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Appunti sulla conoscenza

La Storia dell’umanità ha realizzato una società migliore partendo da una meno buona, e nel suo corso può realizzarne una ancora migliore;

ma è un fatto anche che la Storia dell’umanità passa attraverso il dolore, la miseria, il sacrificio degli individui.

Lo sfruttamento sempre più intensivo degli uomini e del territorio (basta pensare alla violenza sui bambini e alla distruzione delle foreste), che la nostra società ha bisogno per svilupparsi, ci conduce a dire che la teoria dei corsi e ricorsi storici contiene almeno una verità: che la possibilità della ricaduta nella barbaria non è mai completamente esclusa.

Nel Rinascimento furono poste le fondamenta della moderna scienza della natura.

Scienza che la società borghese, che si stava liberando dal sistema feudale, ha fatto propria.

La scienza con le sue scoperte ha modificato la nostra visione del mondo dando alcune risposte parziali alle domande che i filosofi da sempre si sono poste:

che cos’è l’Universo, come è nata la vita, quando è apparso l’uomo, che cos’è il pensiero, quale sarà il futuro della Terra e il destino dell’uomo?

Ma per potere affrontare i problemi globali di sopravvivenza di una società in rapida evoluzione, che non si ha eguali in altri periodi storici, il pensiero scientifico e quello umanistico devono essere complementari.

Bisogna allora imparare a convivere con le tecnologie e a usarle per modificare gli squilibri e le storture provocate dallo stesso sviluppo tecnologico.

Allora, siccome è un’illusione pensare di fermare lo sviluppo tecnologico, l’unica strada percorribile è quella di accelerare lo sviluppo e l’educazione culturale. Senza il quale non vi può essere sviluppo dell’umanità.

Tutti vorremmo vivere in un “Paradiso Terrestre”, in una società utopica dove uomini e natura siano in perfetta armonia.

Ma deve essere un’Eden dove il Bene e il Male siano conoscibili per avere la possibilità che il Bene trionfi.

La realtà è che la natura è in lento inarrestabile degrado, perché il sistema per il mantenimento del potere ci aliena, ci abitua, attraverso i mass-media, al consumo più sfrenato e inutile e quindi a violentare la natura.

Questo modo di produzione, questo capitalismo selvaggio, eccessivo, ci fa vedere, sentire, viaggiare più lontano, ma nello stesso tempo non vuole e non può vedere, sentire, viaggiare là dove si soffre e si muore di fame, di malattie, di guerre.

La realtà è che il sistema per sopravvivere e perpetuarsi ha bisogno di una conflittualità permanente, della divisione tra Nord e Sud del Mondo, ha bisogno che le sovrastrutture ideologiche – religiose non vengano mai meno, tutto in nome del profitto, del controllo globale delle risorse energetiche:

dall’acqua, al petrolio, al nucleare, e delle risorse culturali e psicologiche dell’umanità.

Viviamo in una società dove la dialettica è un bene di lusso, la comunicazione si riduce, sempre più, a un esercizio formale.

I messaggi, attraverso i mass-media, arrivano al soggetto in modo sottile, contorto, alienante;

diventano alienanti non valori, che il soggetto “sente” di non poter più farne a meno per farsi accettare, per poter essere.

Viviamo in una società dove la produzione è così disorganizzata e la corruzione così estesa che ciascuno è costretto a vivere con la paura di essere eliminato dal ciclo economico, e divenire così a trovarsi in preda al bisogno.

Viviamo in Paesi dove i valori sono relegati in polverose soffitte.

Viviamo in paesi dove tutti si conoscono, dove tutti prima o poi, sanno tutto di tutti, si sono visti fin da piccoli, ogni cosa ne ha dietro un’altra:

invidie arroccamenti supposizioni intransigenti, integralismi velati di buonismo opportunistico, paladini di verità assolute come giustificazione del loro diritto ai privilegi.

Così i valori dominanti, in una società sempre più integralista, sempre meno solidale, solo la piaggeria per un vantaggio da ottenere, la vendetta per un vantaggio non ottenuto.

Così la forma diventa il valore dominante.

La forma di atteggiamenti sempre uguali, ripetitivi come pubblicità, che sono giustificabili e non criticabili se rimangono nell’ambito della propria coscienza, ma diventano potere se si pongono come spartiacque tra il bene e il male, diventano così lo strumento egoistico per soddisfare solo i propri bisogni.

