Valerio e il dott. Stefano Montanari”, preceduti da una sintesi dei contenuti.
Il re è nudo (Sindaco di Parona) cita i nostri morti per sostenere che 90 giorni di sforamento di PM10 a Parona non fanno male alla salute dei vostri bambini.
Avevamo scritto di Colli, delle TV di regime che favorivano le lobby degli inceneritori e della presa in giro ai danni dei Napoletani. Erano fatti che capitavano nel febbraio del 2008. Oggi nella stessa sezione riportiamo le parole di Padre Alex Zanotelli: “O serviamo la vita o siamo complici della morte di molti esseri umani. Qui si rivela qual è la nostra fede: o crediamo nel Dio della vita o usiamo il nome di Dio servendo i carnefici di morte“.
Trascorrono i mesi, gli anni, ma la situazione non si sposta, non cambia, anzi. Le cronache devastanti provenienti dalla Campania, con la vita di migliaia di cittadini (colpevoli solo di cercare di vivere una vita civile) avvelenata da montagne di rifiuti e nuovi catini/ discariche aperti dalla Polizia e presidiati dall’esercito, esigono doverosamente una riflessione, una considerazione e una forte presa di posizione.
La riflessione.
Ancora una volta si è percepita, clamorosamente, la mancanza dello Stato. Nel territorio, nel tessuto sociale, nelle Istituzioni. Quasi una sconfitta definitiva. Ci si chiede con rabbia perché in Italia si debba sempre arrivare allo stato d’emergenza, per poi assumere decisioni dettate conseguentemente dall’emergenza. E l’emergenza non si gestisce. Il più delle volte la si affronta, la si prende di petto, con misure straordinarie, che servono a restituire la normalità, ma non a risolvere i problemi. Allo Stato, oggi, si chiede solamente una cosa: di intervenire concretamente. E di ripristinare la legalità.
Non sgomberare semplicemente le montagne di spazzatura, o aprire nuove discariche, in un perenne stato di emergenza. Sgomberare definitivamente la criminalità organizzata, toglierle ossigeno e la terra sotto i piedi, ripristinando la legalità. E restituire dignità, condizioni sociali e lavoro alle persone per bene, ai cittadini, non solamente campani, i quali attendono solamente quello, di ritornare a fare una vita normale, da cittadino in uno Stato democratico presente e vicino. Questo si chiede, in una politica di ampio respiro e prospettiva, allo Stato.
La considerazione.
È ormai manifesta in tutta la sua chiarezza e tragicità: i rifiuti sono lo specchio, l’immagine riflessa e distorta di un modello di sviluppo totalmente insostenibile e autodistruttivo. Rappresentano meglio di ogni altra considerazione le “condizioni climatiche alterate” che lo sviluppo ad ogni costo, la crescita infinita, il mito compiutamente artificiale e artificioso del Prodotto Interno Lordo creano ogni giorno; rappresentano macigni da rimuovere per poterci dare un futuro che parli di benessere e qualità della vita.
Ogni anno si producono sempre più rifiuti, e con la scusa di non sapere dove metterli la politica nazionale, senza distinzione di sorta o schieramento, sceglie la strada più semplice, la scorciatoia degli inceneritori. Li si maschera chiamandoli con un altro nome, termovalorizzatori, cercando con un incantesimo di spostare l’attenzione sulla presunta convenienza energetica nella combustione di materiali post consumo che, con un minimo di buonsenso e una filiera impiantistica corta e sostenibile potrebbero tranquillamente essere avviati totalmente a recupero e riutilizzo.
Siamo l’unica nazione in Europa ad associare queste macchine di morte, inutili e antieconomiche, a impianti per la produzione di energia; non è un caso infatti se grazie alla ”truffa dei CIP6” siamo incorsi in numerose infrazioni, pagando multe salatissime, da parte della Comunità Europea.
