Articoli del 2011

la Provincia Pavese 24 febbraio 2011

Uova alla diossina L’Asl: «Nessun rischio»

 
 

PARONA. Sulle uova alla diossina l’Asl rassicura il Comune che aveva chiesto informazioni e aveva protestato per la mancata tempestiva comunicazione. Il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Giuseppe Tuccitto, ha scritto al sindaco Silvano Colli scusandosi «di non aver informato preventivamente l’ente locale», ma nello stesso tempo ha voluto precisare che «la situazione non necessita, attualmente, della messa in atto di particolari provvedimenti di ordine sanitario. Comunque, nel caso dovessero emergere a seguito degli approfondimenti in corso, elementi tali da rendere necessari specifici interventi, saranno prontamente informate le autorità locali per una condivisione dei provvedimenti stessi».

 

Durante un controllo eseguito a dicembre, erano state trovate tracce di diossina nelle uova di un piccolo allevamento. I primi test avevano dato esito positivo, ora si attendono i risultati di analisi più approfondite che possano confermare o meno la contaminazione. Intanto l’Asl ha fornito al proprietario dell’allevamento indicazioni per evitare il consumo alimentare delle uova “sospette”. (l.g.)

 

la Provincia Pavese 22 febbraio 2011

 

Parona, le uova alla diossina «Due giorni all’Asl per dirci tutto»

 
 

PARONA. Uova alla diossina, il Comune dà tempo due giorni all’Asl per fornire informazioni. «Non è un ultimatum – afferma il sindaco – però se non avremo risposte, ci muoveremo noi perché i cittadini hanno diritto di sapere». Ieri l’Asl segnalava che le informazioni già oggi potrebbero essere a disposizione. Intanto, gli ambientalisti chiedono più controlli sul suolo e sull’aria.

 
 

 

la Provincia Pavese 22 febbraio 2011

 

Uova e diossina, ultimatum all’Asl

 
 
 

PARONA. Due giorni. Il tempo che il Comune vuole concedere all’Asl per avere risposte sul ritrovamento di tracce di diossina nelle uova prelevate da un pollaio. Sabato il sindaco Silvano Colli ha indirizzato una nota in cui protesta per la mancata comunicazione e chiede all’Asl di essere informato al più presto. «Non lo definirei un ultimatum – afferma Colli – perchè capisco che ci possano essere i tempi tecnici per fornire una risposta. Voglio ammettere che la nostra nota sia stata vista dall’Asl solo lunedì, alla riapertura degli uffici, e quindi è normale che possano passare un paio di giorni. Però se tra due giorni non avremo risposte, ci muoveremo noi perchè i cittadini di Parona hanno diritto di essere informati». I controlli sulle uova sono stati effettuati a dicembre. Un primo test ha dato esito positivo, ma per avere la conferma si attendono analisi più approfondite, i cui risultati non sono ancora arrivati. «Ribadisco – continua Colli – come sia quanto meno irrituale che su controlli effettuati due mesi fa non ci sia stata nel frattempo alcuna comunicazione». Ieri l’Asl, tramite l’ufficio stampa, segnalava che i responsabili del servizio interessato erano impegnati in riunioni, ma che la risposta e le informazioni chieste da Parona non tarderanno e già questa mattina potranno essere a disposizione. Intanto, gli ambientalisti chiedono più controlli sul suolo e sull’aria nel Comune che ospita l’inceneritore e molte fabbriche.

 

Il Comitato dei cittadini di Parona per la salute e l’ambiente inizierà un’azione di pressione a più largo raggio nei confronti del Comune, degli insediamenti industriali, dell’Asl e dell’Arpa «affinché sia strettamente monitorata la condizione dell’aria e del suolo». Del ritrovamento di diossine in un campione di uova si parlerà anche nell’assemblea in programma venerdì, alle 21, alla scuola elementare. «E’ fondamentale che la Regione agisca con coerenza rispetto ai campanelli d’allarme che proprio la sua campagna di monitoraggio ha fatto suonare, attuando la fase di ricerca delle fonti di contaminazione e mantenendo informata la cittadinanza e le amministrazioni sugli sviluppi di queste nuove indagini – commenta il Comitato presieduto da Luigi Firpo – In caso contrario, avremo perso l’ennesima occasione per conoscere gli effettivi livelli d’inquinamento e per tutelare la salute, sia a Parona, dove per ovvi motivi quest’esigenza è fortemente sentita, sia negli altri Comuni». Il tema delle diossine era già stato portato all’attenzione dei paronesi l’anno scorso durante una serata di approfondimento. (ha collaborato Umberto De Agostino)

 

Lorella Gualco

 

 


 

la Provincia Pavese 20 febbraio 2011

Il Comune: «Vogliamo sapere le cause»

 
 

PARONA. Ieri mattina, anche in municipio, l’argomento del giorno erano le uova a sospetto diossina. Il sindaco Silvano Colli si lancia contro l’Asl, accusata di non aver informato il Comune, ma nello stesso tempo pesano gli interrogativi sull’origine della contaminazione, che peraltro deve essere ancora confermata da analisi più approfondite. Le ipotesi vanno dalle polveri causate dall’inceneritore e dalle altre industrie a teloni di plastica lasciati in un cortile che le galline possono avere beccato.