Ma la forma è un involucro del contenuto, è il vestito per il corpo, non la carne per lo spirito: è l’alibi per le false coscienze

Molte volte ci rifugiamo nelle categorie formali dello spirito, nel credere senza praticare la vita del credente, osservare solo le formalità rituali, per soddisfare le nostre esigenze e paure materiali e psicologiche, confondendo la morale con il più rigoroso moralismo, la nostra libertà con la libertà degli altri, e la categoria del vero diventa un’opzione da usare solo quando non contraddice la nostra egoistica opportunistica verità.

Ma la divinità non viene a noi ma è in noi.

La divinità non è la conoscenza: sarebbe una contraddizione teologica in quanto la divinità è inconoscibile;

ma la ricerca della conoscenza è la divinità.

Questa è la differenza è la dicotomia tra scienza e religione.

Dopo la condanna di Galileo la Chiesa cattolica per quattro secoli è stata accusata di essere oscurantista e antiscientifica.

Dovevano passare più di due secoli prima che le scuole cattoliche fosse permesso insegnare che la Terra gira intorno al Sole, determinando per molto tempo il declino scientifico e culturale dell’Italia.

La verità e quindi la libertà nasce solo dai rapporti dialettici, dall’incessante evoluzione dei rapporti umani, dall’umano divenire culturale.

L’individuo possiede a livello potenziale la verità, che gli viene dall’imperativo della propria coscienza, che è capace di una mediazione, di una sintesi tra bene e male;

l’individuo “vede” la verità, ma non riesce a materializzarla nell’oggettivo, in quanto gli oggetti non sono i bisogni inalienabili del soggetto, ma di chi ha in mano tutte le regole del gioco e le impone all’individuo facendogli credere che sono regole che si è dato da sé.

Il potere da una parte ci abbaglia con luci sfavillanti, dall’altra è impegnato ogni giorno a farci credere che il cambiamento è impossibile.

Il potere non è solo un soggetto politico-economico è anche un oggetto ideologico.

Ecco che allora capiamo che il potere non è solo nello Stato, nelle classi, nei gruppi nei movimenti religiosi, ma è anche nello sport, nelle mode, negli spettacoli, nelle informazioni, nei rapporti familiari e privati.

Bisogna mettersi continuamente in discussione purché il potere si insinua anche nelle forze libertarie che tentano di contestarlo.

E’ necessario e prioritario che tra umanità e natura si stabilisca un rapporto dialettico.

La dialettica è lo strumento fondamentale di comprensione e di trasformazione della realtà:

essa rappresenta l’ “ossatura della realtà naturale”.

Per questo la natura non è un mondo da controllare, ma è: “l’essenza corporea, è l’uomo stesso nel suo divenire” filosofico storico-culturale.

Quindi non c’è natura senza sviluppo culturale dell’umanità, e non c’è umanità senza amore per la natura.

Solo da questo rapporto tra umanità e natura può nascere l’uomo nuovo, che ha acquisito nuovi valori, per iniziare il lungo e tortuoso percorso verso un nuovo modo di produzione, il percorso che deve portare ad esportare non sovrastrutture e ideologie, ma cultura per creare strutture, affinché la filosofia vincente sia:

“da ognuno secondo le proprie possibilità, ad ognuno secondo le proprie necessità”.

Questo lungo e tortuoso processo filosofico lo viviamo come un obbiettivo impossibile da raggiungere, come un’utopia, soprattutto quando la depressione prende il sopravvento, quando di fronte alle difficoltà materiali, esistenziali-psicologiche della vita, alle contraddizioni ci sentiamo perduti:

non sappiamo quale è il nostro presente, la memoria storica si fa nebulosa, perdiamo ogni speranza nel futuro.

La Storia dell’umanità ci ha dimostrato che l’utopia è la meta culturale, è la filosofia verso cui orientarsi, purché non si riduca a una enunciazione di principi astratti, purchè non si limiti a una fuga in avanti priva di modelli progettuali.

Per non correre questi rischi bisogna portare avanti un discorso sul futuro, riconducendolo, costantemente a quella che è la realtà attuale, a quella che è l’evoluzione più probabile.

