la Provincia Pavese – 11 febbraio 2011
Lavoro, si salva la chimica
VIGEVANO. Mercato del lavoro: dopo un inizio d’anno in leggera ripresa, febbraio vede il metalmeccanico di nuovo fermo. Esauriti gli ordini, gli artigiani sospendono le ricerche di personale. In controtendenza le assunzioni a tempo indeterminato del chimico-farmaceutico.
«Assumono solo i settori con marginalità medio-alte e business programmabile sul lungo periodo, settori che non conoscono la discontinuità degli ordini»: il farmaceutico, presente in Lomellina con i contoterzisti, e la chimica. Su questo aspetto concordano i sindacati e Confapi, l’associazione delle piccole medie imprese.
Cartina di tornasole, gli annunci delle agenzie di lavoro: non c’è quasi più traccia dei profili aperti a gennaio da manifattura e metalmeccanico, comparti che in Lomellina contano circa 5mila realtà tra carpentieri, contoterzisti calzaturieri, produttori di stampi per la lavorazione della plastica. Calate quasi del tutto le ricerche di fresatori, montatori, tornitori, operai specializzati con almeno 3 anni di esperienza, professionalità che a gennaio invece hanno permesso di smaltire il picco d’ordini letto da molti come l’inizio della ripresa. Altro, rispetto al chimico-farmaceutico: da Parona, Garlasco, Vigevano, Mortara, Confienza – i principali siti di un tessuto produttivo che sul locale conta una trentina di aziende (alcune multinazionali) e mille addetti – le agenzie propongono contratti a tempo indeterminato per figure di livello medio-alto. Sono analisti chimici, manager, periti, responsabili della qualità, tecnici di laboratorio: le uniche opportunità occupazionali, stabili per giunta, arrivano dal settore anti-ciclico per eccellenza – il farmaceutico – e dalla chimica lomellina legata alla siderurgia e alla produzione di additivi per vernici destinate all’industria dell’auto di lusso, il legno, la calzatura. Settori che vanno oltre la tenuta, precisa Stefano Valvason, direttore Confapi. E che se crescono tanto da potenziare il numero di dipendenti, è perchè rispetto al meccanico «hanno margini ampi, possono programmare gli investimenti e lavorano con i mercati in crescita, Francia e Germania soprattutto, dove non a caso il Pil è aumentato del 4,5%». Un punto di vantaggio strutturale che spiega anche la tenuta dei fatturati e dell’occupazione tra il 2008 e il 2010. Così Giorgio Mercuri di Cgil: «Se come sta avvenendo agganciano i mercati in espansione hanno bisogno di nuove forze in organico. Sempre figure qualificate: è la natura stessa dei cicli produttivi a richiedere professionalità superiori rispetto ad analoghe posizioni in altri settori».
–Simona Bombonato