Articoli del 2010
Visualizza la mappa dell’inquinamento in lomellina.
Fuga dalle città. Stando a recenti sondaggi cresce la voglia di campagna e sempre più “cittadini” stanno pensando di abbandonare tutto e trasferirsi in luoghi più ameni. L’acqua e l’aria pulite aiutano il corpo a sentirsi meglio… Ma è tutto vero? In Lomellina certamente no. Non lo diciamo così a vanvera, tanto per essere contro. Lo afferma un rapporto dell’Asl di Pavia, dopo una accurata indagine in tutti gli ospedali della Provincia. E lo dicono anche tre associazioni ambientaliste: Futuro Sostenibile (Mortara), Comitato Salute e Ambiente di Parona e Vigevano Sostenibile. In una conferenza stampa hanno elencato i “mali” di questa terra e, diciamolo francamente, sono molto allarmanti. Ma basta parole e spazio alle cifre nude e crude, scaturite dopo una attenta analisi delle realtà produttive presenti in Lomellina.
Insediamenti industriali inquinanti e potenzialmente pericolosi 31
Discariche 7
Centrali (in costruzione o in attesa di autorizzazione) 7
«Questi insediamenti – ha affermato Angelo Grungo di Vigevano Sostenibile – provocano in livello di inquinamento ben più alto dei limiti fissati dalle normative vigenti per il PM10 (polveri sottili). A Parona, per esempio, per ben 90 giorni siamo stati oltre il limite e ben 38 giorni a Vigevano. A Mortara la centralina non misura i PM10, ma solo i PM 2,5, che sono abbondantemente più alti rispetto alle indicazioni della Comunità Europea».
Ma altri “numeri” sono ancor più sinistri. Il “documento di programmazione Asl di Pavia”, sostiene che le malattie riconducibili all’inquinamento atmosferico sono molto più alte rispetto alle media lombarda e italiana. In particolare i tumori all’apparato respiratorio per gli uomini è maggiore del 10,8% della media lombarda e del 19,7% di quella nazionale, mentre le malattie cardiovascolari sono (fra gli uomini) +19,7% della media nazionale e + 8,5% di quella regionale.
«Stando a questi numeri torneremo in trincea – sostiene Grungo – Perché moltiidi questi impianti e centrali sono collocati fra Mortara e Vigevano. Inoltre il territorio fra Broni e Stradella ha una maggiore incidenza di tumori».
Cosa fare, dunque, per limitare i danni? Le tre associazioni hanno stilato una sorta di percorso da seguire. In particolare chiedono…
- che il monitoraggio in via telematica delle sostanze rilasciate dagli impianti non si limiti all’inceneritore di Parona ma sia esteso a tutti gli impianti che per legge rientrano negli IPPC (impianti potenzialmente pericolosi). A parona ve ne sono 4, a Mortara 5, a Vigevano 2
- che sia triplicato il numero delle centraline per il rilevamento del PM 10 e del PM 2,5 su tutto il territorio
- che vi sia il monitoraggio delle diossine (prodotte dagli allevamenti) e che sia fatto con uno studio mirato sugli allevamenti della zona
- che vi sia il controllo dei metalli pesanti e di tutte quelle emissioni novice, tipo formaldeide
- che personale dell’Arpa regionale, attualmente composto da due soli tecnici per una provincia composta da 195 comuni con 89 industrie IPPC, sia numericamente adeguato.