La realtà ci dimostra, sempre più, che solo tramite la messa in discussione degli schemi progettuali di ciò che uomini e macchine vanno facendo, si può arrivare alla partecipazione, alla nozione del futuro, alla coscienza di essere parte attiva del futuro.

Quindi la felicità, ovvero la conoscenza, è vera e duratura solo quando la percepiamo nel nostro intimo con quella dinamicità culturale che porta al bisogno di conoscere, alla necessità che solo attraverso la conoscenza può esserci un futuro migliore.

Solo attraverso la conoscenza si può raggiungere la felicità e conquistare la libertà.

Autore: Mecca Vincenzo – datazione sconosciuta

Vincenzo Mecca

Dove andiamo – di Vincenzo Mecca

 

Dove andiamo?

 

Il sangue s’annida

tra sassi e capelli,

il corpo si confonde

tra macerie e pupille;

crollano muri di pietra,

erigono invisibili barriere,

in che mondo viviamo?

tamburi di guerra accecano,

più non sappiamo

in che storia viviamo;

é un infinito imbuto,

un cieco imbuto di anime,

più non sappiamo

la vita e la morte,

indecifrabili sono i confini

tra i quali si rincorrono

oceani di miserie e misteri;

in che silenzio viviamo?

le foreste stanno bruciando,

le città stanno bruciando,

nelle bianche, soffocanti pianure

in silenzio osserviamo;

le strade sono ostruite

da ombre impressioniste,

i cieli sono strati

di nuvole barocche,

i mari sono sorgenti

di rancori medievali;

il dio illusione

tesse la tela

con fili d’acciaio

per anime che vagano:

dove guardare, andare non sanno;

le distanze sono concetti

d’un immanente rifugio,

in silenzio ci ribelliamo.

 

Autore: Vincenzo Mecca

 

Vincenzo Mecca

Evento Diossine: Conferenza a Parona

"Comitato dei cittadini di Parona per la Salute e l'Ambiente"

Il Comitato dei Cittadini di Parona

per la Salute e l’Ambiente

Vi invita a partecipare alla conferenza di

PARONA

VENERDI’ 21 MAGGIO ALLE ORE 21.00

presso la Sala Consiliare

del Comune di Parona Lomellina

Seratata di approfondimento sul tema:

Diossine:

“conoscerle per evitarle”

Interverrà come relatore:

il Dott. Giorgio Fedrizzi, responsabile del Laboratorio Chimico degli Alimenti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna (I.Z.S.L.E.R.).

Tutta la cittadinanza è invita a partecipare all’evento

Un’occasione non solo per approfondire questo tema così complesso, ma anche per rivolgere un segnale concreto a Istituzioni e Amministratori della nostra volontà e del nostro impegno a intervenire sulle scelte ambientali del nostro territorio e per manifestare la consapevolezza che la tutela della salute passa dalla salvaguardia dell’ambiente.

Per Informazioni: info@saluteambienteparona.it
Sito: Comitato dei cittadini di Parona per l’Ambiente e la Salute (non attivo)

Esperti

Il 31 Marzo alla sala AUSER di Lomello (PV) i Comitati Civici della Lomellina hanno invitato all’assemblea dibattito come relatori:
 
 
Prof. FEDERICO VALERIO
(Primario di Chimica Ambientale – Istituto Tumori di Genova)

Prof. ERMENEGILDO ZECCA

(Insegna Igiene Ambientale all’Università di Pavia)

Relazione del Prof. Ermenegildo Zecca (PDF 20 KB)

La presentazione del Prof. Federico Valerio mette in evidenza che gli inceneritori non sono la soluzione migliore per risolvere il problema dei rifiuti sia dal punto di vista ambientale, economico ed energetico.

La relazione del Prof. Ermenegildo Zecca mette in evidenza che a Parona non è garantita la salute dei cittadini, in quanto nessuno studio è stato effettuato per sapere quali origini inquinanti possono arrecare danni alla loro salute.

Quando dovevano convincere la popolazione che il territorio era idoneo è stato fatto uno studio di impatto ambientale, detto bianco (era la fotografia del territorio iniziale non inquinato), oggi che è importante sapere come siamo messi tramite una visione del nero ( fotografia del territorio inquinato dalle industrie), nessuno si preoccupa di avviarlo, malgrado le convenzione lo prevedevano.

