la Provincia Pavese – 28 marzo 2011
Più buona l’acqua del sindaco
MORTARA. Prova al buio sull’acqua del rubinetto: il 35% dei bambini delle terze elementari di Mortara, Parona e San Giorgio ha distinto l’acqua del rubinetto da quella minerale. E l’80% di chi ha preferito l’acqua del rubinetto pensava fosse minerale.
E’ il risultato dell’esperimento condotto dal circolo Legambiente «il Colibrì» di Cilavegna-Nicorvo in collaborazione con il circolo didattico di Mortara guidato da Maria Teresa Barisio. Durante varie giornate i volontari del Colibrì, con il presidente Graziella Toia alla testa, hanno invitato gli studenti di dieci classi alla prova del nove. «Ci siamo chiesti se in un Paese che consuma enormi quantità d’acqua minerale è possibile riconoscere al palato quale sia di rubinetto e quale no – commenta Graziella Toia – La prova del gusto è risultata chiara e trasparente: abbiamo dimostrato che pescando l’acqua da caraffe anonime e affidandosi al palato è quasi impossibile distinguere l’acqua di rubinetto da quelle minerale». Ai giovani «sommelier dell’acqua» è stato chiesto di assaggiare il contenuto di tre caraffe, di cui una conteneva acqua del rubinetto, la numero 3 per la curiosità di chi ha eseguito il test, e le altre acqua minerale. Legambiente ha chiesto di esprimere un «giudizio di palato» scegliendo quella più buona e cercando anche di identificare quale delle tre caraffe contenesse l’acqua del rubinetto. Il 65% ha identificato come acqua del rubinetto quella che invece era minerale e solo il 35% ha identificato giustamente la brocca con l’acqua del rubinetto. Per quanto riguarda le preferenze, il 40% ha preferito l’acqua della brocca 1 (minerale), il 13% quella della brocca 2 (minerale) e il 43,80% quella della brocca 3 (rubinetto). La minerale delle brocche 1 e 2 era della stessa marca, ma solo una piccolissima parte degli «assaggiatori» ha preferito l’acqua della 2.
«Abbiamo voluto sfatare la convinzione che l’acqua in bottiglia sia più buona di quella che si consuma a casa, ma allo stesso tempo anche mettere in evidenza l’enorme impatto ambientale rappresentato dal mercato delle minerali – chiarisce Graziella Toia – Un impatto che deriva dalla grande quantità di imballaggi».
– Umberto De Agostino