Il doppio no del Wwf

MORTARA.  «Il Wwf non vuole tornare alle candele e alle diligenze. Pensiamo che l’Italia possa creare una politica energetica sostenibile senza ricorrere a opzioni rischiose». Fabrizio Varese, responsabile del Wwf lomellino, ribadisce il no a trivellazioni petrolifere e nostalgie nucleare. Il riferimento immediato all’ipotesi di ricerche petrolifere da parte dell’Eni nell’area vigevanese e ai progetti energetici legati a centrali nel paronese.
 Dibattito apertosi sui progetti per la costruzione di una centrale elettrica a Parona e, più di recente, per la ricerca di petrolio sul territorio di Vigevano. «Grazie all’energia prodotta da tutti, in modo naturale, con milioni di microimpianti diffusi e solo qualche centinaio di grandi impianti che sfruttano le fonti rinnovabili, saremmo finalmente liberi di non spendere bollette elettriche da capogiro e di non dover fare guerre per garantirci l’approvvigionamento energetico da petrolio – spiega Varese – Per fare questo non ci servono né le trivellazioni, né le centrali di Parona». Secondo il Wwf, le case, le fabbriche, le scuole possono diventare autosufficienti e produrre un surplus di energia da riversare in rete: «Dobbiamo dotare i tetti e le facciate di impianti fotovoltaici e solari termici, agevolare la costruzione di impianti eolici, geotermici, a biomassa, mini-idroelettrici e mini-eolici. Potremmo diventare in pochi anni, se lo volessimo, grandi risparmiatori di energia e piccoli produttori autosufficienti; potremmo diventare addirittura un Paese esportatore di energia elettrica e tecnologia». Nel settore dell’energia, Varese ricorda poi come la scorsa estate sarà ricordata per il caldo eccezionale e per la crisi energetica. Il Wwf dice no al nucleare: «Il black out in Italia ha fornito l’alibi per rilanciare il nucleare e la costruzione di nuove centrali termoelettriche. Sul nucleare siamo perplessi: è in via di smantellamento in tutta Europa. Comunque, anche le centrali termoelettriche di cui si sta riempiendo la Lomellina inquinano e degradano l’ambiente, provocano danni sociali e sanitari che vengono chiamati con un eufemismo “esternalità” e che contribuiscono all’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera». (u.d.a.)

ARCHIVIO LA PROVINCIA PAVESE

Fonte:http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2003/12/12/PV6PO_PV604.html

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