Altri importanti documenti sull’incenerimento:

Diossine Ambiente e Salute – di F. Valerio Dicembre 2008 (PDF 190 KB) NUOVO

Intervista al Dott. Stefano Montanari del 2 Ottobre 2007 ( PDF 99 KB )

Inceneritori e Nanopatologie – di Stefano Montanari ( PDF 18 KB)

Cosa sono le Nanopatologie – di Stefano Montanari (PDF 249 KB)

Mitologia e realtà delle nanopatologie da inceneritori (PDF 38 KB)

Bruciare i rifiuti non si risparmia energia – del Prof. Federico Valerio (PDF 25 KB)

Quanto mi costi – del Prof. Federico Valerio (PDF 22 KB)

I Rifiuti sono una fonte di energia rinnovabile? – del Prof. F.Valerio (PDF 26 KB)

Cretinate sugli Inceneritori – del Prof. Federico Valerio (PDF 13 KB)

Bilanci energetici a confronto (PDF 25 KB)

Testo conferenza prof. Paul Connet a Rimini il 7 del giugno 2006 (PDF 138 KB)

 

Esperti

Esiste un’altra Italia

Un grazie al Sindaco di Cassinetta di Lugagnano per la bellissima lettera. La condivisione è totale, incluse le risposte sul blog pubblicate fino ad oggi, le avrei date con le stesse motivazioni,

vedi il Blog della lettera di: Domenico Finiguerra

Pertanto la pubblico integralmente come l’autore l’ha scritta, perché la condivido, e mi auguro e spero ….. che esista veramente un’altra Italia.

Introduzione di Soffritti Renato


Lettera del Sindaco Domenico Finiguerra

Con questa lettera mi rivolgo ai 1800 cittadini di Cassinetta di Lugagnano, ai frequentatori del mio sito internet, ai miei contatti sui social network, ai 30 mila aderenti alla Campagna Stop al Consumo di Territorio, ai 420 mila sostenitori dell’Acqua Pubblica, alle migliaia di persone che ho incontrato in incontri pubblici, conferenze e dibattiti, ai miei colleghi, amministratori o politici.

Cassinetta di Lugagnno

Negli ultimi 8 anni sono state molte le occasioni per scrivere, commentare, riflettere a voce alta.

Ho condiviso con dei fantastici compagni di viaggio, il gruppo “Per Cassinetta”, protagonisti dell’esperienza di rinnovamento del nostro comune, l’orgoglio e l’onore di guidare Cassinetta di Lugagnano, la sua comunità e il suo territorio, nella difesa dell’ambiente, del paesaggio e dei beni comuni, per la terra e per l’acqua.

Ho condiviso la speranza e la volontà di contribuire alla costruzione di un futuro migliore e diverso per i nostri figli.

Insieme alla mia giunta ho sempre manifestato pensieri e idee con la massima sincerità.

Oggi, non posso non fare altrettanto.

Spesso i politici dicono e fanno cose con lo scopo di accattivarsi la simpatia dei cittadini elettori. Prestando molta attenzione a non urtare le sensibilità e le suscettibilità. Evitando scomodi argomenti che potrebbero far perdere qualche voto al loro partito.

Sono stato eletto nel 2002 e riconfermato nel 2007 alla guida di una lista civica. Senza nessun legame con i partiti. Ma la mia storia personale e le mie idee mi collocano nella parte del campo che si contrappone (o sarebbe meglio dire dovrebbe farlo), all’attuale maggioranza di Governo guidata da Silvio Berlusconi e da Umberto Bossi.

Per l’affetto o per il rispetto che devo a tutti i cittadini di Cassineta e a tutti coloro che mi seguono in rete o che mi hanno ascoltato in qualche sala pubblica, cinema o teatro, è per me indispensabile manifestare apertamente il mio pensiero rispetto alla deriva culturale e all’impoverimento civile che sta interessando l’Italia.

Negli ultimi anni, lentamente, giorno dopo giorno, si è diffuso un amaro rancore preventivo nei confronti di chi è straniero, di chi professa altre religioni rispetto a quella cattolica, di chi è diventato nostro vicino di casa. “Andate via, a calci nel c…!”, “L’Italia agli Italiani!”,“Giù la mani dalle nostre donne, dal nostro lavoro, dal nostro crocifisso!”

Quante volte abbiamo udito queste frasi? Alla televisione, alla radio o in comizi elettorali.

