PARONA. Che fine hanno fatto i 600 milioni di vecchie lire dovuti da Lomellina Energia come beneficio per ritirare un ricorso al Tar presentato dal comitato ambiente, presieduto da Antonio Marocco, contro la realizzazione dell’inceneritore?». Se lo chiede il Wwf Lomellina, coordinato da Fabrizio Varese. «Come componenti dalla commissione comunale di controllo dell’inceneritore, lo abbiamo chiesto al sindaco Giovanna Ganzi, che non sapeva niente – dice -. Abbiamo insistito, anche con l’intervento dei legali del Wwf, facendo pressioni su Clir, Comune e Lomellina Energia». La vicenda risale a circa dieci anni fa, quando stava nascendo il termodistruttore. Il ricorso al Tar stava bloccando la realizzazione dell’impianto e in qualche modo si doveva sbloccare la situazione. «La transazione tra le parti c’è stata e questi soldi, più il rimborso delle spese legali sostenute dall’associazione, erano il compenso pattuito – aggiunge Varese -. Francamente non sono mai stato d’accordo che il ricorso fosse ritirato, sia come associazione ambientale, sia a livello personale, come cittadino attento al mio futuro. La somma doveva essere spesa per tutelare l’ambiente lomellino e i suoi abitanti». Il Wwf ricorda che furono pagate le parcelle delle due indagini epidemiologiche per un totale di 227.930 euro: inoltre, per lo studio del Parco dei dossi sono già stati pagati 98.812 euro e altri 33.570 sono in previsione per la conclusione dello studio. «Questo secondo Lomellina Energia, secondo cui questi importi sono stati erogati in accordo con il Comune di Parona, il Clir e Antonio Marocco: il totale supera i 600 milioni di lire, circa 360.000 euro», conclude Varese. (u.d.a.)
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