Da: Soffritti Renato
A: Quotidiani Locali
Oggetto: Comunicato Stampa rifiuti radioattivi a Parona
Da diverso tempo non mando comunicati stampa ai giornali, ritenendo più utile occuparmi di ambiente partecipando a tutti i gruppi che hanno istituito tramite la consulta ambiente da “comune cittadino”, inoltre ho dato la mia disponibilità a rappresentare le associazioni anche nella commissione di controllo dell’inceneritore (i nuovi ambientalisti di Parona che governano il paese continuano a chiamarlo termoutilizzatore).
Diciamo che ho anche partecipato a gruppi di lavoro per stilare regolamenti per la commissione stessa e per la consulta. Ho avanzato dei suggerimenti, ma non sempre sono stati colti, specialmente quando cercavo di introdurre regole più aperte alla trasparenza.
In questi anni ho sentito tante opinioni sul Sindaco di Parona, specialmente fuori alle mura di questo paese, quasi tutte concordi a riconoscergli meriti di correttezza e onestà. Dopo due anni d’incontri e scontri devo pensare che questo paese è anomalo rispetto a tanti altri, chi ha delle qualità rischia di perdere la faccia. E’ quanto sta capitando al Sindaco di Parona, inutile nascondere la delusione di tanti cittadini che lo vedono totalmente assente o cambiato, lontano da Parona l’opinione sembra addirittura più severa.
Non sembra che in questo paese esista un’amministrazione comunale, sembra che abbiano trovato un nuovo modo per occupare i cittadini, coinvolgendoli su tutto in modo da dare una parvenza di democrazia partecipata. Quando però vai a toccare i punti caldi fanno fronti comuni puntandoti il dito accusatore: “Eccolo è lui l’estremista che non ci fa lavorare, con tutti i problemi che abbiamo da risolvere ce la mena per i rifiuti radioattivi stoccati in massima sicurezza, lo dice l’Arpa, una ventina di volte nei documenti visionati, lo stesso ente che dice che non sono le aziende a inquinare ma i contadini e i cittadini con le loro stufe”.
Sempre la stessa storia, a Robbins chiude l’inceneritore gemello di Parona dopo pochi anni di costruzione, da noi invece va sempre tutto bene, le aziende fanno i controlli e questi non sforano mai una volta, però non si sa come, le diossine sono più alte che altrove e se chiedi lumi all’Arpa, dicono che non sono le industrie.
Tornando alla radioattività, mai una volta che qualcuno dica pubblicamente quello che sostiene il Sindaco di Ambivere, che dentro quel capannone c’è del radio 226 che dimezza la sua pericolosità dopo 1600 anni, nessuno che dica che le misure sui cassoni sono state fatte dall’azienda e nessuno attesta che non sono pericolose.
Perché questo non lo dicono ?
Sembra che questa vicenda pesi come un macigno su questa amministrazione.
E’ proprio questo il nocciolo della questione, le amministrazioni di questo comune non hanno fatto niente per evitare un danno del genere, hanno lasciato fare chiudendo entrambi gli occhi, non verbalizzando niente, non ricorrendo legalmente sulla spinosa vicenda. E non mi vengano a dire che non sapevano, perché chi governa oggi, era la minoranza nel 2011 e se non si sono accorti, erano degli incapaci, sia i giovani sia i vecchi.
Invece i rifiuti radioattivi sono un problema da approfondire e da risolvere subito, cosa decide di fare l’amministrazione con la Consulta, crea un gruppo ristretto di persone incluso il Sindaco e lo mette al lavoro, poi solo il Presidente porta il problema in Consulta senza che questa sia stata informata su nulla, lui stesso espone il problema all’amministrazione secondo il suo personale punto di vista. Eppure di materiale ne è stato prodotto non poco. Poi decido di intervenire come membro della stessa per:
“suggerire all’amministrazione di sensibilizzare l’opinione pubblica come ha fatto il sindaco di Ambivere al fine di allontanare nel più breve tempo possibile le scorie e le schiume contaminate da Parona, non limitandosi a dire che non c’è pericolo per la popolazione, ma dicendo che in quel capannone è stoccato del materiale pericoloso che nessuno vuole e che arreca pregiudizio, danno economico e ambientale a Parona e alle generazioni future”,
ma il Presidente ORLANDI ritiene che questo sia un intervento politico, lo ritiene inopportuno, cerca di censurarlo, ma quando vede che lo consegno alla stampa e gli dico che a Parona vige ancora la dittatura, cambia idea e lo legge con estrema sofferenza.