Ma nelle ultime settimane l’accelerazione di questo processo e l’affermazione di prassi e comportamenti indegni di un paese che vuole definirsi civile, ha assunto un carattere davvero insopportabile. Ha cominciato a coinvolgere in maniera diretta i bambini. E cosa ancor più grave, per me, ha visto sindaci e assessori agitare spettri e propaganda per far venire ai cittadini la bava del livore alla bocca, sperando di interpretare questi istinti primordiali e alimentare così il proprio consenso.

Un comune in Provincia di Verona ha lasciato a piedi i bambini (figli di stranieri) non in regola con il pagamento dello scuolabus. Così, se le porte del pulmino giallo si aprivano per taluni, per altri si chiudevano. “Tu sali! Tu resti giù!”

In un altro comune in Provincia di Brescia alcuni bambini (sempre figli di stranieri) non in regola con il pagamento della refezione sono stati lasciati a digiuno. Proprio così. Mentre i loro compagni venivano serviti con pastasciutta, bistecca e insalata, questi piccoli esseri umani si sono trovati davanti un semplice pezzo di pane e dell’acqua. Quando un imprenditore, volendo separare le sue responsabilità da quelle del suo sindaco, ha voluto saldare il debito per conto delle famiglie morose, gli sono giunti messaggi indispettiti, raccolte di firme contro la sua donazione. Perché? Perché si era azzardato a guastare il clima di ritorsione collettiva e vendicativa … a sporcarlo con un gesto di buona volontà?

Una vergogna. Una vera e propria vergogna. Ho provato ad immaginare mio figlio, seduto ad un banchetto. L’ho immaginato guardare il suo compagno mangiare ed abbassare lo sguardo, umiliato, senza sapere perché. Ho provato ad immaginarlo con lo zainetto in spalla tornare mestamente e a piedi verso casa. Il capo chino e l’etichetta di diverso sulla giacchettina.

Cari cittadini e cari amici,

di fronte a questi episodi, cartine di tornasole di cosa è diventato il nostro paese, non posso tacere. Non posso non gridare il mio disprezzo umano e politico per chi nell’intento di ottenere voti e approvazione, non riuscendo a far pagare genitori morosi, si inorgoglisce nel prenderne a calci i figli. Si inorgoglisce. Invece di mettere in campo un’azione doverosa di recupero e verifica dell’evasione, cavalca tale occasione per raccogliere i frutti dall’albero dell’insofferenza diffusa.

Io sento il dovere morale di dire e fare la mia parte. Innanzitutto non voltandomi, per opportunismo, dall’altra parte, diventando così complice. Corresponsabile morale di una classe politica di aspiranti gerarchi che cercano visibilità in un regime culturale fondato sulla ripugnanza, sull’egoismo e sulle povertà ideali e materiali. Sospinti da cittadini che hanno smarrito, sono stati spogliati o si sono liberati dei sentimenti di fraternità e pietà.

Sul mio sito si parla molto di temi ambientali. Ma di fronte ai respingimenti in alto mare di donne e bambini in fuga dalla fame e dalla guerra, di fronte ai cadaveri di stranieri ammassati nel deserto libico perché non idonei ad avere un pezzo di carta, di fronte alle scene di razzismo e deportazione cui abbiamo assistito alcuni mesi fa a Rosarno, di fronte a tutto questo, non me la sento di cambiare discorso per parlare di nucleare o risparmio energetico.

Di fronte alle rivoltanti e spregevoli parole di politici che incitano alla caccia al diverso, sia esso musulmano, nero o omosessuale, di fronte a questa deriva barbarica, che sta gettando le basi, e forse ha già costruito, una società della violenza, dell’invidia e dell’iperindividualismo, di fronte agli sguardi di giustificazione (se non addirittura di approvazione) delle parole cariche di retorica razzista, di fronte ai fatti prodotti da un clima che ricorda quello preparatorio dei tempi bui del nazi-fascismo, di fronte a tutto questo, non me la sento di cambiare discorso per parlare di inceneritori o autostrade.

Di fronte al degrado civile e morale del mio paese, l’Italia, che sta mostrando in questi giorni il suo lato peggiore, mi sento in dovere di manifestarvi tutto il mio disagio e la mia indignazione. Affinché tutti voi sappiate da che parte sto. Anche se, e ne sono consapevole, ciò comporterà da parte di alcuni di voi, ma spero di pochi, l’abbandono di sentimenti di simpatia nei miei confronti.

