Associazione di Volontariato Futuro Sostenibile

Associazione Futuro sostenibile in Lomellina

la Provincia Pavese — 16 maggio 2010
«Basta ciminiere in Lomellina»

MORTARA. La Lomellina non è in grado di sostenere nuove ciminiere. Troppe centrali, fabbriche e traffico pesante. Insieme creano un quantitativo di smog, il particolato fine (Pm10) che viene misurato dalle centraline, dannoso per la salute. Occorre trovare un nuovo modello di sviluppo e serve un cambiamento di mentalità. Lo ha detto Giuseppe Damiani, dell’istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, al convegno «La Lomellina non è un rifiuto», organizzato dall’associazione Futuro Sostenibile presso la sala di Casamadre delle suore Pianzoline. «In Italia la normativa europea sulla valutazione di impatto ambientale è stata recepita solo nel 2006 – ha spiegato lo scienziato – ma non è mai stata recepita appieno. Ancora oggi viene calcolato l’impatto dei singoli impianti, mai quello complessivo, mettendo in relazione il nuovo insediamento con quello che già esiste sull’area». Il riferimento è alle tante centrali a biomassa che si stanno realizzando in Lomellina, ma anche all’ipotesi dell’autostrada Broni-Mortara oltre al Polo Logistico: «Una delle principali fonti di inquinamento sono i camion, che inquinano tanto quanto 50-60 auto», ha aggiunto. Sulla questione dei rifiuti i dati relativi all’inceneritore di Parona: «Sulle 306 mila tonnellate bruciate nel 2009 – ha affermato – solo un terzo proviene dalla provincia di Pavia. Invece sarebbe giusto che ognuno bruciasse i propri rifiuti». Damiani ha poi messo in correlazione la presenza del Pm10 con i dati sulla salute: «Tutti sono danneggiati – ha spiegato – anche chi non vive in prossimità delle principali fonti, perché le polveri si depositano e poi le assumiamo, ad esempio, attraverso il cibo che consumiamo. Alcune statistiche dicono della riduzione della longevità, pari a 7 mesi di vita per ciascun aumento di 10 microgrammi di Pm10 nell’aria». Considerando che in zona, oltre all’inceneritore, alle centrali, c’è anche la raffineria di Sannazzaro e quelle di Trecate il quadro è preoccupante. Marco Caldiroli, di Medicina democratica, ha inoltre ribadito che «le emissioni degli inceneritori sono più rischiose, perché le materie incenerite non sono omogenee e i fumi sono composti da sostanze diversificate. Incenerire i rifiuti è una scelta fatta dalla Regione che può anche essere ripensata».

Simona Marchetti
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