Perché questo comportamento, come può una consulta esprimere solo il pensiero del Presidente su un tema come questo, perché non è stata informata da nessuno, se non c’è stato nessun confronto, mi sembra del tutto normale che non può esserci nemmeno un’intesa. Quando dico che la consulta deve sempre essere informata sul lavoro dei gruppi, sia il Presidente ORLANDI sia il SINDACO fanno finta di non capire, come mai ?
Forse sperano che tutti i membri della Consulta si comportino come delle marionette che parlano o dicono quello che gradisce il Sindaco per conto del Presidente, anche a Vigevano speravano che andasse così, ne avevo fatto parte, ma era un paese diverso e i membri si comportavano quasi tutti come Soffritti, per cui hanno deciso di non convocarla più. Se succedesse la stessa cosa a Parona, sarebbe un segno di maturità, vorrebbe dire che ogni persona è libera di pensare indipendentemente chi sia il Sindaco a Parona. Se invece si capiscono gli errori e si pone rimedio, si può scoprire anche cos’è una consulta e cosa è la democrazia.
Non tutto è negativo, nei gruppi si è lavorato con più intesa, ci sono stati anche dei momenti positivi di apprendimento, se penso alle circostanze, la coincidenza vuole che sia capitato proprio quando mancava il Presidente, forse perché è troppo allineato o schierato con il pensiero politico dell’amministrazione per cui spegne ogni iniziativa interessante.
Forse il Sindaco e il presidente ORLANDI non sanno cosa vuol dire fare politica, magari pensano che sia quella vista a Parona o fatta dalla partitocrazia, ebbene si sbagliano, è proprio la politica che manca in Italia e a Parona manca soprattutto quella ambientale. Tutto il resto di quello che ho fatto mettere a verbale non è stato digerito l’ho capito dalle facce scure che avevano, molto diverse da quelle che fanno a Colli quando fa le sue interpellanze, forse perché non sono tanto diversi e la pensano nello stesso modo, anche se cercano di non darlo a vedere.
Per finire consideriamo questa ipotesi, è un pensiero che può balenare nella mente di chi sceglie Parona come sede definitiva per stoccare i rifiuti radioattivi, alla fine succederà in diverse parti d’Italia, perché lo chiede l’Europa:
“Mandiamo tutti i rifiuti contaminati da radioattività a Parona, perché loro non hanno un minimo di coscienza ambientale, in tutti questi anni hanno dimostrato di gradire ogni eccesso industriale, di non ostacolare i danni alla loro salute in cambio di posti di lavoro che non vanno neanche a loro, basta una sede, un’auto come donazione, contributi, un posto da direttore per tenerli buoni e ridurli al silenzio. Li comandano le aziende, probabilmente stabiliscono anche chi vincerà le elezioni per cui perché mai dovremmo complicarci la vita con soluzioni più complesse che possono creare contrasti o ribellioni altrove, per cui decreto che Parona Lomellina è un luogo ideale come sede definitiva per i rifiuti radioattivi.”
Questa può essere considerata un’ipotesi se parliamo del caso della radioattività paronese, ma in passato è stato l’esatto pensiero di un politico che ha risposto ai nostri dubbi di consiglieri comunali. Quando chiedevamo spiegazioni sui tanti insediamenti, quello era il reale pensiero che avevano su questo paese chi ci vedeva dall’esterno, pertanto non punto il dito verso le istituzioni o gli enti preposti che fanno il loro lavoro, ma verso chi continua imperterrito a fare solo ed esclusivamente gli interessi delle aziende. Un sindaco ha poteri immensi, basta metterli in atto magari con l’aiuto di un legale, se non lo fa o non è il suo lavoro o non fa gli interessi della collettività.
Anche le scorie che stavano stoccate all’aperto della Vedani non sapevano dove mandarle e ogni volta che pioveva, esalavano ammoniaca ai limiti della respirabilità, come consiglieri abbiamo trovato i numeri per imporre un’ordinanza, il sindaco è stato costretto a farla, nel giro di quindici giorni le montagne di scarti di lavorazione sono stati smaltiti e il capannone l’hanno dotato di coperture.
Quello che non si vede è proprio questa volontà di contrastare le aziende, tante parole ma nessun atto concreto per cui presto qui arriveranno altri rifiuti per incidenti simili o peggio, perché a detta di tutti nessuno contesta, ma ancora peggio nessuno contrasta.
Soffritti Renato
(membro della Consulta Ambiente di Parona Lomellina)