Ci inventiamo finte emergenze rifiuti, e fintamente le risolviamo con periodicità sospetta, senza nemmeno essere in grado di rispettare quegli obiettivi minimi di raccolta differenziata che noi stessi ci siamo imposti con le normative regionali e nazionali. Guardiamo con sospetto e agitiamo il mito del progresso ogni qualvolta si dimostra che ridurre è meglio di produrre, che recuperare è meglio di incenerire, che un pò meno per tutti è meglio del tutto per pochi…
E ancora oggi, nell’epoca dei “rifiuti zero” e delle grandi città e Paesi che in mezzo mondo hanno cambiato strada, siamo ancora qui a discutere di nuove linee e nuovi inceneritori, perché i nostri amministratori e governanti (di destra e di sinistra) non sanno pensare in altro modo che come pensa il Diavolo: bruciare, bruciare e ancora bruciare! Quando invece basterebbe una legge, pochi articoli semplici e chiari per raggiungere, in un colpo solo, molteplici risultati: riduzione dell’impatto ambientale e conseguente abbattimento dell’inquinamento; risparmio economico per lo Stato; creazione di migliaia di posti di lavoro; miglioramento della qualità della vita degli italiani; superamento della filiera assurda degli inceneritori.
Fantascienza? Semplice provocazione? Entriamo nel merito. Oggi in Italia sono circa 1.500 i Comuni che praticano attivamente il sistema di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e la consegna degli appositi contenitori alle famiglie del territorio. Sono Comuni di montagna e di pianura, Comuni piccolissimi e città, amministrati da giunte di sinistra e di destra, comuni del Nord come del Centro e del Sud. Insomma, un campione abbastanza eterogeneo e quindi attendibile. Ovunque le percentuali di raccolta differenziata hanno superato, spesso di gran lunga, le percentuali minime richieste dalla normativa nazionale, con vere punte di eccellenza (su tutti valga il racconto dell’esperienza di Ponte nelle Alpi – BL, premiato quest’anno come vincitore assoluto del Premio “Comuni Ricicloni” per aver sfiorato quota 90%).
Le bollette per i cittadini in questi Comuni, all’interno di un territorio dove funziona il “porta a porta”, con alle spalle una adeguata impiantistica e una uniformità nel tipo di raccolta, diminuiscono, o perlomeno restano inalterate, e i costi per le Pubbliche Amministrazioni hanno drastici ridimensionamenti perché, diminuendo la produzione complessiva di rifiuti, diminuiscono le spese per i Sindaci virtuosi e i loro Bilanci.
Si creano posti di lavoro, perché si smette di sotterrare banconote, nelle discariche o di bruciarle in un camino, e le si utilizza per assumere personale che lavora alla raccolta di quanto i cittadini differenziano. È anche un ottimo modo per entrare nelle case a contatto con le famiglie, attuando politiche e iniziative di partecipazione e coesione sociale.
All’appello mancano circa 6.600 Comuni… Si calcola che se si avviasse domani mattina un programma nazionale per estendere ovunque il “porta a porta” si creerebbero, nel giro di pochi mesi, circa 250.000 posti di lavoro (senza contare tutto l’indotto), spendendo infinitamente meno dei soldi pubblici che buttiamo per costruire inceneritori che, nella migliore delle ipotesi, sono brutti da vedere (e molto probabilmente da “respirare”…)
Nel giro di qualche mese si potrebbe far adottare a tutti i Comuni italiani il sistema “porta a porta” per la raccolta dei rifiuti, con forme incentivanti e penalizzazioni per i Comuni più o meno virtuosi.
Una azione del genere creerebbe una reazione a catena formidabile: l’imprenditoria locale sarebbe incentivata ad investire in un’impiantistica “on field” finalizzata al recupero e riutilizzo del materiale post consumo proveniente dalle raccolta domiciliare; i cittadini farebbero a gara (con la conseguente introduzione della tariffazione puntuale, per cui si paga solo per ciò che non si riesce a differenziare) per produrre sempre meno rifiuti alla fonte; le imprese si vedrebbero finalmente costrette a concepire, progettare e produrre beni e merci senza imballaggi, sfuse, alla spina. Gli Enti Locali sovradimensionati comincerebbero ad investire in una filiera corta di impianti in grado di recuperare e trasformare i materiali post consumo provenienti dalla raccolta domiciliare, abbandonando definitivamente la logica degli inceneritori e delle discariche.
La presa di posizione.
E’ quella che, inevitabilmente, dobbiamo prendere tutti noi, Amministratori, cittadini, società civile, sensibili alle problematiche ambientali e a conoscenza dei problemi e delle soluzioni praticabili e concrete che ruotano attorno al mondo dei rifiuti, facilmente strumentalizzabile ad uso e consumo delle grandi multinazionali, delle “municipalizzate” della criminalità organizzata e di una larga fetta di classe politica semplicemente ignorante o ipocrita.
