Discariche

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Discarica ceneri dell'Inceneritore

Scritto da La Nuova Stagione on . Postato in Ultime

 
la Provincia Pavese - 30 gennaio 2008
Comitati di cittadini contro i troppi affari

 

ATTUALITÀ. C’è il continuo e spontaneo sorgere di comitati di cittadini contro quasi tutti i progetti di nuovi insediamenti in provincia. Logistiche, interporti, autostrade, discariche di vario tipo, raddoppio di inceneritori, raddoppio di raffinerie, impianti per la produzione di etanolo, mega-centri commerciali, per non parlare della crescita indiscriminata di insediamenti abitativi (villettopoli). Landriano, Zinasco, Parona, Sannazzaro, Bressana, Corteolona, San Martino Siccomario, Borgarello, Galliavola, i Comuni che insistono sull’asse della prevista autostrada Broni-Pavia-Mortara sono solo alcune delle località interessate dal fenomeno. Cerchiamo di analizzare gli elementi comuni a questi progetti per capire se hanno un senso le reazioni spesso esasperate dei cittadini. In nessun caso è previsto il riutilizzo di aree dismesse (che non mancano), ovunque è più comodo costruire su terreni agricoli che in questo modo vanno persi per sempre. Manca il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che riguardano il loro futuro, si lavora dietro le quinte e si presentano le proposte quando i giochi sono fatti, gli impegni presi, le carte firmate. C’è sempre di mezzo un comitato d’affari e questi comitati sono fortemente interconnessi con politici e amministratori per cui non si capisce più chi decide la pianificazione del territorio e quali interessi si vanno a tutelare. I vantaggi per i Comuni che hanno già accettato di avere sul loro territorio impianti “ingombranti” sono tutti da dimostrare, vuoi per il mancato rispetto degli impegni (come nel caso dell’inceneritore di Parona) vuoi per i costi indotti dalla crescita dei centri abitati che ricadono inevitabilmente sulle amministrazioni locali e annullano l’iniziale, apparente, guadagno dovuto a oneri di urbanizzazione e Ici. I nuovi insediamenti prevedono forti incrementi negli spostamenti di merci e materiali, quasi sempre affidati ai Tir e garantiscono quindi un peggioramento della qualità dell’aria che, come è emerso con chiarezza in questi mesi, è già oltre i livelli di guardia in tutta la provincia, compresa la «verde» Lomellina. Peggiorerà quindi il traffico, dovremo stare più tempo in coda, saremo costretti a realizzare nuove strade, che a loro volta porteranno nuovi insediamenti e nuovo traffico, consolidando un circolo vizioso che andrebbe invece interrotto. A meno che il nostro modello non sia l’hinterland milanese e l’obbiettivo clonare indefinitamente l’esperienza urbanistica di Rozzano. Ogni iniziativa ha poi specifici elementi di anomalia, di superficialità progettuale, di mancanza di buon senso, in omaggio ad una pasticciata teoria del «fare» per cui l’importante è «fare qualcosa» curandosi poco del «come», del «perchè», del «dove» e delle conseguenze a medio e lungo termine. Lontani dai migliori esempi europei giochiamo una partita di retroguardia e incapaci di applicare idee innovative continuiamo a svendere i gioielli di famiglia. Per contro le associazioni ambientaliste e le molte voci autorevoli della società civile, che suggeriscono approcci sostenibili ai problemi, raramente trovano credito. E ci si chiede se non sia ormai troppo tardi per le proteste e le accuse. Il pessimismo è d’obbligo. E’ tardi in effetti, i danni a paesaggio, ambiente e territorio sono sotto gli occhi di tutti e nessun cambio di direzione arriverà spontaneamente dalle istituzioni o dai partiti che, anzi, salvo qualche eccezione, confermano la tendenza (ad esempio, a livello regionale, mettendo mano al quadro normativo per ridurre le tutele per i parchi e le aree libere). E’ tardi purtroppo, ma non ci sono altre strade se non una diffusa presa di coscienza dei problemi ambientali. Ai cittadini, al loro risveglio e alla pressione che possono esercitare sui politici sono affidate le uniche speranze di rallentare il saccheggio. Coordinamento comitati e associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara Pavia, l’ex-Palazzetto resta abbandonato da tutti Titoli di giornale come «Amianto in centro» e «L’ex palazzetto è una discarica» hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica pavese la questione della palestra di via Porta. L’allarme, lanciato in primis dalla Circoscrizione Pavia Storica, rischia però di rimanere il grido di chi urla nel deserto. Da numerosi anni, infatti, esiste un progetto di riqualificazione dello stabile, al fine di fornire una struttura idonea all’attività ginnica, non solo a scuole come il Casorati, il Taramelli e il Cairoli (penalizzate dalla mancanza di impianti propri), ma anche a tutti i cittadini residenti in centro. Tale soluzione è però del tutto ignorata dell’amministrazione comunale che si limita ad effettuare controlli quando viene richiamata all’ordine dagli articoli sulla carta stampata e minimizza il problema a una mera operazione di sgombero dei rottami. Mi chiedo quindi quali siano i motivi per cui la proposta di inserire nel piano delle opere pubbliche la riqualificazione del palazzetto sia stata trascurata per tre anni e l’unica spiegazione fornita sia stata: «Una palestra lì è impossibile». La verità è che manca la volontà politica di accogliere nel Pop un progetto utile e necessario alla città, mentre si privilegiano altri investimenti dai nomi altisonanti (la biblioteca in S. Chiara e i percorsi nel Castello Visconteo su tutti) che risultano invece essere un pozzo senza fondo per le risorse economiche cittadine. Andrea Scova consigliere circoscrizionale di Pavia Storica Non dimenticherò mai l’avvocato Aiello Varlotta Vorrei ricordare, con poche parole, l’avvocato Aiello Varlotta di Stradella, mancato da poco tempo ai suoi cari. Voglio ricordalo in quanto ho avuto modo di conoscerlo professionalmente. Infatti, alcuni anni prima della pensione, era giudice di pace e coordinatore capo dell’ufficio di Tortona. In questo periodo ho potuto conoscerlo non solo professionalmente, ho quindi capito che era una persona dalle doti umane eccezionali, una persona che come dicono dalle mie parti era, malgrado la posizione ricoperta, «alla buona», una persona che aveva una parola per tutti, una persona che aveva una moralità che lo distingueva dalla massa, per lo splendore. Nei sui discorsi e anche attraverso i suoi occhi, si poteva vedere la bontà del suo animo e della sua persona. Voglio ricordarlo affinchè nessuno che lo ha conosciuto, dimentichi quest’uomo corretto e profondo, dalla mente fino al cuore, una persona che era nelle parole e nei fatti, dalla parte dei deboli e dei bisognosi. Anche se non posso in poche parole descriverlo a chi non lo conosceva, anche perché dovrei usare tantissime belle parole, voglio solo dire una cosa dell’avvocato Varlotta, era e rimane, un uomo grande nel vero senso della parola. Un abbraccio avvocato. Mario Araldi Broni Pavia, multato per 30 cm. E le auto vanno in centro Al peggio non c’è fine. In data 18 gennaio ho ricevuto una raccomandata con richiesta di pagamento di una contravvenzione «inflittami» il giorno 28/09/2006 in via Ballerini, intersezione via Cavagna Sangiuliani. Orbene, come già peraltro segnalato in precedenti occasioni, la mia vettura era posizionata interamente in via Ballerini ed era fuori dagli spazi di soli 30 cm. circa, non ostacolava il passaggio di altre vetture. Come tutti sappiamo, trovare un posto per posteggiare nelle Ztl è alquanto difficile; infatti vedo spesso vetture di residenti, con pass esposto e fuori dagli spazi che non vengono multate per ovvi motivi di decenza. Le vetture con pass da invalido posteggiano ovunque e cioè fuori dagli spazi assegnati o sulle righe gialle e, ovviamente, non vengono multate. La sera e notte il centro è invaso da vetture senza pass e il Lungoticino è una fila quasi unica di vetture in divieto di sosta. E le multe? «Mi vien da ridere per non piangere». Al sottoscritto tale decenza non si applica, si agisce invece con estrema efficienza, come mai? Mi sovviene l’aforisma ormai diventato famoso: «A pensar male spesso ci si azzecca!». Un’altra domanda: le vetture in ingresso, senza pass, da via Rezia e