SARTIRANA. Il Wwf all’attacco sulle aree protette. Il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha illustrato in conferenza Stato-Regioni il decreto noto come «Rete Natura 2000», che stabilisce le misure minime di conservazione per le 2.870 aree tutelate dall’Unione europea come Zone di protezione speciale (Zps) e Siti di importanza comunitaria (Sic). Alla presentazione, però, non è seguita la firma. L’associazione ambientalista teme che il rinvio rappresenti un modo per prorogare l’attività venatoria nelle Zps e, quindi, anche in quella denominata «Garzaie della Lomellina». Il Wwf chiede che «scattino immediatamente le misure di salvaguardia e le relative sanzioni penali, in attesa che il decreto ponga le opportune tutele».
«Se così non sarà – aggiunge l’associazione – ci troveremo anche nella nostra regione di fronte a un calendario venatorio palesemente illegittimo, che il Wwf è già pronto a impugnare davanti alla magistratura competente». Il decreto dev’essere emanato in attuazione della legge finanziaria 2007 che attribuisce al ministero dell’Ambiente il compito di fissare i criteri minimi per la tutela di «Rete Natura 2000» e che dovranno essere recepiti dalle Regioni.
In questo modo si intende uscire dalla procedura di infrazione aperta dall’Unione europea contro l’Italia anche per l’assenza di questi criteri di conservazione. Pecoraro Scanio ritiene che, a parte il contenzioso comunitario, il decreto possa rappresentare una svolta decisiva in una questione per troppi anni rimasta insoluta: la nascita concreta della rete per la tutela della biodiversità. Alla fine della conferenza Stato-Regioni, il ministro ha ritenuto di dover accogliere la richiesta del presidente Vasco Errani di disporre di qualche ulteriore settimana di riflessione e di consentire alla Conferenza di pronunciarsi in una prossima seduta, convocata tra la fine di agosto e i primi di settembre. Il Wwf, però, non ci sta e punta l’indice contro Regioni e doppiette. «Un provvedimento di questa portata merita ben altra sorte che quella di ritrovarsi condizionato dai cacciatori italiani e dalle Regioni – accusa Fabrizio Varese, coordinatore del Wwf Lomellina -. L’appello del ministro in favore della tutela di Zps e Sic non è ancora riuscito a fare breccia nelle fila delle lobby venatorie e di chi le appoggia. Ricordo che sono già in corso procedure di infrazione a carico del nostro Paese, che rischiano di costare pesanti sanzioni a una categoria già penalizzata da siccità e incendi come gli agricoltori». Gli ambientalisti calcano la mano. «La caccia in Italia dovrebbe chiudere quasi ovunque: nei corridoi di migrazione dove passano le specie superprotette, nelle aree umide inquinate dal piombo e assediate dalle doppiette, nelle piccole isole territorio di un bracconaggio ancora imperante. Per non parlare di uccellagione, deroghe illegali, richiami vivi – conclude Fabrizio Varese -. Pertanto si dia attuazione alla legge e si applichino in tutti i siti di Rete Natura 2000 le misure di salvaguardia, a cominciare dal divieto assoluto di caccia, di disturbare le specie animali e di introdurre armi, secondo la legge 394/91. Legge che lo Stato e le Regioni sono chiamate immediatamente ad applicare, incluse le relative sanzioni penali».
Umberto De Agostino
ARCHIVIO LA PROVINCIA PAVESE
Fonte: http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2007/08/05/PV6PO_PV601.html