Puntualmente, ascoltando i servizi dei telegiornali e i cosiddetti “talk show” serali presenziati da ospiti variegati, comodi nei loro divani, una informazione falsa (o falsa informazione) e faziosa ha incredibilmente, scandalosamente fatto passare un messaggio enormemente fasullo. Lo stato di emergenza della Campania, le immagini e i “reportage” che arrivano dalle strade della sterminata area urbana napoletana, hanno trasmesso agli italiani la classica immagine del rifiuto. Quella per cui, catalogato in monnezza sia un qualcosa da buttare, da espellere, da far sparire. Da bruciare.
Ed ecco che la parola magica, termovalorizzatore, ha preso campo, nell’immaginario collettivo, come la bacchetta magica, la soluzione per tutti i mali. Il rifiuto, la monnezza? Li bruciamo, e tutto si risolve. Falso! Sbagliato! Un ciclo dei rifiuti moderno, completo, rispettoso dell’ambiente ed economicamente vantaggioso è quello che vede il rifiuto come una risorsa, ed usa un sistema di raccolta e gestione con il metodo “porta a porta”, che raggiunge nell’immediato il 60% (con punte di eccellenza che arrivano al 90%) di differenziata, portando dunque in discarica (una moderna discarica costruita secondo le normative europee, che non “corrompe“ i suoli) il restante residuo, opportunamente trattato, della raccolta.
Risultato: viene stravolta, e gradualmente dimenticata, la vecchia immagine della discarica come luogo di scarico della monnezza; la sua durata si moltiplica rispetto all’attuale; il suo impatto ambientale e il suo costo di gestione diminuiscono proporzionalmente. Ecco dunque che il termovalorizzatore, anzi, l’Inceneritore, mostro antieconomico, generatore di tumori, produttore di scorie e ceneri altamente tossiche e pericolose, dall’enorme costo di smaltimento e di stoccaggio, e generatore di polveri micidiali e non misurabili dalle attuali norme vigenti (le cosiddette nanoparticelle contenute nel fumo dei camini), viene “scaricato” naturalmente nella discarica di un passato che tutti vogliamo, dobbiamo dimenticare.
La valanga di dati scientifici, le tabelle, le ricerche mediche, nei canali tradizionali e soprattutto nella Rete, sono a disposizione di tutti. Anche di una informazione nazionale tragicamente colpevole, che non ha svolto il proprio dovere deontologico. Mettiamola così:
a) un giornalista, con la “g” piccola, alle prese con i tempi del suo giornale e la urgente messa in onda del servizio, ha subito a disposizione la “pappa pronta”: apre lo sportello dell’inceneritore, e… voilà, il servizio è fatto, l’articolo è pubblicato, i colpevoli sono trovati, i rifiuti smaltiti. E il territorio? E i cittadini? E la loro salute? Il prossimo programma, il prossimo servizio, la prossima intervista al politico “…amante del verde e del proprio territorio…” di turno….
b) il Giornalista, con la “g” grande, si informa, perde del tempo dietro dati e tabelle, esegue raffronti, sente tutti gli attori in gioco, e pubblica il suo pezzo, effettua il suo servizio. Di cronaca, con fatti, dati e riscontri. Ed una semplice domanda, rivolta ai fautori delle “magnifiche sorti e progressive” dei termovalorizzatori/inceneritori: “…ma lei, ci abiterebbe, con la sua famiglia, nei pressi di questi impianti?…”. Tutto qui…
In conclusione. Avremmo sperato in una seria politica che poggi su una professionale, massiccia e preventiva campagna di informazione e partecipazione verso i cittadini, volta a realizzare un sistema integrato di gestione della risorsa rifiuto attraverso il metodo “porta a porta”, con la costruzione e messa in opera, attraverso bandi costruiti ad hoc, di moderni impianti per la selezione e lo smistamento della componente differenziata e per la produzione di compost di qualità dalla componente organica, da riutilizzare nei terreni avvelenati da anni di scarichi abusivi. Insieme all’individuazione (per quanto riguarda la Campania, ma attuabile e trasferibile anche in altre realtà ove necessario) di un nuovo sito sovraterritoriale per lo stoccaggio della componente indifferenziata, opportunamente trattata, non recante alcun danno ambientale; o, in alternativa, un impianto per la lavorazione e il riutilizzo di questa componente residua, con le tecnologie offerte oggi dal mercato.