Ma ciò che io vi chiedo non è la simpatia. Osservando insieme a voi gli occhi di un bambino che implora pietà su un gommone o quelli di un uomo abbassato su una pianta di pomodori, ciò che io vi chiedo è la comprensione e la solidarietà, per loro.

Da pochi giorni è passata la Pasqua. La gran maggioranza di voi ha festeggiato la Resurrezione di Gesù. Lo stesso Gesù che se fosse nato oggi, in Italia, magari in una catapecchia della periferia milanese, non sarebbe stato salutato con riunioni di gioia e cori di giubilo, bensì con presidi di protesta e cori razzisti.

Se siete credenti e cristiani e vi recate in chiesa tutte le domeniche, udirete parole che invitano all’amore. Ascoltatele.

Non prestate orecchio a chi, ostentando un fazzoletto verde nel taschino o una spilletta con uno spadone puntato in alto, a pochi metri del sagrato della chiesa, vi indica come unica strada da percorrere quella della paura, dell’odio e dell’intolleranza.

Pensate invece ai vostri figli e alle prossime generazioni. Cercate di non trasmettere sensazioni di lontananza rispetto a chi ha il colore della pelle diversa, a chi prega un dio diverso, a chi viene da un paese diverso. Perché non sarà né bello né piacevole per i vostri figli, vivere in un paese dove ci si guarda con diffidenza o indifferenza. Dove il pregiudizio annega ogni stimolo alla reciproca conoscenza. Dove il benessere individuale viene prima di ogni regola di giustizia sociale e collettiva.

Forse non ho nessun diritto di dirvi tutto questo, e mi scuso se ciò è vissuto da parte vostra come una sorta di predica. Ma io sono un sindaco e, seppur piccolo, sono un rappresentante delle istituzioni ed è bene che i cittadini che rappresento e quelli che si soffermano ad ascoltare ciò che dico e propongo in rete, sappiano quali sono i sentimenti che si agitano nel mio cuore.

Io sto dalla parte delle sorelle e dei fratelli stranieri. Quelli che arrivano disperati in cerca di speranza. Quelli che muoiono di stenti implorando accettazione. Quelli che sono sfruttati senza ritegno da delinquenti e criminali. Quelli che tutti i giorni accompagnano i nostri figli a scuola, quelli che curano i nostri anziani e che cureranno noi tra qualche anno, quelli che lavano i nostri gabinetti, quelli che si sporcano le mani di grasso per noi.

Io sto dalla parte dei bambini che non hanno colpa o peccato e che, pur avendo un genitore che non vuole o magari semplicemente non può pagare la mensa scolastica, hanno comunque diritto, come tutti i bambini del mondo, alla serenità e a vedersi riconosciuti pari dignità e diritti dei loro compagni di banco.

Io sto da questa parte e sarebbe bene che tutti, i piccoli e i grandi sindaci, gli assessori o i consiglieri comunali, le liste civiche, quelle democratiche, quelle progressiste, di centrosinistra o semplicemente di ispirazione civile o addirittura quelle di centrodestra che non condividono questa deriva di ostentata disumanità, così come i militanti, gli uomini di cultura, i blogger, i pastori, i cantanti, i contadini, i lavoratori, gli imprenditori,i cittadini, insomma tutti quelli che stanno da questa parte, liberassero i loro pensieri e li proponessero con fierezza, a dimostrare che esiste anche un’altra Italia.

Domenico Finiguerra

sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Milano, Italia

WWF – Rapporto IEFE della Bocconi

Fonte: Università Bocconi

Allegato: Rapporto IEFE analisi economica gestione rifiuti (PDF 783 KB)

Gentili interlocutori,

invio in allegato questo interessante documento della IEFE Bocconi sull’analisi economica della gestione rifiuti con vari metodi.

Per la prima volta si compie una analisi comparata su diversi tipi di gestione dei rifiuti solidi urbani, includendo le Raccolte Differenziate PaP [Porta a Porta] al 50/65/75% che sfociano poi nel TMB (trattamento meccanico biologico e CDR [Combustibile Derivato dai Rifiuti]) e la Raccolta Differenziata PaP all’85% (PC85 – “Rifiuti Zero” – pag. 74-79) con supporto del compostaggio domestico e produzione di “sabbia sintetica” e sua valorizzazione (pag. 27-28-29 e 61) attraverso il metodo CRRV – (Centro di Ricerca e Riciclo di Vedelago – pag. 43) e suo flusso per produrla (pag. 21).