 

«Indagare sulle cause è un compito che spetta ai tecnici e non agli amministratori comunali – afferma il sindaco Colli -. Io non ho elementi per fare ipotesi. Posso solo dire che spero di essere al più presto informato e, se la contaminazione dovesse essere confermata, il Comune farà tutto ciò che è di sua competenza per tutelare la salute della popolazione». (l.g.)

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la Provincia Pavese 20 febbraio 2011

L’ecologista: troppi impianti inquinanti

PARONA. «Tracce di diossina nelle uova? Mi meraviglierei se non ci fossero». Il commento amaro è di Renato Soffritti, ex-consigliere comunale e ora impegnato nel Wwf.

«Il problema non è solo quello delle uova “sospette” trovate in un pollaio – continua Soffritti -. Magari questo episodio può anche essere ricondotto a fattori specifici di quell’allevamento. Ma, anche se così fosse, non possiamo ignorare la realtà che ci circonda. Non dimentichiamo che già nel 2005 uno studio sui muschi aveva rilevato che nella zona di Parona il livello di diossina era già vicino al limite. E allora non era ancora entrata in funzione la seconda caldaia dell’inceneritore. Adesso la situazione non può che essere peggiorata. Paghiamo la scelta di puntare sugli inceneritori che sono impianti ormai inutili e inquinanti, mentre avremmo dovuto pensare alla raccolta differenziata che conviene e non fa male».

Leggi l’articolo Integrale alla sezione Comunicati stampa con l’oggetto:


la Provincia Pavese 19 febbraio 2011

Nel mirino finiscono i mangimi

 
 

PARONA. Gli accertamenti vanno in due direzioni: prima di tutto avere la conferma o meno della presenza di diossina nelle uova, poi, in caso di esito positivo, individuare l’origine della contaminazione. Parona è un Comune ad alta densità industriale con la presenza di un inceneritore e di aziende metallurgiche. Ma ogni collegamento tra la realtà industriale locale e l’eventuale contaminazione alimentare è tutta da dimostrare. Anche perchè le fonti di inquinamento possono essere altre. L’Asl cita casi analoghi ricondotti a «fonti di contaminazione interne agli allevamenti». Non ultimi i mangimi.

 

«In genere gli allevamenti di una certa dimensione – afferma Luciano Nieto, direttore dell’Unione agricoltori provinciale – organizzano propri mangimifici con mais, orzo o integratori specifici per la zootecnia. Ma i mangimi possono anche essere acquistati fuori. In ogni caso, gli allevatori sono a loro volta vittime di una catena che porta il prodotto nelle aziende agricole e l’agricoltore è anche il primo consumatore del suo prodotto. Quanto alle possibilità di una contaminazione ambientale, la diossina può essere nelle polveri e allora rimane in superficie, oppure può essere ricondotta ad un inquinamento delle falde: in ogni caso le concentrazioni nell’aria o nell’acqua dovrebbero essere fortissime. Ma bisogna evitare allarmismi che rischiano di bloccare il mercato. La grande distribuzione di polli o uova in Italia è controllatissima e in Lomellina, tra l’altro, non ci sono allevamenti avicoli collegati alla grande distribuzione commerciale. Ammesso che ci sia un caso “sospetto” in zona, non può essere che un privato che tiene un numero limitato di galline ed altrettanto limitate sono le possibilità di diffusione del prodotto». (l.g.)

 


la Provincia Pavese 19 febbraio 2011

Brescia, pollai contaminati

 
 

PARONA. I primi casi italiani di uova alla diossina sono stati riscontrati all’inizio dell’anno in sei pollai privati della provincia di Brescia. In questi casi i mangimi sono stati scagionati e le cause sono state ricondotte al contatto degli animali con microinquinanti. Le diossine sono composti organici estremamente tossici e cancerogeni.

 

Le principali fonti di queste sostanze sono le industrie chimiche, siderurgiche e metallurgiche, le centrali termolettriche e gli inceneritori. La legge prevede però l’adozione di accorgimenti che abbattono le emissioni per farle rientrare nei limiti prescritti. Secondo le tabelle dell’Organizzazione mondiale della sanità un uomo di 70 chili può assorbire al massimo 210 picogrammi di diossine al giorno, mentre per un bambino di 5 chili la quantità giornaliera di diossine non dovrebbe superare i 20 picogrammi.


la Provincia Pavese 19 febbraio 2011

Tracce di diossina nelle uova

 
 

PARONA. Allarme diossina nelle uova. Un controllo effettuato a dicembre dall’Asl in un allevamento rurale di Parona ha riscontrato valori «non conformi», cioè superiori ai limiti stabiliti dalla legge. Questo però è l’esito dei primi test. Si attende ancora la conferma da analisi più approfondite e si cerca l’origine dell’eventuale contaminazione. Il titolare dell’allevamento ha ricevuto indicazioni per evitare il consumo alimentare. I veterinari invitano però ad evitare allarmismi: «In zona non ci sono grandi allevamenti che riforniscono supermarket o negozi quindi anche la possibile diffusione del prodotto è limitata».

 

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