COSA SONO I DISTRETTI DI ECONOMIA SOLIDALE?
Distretti di Economia Solidale (DES): circuiti economici a base locale capaci di valorizzare le risorse territoriali secondo criteri di equità sociale e sostenibilità, per la creazione di filiere di produzione-distribuzione-consumo di beni e servizi: piccoli agricoltori che lavorano non solo per la produzione di merci di qualità ma anche per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, gruppi di interesse o di vicinato organizzati per la gestione collettiva di alcune questioni e servizi comuni, gruppi di affinità che sperimentano forme di vita basate sulla proprietà indivisa e sul mutuo scambio, etc.
Nella Carta della Rete Nazionale dell’Economia Solidale (maggio 2003) “i soggetti dei distretti” vengono, a titolo esemplificativo, identificati con:
- le imprese, i lavoratori dell’economia solidale e le loro associazioni (cooperative e microimprese di produzione di beni e servizi, consorzi di produttori, piccoli agricoltori biologici, artigiani,commercianti, ecc.);
- i consumatori e le loro associazioni (gruppi di acquisto solidale, associazioni del consumo critico e del commercio equo);
- i risparmiatori-finanziatori delle imprese e delle iniziative dell’economia solidale e le loro associazioni o imprese (Mag, Banca Etica, associazioni per il microcredito, assicurazioni etiche);
- le istituzioni (in particolare gli enti locali) che intendono favorire sul proprio territorio la nascita e lo sviluppo di esperienze di economia solidale.
Le RES (reti di economia solidali) e i DES in costruzione condividono, nei criteri ispiratori, nei progetti in cantiere e nelle attività in corso, i cinque principi della Carta del Nuovo Municipio.
Nelle esperienze di economia solidale assumono grande importanza la partecipazione e l’autogestione, capaci di sviluppare consapevolezza, coscienza critica e senso di responsabilità negli individui.
Nella carta d’Intenti della ARNM (Associazione Rete dei Nuovi Municipi), del marzo 2003, si dichiara: “Il Nuovo Municipio collabora con le iniziative autopromosse dagli abitanti, con il mondo associativo, il terzo settore, le imprese sociali, i nuovi agricoltori che valorizzano l’ambiente e la qualità dell’alimentazione, per la produzione di beni e servizi di pubblica utilità (salvaguardia idrogeologica, qualità ambientale e del paesaggio, manutenzione e riqualificazione urbana, servizi sociali e assistenziali, attività sociali, ecc.), attivando a questo scopo finanziamenti pubblici e privati”.
Uno degli aspetti che caratterizzano la Rete dell’Economia Solidale è il rifiuto di un sistema di valori improntato, direttamente o indirettamente, alle logiche del libero mercato (sfruttamento delle risorse ambientali, profitto, competizione, riduzione del costo del lavoro, ecc.) e l’adozione di criteri di sviluppo strettamente legati all’equità distributiva, alla valorizzazione ambientale, alla giustizia sociale e alla partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano il governo del territorio.
L’attivazione di filiere locali basate sui principi dell’economia solidale e sostenibile potrebbe indirizzare le politiche pubbliche verso una nuova concezione dello sviluppo economico e sociale, attraverso la promozione di forme di azionariato sociale e di gestione partecipata del patrimonio ambientale e dei servizi, la costruzione di reti di microcredito legate a progetti locali, la promozione dell’agricoltura di qualità come attività capace di produrre beni collettivi; forme di produzione atte sia alla manutenzione e costruzione del paesaggio sia alla valorizzazione e conservazione della complessità ecologica; presidio del territorio, regimazione delle acque superficiali e salvaguardia dai dissesti idrogeologici.
Per noi è ancora valido l’“Appello ai Candidati” che la Rete dei Nuovi Municipi ha diffuso in occasione delle elezioni amministrative del giugno 2003. Alla voce “Sostenere le economie solidali, l’impresa e la finanza etica” si legge: “per consentire ad ogni comunità locale di costruire un reale autogoverno del proprio futuro, sollecitiamo i futuri governi municipali a liberarsi dalla morsa dei grandi poteri economici sovraordinati, delle multinazionali di profitto a sfondo speculativo e criminale, che producono crescenti effetti di impoverimento delle persone, mercificano, consumano, distruggono risorse locali sociali, ambientali, territoriali. Ciò si rende possibile se il municipio acquista forza agevolando, promuovendo, attivando attori e forme di produzione e di consumo che costruiscano nel territorio economie solidali fondate sulla valorizzazione delle risorse locali.
Una delle caratteristiche peculiari della Rete delle Economie Solidali è, inoltre, quella di privilegiare i rapporti diretti interpersonali tra soggetti appartenenti ai diversi nodi della rete, per il valore aggiunto relazionale che possono produrre rapporti economici basati non solo su finalità comuni, ma anche sulla conoscenza e la fiducia reciproca. Questa caratteristica favorisce la costruzione dei distretti, che si realizza attraverso l’auto-organizzazione e il coinvolgimento attivo e diretto dei diversi attori per la valorizzazione del patrimonio territoriale locale.
L’economia solidale pone in primo piano il problema della tutela ambientale e della rinnovabilità delle risorse da vari punti di vista; sia nei documenti della Rete sia in quelli dei singoli distretti troviamo riferimenti precisi al problema della chiusura dei cicli, dei bilanci ambientali, di nuove pratiche economiche capaci di coniugare economia ed ecologia.
“I soggetti aderenti al DES si impegnano a svolgere la propria attività economica secondo modalità tali da consentire la riduzione dell’impronta ecologica del distretto e comunque tali da non compromettere, nel lungo periodo, la capacità di carico degli ecosistemi. Si ritiene strategico, al tal fine, favorire la chiusura dei cicli bioeconomici.” (DES.TO, novembre 2003).
Per maggiori info leggi:
Documento Completo sui Distretti 26 Aprile-2009 (PDF 93 KB)
Carta del Nuovo Municipio 26 Aprile 2009 (PDF 31 KB)