Anche qui: parliamo di fantascienza? Proclamiamo una rivoluzione? No, niente di tutto questo. Parliamo di progetti già realizzati, concreti ed economicamente vantaggiosi, per il territorio, l’Ambiente e le casse pubbliche. Realizzati in migliaia di altre realtà nel mondo: dall’Austria alla Danimarca; da San Francisco a Novara; da Asti a Bolzano Vicentino; da Ponte nelle Alpi a Melpignano, da Colorno a Monsano, passando per Capannori, Senigallia, Appignano fino a Comune campano di Camigliano e le altre decine di Amministrazioni locali e Sindaci italiani i quali stanno gestendo la risorsa rifiuto senza problemi, in sintonia con il territorio e, soprattutto, con il loro mandato civico a servizio dei cittadini, nel rispetto dello Stato e della Costituzione.
Comitato Agricoltori per la tutela del territorio, Comitato di Cava Manara, Comitato di Alagna, Comitato di Barbianello, Comitato di Bressana Bottarone, Comitato Difesa-Valorizzazione Territorio della Lomellina, Comitato di Gropello Cairoli, Comitato di Lungavilla, Comitato di Pavia, Comitato di Pinarolo Po, Comitato di S.Giuletta, Comitato di Sommo, Comitato di S.Martino Siccomario, Comitato di Zinasco, Associazione Futuro Sostenibile a Castello d’Agogna.
Ordine del Giorno del Consiglio Comunale di Parona convocato per il 22 Ottobre 2010 alle ore 21.00
Comunicazioni del Sindaco;
Comunicazione dell’avvenuto deposito dei verbali delle deliberazioni adottate nella seduta precedente;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Servizi Sociali”;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Occupazione e Mondo Produttivo”;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Sicurezza e Protezione civile”;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Istruzione e Cultura”;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Ambiente e Territorio”;
Nomina n. 2 Consiglieri Comunali all’interno del Gruppo di Lavoro “Sport e Tempo libero”;
Atti di parziale modifica di Convenzione di Variante al Piano di Lottizzazione Comparto C2-2 in merito al vincolo di vendita convenzionato.
La suddetta adunanza si è tenuta presso la sala consigliare del Palazzo Comunale, in Piazza Signorelli, n° 1
E’ stato un consiglio comunale con temi di non importante rilevanza, hanno nominato due Consiglieri per ogni gruppo di lavoro con accordi stabiliti probabilmente durante la riunioni dei capigruppo.
Questo è l’elenco:
Ferretti Giuseppe e Brunazzi Chiara ai “Servizi Sociali”.
Melissano Giovanni e Ganzi Andrea in “Occupazione e Mondo Produttivo”.
Sommi Mauro e Trovati Luca nella “Sicurezza e Protezione civile”.
Galli Monica e Marioli Maurizio in “Istruzione e Cultura”.
Sportiello Antonio e Poggi Patrik in “Ambiente e Territorio”.
Bianchi GiambattistaMarzetto Donatella in “Sport e Tempo libero”
Con voto unanime (con astensione dei candidati come suggerito da Trovati Luca), hanno deliberato i nominativi per i Gruppi di Lavoro. Senza nessuna contrarietà è stata approvata anche la parziale modifica della Convenzione di Variante al piano di Lottizzazione Comparto C2-2 in merito al vincolo di vendita convenzionato che coinvolge l’Aler per i lavori di via del Marinino verso via Vittorio veneto. Tra le motivazioni il Sindaco ha dichiarato che si cerca di migliorare una zona abbastanza depressa. Luca Trovati chiede di svincolarsi non partecipando al voto, non specificando ulteriori dettagli.
Nostri commenti:
In passato abbiamo già visto inutili commissioni istituite per non fare niente, quante volte abbiamo sentito della Commissione Ornato per tinteggiare e colorare le facciate delle case del paese, ora li chiamano Gruppi di Lavoro, forse perché le commissioni del passato sono nelle orecchie dei cittadini come contenitori vuoti, senza idee pertanto senza proposte. Un particolare: “Il consiglio Comunale per questo Ordine del Giorno è stato convocato in seduta Straordinaria e Urgente. Suggerirei ai cittadini di chiedere ogni fine anno al Sindaco e ai Consiglieri eletti se si sono mai riuniti per i gruppi di lavoro, in che occasione, per fare cosa, cosa hanno proposto agli amministratori e questi cosa hanno deliberato. Questa si chiama politica partecipata.