PARONA. «La visita al termovalorizzatore ha rilevato una serie di anomalie: inoltre, non è stato possibile esaminare parti dell’impianto. Dal capannone dove era stoccato il combustibile per l’inceneritore saliva un forte odore di umido in decomposizione: probabilmente la sezione di preparazione del combustibile non riesce a separare bene la parte umida dalla parte secca del rifiuto. Il tecnico che ci accompagnava ha fornito risposte un po’ vaghe». All’indomani della visita guidata all’interno dell’impianto di Lomellina Energia Fabrizio Varese e Angela Sabatino, rappresentanti del Wwf nella Commissione comunale di controllo del termodistruttore, sollevano una serie di interrogativi. «Nella sala controllo un monitor era spento e un altro era annebbiato non permettendo la visione di alcune parti dello stabilimento: erano forse parti “critiche” che era meglio non mostrare alla commissione?», si interrogano i due ambientalisti, che poi chiedono: «Su una postazione di controllo suonava un cicalino, probabilmente di allarme, che l’operatore cercava di silenziare. Era forse un segnale di malfunzionamento dell’impianto?». Secondo il Wwf Lomellina la visita dell’impianto «non ha chiarito una serie di quesiti che l’associazione voleva porre alla direzione di Lomellina Energia, anche per la decisione presa dal sindaco Giovanna Ganzi di rinviare le domande alla riunione della commissione proponendo quesiti scritti da presentare prima. Questa decisione è stata assunta senza coinvolgere la commissione, che non è un organismo di cogestione del termodistruttore ma di controllo, e in contrasto con quando stabilito nella precedente riunione». Varese e Sabatino contestano anche il bilancio 2004 di Lomellina Energia: «Emergono gravi problemi sull’impiantistica dell’inceneritore, che hanno portato a una perdita di esercizio pari a 40.669 euro». Per il Wwf gravi problemi alla caldaia e a un motore della struttura hanno provocato una «prolungata fermata dell’impianto, non prevista, con lo smaltimento del Rdf in altri impianti e una minore produzione di energia elettrica». Venerdì, sottolinea l’associazione ambientalista, «la mancata visita alla parte di preselezione dei rifiuti, alla caldaia e al capannone dove si lavora la parte organica, fanno sorgere dubbi e domande».
ARCHIVIO LA PROVINCIA PAVESE
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