Da: Soffritti Renato
Inviato: venerdì 24 aprile 2009
A:Quotidiani Locali e del Novarese
Cc:Comitati e Associazioni della Lomellina e del Novarese
Oggetto: Comunicato stampa Parona si deve vergognare
Vi informo che ho pubblicato in Home Page
il mio senso critico sull’apertura del centro commerciale nella giornata del 25 Aprile che vi trasmetto anche in allegato.
Queste forme di protesta ed iniziative sono comuni in tanti altri territori.
Poiché i tempi ristretti non mi consentono di discuterli o condividerli con il gruppo della “Nuova Stagione” che è una Lista Civica dove partecipano candidati con ideali diversi, al momento rimangono opinioni di tipo personale.
E’ stata autorizzata l’apertura del centro commerciale nel giorno della festa “Parona Tera Bona” che si terrà il 25 Aprile. Un altro regalo al profitto dopo le tante domeniche aperte grazie alle invenzioni del paese turistico.
Le feste devono essere giornate di svago e di gioia, per essere tali nessuno può rovinarle non rispettando i diritti dei lavoratori.
Se non ritorneranno sui loro passi rimanendo chiusi,
CHIEDEREMO A TUTTI I CONSUMATORI, DI SOLIDARIZZARE CON I LAVORATORI E PROPORREMO LO SCIOPERO DELLA SPESA FINO AL 25 APRILE DEL 2010.
Anche i lavoratori hanno le loro feste (come il 1 Maggio e il 25 Aprile), nessuno deve costringerli a lavorare in questi giorni. Viste le previsioni per il fine settimana, non vorremmo avere un’altra sorpresa: “per via della pioggia la posticipano al primo di maggio”. Tanti alti regali al profitto!!!
Il 25 aprile del 1945 l’Italia si liberò dalla dittatura fascista. Per venti anni il nostro paese è stato vittima di un regime opprimente che negava non solo il diritto al dissenso e reprimeva gli oppositori ma negava anche i diritti minimi dei lavoratori. Erano vietati i sindacati e i contratti venivano decisi direttamente dal partito fascista e dai suoi gerarchi. Il 25 Aprile del 1945 in Italia è tornata la Democrazia e sono tornati i diritti sindacali e politici.
A Parona il centro commerciale il 25 Aprile rimarrà aperto, solo a Natale e Pasqua rimane chiuso. Tutti gli altri giorni dell’anno i lavoratori e le lavoratrici sono costrette a essere disponibili per turni e straordinari. Che vita è questa? Non solo non si riconosce più la domenica come giorno di riposo ma addirittura non esistono più neanche le feste nazionali (come il 25 aprile o il 2 giugno) per questi lavoratori.
Noi oggi denunciamo questi moderni luoghi di sfruttamento fatti di precarietà e di contratti a termine, che sotto la minaccia del licenziamento impongono carichi di lavoro e ritmi di vita da medioevo.
Dimostriamo noi, cittadini e cittadine di questa provincia, che siamo ancora in grado di solidarizzare fra di noi e di esprimere, la nostra indignazione verso queste nuove frontiere di sfruttamento.
Autore: Soffritti Renato
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