Articoli del 2011

la Provincia Pavese 14 giugno 2011

 

Referendum: Vigevano è sotto il 50 per cento

 

 

 

In Lomellina, ci sono Comuni in cui il quorum era stato già raggiunto alle 22 di domenica oppure dove le percentuali finali sono anche più alte della media nazionale. Ad esempio, a Pieve Albignola o ad Olevano, ha votato, alle 15 di ieri, oltre il 60% della popolazione. Vicina al 60% la partecipazione a Ferrera. A Velezzo (indicata da un sito internet nei giorni scorsi, come area individuata assieme a Valle e Semiana per la costruzione di una centrale nucleare) domenica sera aveva già votato il 53,40% degli elettori per il referendum sul nucleare e alla chiusura dei seggi la percentuale ha toccato il 65.9% (ma a Valle il quorum non è stato raggiunto, mentre a Semiana ha votato il 58.29% degli aventi diritto). Quorum non raggiunto neanche a Mortara (secondo Comune più grande della Lomellina), Cassolnovo, Robbio, Gravellona, Garlasco, Tromello e Gambolò; superato invece a Sannazzaro, Cilavegna, Lomello, Mede, Dorno, Borgo San Siro e Parona.

di Denis Artioli

 

VIGEVANO A Vigevano nessuno dei quattro referendum ha raggiunto il quorum, ma le percentuali sono vicinissime: 49,9% per le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali, determinazione della tariffa del servizio idrico integrato e nucleare; il 49,8% dei vigevanesi ha votato sul legittimo impedimento. Cosa dicono i risultati dello spoglio? Che quasi 22mila vigevanesi hanno votato sì ai due quesiti riguardanti l’acqua pubblica, che 21.373 vigevanesi (91,6%) sono contrari alle centrali nucleari (1.955 sono a favore) e che 21.450 vigevanesi (il 92,2%) vogliono l’abrogazione del legittimo impedimento per il presidente del Consiglio e per i ministri. Il sindaco leghista Andrea Sala, che aveva già preannunciato i suoi quattro “sì” ai referendum, si dichiara molto soddisfatto per i risultati. «E’ vero che Vigevano non ha raggiunto di pochissimo il quorum – sottolinea il sindaco – ma, a differenza di altre zone d’Italia, qui ci sono stati due turni ravvicinati di votazioni e potrebbe essere stato solo un segnale di stanchezza. Però metà dagli elettori vigevanesi è andata a votare e i risultati sono inequivocabili». Il sindaco conferma le sue scelte: «Ho votato quattro sì e ho invitato la gente ad andare a votare quattro sì: a me premeva molto il discorso dell’acqua pubblica per l’Asm, perché se a livello nazionale non si fosse raggiunto il quorum o se avessero vinto i no, avremmo avuto serissimi problemi, perché avremmo dovuto cedere entro fine anno le quote dell’azienda e la gestione degli altri servizi. Questo risultato, rispetto all’Asm, è un sollievo». Sul nucleare? «Oggi la tecnologia sul nucleare non è ancora garantista e serve molta prudenza – sottolinea il sindaco – mentre sul legittimo impedimento, credo solamente che sia giusto riaffermare che la legge è uguale per tutti, anche per il presidente del Consiglio». Michele Bozzano, capogruppo del Pd in consiglio comunale, dice: «A Vigevano anche il sindaco si era espresso per i quattro sì, e c’era una convergenza positiva. E’ un dato che ci dà ulteriore forza per continuare la battaglia sull’acqua pubblica anche a livello provinciale. Per la nostra provincia quel che conta di più è il discorso sull’acqua, con tre aree distinte in cui bisognerà trovare un punto di incontro. Il presidente Bosone cercherà la strada giusta per coniugare le differenze del territorio». E poi, sottolinea «la gente anche qui non vuole le centrali nucleari, soprattutto nei territori che potrebbero avere caratteristiche idonee: non dimentichiamo che l’ex-sindaco Cotta si era detto favorevole a una centrale qui. L’esito dà mandato pieno, a chi amministra, di cercare forme di energia alternativa. Sul legittimo impedimento, i cittadini chiedono solamente che tutti siano uguali davanti alla legge». Silvano Migliavacca, di Civiltà vigevanese: «Sono molto rincuorato dai miei connazionali che sono andati a votare e per quel che hanno votato. C’è ancora tanta parte di Italia che spera e lavora per un futuro migliore. A Vigevano bisogna fare ancora molto lavoro, la città deve ancora rinascere sotto l’aspetto delle politiche ambientali e della convivenza civile. Il 50% che non vota è gente delusa dalla politica e che non ha neanche voglia di andare a esprimersi sul referendum».

 

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