Articoli del 2010

la Provincia Pavese – 25 maggio 2010
Odori, sotto accusa i fanghi dei depuratori

 

PARONA. Non cessano le polemiche dopo gli odori provocati dai fanghi degli impianti di depurazione. Decine di paronesi protestano per la puzza che negli ultimi giorni si è sparsa nella parte orientale del paese, verso Vigevano. In attesa che il Tar si pronunci sul ricorso presentato da una ditta di produzione dei fanghi contro il nuovo regolamento comunale, ferve il dibattito. Ferve il dibattito sull’utilità e sulla salubrità dei fanghi di depurazione da disperdere nei campi. Secondo gli esperti, se impiegati correttamente da soli possono garantire ottime rese produttive, incrementando al tempo stesso la fertilità dei suoli. D’altra parte, l’opinione pubblica ha più volte espresso dubbi sulla salubrità delle produzioni alimentari derivate da colture fertilizzate con fanghi di depurazione, nonostante a tali segnalazioni non abbiano fatto seguito riscontri di reali contaminazioni. «I fanghi arricchiscono il terreno di sostanze organiche e di azoto, funzione fondamentale dopo la scomparsa della zootecnia in Lomellina – spiega l’agronomo vigevanese Luca Sormani – I terreni trattati con questi materiali trattengono l’acqua in modo più efficace e garantiscono rese più alte rispetto a terreni su cui sono dispersi fitofarmaci generici». Inoltre, l’agricoltore spende meno utilizzando i fanghi rispetto ai fertilizzanti di uso comune. Secondo Sormani, poi, i fanghi utilizzati secondo la normativa non provocano alcun danno alla salute umana: «Le tabelle approvate contengono molte restrizioni. Solamente se non rispetta la legge, l’utilizzo di queste sostanze potrebbe causare scompensi fisici». Un danno, però, potrebbe verificarsi: «E’ chiaro che l’odore che si alza da questi terreni non fa bene a un paese o a un territorio che alza la bandiera della qualità della vita e della tutela dell’immagine». Secondo la Coldiretti, «se i fanghi sono controllati, possono essere un fertilizzante valido. Ma spesso si nascondono truffe: i metodi di produzione e i parametri dichiarati non corrispondono alla reale composizione della miscela utilizzata nei campi». Emergenza rientrata, intanto, a Cassolnovo, dove nella frazione di Villanova due famiglie sono rimaste intossicate da un diserbante impiegato per debellare il riso crodo, una pianta infestante particolarmente diffusa nelle risaie. L’Asl ha contattato il Comune che si è occupato della gestione del problema verificatosi venerdì, quando i membri di due famiglie, i Viganò e i Bocca, hanno avvertito un forte bruciore agli occhi. «Il diserbante impiegato in quella risaia – spiegano all’Asl – è irritante per gli occhi, ma non è compreso tra i prodotti tossico-nocivi. Probabilmente, trattandosi di un presidio sanitario che viene applicato sotto forma di gas nel terreno tramite uno specifico macchinario, il diserbante ha raggiunto la vicina cascina sollevandosi da qualche fessurazione presente nel terreno». (u.d.a. e p.a.v.)

la Provincia Pavese – 24 maggio 2010
Odori dei fanghi, è allarme anche a Parona

PARONA. Tornano gli odori provocati dalla pratica di concimazione che utilizza i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione. La puzza si è sparsa nella parte orientale del paese e ora Antonio Marchesoni anticipa di voler coinvolgere i medici dell’Asl di Pavia: «Mi farò visitare per capire se annusare questi odori può comportare danni alla salute». Intanto, il regolamento comunale approvato due mesi fa è stato bloccato a causa del ricorso al Tar presentato da una ditta di produzione dei fanghi con sede in Lomellina. Come già nell’estate 2008 l’odore è salito dai campi situati nella zona di via Colli e di via IV Novembre, verso Vigevano: puzze fortissime, ristagnanti, che hanno messo in allarme centinaia di cittadini che abitano a ridosso della campagna. Uno di questi è Marchesoni: «Ho telefonato ai carabinieri, che non possono intervenire. Mi è stato suggerito anche di avviare una raccolta di firme. Se questo disagio non cesserà, porterò una borsa piena di fanghi in municipio perché il sindaco Colli possa capire la situazione reale». E poi Marchesoni, componente di diversi comitati ambientalisti sorti in paese, coinvolge il Comune: «Dovrebbe ordinare agli agricoltori di ricoprire subito i fanghi sparsi sui terreni agricoli». Ma il regolamento che imponeva questa pratica è stato bloccato da una ditta specializzata in fanghi. Lo confermano il sindaco Silvano Colli e l’assessore Mauro Sommi. «Noi avevamo cercato di tutelare la salute pubblica restringendo le settimane a disposizione per lo spandimento e prescrivendo all’agricoltore di notificare in municipio giorno e ora del lavoro – dicono – Purtroppo, il regolamento non è mai entrato in vigore perché pende un ricorso al Tar presentato da una società che tratta il materiale proveniente dalla depurazione delle acque». In particolare, i vigili urbani dovrebbero verificare la correttezza dell’operazione e l’aratura del terreno entro il tramonto per far scendere in profondità il materiale distribuito sul campo. «Così avremmo impedito che l’odore si spandesse per il paese, come successe in passato», aggiunge Sommi. Ristretto anche il tempo in cui gli spandimenti sono permessi, da febbraio a maggio, mentre in passato i campi si potevano fertilizzare da gennaio a luglio.

Umberto De Agostino