Il metodo PC85 (pag. 15) e gli indicatori dei suoi vantaggi (pag. 16), come risulta anche dalle conclusioni, risulta il migliore per i recuperi eccezionali di materia (pag 53, 59-60) per i costi bassi di raccolta (pag. 54), i costi industriali di trattamento e i costi esterni (pag. 55, 62) con richiamo anche al programma EU ExternE per calcolare questi costi esterni sanitari/economici (pag. 44).

A pag. 46 e 47 sono enfatizzati tutti i vantaggi del riciclo, che ha una soglia critica del 50% che si supera solo col PaP però considerato più costoso (anche se poi, come detto in precedenza, è contraddetta questa affermazione). Il PaP è valido solo se oltre il 70% di RD [raccolta differenziata] e realmente riciclata e con bassi residui da smaltire di RUR [Rifiuto Urbano Residuo], che è preferibile smaltire in discarica.

Per i metodi di gestione più scadenti a cassonetto stradale e domicilare, che hanno bisogno per i residui di trattamento TMB e di produzione di CDR (pag. 9, 63) che è opportuno bruciare in impianti industriali come i cementifici, meglio se vicini sotto gli 80 km) ed a pag. 48-49 si confrontano i vantaggi economici di sostituzione CDR – carbone coke.

Comunque come dice anche Guido Viale (pag.73), “gli scenari P75 e PC85 sono modellati tenendo a mente la realtà che, secondo molti osservatori, rappresentano la punta avanzata della gestione dei rifiuti in Italia, dimostrando non solo la fattibilità ma anche la desiderabilità economica di puntare verso un “azzeramento” dei rifiuti”.

Oramai si comincia a riconoscere come vincolanti i costi esterni (Politecnico di Milano col progetto del TCV del Gerbido) ma anche il Riciclo Totale con attenzione alla Riduzione (di quantità e tossicità), Riuso, Riparazione e Ricerca di miglioramento dei prodotti di scarto, come in questo studio.

E’ tempo che si comincino a sviluppare progetti in questo senso come ha fatto l’ing. Massimo Cerani per la provincia di Trento, e come stanno facendo molte realtà italiane ed estere, di diverse dimensioni, perchè il metodo PC85 è economico e flessibile (questo mese adottato dall’azienda municipale di Prato), per tutelare la salute e la biodiversità.

Questa crisi ambientale, sociale ed economica, profonda, strutturale e irreversibile, lo richiede come una delle prime priorità.

Cordiali Saluti

Gianluigi Salvador

Referente energia e rifiuti WWF Veneto e membro MDF

 

Sagra Offella 2012

WWF – IEFE Bocconi

Evento La Lomellina non è un rifiuto

"Logo-Futurosostenibile"

L’Associazione

Futuro Sostenibile in Lomellina

invita a partecipare all’incontro che si terrà a

MORTARA

VENERDI’ 14 MAGGIO ALLE ORE 21

presso l’Istituto Regina Pacis

Via S.S. Trinità, 16 (entrata via delle Mura)

La lomellina non è

un rifiuto

Convegno sui rifiuti nell’ambito del progetto

“Una, due, tre… mille Lomelline. Disegniamo il nostro territorio”

 

Interverranno:

Paolo Ferloni Docente di chimica fisica e ambientale all’Università di Pavia

Gianfranco Drogo Seg. nazionale Ass. Diritto al Futuro, Rete Nazionale Rifiuti Zero

Marco Caldiroli Medicina Democratica

Carla Poli Imprenditrice Centro Riciclo di Vedelago (TV)

Pasti quotidiani – rifiuti quotidiani, video di Rosanna Maiolino

Sono invitati:

 

Vittorio Poma Presidente della provincia di Pavia

Ruggero Invernizzi Assessore all’Ambiente della provincia di Pavia

I sindaci e gli amministratori dei comuni della Lomellina

 

Per Informazioni: futurosostenibilelom@tiscali.it o contatto via web dal Sito

Sito: Associazione Futuro Sostenibile della Lomellina


Futuro Sostenibile aderisce ai Progetti: