Articoli del 2010
Rifiuti, così non è più un affare
PARONA. La produzione di rifiuti urbani diminuisce per la crisi economica. E in Lomellina attecchisce il messaggio della raccolta differenziata, che prende forma anche attraverso il nuovo servizio della raccolta porta a porta. Sono questi oggi gli scenari del settore dell’igiene urbana nella Lomellina che ospita l’inceneritore di Parona: settore che muove milioni di euro. Solo il Clir spa, 41 Comuni lomellini per 80mila abitanti, nel 2008 ha fatturato 7,7 milioni. Negli ultimi 15 anni il panorama della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è stato modificato in maniera radicale. Le discariche comunali degli anni Sessanta sono state soppiantate da quella territoriale della frazione Belcreda di Gambolò, chiusa in concomitanza dell’apertura dell’inceneritore di Lomellina Energia, nelle campagne di Parona verso Vigevano. Oggi l’impianto, controllato da Linea Group Holding, con sede a Cremona, è autorizzato a smaltire 380mila tonnellate l’anno (più di mille al giorno) di rifiuti urbani (Rsu) e di combustibile da rifiuto (Cdr), la cosiddetta frazione secca, nelle due linee di combustione. Con i rifiuti Lomellina Energia, fatturato di 71 milioni di euro nel 2009, produce energia elettrica: 220mila megawatt-ora nel 2009. L’inceneritore garantisce ampiamente la capacità di smaltimento di Rsu del bacino provinciale B, che comprende Lomellina e Vogherese. I soggetti provinciali che conferiscono a Parona sono Clir spa di Mortara, Asm Impianti servizi ambientali (Isa) di Vigevano e Asm Voghera: la prima, l’anno scorso, ha portato a Parona 31mila tonnellate di Rsu, la seconda, cui fanno capo i Comuni di Vigevano, Garlasco, Cassolnovo, Tromello, Borgo San Siro, Galliavola e Gravellona, 30mila e, la terza, circa 20mila. Il resto, circa 300mila tonnellate, arriva da varie province del Nord Italia, Lombardia e Piemonte in particolare. Ma Lomellina Energia conferma: «L’anno scorso i due forni hanno bruciato 314mila tonnellate di rifiuti». E’ un effetto della crisi: meno soldi da spendere, meno beni di consumo aacquistati, drastica riduzione dei rifiuti nel cassonetto. E poi va calcolato il costante aumento della differenziata. «Un’elevata percentuale rappresenta un discreto punto di partenza per un buon sistema di gestione integrata dei rifiuti, ma quest’ultima deve prevedere le modalità più adatte di raccolta: la gestione della frazione organica, il coinvolgimento dei cittadini con attività di educazione ambientale e, fondamentale, un’impiantistica efficiente e all’avanguardia», dice l’assessore provinciale all’Ambiente, Ruggero Invernizzi. La differenziata è anche un obiettivo del Clir spa, che nel 2008 ha registrato il 31,5%, salito l’anno successivo al 34,1%. «Per il 2010 puntiamo al 38-40%», conferma il direttore Marco Rivolta. In ogni caso, si è distanti dall’obiettivo indicato dal decreto Ronchi del 2006, che impone di raggiungere il 65% di differenziata entro il 2012. Obiettivo già superato da Novara, oltre il 70% nel 2008. Questione aperta rimane il luogo in cui stoccare le ceneri dell’inceneritore. Dopo che tra 2004 e 2005 era stata scartata l’opzione di un terreno a lato dell’ex discarica della Belcreda, si è parlato di un’area a Galliavola. Ma per l’opposizione delle popolazioni il progetto di Asm Vigevano è congelato negli uffici regionali.