rilevate dalle telecamere (già in funzionamento) vengono sanzionate, ovvero vengono inviate le dovute multe al domicilio dei trasgressori? Spero proprio di sì. Sarebbe opportuno controllare maggiormente gli ingressi da Lungoticino in Strada Nuova e da Porta Calcinara. Harry Potter non riesce da solo a far scomparire le vetture non autorizzate che entrano e stazionano in centro, troppo spesso «facendola franca». Concludo con i complimenti all’Ente Mobilità e Traffico per aver inserito in rete la «Modulistica per ottenere il contrassegno per la circolazione e sosta nel centro storico». Roberto Bottiroli Pavia Parco del Ticino e Unesco I nostri tesori vanno difesi Ho letto la precisazione che il consigliere Fracassi ha fatto dopo l’articolo della Provincia Pavese in relazione alla collocazione del Parco del Ticino nell’Unesco. Ora so con certezza e con piacere che il Parco del Ticino è inserito come riserva della biosfera nel programma Mab dell’Unesco. Da profano, questo mi porta a pensare ad una salvaguardia naturalistica notevole. Mi dispiaccio invece di non avere mai avuto risposta alla mia precedente lettera su cosa pensi il consigliere dell’autostrada Broni-Mortara che dovrebbe attraversare parte del Parco del Ticino, patrimonio che ritengo ancora più prezioso dopo le sue dichiarazioni. E’ evidente che un’opera di questo genere aumenterebbe l’inquinamento attuale e l’impatto del ponte da me citato in località san Martino Siccomario, di enormi proporzioni proprio nel Parco del Ticino, metterebbe a serio rischio questa biosfera. Al di là di ipotetici collegamenti a Malpensa (che sta vivendo rischi attuali di ben altra portata) o di un presunto corridoio 5 (che poi è ferroviario), forse abbiamo bisogno di sistemare le pericolose buche delle nostre strade e di avere quel piano viabilistico locale e territoriale preciso che da anni giace in progetti mai attuati molto meno devastanti ma più risolutivi. Con più attenzione ai nostri reali bisogni non rischieremo di perdere, oltre alla tutela dei tesori di Pavia, anche l’inserimento nei progetti dell’Unesco. Per questo spero che il consigliere lotti con impegno, come ha fatto per molte altre situazioni di pericolo per il suo e nostro territorio, per difendere quello che ci è stato regalato e non imposto. Armando Troni San Martino Siccomario I cattolici in politica Ecco la nuova possibilità C’è una grande voglia tra i cattolici organizzati in associazioni e movimenti, già operanti nei vari campi del sociale e sui temi della pace, di tornare a far politica nel senso di voler pesare sulle scelte riguardanti il futuro del Paese, nel suo rapporto con l’Europa e con il resto del mondo. Questi orientamenti hanno riproposto il problema della validità e della presenza del popolarismo nella politica italiana e della sua collocazione europea. Italia Popolare, che nei suoi quattro anni di attività ha inteso promuovere una libera e autonoma rappresentanza degli ideali e dei progetti di un movimento di ispirazione cristiana, non ha partecipato e non intende, in quanto associazione, partecipare alla costruzione del Pd, poiché non vi scorge chiarezza di orientamenti culturali e programmatici e non lo ritiene adatto alla concreta ed efficace espressione politica del popolarismo. Italia Popolare valuta invece positivamente l’iniziativa di Officina 2007,il Movimento promosso da Savino Pezzotta insieme con vari esponenti di associazionismo culturale, politico e sociale di ispirazione cristiana, che si propone di dare ancora un futuro al cattolicesimo democratico al di fuori di rigido inquadramento nei partiti attuali. Italia popolare con Officina 2007 si propone a condividere gli obbiettivi e lo spirito per una azione comune, in coerenza con il percorso compiuto, apportando la pluralità delle proprie esperienze nel territorio. Deve essere finalmente l’occasione per far sentire il pensiero dei cattolici sulle riforme del welfare, delle istituzioni in Italia e sul piano internazionale indicando modi e forme per il rinnovamento dello Stato e per il rilancio di un paese in declino. Ivan Giliberti coordinatore di Italia Popolare per la provincia di Pavia